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CONFINDUSTRIA

 

 

L'uscita del cavaliere al convegno di confindustria dimostra sicuramente che è in grande affanno.
Ma dimostra soprattutto un 'altra cosa. Tranne una minoranza di imprenditori "illuminati" la pancia degli industriali è con Berlusconi.

Intendiamoci, che confindustria stia a destra è nella natura delle cose, semmai sarebbe improprio che confindustria appoggi un governo di sinistra.

Ma  il governo Berlusconi è altra cosa  da un governo di destra. Non si può non vedere la distruzione delle regole operata da questo governo, l'attacco alle istituzioni liberali ( non comuniste), il disprezzo del mercato stesso, le figure a cui espone il paese sul piano internazionale, il disastro dei conti pubblici certificato dalla Banca d'Italia.
La verità è che l'imprenditoria italiana, nella sua grande parte, è costituita da furbetti del quartierino. Abituati a prosperare in nero, grazie alla svalutazione della lira, ai sotterfugi, agli indebiti aiuti di stato, hanno una concezione assolutamente parassitaria dell'impresa che non è soggetto sociale, ma strumento per profitti e che siano illeciti o meno non fa grande differenza.

Ora francamente chi avrebbe dovuto disertare una simile riunione non era Berlusconi, ma il rappresentante di un governo di centrosinistra.

Prodi è stato onesto nell'illustrare il suo programma, non facendo concessioni demagogiche, ma a mio avviso doveva essere più duro.

Ad esempio al Montezemolo che criticava la legge elettorale, avrebbe dovuto chiedere  dove era quando passava in parlamento e non è andato più in là di timidi distinguo. Avrebbe dovuto ricordare il periodo D'Amato con la confindustria schierata sulle posizioni del governo lancia in resta contro l'art. 18 , in una battaglia che non serviva ad altro che  a piegare il sindacato, in una guerra "privata".

Avrei  anche  ricordato che gli industriali italiani hanno appoggiato il fascismo, hanno taciuto sulla P2 e la strategia della tensione, sono cresciuti all'ombra di un capitalismo assistito, sfruttando quello Stato che poi faticano a riconoscere, allergici perfino alle regole del liberismo che prevede pesi e contrappesi e  regolo nette per il mercato.

Mentre gli Agnelli ed i Cuccia. nell'ombra, di fatto governavano l'Italia. Imponendo un modello di sviluppo funzionale all'impresa( soprattutto la loro!).

Sarebbe ora di dire basta alle logiche di furbi e furbetti.

Gli industriali hanno chiesto sviluppo dei servizi, che sono necessari all'impresa ( Pininfarina). Ma cosa intendono? Che debbono continuare le cordate anomale in modo che il Tronchetti di turno possa acquistare senza capitale alcuno un'azienda come Telecom, pagando una maximazzetta al governo di turno ( affare Pagine Utili)?

Io dico che è ora di dire basta e che se gli imprenditori vogliono essere interlocutori seri ed affidabili, che contribuiscono alla rinascita del paese, devono assumersi le loro responsabilità e non continuare a chiedere prebende ( perchè di questo si tratta) come se loro fossero l'unico soggetto che merita attenzione. 

In questo paese quando si è trattato di porre rimedio ai guasti fatti dai politici hanno finito sempre per pagare i "soliti noti", cioè il lavoro dipendente e salariato, gli unici che si possono tosare con certezza.

Sarebbe ora che incominciasse a contribuire anche la parte che si è sempre sottratta, cioè quella dei furbi e furbetti. Quella che fa si che in Italia ci sia un ' evasione di 200 miliardi di € che ammonta ad oltre il 30 % del PIL e non è certo costituita dal lavoro dipendente.

E' la parte che si pretende "furba" , il popolo delle partite iva, gran parte dei professionisti, le imprese che si arricchiscono in nero, i commercianti, tutti soggetti che hanno sostenuto questo governo di piduisti e mafiosi.

E' ora di dire basta.

di pummarulella  19/3/06

 

                

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