sito deberlusconizzato

Referendum Procreazione

 

Il risultato del referendum mi ha francamente molto amareggiato. Pensavo che questo paese, almeno ogni tanto, desse qualche segnale positivo..invece siamo in una fase di decadenza grave e davvero irreversibile.

Ero davvero convinto che , nonostante tutto, si potesse raggiungere il quorum. Credevo che gli italiani capissero che, aldilà del merito dei quesiti, era in gioco la laicità del paese, la capacità di dimostrare ad una classe politica sempre più indecente, che esistevano dei valori di fondo che il paese aveva assimilato.

Ora  cosa ci dice questo risultato?

In primo luogo che l’istituto referendario va assolutamente rivisto.

I Radicali che pure hanno avuto il merito di  aver fatto  grandi battaglie di civiltà, portano tutto il peso della distruzione di questo istituto.

Chiamare continuamente alle urne  per votare su questioni spesso risibili, magari con 10 quesiti alla volta, ha inflazionato l’istituto rendendolo inviso.

 

Quello che ho trovato francamente  indecente è che in un paese civile, rappresentanti istituzionali abbiano invitato all’astensione.

Astensione corretta è la scheda bianca, non il non votare. Cosi come è congegnato il meccanismo, il non voto da parte di alcuni è un attentato alle libertà civili degli altri. In pratica si è fatto mancare il numero legale. Se in un consiglio di amministrazione, ma anche in parlamento, manca il numero legale, non si decide, non è che si decide secondo la volontà degli assenti, come in pratica avviene nel caso del referendum.

Passi che la chiesa e i capi partito invitassero all’astensione ( non va bene uguale ma è comunque comprensibile) ma che presidente del senato e della camera, cioè le due più alte cariche dello stato invitassero a non votare è davvero sconcio.

Il meccanismo referendario fu congegnato a garanzia democratica, non certo per dare la possibilità di boicottare l’istituto. Per cui anche se non illegittimo , l’invito all’astensione, viola lo spirito costituente. Ancora una volta si dà un ‘interpretazione meramente formalistica della Costituzione.

Alla luce di queste considerazioni è necessario rivedere il meccanismo referendario.

Rendendone più difficile la proposizione, in modo da essere sicuri che si vada a votare per questioni sentite dalla gente e non su caccia e pesca.

Bisogna poi che si possa fare anche un referendum propositivo e non solo abrogativo.

E, come correttamente dovrebbe essere, vale la maggioranza dei voti validi come è per le elezioni.

Chi non ha interesse a partecipare alla vita civile perde il diritto di decidere.

 

Ma chi ha vinto?

Conclusioni certe non se ne possono trarre.

L’astensionismo fisiologico è molto alto già nelle elezioni politiche. I referendum tranne aborto e divorzio, hanno avuto partecipazioni basse e negli ultimi tempi non si è più raggiunto il quorum. Solo uno come Berlusconi può ascrivere a lui il 75 % della popolazione che non ha votato. Oppure un “bello guaglione”  può brindare pensando di aver vinto.

Il guaglione ha perso due volte.

In primo luogo perché quelli che non sono andati a votare secondo la sua indicazioni sono, a mio avviso, davvero pochi (di sicuro meno di quelli che hanno seguito Ruini). In più, il suo invito all’astensione, e la baldanza successiva al risultato, non saranno facilmente dimenticati dall’elettorato.

Io non dimentico  di sicuro: se nel mio collegio capita uno che ha fatto campagna per l’astensione, non lo voto. In nessun caso. Almeno se deciderò di andare a votare.

Diverso sarebbe stato se avesse fatto campagna per votare NO. Atteggiamento legittimo, quest’ultimo, non l’altro.

Siamo sempre alla politica del trucco, della piccola truffa, della furbizia, dove i principi non hanno alcun valore.

Mi domando come può la chiesa conciliare virtù quali la Verità è l’inganno dell’invito all’astensione, puntando a vincere con la sommatoria dell’astensione fisiologica, cioè di quelli che “se ne fregano”.

Ed anche qui ha vinto la cultura berlusconista della truffa, dei condoni edilizi, del falso in bilancio. Quelli che educano alla furbizia e mai alla lealtà.

Si invoca il popolo pere legittimare il conflitto di interesse, salvo poi rinunciare alla battaglia di principio tra il SI ed il NO.

 

Ma analizzando il voto l’aspetto che mi ha colpito più amaramente  è un altro.

Certo il paese è in un a fase di arretratezza incredibile.

In Spagna è bastata una menzogna per mandare a casa il governo Aznar, qui ci si beve le balle ed i giochino dei politici quotidianamente e la gente, vuoi per menefreghismo, vuoi per in cultura, vuoi per protesta, se ne frega della convivenza civile, dei principi ed ha solo orecchie ed occhi al suo particolare ed al suo portafoglio.

Pure se si escludono le regioni meridionali  il tasso di partecipazione è stato molto più alto. A Milano ha votato il 35 %. Nel centro si è sfiorato il quorum, nel sud siamo al 6 % in alcune zone.

Se si esclude il dato meridionale, il 40 % degli aventi diritto al voto, significano più dell’elettorato di centrosinistra. Data la maggioranza schiacciante dei SI, significa che l’elettorato di centrosinistra al centro ed al nord, ha votato compattamente e compattamente per il SI. Per questo Rutelli commette un ‘altra infamia nel brindare come se la gente avesse seguito lui.

Lo dicono anche le posizioni che stanno assumendo nel nord i gruppi dirigenti della Margherita che sono per l?ulivo e non sulla linea di Rutelli.

Il meridione prima ha contribuito pesantemente all’elezione di Bellachioma con il 61 -0 siciliano. Poi alle regionali  la vittoria del centrosinistra, è stata la vittoria  dei De Mita ed dei Mastella, dei Lombardo..insomma la vecchia politica clientelare, la vecchia e peggiore DC che, sotto le insegne del centrosinistra continua la vecchia politica, capeggiata dal <bello guaglione>. La giunta Bassolino sarà paralizzata da De Mita ( in Campania la Margherita è il primo partito) e ci ha regalato una signora Mastella quale presidente del consiglio regionale.

Ed è in virtù di questi risultati meridionali che Rutelli può permettersi di giocare una partita neocentrista e spaccare il centrosinistra con il rischio di tenerci questa maggioranza di banditi per altri vent’anni.

Dispiace da meridionale, ma noi ci dobbiamo prendere tutta la responsabilità.

Le conseguenze di questa sconfitta saranno gravi. Non solo per i tentativi futuri, che sono certi, di attacco ad altre libertà civili, ma soprattutto perché, anche se illusoriamente, in questa fase dà più forza contrattuale ai Rutelli ed ai De Mita che lavorano ad un progetto diverso per l’Ulivo.

Nel meridione funziona solo. Comunque soprattutto,  il voto clientelare. Quello che i vecchi notabili DC detengono ancora. Anzi si sta rafforzando. A livello locale, abbiamo visto a Catania che uno come Lombardo sposta il 20 % dell’elettorato. Ovunque si candidi quei voti lo seguiranno perché vengono da una capillare clientela. Qui in Campania è lo stesso.

Senza il voto meridionale , la percentuale dei votanti sarebbe stata intorno al 40 %. Cioè altissima, viste le premesse della potenza messa in campo dal fronte astensionistico. Al nord ed al centro-nord, si può dire che abbiano votato tutti gli elettori dell’Ulivo, fregandosene delle indicazioni di Rutelli. Se può accampare qualche vittoria lo deve al meridione, che darà a questi qui, la spinta per continuare ad andare avanti nella lacerazione e nella restaurazione della vecchia politica.   

by pummarulella

 

                

home|contatti|curiosità |cerca nel sito| chi siamo | archivio

Il sito non è protetto da copyright (is copyleft), tutto il materiale è disponibile per chiunque ne avesse interesse, si prega solo di citarne la fonte. G.G

 

 

dal 31/8/06: