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L'11 settembre cinque anni dopo

Approfitto dell’occasione della messa in onda da parte di Matrix di E. Mentana dei documenti che confutano la versione ufficiale dell’ 11/9/01 per riproporre l'argomento. Mi sono avvicinato alla questione per caso , ho preso ad approfondirla per curiosità e più  lo facevo più mi convincevo che la versione ufficiale è troppo piena di buchi, chiare bugie, depistaggi, lati oscuri.

Ebbi un dubbio quando sentii un Tg  che diceva, mi pare il giorno dopo, che c'erano serie tracce che l'attentato fosse opera di gruppi Islamici dato che fra le macerie delle due torri, si era rinvenuto il passaporto, mezzo bruciacchiato, di Mohammed Atta. Grattandomi il capo mi chiesi: " Come è possibile che in quell'inferno di macerie, in una confusione da pazzi, fumo, polvere, caos, come tutti ricordiamo, si sia trovato in 24 h il passaporto del presunto terrorista?"  Mi chiedo anche se un terrorista, o presunto tale va a compiere un 'azione del genere con i suoi veri documenti in tasca...

Voi ci credete? Vi confesso che ho serie difficoltà.

Per questo quando in libreria vidi un libro sull'11 settembre lo presi per approfondire.

Era il libro di  Thierry Meyssan "L'incredibile menzogna" ed ho continuato l'approfondimento con "Guerra alla libertà" di Nafeez Mossadeq Ahmed. Poi ho proseguito negli anni cercando documentazione sul web.

Meyssan incomincia ad indagare partendo dalle foto dell'aereo che sarebbe precipitato sul Pentagono (qui  e qui) per rendersi conto che qualcosa non va. Più si approfondisce più si ci si rende conto che raramente si è vista una simile quantità di bugie, omissioni, incongruenze, cose incredibili che rendono davvero ostico credere alla versione ufficiale. Chiunque si avvicina all'approfondimento del caso, senza pregiudizi, con onestà intellettuale è costretto ad ammettere che la versione ufficiale non regge assolutamente. Per quanto numerosi altri si affannino a cercare di dare congruenza (come Attivissimo che, mi scuso, a volte sfiora il ridicolo).

Ad esempio proprio circa l'aereo che sarebbe caduto sul Pentagono, l'incongruenza maggiore riguarda il tipo di danno e le dimensioni dell'aereo che non sono compatibili, ma soprattutto lo stranissimo evento che non ci siano praticamente alcuna traccia dell'aereo: non una ruota, non un pezzo di fusoliera, non un motore, un ala, la coda! Eppure tutti siamo abituati, purtroppo, a vedere che sui luoghi dei disastri aerei è sempre evidente la presenza di frammenti  molto grossi degli aerei, soprattutto le parti in acciaio, ma vediamo pure effetti personali dei passeggeri. Se invece guardiamo le foto di come si presentava lo scenario antistante al luogo di impatto vediamo che non c'è alcuna traccia riconducibile ad un aereo che ha un 'apertura alare di circa 40 metri e pesa svariate tonnellate.

A fianco potete vedere come si presentava il luogo dell'impatto.

 

Per smontare quest'affermazione,  a sostegno della versione ufficiale si dice che le foto sono vere, ma che sono scelte fra quelle prese da un 'angolatura che non mostrano i frammenti. Pezzi di aereo ce ne sono e a riprova viene portata la foto sulla sinistra. Ma quel pezzo che è piccolissimo può essere di qualunque cosa e rimane la domanda di che fine abbiano fatto i resti dell'aereo.

 

 

 

 

 

 

La versione ufficiale ed i vari tentativi di renderla credibile spiegano lo strano fenomeno dicendo che data la violenza dell'impatto l'aereo, che conteneva grandi quantità di carburante, si è disintegrato. Ok, diamo per buona questa versione, crediamoci. Ma allora se l'aereo si è disintegrato, vaporizzato per il calore, secondo la versione ufficiale, come è possibile  che la quasi totalità dei passeggeri risultano identificati? Mi pare ovvio che identificare dei morti vaporizzati sai operazione piuttosto complicata! Invece erano identificati già a pochi giorni dal disastro, abbattimento, attentato o qualunque cosa sia stato.

In questo momento, però, non mi interessa ripetere l'intera storia delle incongruenze, delle false verità, dei buchi enormi della versione ufficiale. Di questo potete leggere nel sito più dettagliatamente. Mi interessa che chi legga queste righe e decida poi di approfondire tenga presente alcune cose.

Faccio perciò alcune  riflessioni.

Le ipotesi in campo sono due. O c'è stato un attentato terroristico cosi come sostiene la versione ufficiale,  oppure si è trattato di un mega-complotto ordito dal governo americano, o quantomeno da apparati al suo interno. Altra ipotesi non è possibile.

La prima riflessione riguarda appunto la difficoltà di tutti noi, io per primo, a poter concepire l’idea che, per un qualche motivo, gli americani si siano “autoattentati”.

Anche di fronte all’evidenza di chiare bugie, in noi tutti tende a prevalere il ragionamento: “Come è possibile che quel paese democratico abbia ammazzato deliberatamente migliaia di suoi cittadini?”. Ci rifiutiamo di crederlo perché è un‘eventualità dolorosa che ci spaventa troppo. Non è tollerabile l’idea che chi ci dovrebbe proteggere gioca con le nostre vite, per fini oscuri.

Ma lo hanno già fatto in passato!

E’ storia oramai che quasi sicuramente gli Americani sapevano dell’attacco a Pearl Harbor in quanto erano perfettamente in grado di decifrare i codici giapponesi (cosa sempre negata fino alla dissecretazione dei documenti che lo provano), si veda R.B. Stinnett “Il giorno dell’inganno”. Di legga anche qui e quest'intervista a Gore Vidal.

Ed è storia che l’autoffondamento del Maine, che provocò circa 300 morti tra l’equipaggio, fu il pretesto costruito per dichiarare guerra alla Spagna ed invadere Cuba.

E taccio sui numerosi dubbi sui coinvolgimenti dell’FBI nell’attentato di  Oklahoma City.

 

Un altro argomento sempre avanzato da chi sostiene la barcollante versione ufficiale è che , ipotizzando  che siano stati gli Americani, manca il movente.  Perchè gli americani avrebbero dovuto autoattentarsi? Che interessi avevano?

Per rispondere a questo vi  propongo di rileggere l’attentato dell’11/9 alla luce  delle parole dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale nell’amministrazione Clinton, Zbigniew Brzezinski. Nell’elaborazione Strategie d'intervento del Council on Foreign Relations (CFR) circa l’ Eurasia  e nel suo libro “la Grande scacchiera” (1997) possiamo leggere:

“Il compito più immediato è quello di assicurare che nessuno Stato o unione di Stati conquisti la capacità di espellere gli Stati Uniti dall'Eurasia, o anche di sminuirne in modo significativo il decisivo arbitrato. [...] Alla lunga, la politica globale diventerà sempre meno congeniale alla concentrazione del potere egemonico nelle mani di un singolo Stato. E quindi l'America non solo è la prima, oltre che la sola, vera superpotenza globale; ma probabilmente è anche destinata a essere l'ultima”. Quello che afferma subito dopo l'ex consigliere alla Sicurezza Nazionale è di fondamentale importanza:”Inoltre, dato che l'America sta diventando una società sempre più multiculturale, può essere difficile suscitare consenso sulle questioni di politica estera, eccetto che nel caso di una minaccia esterna diretta, veramente grande e percepita in modo generalizzato”. Puoi leggere il documento per intero qui.

Se siete arrivati fin qui, riponetevi la domanda sul perchè gli Americani avrebbero dovuto mettere su questo immane complotto.

Ricordiamoci poi che le multinazionali del petrolio, dal cui mondo provengono molti membri dell’amministrazione Bush, hanno sempre sostenuto questo governo ed avevano ovviamente fortissimi interessi ad andare a cuccarsi l’enorme pozzo petrolifero che è l’Iraq.

Un ‘amministrazione nata tra le polemiche e debole come quella di Bush ha tratto forza e legittimazione dall’11 settembre, perché a quel punto la nazione americana si è stretta attorno ad i suoi simboli, consentendo che Bush varasse leggi liberticide come il Patrioct Act  .

Permettendo cosi alla destra più conservatrice americana di imporre la sua politica.

Insomma parliamo del controllo assoluto della nazione che domina il mondo e del controllo della risorsa energetica più importante del paese.

Se non sono moventi sufficienti questi quali lo possono essere?
Per ultimo alcune considerazione su l’altra obiezione sollevata a chi parla di un attentato autoinflitto. Si dice che se fossero stati gli americani avrebbero dovuto essere coinvolte cosi tante persone a vari livelli che risultava impossibile.

Credo siano considerazioni sbagliate.

In un primo luogo nell’organizzazione di un complotto non è necessario che tutti sappiano tutto.
mettiamo che siano stati coinvolti spezzoni della Cia, dell’Fbi, del Norad, dell’NSA.

Ognuno avrebbe saputo una parte della storia, che magari gli rendeva molto difficile risalire al progetto complessivo. Comunque parliamo di uomini scelti con cura, in gerarchie di tipo militare, abituati ad obbedire tacendo. Se anche qualcuno o molti fossero risaliti al piano originale, quanti avrebbero avuto l’interesse a renderlo pubblico, e la forza di affrontarne le conseguenze. Scoprire una cosa del genere significa rischiare la vita, data la posta in palio. Chi è disposto a rischiare la vita per amore di verità quando il suo interesse è esattamente quello opposto ( dato che pigliano lo stipendio da chi dovrebbero sputtanare)?
La maggior parte della gente si rifiuta di denunciare un furto a cui ha assistito, per non essere “coinvolta” figuriamoci una cosa del genere. Ed ammesso che lo faccia infine, quante probabilità ha di essere creduta? E non invece eliminata silenziosamente, col classico incidente?La gente e anche autorità in buona fede hanno difficoltà a credere alle obiezioni logiche e documentate di coloro che sostengono che l’amministrazione Bush è la vera responsabile, come sarebbe possibile credere ad una singola persona, che potrebbe fornire prove piuttosto scarse? Per cui anche questa obiezione mi pare assolutamente infondata.

 

Per chiudere un l’atra cosa che davvero lascia sgomenti  è la mancanza di indagini serie da parte del governo americano su un evento che ha cambiato il corso della storia. Per intenderci le indagini per l'inchiesta sui blue job di Monica Levinsky a Clinton sono costati allo stato 59 milioni di $, per l'11 settembre ne  sono stati spesi solo 2 milioni di $.

Pummarulella 1/6/06 

 

Per approfondire sul web:

http://www.serendipity.li/

http://www.luogocomune.net/

http://www.disinformazione.it

http://www.arcoiris.tv/

L' 11/9  cinque anni dopo

Approfitto dell’occasione della messa in onda da parte di Matrix di E. Mentana dei documenti che confutano la versione ufficiale dell’ 11/9/01 per riproporre l'argomento. Mi sono avvicinato alla questione per caso , ho preso ad approfondirla per curiosità e più  lo facevo più mi convincevo che la versione ufficiale è troppo piena di buchi, chiare bugie, depistaggi, lati oscuri.

Ebbi un dubbio quando sentii un Tg  che diceva, mi pare il giorno dopo, che c'erano serie tracce che l'attentato fosse opera di gruppi Islamici dato che fra le macerie delle due torri, si era rinvenuto il passaporto, mezzo bruciacchiato, di Mohammed Atta. Grattandomi il capo mi chiesi: " Come è possibile che in quell'inferno di macerie, in una confusione da pazzi, fumo, polvere, caos, come tutti ricordiamo, si sia trovato in 24 h il passaporto del presunto terrorista?"  Mi chiedo anche se un terrorista, o presunto tale va a compiere un 'azione del genere con i suoi veri documenti in tasca...

Voi ci credete? Vi confesso che ho serie difficoltà.

Per questo quando in libreria vidi un libro sull'11 settembre lo presi per approfondire.

Era il libro di  Thierry Meyssan "L'incredibile menzogna" ed ho continuato l'approfondimento con "Guerra alla libertà" di Nafeez Mossadeq Ahmed. Poi ho proseguito negli anni cercando documentazione sul web.

Meyssan incomincia ad indagare partendo dalle foto dell'aereo che sarebbe precipitato sul Pentagono (qui  e qui) per rendersi conto che qualcosa non va. Più si approfondisce più si ci si rende conto che raramente si è vista una simile quantità di bugie, omissioni, incongruenze, cose incredibili che rendono davvero ostico credere alla versione ufficiale. Chiunque si avvicina all'approfondimento del caso, senza pregiudizi, con onestà intellettuale è costretto ad ammettere che la versione ufficiale non regge assolutamente. Per quanto numerosi altri si affannino a cercare di dare congruenza (come Attivissimo che, mi scuso, a volte sfiora il ridicolo).

Ad esempio proprio circa l'aereo che sarebbe caduto sul Pentagono, l'incongruenza maggiore riguarda il tipo di danno e le dimensioni dell'aereo che non sono compatibili, ma soprattutto lo stranissimo evento che non ci siano praticamente alcuna traccia dell'aereo: non una ruota, non un pezzo di fusoliera, non un motore, un ala, la coda! Eppure tutti siamo abituati, purtroppo, a vedere che sui luoghi dei disastri aerei è sempre evidente la presenza di frammenti  molto grossi degli aerei, soprattutto le parti in acciaio, ma vediamo pure effetti personali dei passeggeri. Se invece guardiamo le foto di come si presentava lo scenario antistante al luogo di impatto vediamo che non c'è alcuna traccia riconducibile ad un aereo che ha un 'apertura alare di circa 40 metri e pesa svariate tonnellate.

A fianco potete vedere come si presentava il luogo dell'impatto.

 

Per smontare quest'affermazione,  a sostegno della versione ufficiale si dice che le foto sono vere, ma che sono scelte fra quelle prese da un 'angolatura che non mostrano i frammenti. Pezzi di aereo ce ne sono e a riprova viene portata la foto sulla sinistra. Ma quel pezzo che è piccolissimo può essere di qualunque cosa e rimane la domanda di che fine abbiano fatto i resti dell'aereo.

 

 

 

 

 

 

La versione ufficiale ed i vari tentativi di renderla credibile spiegano lo strano fenomeno dicendo che data la violenza dell'impatto l'aereo, che conteneva grandi quantità di carburante, si è disintegrato. Ok, diamo per buona questa versione, crediamoci. Ma allora se l'aereo si è disintegrato, vaporizzato per il calore, secondo la versione ufficiale, come è possibile  che la quasi totalità dei passeggeri risultano identificati? Mi pare ovvio che identificare dei morti vaporizzati sai operazione piuttosto complicata! Invece erano identificati già a pochi giorni dal disastro, abbattimento, attentato o qualunque cosa sia stato.

In questo momento, però, non mi interessa ripetere l'intera storia delle incongruenze, delle false verità, dei buchi enormi della versione ufficiale. Di questo potete leggere nel sito più dettagliatamente. Mi interessa che chi legga queste righe e decida poi di approfondire tenga presente alcune cose.

Faccio perciò alcune  riflessioni.

Le ipotesi in campo sono due. O c'è stato un attentato terroristico cosi come sostiene la versione ufficiale,  oppure si è trattato di un mega-complotto ordito dal governo americano, o quantomeno da apparati al suo interno. Altra ipotesi non è possibile.

La prima riflessione riguarda appunto la difficoltà di tutti noi, io per primo, a poter concepire l’idea che, per un qualche motivo, gli americani si siano “autoattentati”.

Anche di fronte all’evidenza di chiare bugie, in noi tutti tende a prevalere il ragionamento: “Come è possibile che quel paese democratico abbia ammazzato deliberatamente migliaia di suoi cittadini?”. Ci rifiutiamo di crederlo perché è un‘eventualità dolorosa che ci spaventa troppo. Non è tollerabile l’idea che chi ci dovrebbe proteggere gioca con le nostre vite, per fini oscuri.

Ma lo hanno già fatto in passato!

E’ storia oramai che quasi sicuramente gli Americani sapevano dell’attacco a Pearl Harbor in quanto erano perfettamente in grado di decifrare i codici giapponesi (cosa sempre negata fino alla dissecretazione dei documenti che lo provano), si veda R.B. Stinnett “Il giorno dell’inganno”. Di legga anche qui e quest'intervista a Gore Vidal.

Ed è storia che l’autoffondamento del Maine, che provocò circa 300 morti tra l’equipaggio, fu il pretesto costruito per dichiarare guerra alla Spagna ed invadere Cuba.

E taccio sui numerosi dubbi sui coinvolgimenti dell’FBI nell’attentato di  Oklahoma City.

 

Un altro argomento sempre avanzato da chi sostiene la barcollante versione ufficiale è che , ipotizzando  che siano stati gli Americani, manca il movente.  Perchè gli americani avrebbero dovuto autoattentarsi? Che interessi avevano?

Per rispondere a questo vi  propongo di rileggere l’attentato dell’11/9 alla luce  delle parole dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale nell’amministrazione Clinton, Zbigniew Brzezinski. Nell’elaborazione Strategie d'intervento del Council on Foreign Relations (CFR) circa l’ Eurasia  e nel suo libro “la Grande scacchiera” (1997) possiamo leggere:

“Il compito più immediato è quello di assicurare che nessuno Stato o unione di Stati conquisti la capacità di espellere gli Stati Uniti dall'Eurasia, o anche di sminuirne in modo significativo il decisivo arbitrato. [...] Alla lunga, la politica globale diventerà sempre meno congeniale alla concentrazione del potere egemonico nelle mani di un singolo Stato. E quindi l'America non solo è la prima, oltre che la sola, vera superpotenza globale; ma probabilmente è anche destinata a essere l'ultima”. Quello che afferma subito dopo l'ex consigliere alla Sicurezza Nazionale è di fondamentale importanza:”Inoltre, dato che l'America sta diventando una società sempre più multiculturale, può essere difficile suscitare consenso sulle questioni di politica estera, eccetto che nel caso di una minaccia esterna diretta, veramente grande e percepita in modo generalizzato”. Puoi leggere il documento per intero qui.

Se siete arrivati fin qui, riponetevi la domanda sul perchè gli Americani avrebbero dovuto mettere su questo immane complotto.

Ricordiamoci poi che le multinazionali del petrolio, dal cui mondo provengono molti membri dell’amministrazione Bush, hanno sempre sostenuto questo governo ed avevano ovviamente fortissimi interessi ad andare a cuccarsi l’enorme pozzo petrolifero che è l’Iraq.

Un ‘amministrazione nata tra le polemiche e debole come quella di Bush ha tratto forza e legittimazione dall’11 settembre, perché a quel punto la nazione americana si è stretta attorno ad i suoi simboli, consentendo che Bush varasse leggi liberticide come il Patrioct Act  .

Permettendo cosi alla destra più conservatrice americana di imporre la sua politica.

Insomma parliamo del controllo assoluto della nazione che domina il mondo e del controllo della risorsa energetica più importante del paese.

Se non sono moventi sufficienti questi quali lo possono essere?
Per ultimo alcune considerazione su l’altra obiezione sollevata a chi parla di un attentato autoinflitto. Si dice che se fossero stati gli americani avrebbero dovuto essere coinvolte cosi tante persone a vari livelli che risultava impossibile.

Credo siano considerazioni sbagliate.

In un primo luogo nell’organizzazione di un complotto non è necessario che tutti sappiano tutto.
mettiamo che siano stati coinvolti spezzoni della Cia, dell’Fbi, del Norad, dell’NSA.

Ognuno avrebbe saputo una parte della storia, che magari gli rendeva molto difficile risalire al progetto complessivo. Comunque parliamo di uomini scelti con cura, in gerarchie di tipo militare, abituati ad obbedire tacendo. Se anche qualcuno o molti fossero risaliti al piano originale, quanti avrebbero avuto l’interesse a renderlo pubblico, e la forza di affrontarne le conseguenze. Scoprire una cosa del genere significa rischiare la vita, data la posta in palio. Chi è disposto a rischiare la vita per amore di verità quando il suo interesse è esattamente quello opposto ( dato che pigliano lo stipendio da chi dovrebbero sputtanare)?
La maggior parte della gente si rifiuta di denunciare un furto a cui ha assistito, per non essere “coinvolta” figuriamoci una cosa del genere. Ed ammesso che lo faccia infine, quante probabilità ha di essere creduta? E non invece eliminata silenziosamente, col classico incidente?La gente e anche autorità in buona fede hanno difficoltà a credere alle obiezioni logiche e documentate di coloro che sostengono che l’amministrazione Bush è la vera responsabile, come sarebbe possibile credere ad una singola persona, che potrebbe fornire prove piuttosto scarse? Per cui anche questa obiezione mi pare assolutamente infondata.

 

Per chiudere un l’atra cosa che davvero lascia sgomenti  è la mancanza di indagini serie da parte del governo americano su un evento che ha cambiato il corso della storia. Per intenderci le indagini per l'inchiesta sui blue job di Monica Levinsky a Clinton sono costati allo stato 59 milioni di $, per l'11 settembre ne  sono stati spesi solo 2 milioni di $.

Pummarulella 1/6/06 

 

Per approfondire sul web:

http://www.serendipity.li/

http://www.luogocomune.net/

http://www.disinformazione.it

http://www.arcoiris.tv/

                

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dal 31/8/06: