"Ci sono anche le mani
di Moggi e del numero
uno di Capitalia, Cesare
Geronzi, dietro la
rivoluzione del 2004-05
ai vertici della Roma".
E' quanto sostiene
L'Espresso in un
articolo pubblicato sul
numero in edicola da
domani.
"I 154,33 milioni di
debiti nei confronti di
Capitalia sarebbero
stati utilizzati dal
clan Moggi -si spiega
sul settimanale- come
leva per estromettere di
fatto Franco Sensi dalla
guida della società,
imporre come allenatore
Gigi Del Neri (assistito
dalla Gea di Alessandro
Moggi e Chiara Geronzi)
e spingere il
centrocampista
brasiliano Emerson alla
Juventus.
Un gran colpo di
calciomercato riuscito
facendo capire a Sensi,
presidente di una
società oberata dai
debiti, che la Roma
avrebbe avuto problemi
con Sky (contratto per i
diritti tv da 150
milioni di euro) e che
soprattutto Capitalia
avrebbe chiuso i cordoni
della borsa. Metodi ai
quali, secondo quanto
risulta a "L'espresso",
si aggiunge anche il
ruolo di Emerson. Ma non
è tutto perchè "il
piano, ricostruito dai
carabinieri, prevedeva
anche la sostituzione
del direttore sportivo
Franco Baldini con Moggi
junior".
In quei mesi Baldini,
l'uomo che aveva portato
nella Capitale
Batistuta, Cassano,
Samuel e lo stesso
Emerson, se ne accorge
e, il 20 marzo del 2005,
pochi giorni prima delle
sue dimissioni, dice:"Le
squadre più forti hanno
messo in atto in questi
anni una politica
talmente scientifica,
usando tutto quello che
avevano a disposizione,
per restare il più a
lungo possibile le più
forti". Un quotidiano di
oggi pubblica anche
stralci di imbarazzanti
conversazioni fra
l'attuale dirigente
della Roma Pradè e
l'amministratore
delegato della Gea,
Zavaglia.
Quattro giorni dopo la
Roma accetta le
dimissioni di Baldini. I
carabinieri lasciano
passare tre settimane,
poi, come "L'Espresso" è
in grado di rivelare, lo
interrogano. Baldini, si
legge nel loro rapporto,
spiega come dopo una
guerra durata anni, si
sia arrivati
all'alleanza
giallorossi-bianconeri.
"Baldini", scrivono,
"riferisce come vi sia
stata una inversione di
tendenza, quando il
presidente Sensi
nell'autunno scorso è
stato indotto ad
accettare, per esigenze
economiche, le logiche
di potere rispondenti
agli interessi del
gruppo dominante il
sistema calcistico".
Baldini dice, tra
l'altro, che "è stato
sottoscritto dalla
famiglia Sensi un
accordo per la
ristrutturazione dei
debiti pregressi con
Capitalia e la diretta
assunzione in
Italpetroli (la società
dei Sensi ndr), con
l'incarico di direttore
generale di Bassi,
indicato dallo stesso
istituto di credito. Da
qui discendono una serie
di eventi (...) dapprima
nel subentro di Rosella
Sensi nella gestione
anche formale della
società in luogo del
padre (essenzialmente
per motivi di salute);
subito dopo si
determina, chiaramente
con finalità
agevolatrici in termini
di mercato, sia esso
strettamente riferito ai
calciatori che
soprattutto agli accordi
sui diritti televisivi,
a un disgelo nei
rapporti con la società
dominante il sistema del
calcio, ovvero la
Juventus, sanciti dalla
vendita del calciatore
Emerson nonchè dal
passaggio
dell'allenatore Capello
alla medesima società".
Ma è dalle
intercettazioni che
emerge come la denuncia
di Baldini non sia
campata per aria. Il 23
ottobre 2004 il
presidente della Lazio
Claudio Lotito dice a
Moggi senior:"Hai messo
sotto botta Sensi è? Me
viè da ride, hai fatto
bene ma vaffanculo...".
Luciano risponde:"No, ma
questo poverino adesso è
out completo guarda, ma
coi soldi, con tutto".
Lotito:"Macchè so tutto
so tutto". Moggi:"(...)
Comunque ne parliamo a
voce di queste cose
qua".
Il
giorno dopo Chiara
Geronzi e Alessandro
Moggi discutono della
questione Roma e parlano
di un incontro da
organizzare tra i
rispettivi genitori. Il
3 novembre Luciano
invita il figlio
Alessandro "ad
avvicinare il banchiere
Geronzi per entrare a
far parte della Roma
(come direttore generale
al posto di Baldini,
ndr)". E gli dice:"(devi
fare pressioni) su
Geronzi. Che ora è il
momento": Alessandro è
perplesso. Ritiene che
sulla "Roma non è che
lui comanda come
comandava sulla Lazio".
Ma Luciano
insiste:"Procura di
prendere un appuntamento
con Geronzi per lunedì".
Cosa che puntualmente
avviene. I carabinieri
chiosano la telefonata
parlando di uno
"speciale rapporto tra
Luciano Moggi e il
banchiere Geronzi". Tre
mesi dopo Baldini se ne
va. E sulla cupola del
calcio si allunga
l'ombra dell'alta
finanza.
(18
maggio 2006)