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  Storia marijuana (canapa)

BREVE STORIA DELLA CANAPA  da : http://www.antiproibizionisti.it/notizia.asp?n=973
Formalmente classificata da Linneo nel 1753 come Cannabis sativa. Ancora oggi qualcuno sostiene che al genere Cannabis appartiene una sola specie (sativa), pur con sottospecie regionali diverse, che differiscono per l’altezza, la ramificazione, l’aspetto delle foglie e il diverso contenuto in fibre e in sostanze psicoattive.

Altri studiosi ritengono che ci siano invece 3 specie diverse:
 
Cannabis sativa (alta fino a oltre 6 m., ramificazione rada, foglie rade, allungate e sottili)
 
Cannabis indica (molto più bassa, a sviluppo piramidale, con ramificazione fitta, foglie larghe e molto fitte)
 
Cannabis ruderalis (non coltivata, molto più piccola e esile, con rami brevi, foglie piccole e rade).

La Cannabis è probabilmente originaria dell'Asia Centrale a est del Mar Caspio (odierni Kazakhistan, Uzbekistan, Tagikistan), ma secondo alcuni sarebbe originaria della Cina.

USI
Fu certamente una delle prime piante coltivate dall'uomo (l'agricoltura ha origine circa 10.000 anni fa). Ammettendo che la sua area di origine sia stata nell’Asia Centrale, la Cannabis fu portata già in tempi antichissimi sia verso est (Cina) sia verso ovest (Afghanistan, Pakistan, Persia, Arabia, medio oriente mediterraneo, Grecia, Roma, Europa centrale) e verso sud ( India).
L'uso come fibra, per corde e più tardi per tessuti, e come alimento (semi e olio dai semi) sembra molto più antico della scoperta delle proprietà psicoat­tive e dell’uso come sostanza inebriante e come farmaco.
I reperti archeologici più antichi arrivano dalla Cina (Taiwan): si tratta di residui di corde di canapa risalenti a almeno 10.000 anni fa. Altri resti (trovati nel Turkestan) risalgono al 3000 a.C.
L'uso di corde di canapa al posto delle deboli corde di fibre di bambù fu un grosso passo avanti.
I tessuti di canapa erano molto pregiati, e venivano usati anche come abbigliamento dei defunti. Il reperto più antico (frammenti di stoffa in una tomba) risale alla dinastia Chou (1122-249 a.C.).
La carta, inventata in Cina intorno al I secolo a.C., era originariamente ottenuta dalla canapa.

DOCUMENTAZIONE SCRITTA
C’è un riferimento scritto “mitologico”: Pen Ts'ao Ching, trattato cinese di farmacologia, attribuito al mitico imperatore Shen-Nung, tradizionalmente datato 2737 a.C. (in realtà molto più tardo, probabilmente I sec. a.C., anche se basato su conoscenze più antiche). Come medicina, la canapa era considerata molto importante perché conteneva entrambi i principi o influenze o forze primitive della natura, che sono alla base della filosofia, della scienza e della medicina cinese: lo yin (femminile, negativo, umido, scuro, freddo, debolezza) e lo yang (maschile, positivo, secco, luminoso, caldo, forza). Indicazioni: malaria, stitichezza, dolori reumati­ci, malattie femminili, disturbi mentali... Negli antichi testi cinesi, la canapa è anche citata come sostan­za che ”faceva vedere demoni“ (probabile riferimento agli effetti psicoattivi - i demoni sono centrali nella cultura e nella medicina cinese: le malattie sono provocate da demoni che invadono il corpo).
Il più antico riferimento scritto databile con sicurezza è l’Atharva Veda (India, fra 1400 e 2000 a.C), uno dei 4 libri vedici (libri scritti in sanscrito dagli Ariani, che invadono il nord dell'India arrivando dalle regioni a nord dell'Himalaya). Secondo l'Atharva-Veda la canapa “libera dall'angoscia”. È possibile che le proprietà psicoattive siano state scoperte in India, dove la canapa come sostanza inebriante venne ampiamente integrata non solo nella medicina ma anche nella religione e nella vita quotidiana.

INDIA
La Cannabis è da sempre usata nella medicina popolare per “ravvivare la mente, prolungare la vita, abbassare la febbre, indurre il sonno, curare la dissenteria”, e poi per stimolare l'appetito, migliorare la digestione, curare la lebbra, il mal di testa, le malattie veneree, la tubercolosi...
Diversi sistemi medici indiani, tra cui la medicina Ayurvedica, mettono la Cannabis fra i farmaci principali.
La canapa è quotidianamente usata dagli “uomini santi” indù (sadhu) come mezzo di illuminazione e di contatto con il divino. In una leggenda vedica, il dio Shiva trova riparo all'ombra di una pianta di Cannabis , ne mangia le foglie e da allora ne fa il suo cibo preferito. Anche per il dio del firmamento, Indra, la Canapa è la bevanda preferi­ta.
Nella tradizione del Buddhismo Mahayana, durante i sei passi verso l'illuminazione, Buddha visse di un seme di canapa al giorno.
La canapa è da secoli usata in molti riti e feste popolari con scopi più terreni e banalmente ricreativi, e si usano almeno 3 preparazioni di diversa potenza:
- il bhang, la preparazione più leggera: foglie e infiorescenze secche, preparate con altre spezie in dolcetti detti maajun, o da usare in infusione.
- la ganja, molto più potente: da fumare, a volte mescolata a tabacco, fatta con le infiorescenze femminili ricche di resina
- il charas, la preparazione più potente di tutte: pura resina anch'essa da fumare (hashish)
Anche in Tibet la Canapa, per le sue proprietà psicoattive, assume un ruolo importante nella nascita (VII sec. d.C.) della religione tantrica - derivata dal Buddismo e da religioni locali più antiche. La Cannabis veniva usata per raggiungere stati di meditazione profonda e per esaltare la coscienza.

LA CANAPA IN MEDIO ORIENTE
Gli Assiri usano la Cannabis come incenso nel IX sec. a.C. La Cannabis è anche citata nelle tavolette della Biblioteca di Assurbanipal a Ninive (databili 650 a.C., ma basate su materiali molto più antichi).
Lo Zend-Avesta (libro sacro persiano, attribuito a Zoroastro, circa 600 a.C.) parla di una pianta che dà una “resina inebriante” - quasi certamente la Canapa. La stessa Bibbia ha molti passaggi in cui qualcuno identifica la Canapa.

LA CANAPA IN OCCIDENTE

Il reperto più antico in Europa risale a circa il 500 a.C. (urna funeraria scoperta vicino a Berlino, contenente resti di foglie e semi).
Il più antico e più famoso riferimento scritto si trova nelle Storie di Erodoto (500 a.C.), che parla dell'uso della Canapa fra gli Sciti (popolo guerriero delle steppe transcaucasiche) e le popolazioni delle isole del fiume Arasse, che si raggruppano in una tenda, siedono in circolo, buttano la canapa sul fuoco e “inalano il fumo, diventando ebbri per l'odore come i Greci si inebriano con il vino... finché si alzano, ballano e si abbando­nano al canto”. Prove di questi riti, compresi braceri e resti di canapa, datati fra il 300 e il 500 a.C., sono state recentemente trovate in Asia Centrale.
Riferimenti alla Cannabis come sostanza psicoat­tiva si trovano anche in Democrito (460 a.C.), che parla di una bevanda a base di vino, canapa e mirra, usata per produrre visioni.
Scienziati e medici antichi - come Dioscoride (“Materia medica”), Plinio, Galeno (I-II sec d.C.) e altri - citano l'uso della canapa come inebriante. Galeno, il medico dell’imperatore Marco Aurelio, mette in guardia dal consumo eccessivo, quando viene usata come “dessert” alla fine dei pranzi di lusso.
Nell’antica Roma, la canapa viene ampiamente usata anche per le corde, per i tessuti e più tardi per le vele delle navi. Non è coltivata direttamente, sembra, ma importata da Babilonia, dalla Grecia e più tardi dalle Gallie (valle del Rodano).

LA CANAPA NEL MEDIO EVO

Nel Milione, Marco Polo descrive l'uso della Canapa in Siria, presso gli Hashishin (da cui “Assassini”), i guerrieri del Vecchio della Montagna, una specie di setta di fanatici che uccisero diversi sceicchi arabi rivali del loro capo (Marco Polo riferisce in realtà racconti di seconda mano, perché all’epoca del suo viaggio, la setta degli Assassini era già stata distrutta dall’invasione mongola). Il Vecchio, o meglio lo Sceicco della Montagna (sheikh=vecchio e =capo), faceva ai suoi seguaci una specie di lavaggio del cervello convincendoli che a combattere per lui il Paradiso era assicurato. E un assaggio di Paradiso veniva loro dato in speciali occasioni in un meraviglioso giardino segreto, pieno di fiori, fontane e bellissime fanciulle, in cui i giovani venivano introdotti dopo una forte dose di una bevanda a base di canapa.
Si parla di canapa anche nei racconti delle Mille e una notte (1000-1700 d.C.) e fu probabilmente attraverso il Milione di Marco Polo e questi racconti che l'hashish venne conosciuto in Europa.

I SUFI (Persia)
I Sufi sono una setta islamica eretica (Sufi = poveri), nata intorno al 1100, che predica che Dio (Allah) non si può conoscere se non attraverso l'esperienza diretta dell'estasi: uno dei mezzi per raggiungere l'estasi è l'uso di Cannabis. I Sufi vennero perseguitati, e il fatto che facessero uso di hashish portò alla loro emarginazione nel mondo arabo, in cui divennero una specie di paria. Ci furono anche dei tentativi delle autorità religiose di proibire l'hashish proprio per colpire i Sufi (la scusa era già allora che l'uso di hashish portava alla pazzia).

Una leggenda racconta la scoperta della canapa da parte di Haydar, fondatore dell'ordine religioso dei Sufi. Haydar, un asceta che da 10 anni vive chiuso in un monastero da lui costruito, un giorno esce e va per i campi. Quando torna è particolarmente vivace e allegro e alle domande dei discepoli racconta che aveva mangiato alcune foglie dell'unica pianta che, sotto il sole rovente, non restava immobile, ma sembrava quasi danzare. I discepoli sono molto incuriositi, ma Haydar gli indica la pianta solo dopo averli fatti giurare che non ne avrebbero parlato con nessuno se non con altri Sufi. Haydar visse fino al 1221, sempre nutrendosi di canapa, e volle che questa fosse piantata intorno alla sua tomba.

IN EUROPA
Nel Medio Evo, oltre che base per la produzione di tessuti, la C. fu un ingrediente delle pozioni delle streghe, insieme all'oppio, al giusquiamo, alla belladonna. Rabelais (1490-1553) molto probabilmente si riferisce alla canapa quando parla dell'Erba Pantagruelion e delle sue proprietà ine­brianti.

ULTERIORE ESPANSIONE
Le fibre di canapa sono un bene economico importantissimo fin dai tempi antichi, e solo di recente sono state in gran parte soppiantate dalle fibre sintetiche. Per secoli, corde e tessuti resistenti furono fatti solo di canapa.
Fin dal Medio Evo, i commercianti arabi introducono la C. in Egitto e nell'Africa orientale, fino al Mozambico e al Sudafrica.
Anche in Africa, oltre ad essere usata come sostanza inebriante da fumare (o bere/mangiare), entra a far parte di molti sistemi di medicina tradizionale. P. es. fra i Boscimani e gli Ottentotti viene usata durante il parto, per applicazioni locali sulle ferite o sui morsi dei serpenti.
Gli spagnoli portano la Cannabis in Cile, Messico, Perù intorno al 1545-50. I portoghesi (e forse anche i loro schiavi africani) la portano in Brasile­. Gli inglesi invece la introd­ucono in America del Nord (Canada 1606, Virginia 1611, New England 1630). Nel 1762, in Virginia è obbligatorio per gli agricoltori coltivare anche canapa, pena forti multe. Lo stesso Giorgio Washington cita nelle lettere le sue piantagioni di Canapa.
Il tentativo di coltivare Cannabis a Cuba e a Giamaica ( inizio ‘800) viene presto abbandonato a favore della canna da zucchero e del caffè. Ma verso il 1850, con un’ondata di immigrazione di lavoratori dall’India (a seguito dell’emancipazione degli schiavi negri), arriva a Giamaica l’abitudine di fumare la Canapa - che col tempo, come si sa prenderà persino la forma di un culto religioso (i Rastafarians, cultori di Ras Tafari e del ritorno del popolo nero alla Madre Africa, il movimento a cui si ispirerranno Bob Marley e i musicisti reggae...).

LA CANAPA COME FARMACO/DROGA NELL’OTTOCENTO
In India, nell'800 domina la Compagnia delle Indie, inglese, che fa soldi soprattutto vendendo oppio alla Cina. Verso il 1870, iniziano a sentirsi denunce contro la Cannabis , ampiamente usata per scopi medici, religiosi, o puramente ricreativi. Dopo anni di dibattiti, nel 1893 viene istituita una Commissione anglo-indiana sulla canapa con il compito di investigare su tutti gli aspet­ti dell'uso di Cannabis : l'estensione del consumo, le modalità di consumo, gli effetti sulla salute e sulla produttività nel lavoro. Lo studio viene pubblicato nel 1894 (un volume per il Rapporto e 6 volumi di Appendici), e le conclusioni, per dirla in breve sono: il bhang, la preparazione più blanda, è anche la più usata l'uso moderato, che è la norma, non porta a conseguenze negative né per la salute né per il lavoro non ci sono prove di un legame causale fra l'uso di Cannabis e comportamenti criminali, o malattie mentali di conseguenza, non ci sono motivi per esercitare più stretti controlli
In Europa, la preparazione più forte di canapa - l'hashish - arriva probabilmente a inizio ’800, con i soldati di Na­poleone, dopo la campagna d'Egitto.
In Francia, nel 1845, lo psichiatra Moreau di Tours pubblica il suo libro (“Sull’hashish e sull’alienazione mentale”) in cui descrive ampiamente le sue ricerche storiche, le sue esper­ienze personali, e suggerisce che la C. potrebbe anche utile per lo studio e la cura delle malattie mentali. Circa nel 1850, a Parigi c'è il Club des Haschischins: vi parte­cipano Baudelaire, Gautier, Dumas padre e altri artisti. Baudelaire (che oltre alla Cannabis usa alcool e oppio) descriverà le sue esperienze nel libro “I Paradisi Artificiali”.
In America, nel 1856 Fitz Hugh Ludlow (grande ammiratore del De Quincey delle Confessioni) pubblica il libro The Hashish Eater sulle sue esperienze con l'h. (e prima ancora con tutte le altre droghe disponibili, dal cloroformio all'etere all'oppio) comprato nella farmacia sotto casa a partire dai 16 anni.
In Italia, i preparati a base di Cannabis indica sono usati per diverse indicazioni, soprattutto come calmanti, antidolorifici, sonniferi. Come forse molti ascoltatori sapranno, Giorgio Samorini ha scritto un bellissimo libro (“L'erba di Carlo Erba”) proprio sulla storia della canapa nella medicina italiana dell'800.
In Inghilterra, ancora nel 1890 un eminente medico scrive su Lancet che, avendo un'esperienza di 30 anni di uso della Cannabis la considera “una delle nostre più utili medicine”. Il grande William Osler scrive nel 1898 che la C. è probabilmente il miglior farmaco per l'emicrania.
Fino al 1937 (anno della proibizione in USA), la Cannabis fa parte di moltissimi medicinali in Europa e in USA, che sono, come tutti gli altri farmaci in vendita libera. Gli usi principali sono come analgesico, tranquillante, sonnifero, stimolante dell'appetito, ma inoltre ha indicazioni specifiche per le nevralgie, colera, convulsioni, spasmi muscolari, reumatismo, tetano, idro­fobia, isteria, depressione mentale, delirium tremens, pazzia, emorragie uterine. Oggi è in corso in tutto il mondo una rivalutazione delle proprietà terapeutiche della Cannabis e dei suoi derivati in numerose malattie.

USO RICREATIVO
L’uso ricreativo della Cannabis - sia come “erba” che come resina (haschish) - è molto diffuso in Oriente e in Africa fin dai tempi più antichi. Gli schiavi negri portati in Brasile e gli indiani emigrati a Giamaica portano l’uso della marijuana in America.
Negli Stati Uniti del Sud, l'abitudine di fumare la marijuana viene introdotta dai lavoratori messicani (Texas, California). Solo verso la fine dell'800 in USA cominciano i riferimenti nei giornali scandalistici alla Cannabis usata come droga in “fumerie di hashish” simili a quelle di oppio. Verso il 1900, la marijuana è molto diffusa a New Orleans. Verso il 1920, diventa la droga dei musicisti di jazz. Mezz Mezzrow, clarinettista jazz bianco, dà molto spazio alla marijuana nella sua autobiografia (“Ecco i blues” - Longanesi) e nel 1927, la Louisiana è il primo stato a proibirla. Il Colorado segue nel 1929. Nel 1937, con il Marihuana Tax Act, fortissimamente voluto dal capo del Federal Narcotics Bureau, Harry J. Anslinger, la marijuana è infine proibita a livello federale, e in pochi anni viene proibita in tutto il mondo occidentale.

a cura di Claudio Cappuccino 
 

                

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