A cura di Claudio Cappuccino tratto da
http://www.fuoriluogo.it/schede/coca.htm
Che cosa sono
Coca è il nome generico di diverse specie di
arbusti (le più importanti sono Erythroxylum
coca e Erythroxylum novogranatense)
coltivati da secoli soprattutto in Perù e
Bolivia. L'uso di foglie di coca è ancora oggi
un elemento fondamentale ("Mama coca")
della vita quotidiana sull'altopiano andino. Al
tempo degli Incas, la coca era considerata
sacra, dono del Dio Sole, e veniva usata in
tutte le cerimonie religiose e nei riti
divinatori. I miti, le leggende, e i reperti
archeologici (gioielli, ceramiche e persino
oggetti della vita quotidiana) di tutte le
diverse culture andine pre e post-incaiche
testimoniano il ruolo centrale della coca. Nelle
parole di C. Gutiérrez-Noriega: "Mai una
droga ha avuto così grande importanza nella vita
di un popolo". La cocaina è il
principale alcaloide estratto dalle foglie di
coca.
Produzione
illegale 1996 (stime
ONU)
Foglie di coca più di 300.000 tonnellate;
cocaina più di 1000 tonnellate.
Che effetti fanno
Le foglie di coca sono un blando stimolante
e tonico. Rendono più tollerabile la vita ad
alta quota, alleviano la stanchezza, combattono
il soroche (mal di montagna), calmano i
morsi della fame. Inoltre, integrano la povera
alimentazione dei contadini dell'altopiano con
il loro contenuto in vitamine, calcio, ferro,
fosforo e oligoelementi. La cocaina (isolata nel
1859) ha tre fondamentali azioni farmacologiche:
è un anestetico locale, un vasocostrittore e -
ciò che la rende desiderabile come "droga" - un
potente stimolante del sistema nervoso centrale
(SNC). Il suo primo uso medico risale al 1884
quando Carl Koller ne scoprì l'azione anestetica
locale e ne introdusse l'uso negli interventi di
cataratta. Nello stesso anno, Freud ("Sulla
cocaina") ne analizzò dettagliatamente
(e entusiasticamente) gli effetti stimolanti sul
sistema nervoso centrale. Il pensiero si fa più
chiaro, la parola più facile, aumenta la
capacità di concentrarsi su quello che si sta
facendo, e si prova una sensazione di benessere,
sicurezza, controllo della situazione e
aumentata/prolungata efficienza fisica.
L'appetito si riduce, il sonno è ritardato, e
può venir stimolata l'attività sessuale. Con
dosi elevate, l'euforia può lasciare il posto a
ansia, nervosismo, agitazione, pensiero confuso,
dispersivo e sconnesso (come hanno dimostrato i
primi sperimentatori, rileggendo gli appunti
presi sotto l'effetto di dosi alte di cocaina!).
Modo d'uso, dosi durata
degli effetti
Le foglie di coca vengono tenute in bocca,
insieme a un po' di cenere, calce o altra
sostanza basica, in un bolo all'interno di una
guancia (acullico), e succhiate a lungo;
oppure vengono usate per preparare un infuso
caldo (mate de coca). Il cloridrato di
cocaina, che è una polvere bianca solubile in
acqua, si "sniffa" o si inietta. La cocaina-base
(crack), in granuli non solubili, si
"fuma". Fumare ha la stessa intensità e rapidità
di effetti dell'iniezione endovenosa, e ha il
vantaggio di non lasciare "tracce" visibili e di
ridurre il rischio di infezioni e anche quello
di overdose. Una dose singola di cloridrato di
cocaina, in media, è di circa 20-40 mg. Dosi
elevate possono essere pericolose. Gli effetti
sono molto variabili da persona a persona e sono
piuttosto imprevedibili. Chi soffre di
ipertensione o malattie cardiovascolari non
dovrebbe usare cocaina (né amfetamine). Gli
effetti della cocaina durano non più di 40-60
minuti per chi "sniffa"; molto meno (10-20
minuti) per chi si buca o fuma. Segue una veloce
ricaduta verso la "normalità", che può essere
vissuta come sgradevole e deprimente, per cui
spesso si ripete l'assunzione fino a esaurire la
droga disponibile.
Problemi
Con le foglie i problemi non esistono. Con la
cocaina, l'uso moderato e occasionale non ha
serie conseguenze (salvo controindicazioni come
ipertensione o altre malattie cardiovascolari,
in cui la cocaina può essere molto
pericolosa), e su questo ben testimoniano gli
scritti di Freud. Invece, l'uso continuativo può
creare seri problemi, e diventare non solo
pericoloso, ma addirittura distruttivo e
incapacitante (cfr. "Polvere"
di G.C. Flesca). Una piccola ma significativa
minoranza di persone non riesce a consumare
cocaina con moderazione, ma alterna periodi di
consumo frenetico - e quindi di iperattività,
veglia forzata, stimolazione ben al di là delle
proprie forze - a periodi di vero e proprio
crollo psico-fisico. L'uso cronico può aggravare
o anche creare problemi psichiatrici: si può
diventare inquieti, ansiosi, sospettosi, fino a
sviluppare veri e propri deliri paranoidi in cui
ci si sente controllati, seguiti e perseguitati.
Sono frequenti le allucinazioni visive
(scintille, luci) e tattili ("insetti" sotto la
pelle); inoltre possono comparire "tic" e altri
sintomi psichiatrici, fino alla psicosi tossica
acuta. La cocaina - soprattutto in queste
situazioni che non si possono non definire
"abuso" - può (come l'alcool) allentare i freni
inibitori e facilitare comportamenti aggressivi
e anche violenti.
Overdose
Inesistente per chi usa le foglie, rara per chi
sniffa, è un pericolo reale per chi usa la
cocaina per endovena e soprattutto per chi la
trasporta ingerendone dei contenitori ("ovuli").
C'è una grande variabilità individuale, e una
grande imprevedibilità, degli effetti della
cocaina: una dose normale per una persona può
essere elevata per un'altra. Una dose eccessiva
può provocare ansia, irritabilità, tremore,
vomito, fino a estrema agitazione, convulsioni,
febbre alta e (assai raramente) coma e morte.
Specie se iniettata o fumata, la cocaina può
provocare emergenze cardiovascolari, anche
rapidamente mortali: aritmie, infarto
miocardico, emorragie cerebrali. Non ci sono
antagonisti specifici per l'overdose da cocaina,
e le sole terapie possibili sono quelle di
supporto.
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