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DALLE MIE PARTI

 

Un po' di cultura orale

 

Era il   ’78 quando ho incominciato a fumare erba, avevo diciotto anni, e la mia storia non sarebbe poi tanto diversa da quella dei miei coetanei dell’epoca, se ....Se non fosse per la zona particolare dove sono cresciuto. Credo che i fine  ’70 siano stati in Italia, almeno nella mia zona, un periodo di grosso boom del fumo e del susseguente rapido ingresso dell’eroina.

Ma questa è un'altra storia.

Ritornando all’erba, io ho avuto la fortuna di nascere e vivere  nelle vicinanze dell’agro Nocerino- Sarnese (Campania NA-SA).

Orbene nella zona esisteva, secondo me da secoli, una diffusione della canapa per usi diversi dal “fumo”, prevalentemente agricoli, (ma erano conosciuti pure i decotti). E se ne faceva un uso venatorio, se cosi si può dire.

L’uso principale era quello agricolo: nella zona era fiorente la coltivazione del pomodoro (sammarzano, pomodorini fiaschetta, spungillo ecc), e la canapa era uno strumento essenziale.

Infatti i contadini conoscendone l’alta qualità della fibra usavano la canapa per legare i fusti delle piante di pomodoro ai filari. Quando poi nel giro di pochi anni le coltivazioni furono annullate i contadini passarono prima al filo di ferro, poi ai legacci sintetici. In pratica, questa operazione  prima non costava niente e non si danneggiavano le piante di pomodoro, in seguito per il contadino è divenuto un costo.

I contadini quando vedevano una pianta di canapa tra le coltivazioni non la zappavano via, ma la lasciavano libera di crescere. La pianta di canapa aveva anche la funzione di attirare gli uccelli (ne sono ghiotti) tenendoli lontani dalle coltivazioni.

La ghiottoneria degli uccelli per i semi di canapa veniva sfruttata dai contadini /cacciatori per l’uso venatorio che ho citato prima.

Infatti usavano i semi e parte dei fiori per tendere trappole (reti ) in modo da catturare gli uccelli,di razze canterine soprattutto, vivi, i quali  poi finivano in gabbia, per cantare. E venivano stimolati al canto alimentandoli con i semi di canapa,che alcuni selezionavano pure. Infatti molti esperti appassionati del genere avevano valutato che con alcuni semi i canarini cantavano meglio e di

 più (forse sono sensibili al thc). In particolare privilegiavano un tipo di pianta che chiamavano  <‘o piccirillo> (il piccolo): una pianta di alto fusto (fino a tre metri) di colore chiaro, a foglia stretta e lunga, con infiorescenze piene, ricca di semi e di resina: che guarda caso era una delle più buone a fumare.

I contadini portavano spesso le gabbiette con loro all’aperto, per avere la compagnia del canto  (oggi c’è la radio). Gli uccelli nel mangiare facevano cadere i semi tutti intorno, molti dei quali poi davano vita a nuove piante, perpetuando il ciclo.

Poi esisteva un tipo di coltivazione fatta esclusivamente per le fibre, con piante cresciute molto

vicine, secche e lunghe, con poche foglie, colte giovani (in genere diventavano ibride), inutili da

fumare.

Comunque nel tempo si erano selezionati diversi ceppi, almeno tre o quattro.

Nella stessa zona era possibile trovare almeno tre o quattro tipi .Uno quello che ho descritto prima .

Un altro all’opposto era basso, con pochi rami bassi e infiorescenze lungo il fusto, con foglie larghe e corte, di colore verde scuro.

C’era un altro tipo  di pianta  di media statura ,che sviluppava una grossa infiorescenza centrale ,di colore grigio verde, con venature viola (a volte era completamente viola). In genere non era buona da fumare, ma ne trovavi qualcuna che era veramente allucinante da fumare, ti apriva le porte di un ‘altra dimensione, non sempre piacevole. Noi la si chiamava “ la morte viola “ .

Ma c’era comunque una grande varietà ,dati che molti amanti (sia fumatori che contadini-cacciatori)  si coltivavano all’aperto, in terre incolte, piante ottenute da semi che venivano dall’estero, che si mischiavano poi con piante del posto.

 

Noi e i canarini

Noi che sapevamo questo andavamo in giro per campi a cercare le piante. Diventammo presto abilissimi  nel riconoscere una pianta in una boscaglia, nei campi tra il tabacco o le erbe alte, magari col binocolo. Alcune sono riuscito ad avvistarle dal treno in movimento .

Andando in giro poi chiacchieravamo con i contadini  che ci indicavano i posti. Come scusa adducevamo che ci serviva per “parare le rezze “ (preparare le reti per trappole). Poi i contadini incominciarono a capire (visto che eravamo parecchi gruppi distinti) e a qualcuno più simpatico raccontavamo la verità. Nessuno si mostrava scandalizzato sia perché molti ne conoscevano le proprietà dato che si facevano decotti e infusi tradizionali (per i dolori, per facilitare il sonno, per blande sedazioni ); sia perché erano degli amanti del vino e rispettavano i gusti degli altri .

Infatti ci è capitato di frequentare le loro osterie dove si bevevo, si mangiava, si fumava  e si cantava tutti assieme, non ti dico le feste quando andavamo con qualche ragazza (poche all’epoca per la verità).

Fino all’82 nessuno di noi aveva mai comprato l’erba. A volte si andava alla vicina Torre del

Greco, paese di marinai, a comprare dell’hashish particolarmente buono da qualcuno che veniva da terre lontane, o se arrivava erba tipo <magogna>  per procurarci i semi da piantare.

Il fumo non era ancora tutto nelle mani  della criminalità ( organizzata e non ). Il nostro gruppo era un canale di approvvigionamento per molti .

Con le relazioni e l’ abiltà  avevamo quantità enormi di erba a costo quasi zero ( se si eccettua qualche piccolo regalo ai contadini quali biscotti  e qualche stecca di sigarette rigorosamente di contrabbando). Cosi avevamo a disposizione ingenti quantitativi: credo che in un determinato periodo avevo a casa qualcosa come 30 Kg di erba, tutta  di ottima qualità.

Lo si fumava ,lo si regalava praticamente a chiunque ne volesse.

Ma allargandosi la platea degli amanti del genere, molti incominciarono a girare per i campi. Spesso entravano nelle proprietà per rubare le piante  e magari rubavano anche altro. I contadini diventarono diffidenti, il fenomeno incominciò ad essere conosciuto. La malavita incominciò ad imporre i suoi canali di smercio, mentre le forze dell’ordine reprimevano i contadini  avvisandoli che la canapa era “droga “ e che loro potevano essere arrestati per il possesso della pianta. I contadini ora zappavano via le piante spontanee, interrompendo cosi il ciclo. In breve tempo la pianta di canapa scomparve dalla zona .

Nei quartieri metropolitani incominciò la diffusione massiccia dell’eroina, molti incominciarono

a bucare. La polizia era più intenta a controllare i fumatori e i contadini (saranno solo coincidenze, ma sarebbe comunque un ‘altra storia).

Noi diventammo tristi come i canarini che non avevano più i semi preferiti per cantare. 

di  pummarulella

                

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