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IL VERO DOLORE

 

 

Una volta ero felice. Quando ero in “ luna di miele” con la sostanza. Volevo la roba, volevo solo quella e mi bastava. Un unico bisogno. Grande!

Non pensavo minimamente di smettere e chiunque mi ponesse una simile questione si pigliava un grande vaffanculo. Che ne sapeva lui del calore, del piacere assoluto,  dell’essere tutto? <Povero scemo> – pensavo- <pensa che io stia male, che sia un “povero drogato” ma non conosce il mio stato di felicità assoluta!>. Spesso proponevo a chi voleva dissuadermi dalla droga l’idea di farsi una “bella pera” pure lui per capire. Il piacere di mille orgasmi ed ancora di più. Poveri sciocchi che non avrebbero mai provato quel piacere. L’onnipotenza assoluta, il tutto, l’assenza di dolore e di bisogni.

Ma la droga, in particolare l’eroina, è concepibile solo in questa dimensione. Dove il senso di colpa è assente, dove non frega niente di quello che si perde, del male che si fa attorno a se….

Fuori di questo stadio,una vera   “luna di miele “ il piacere finisce ed incomincia lo stato dell’eterno dolore.

Si vorrebbe smettere , ma non ci si riesce.

Allora incomincia il dolore assoluto. Sei una macchina che ha bisogno di benzina, ma quella benzina ti è proibita. Ti è proibita da un insieme di regole sociali che definiscono la droga come il ” peccato assoluto”.

Senza la droga non riesci a vivere se non con un malessere assoluto, trascinando l’esistenza un giorno dietro l’altro aspettando solo la fine.

Ma con la droga non puoi vivere. Perché non hai soldi, perché il tuo fisico non se lo può più permettere, perché il senso di colpa è cosi forte che annulla il piacere, perché lo stato di dipendenza non ti è più tollerabile…

Ma se avessi i soldi bastevoli per l’indipendenza assoluta e per assicurarti la droga finchè “morte non vi separi” continueresti? SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!

Ora son qui nello stato di “con “ non posso, ma “senza” non son capace.

Mi maledico perché se prendo la droga vivo un ‘umiliazione continua del drogato rifiutato.
La gente mi guarda come si guarda un malato, con condiscendenza, pietà. Cristo quegli sguardi insopportabili che ti fanno scattare una rabbia feroce e l’odio per il mondo intero. Quel mondo che ti ha negato per sempre il piacere condannandoti all’eterno dolore.
Ma perché? Perché non posso assumere quella sostanza come altri assumono i loro medicamenti tollerati perché la cultura li accetta? Sia l’alcol, i psicofarmaci, il sesso, il cibo, il gioco? Quanti di questi comportamenti autolesionistici, compulsavi sono accettati? Spesso più dannosi per l’individuo e per la società della stessa droga!

Questa maledetta consapevolezza ti fa odiare tutto e tutti….
maledetti voi e i vostri figli perché mi state condannando al dolore…

Maledetti voi e maledetto me per non essere capace di smettere…

Qui sospeso tra la voglia di dimostrare di esser capace di vivere senza droga , sapendo però in realtà di non volere nient’altro che potersi drogare in pace….

Con la consapevolezza che questo gioco perverso e intriso di dolore finirà solo con la morte…

Allora capisci che la tua vita ha senso solo tra quelli come te..quell’esercito di spettri che porta dentro il segno di chi ha provato il piacere assoluto, l’onnipotenza..

Solo con questi spettri simili a te puoi condividere e solo con loro trovi un barlume di pace…forse una possibilità…..

 

 anonimo luglio 05

                

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