Dalla marijuana all'eroina
Il mito che dalla marijuana si passa all'eroina è
stato diffuso negli anni 'S0 dal capo del Federal Bureau of Narcotics, Harry J.
Anslinger, legato alla destra maccartista, per un motivo preciso: dopo che la
Commissione del Sindaco di New York, Fiorello La Guardia, aveva escluso i
pericoli comunemente attribuiti alla canapa dalla propaganda del Bureau
(criminalità, violenza, psicosi; assuefazioné, ecc.: (cfr. Mayor La Guardia's
Committee" ón màrihuàna, The Marihuana Problem in the City of New York, J.
Cattell Press, Lancaster, Pa. 1944) e una serie di studi successivi avevano
confermato le tesi della Commissione, il Nàrcotic Bureau non aveva più argomenti
per giustificare la repressione anti "erba." Così Anslinger inventò
letteralmente questo nuovo mito in una celebre seduta al Senato, rispondendo al
senatore Daniel che gli chiedeva perché, dato che il vero pericolo è l'eroina,
conveniva conservare le leggi antimarihuana: "Il nostro grande problema è che
la marijuana può portare all'eroina" risponde Anslinger (Illicit Narcotics
Traffic: Hearings, U.S. Senate, 1955, part. 9, p. 4193)Pochi anni prima, il
bugiardo Anslinger aveva detto alla Camera, in piena campagna per la
proibizione della canapa: "Non ho mai sentito neanche un caso di progressione
dalla marijuana all'eroina. Il drogato di cannabis non va mai in quella
direzione" (Hearings before the Committee on Ways and Means, U.S. House of
Representatives, 75th Congress, lst Session April and May, 1937, p. 24).Negli
anni Settanta, i fatti hanno contribuito a stroncare definitivamente la teoria
dell'escalation: gli eroinomani in America sono 720.000, un numero piú o meno
uguale a quello degli inizi del '900, e che si è conservato costante lungo tutto
il secolo; e i fumatori di canapa sono passati dalle poche decine di migliaia
nelle comunità di colore degli anni '20, agli attuali 20 milioni.
In Italia, i consumatori abituali di eroina sono stimati in 20.000 alla fine del
'75; un'indagine della sezione sociologica del Comitato Scientifico "Libertà e
Droga" ha permesso di valutare in modo inequivoco l'ampiezza del consumo di
marijuana.
Il sondaggio dell'Istituto dì Ricerche Demoscopiche "Slamark" di Roma, condotto
per "Panorama" nel giugno '75, ha accertato che almeno 300.000 giovani dai 14 ai
18 anni fumano con una certa frequenza; l'indagine del "Libertà e Droga" è stata
condotta su un campione di giovani dai 19 ai 29 anni, all'inizio del '76: il 3,1
% "fumava" con una certa frequenza: da "raramente" (due volte al mese) a
"spesso" (più di una volta la settimana), per un totale di 270.000 consumatori;
agii intervistati veniva anche rivolta la domanda "Hai un fratello con più di
28 anni che fuma?", il 9 % rispondeva affermativamente, individuando in tal modo
oltre 24.000 "fratelli maggiori" consumatori. I 270.000 consumatori fra i 19 e i
29 anni non devono stupire: chi ha oggi 29 anni ne aveva 20 all'inizio del
fenomeno hascisc in Italia; la percentuale dei consumatori è comunque meno della
metà di quella delle generazioni dai 14 ai 18 anni; í "fratelli maggiori" di 34
anni, infine, avevano 25 anni nel '67.
Il totale dei due sondaggi comporta una cifra di 594 mila consumatori accertati:
a cui vanno ovviamente aggiunti le migliaia di consumatori delle generazioni piú
anziane.
600.000 consumatori in Italia: un numero non certo sbalorditivo se si tiene
conto che equivale all'1,1 % dell'intera popolazione contro il 10 % degli Stati
Uniti (20 milioni di consumatori accertati nel '75), e 1'8,5 % dell'Inghilterra
(4 milioni di consumatori accertati nel '74) stimati dai sondaggi BBC-TV.
600.000 consumatori di marijuana contro 20.000 consumatori di eroina sono anche
per l'Italia una secca smentita al mito dell'escalation (il volume degli
eroinomani è appena il 3,3 %).
Consapevoli di queste prove schiaccianti contro le loro teorie cercano in
qualche modo di esorcizzare il fenomeno marijuana, di definirlo come comunque
negativo, al di là dei pericoli intrinseci della sostanza, hanno provato ad
autolimitarne la portata: è la tesi del Movimento Lavoratori per il Socialismo e
dei suoi comitati antidroga: "Sí, la marijuana non costringe a passare
all'eroina, però in certi soggetti, specie se proletari, crea una
predisposizione all'uso di droghe pesanti."
L'unico modo di verificare questa tesi è vedere, nel gruppi di persone che, da
un punto di vista cronologico, "passano" all'eroina, se esistono dei fattori
presenti in misura notevolmente piú rilevante che nei gruppi che "non passano":
se non c'è nessuna differenza, oltre alla condizione proletaria, possiamo dare
ragione al Movimento Lavoratori per il Socialismo.
I ricercatori del Comitato Scientifico "Libertà e Droga" hanno elaborato un
questionario che è stato sottoposto a 400 giovani, dai 17 ai 22 anni. Si
trattava di due gruppi, campionati con gli stessi criteri: 200 ragazzi che
fumavano marijuana da tre anni e non erano passati all'eroina; e 200 ragazzi che
"avevano cominciato" dalla marijuana, dopo due anni erano "passati" all'eroina,
e consumavano eroina regolarmente da almeno un anno, con un grado elevato e
indubbio di dipendenza fisica.
I due gruppi erano il terreno ideale per vedere il peso del fattore marijuana in
un'eventuale "escalation" all' eroina; praticamente due gruppi che per due anni
avevano avuto lo stesso comportamento (uso di marijuana) e poi si erano
divaricati: uno aveva continuato con la marijuana, l'altro era "passato"
all'eroina.
Le, domande del questionario comprendevano praticamente tutte le situazioni
sociali e psicologiche e le motivazioni che vengono chiamate in causa quando si
vuole spiegare l'uso dì eroina. Le domande venivano poste direttamente ("sei mai
stato in istituto di rieducazione? per quanto tempo?") senza metterle in
relazione all'uso di eroina (tipo: usi eroina perché sei stato male con
l'esperienza del riformatorio?). In questo modo saltavano fuori i fatti, senza
l'interpretazione personale del ragazzo, che veniva raccontata invece in un
dialogo più personale (intervista). Tutte le risposte venivano raggruppate in
una serie di fattori-chiave:
Scheda. - Francesco Nicoli, detto "Giasone" è morto a Roma, nei pressi di Campo
de' Fiori, in una casa abbandonata, per una dose eccessiva di anfetamina (Preludin,
un dimagrante), il 20 settembre 1974. Una contro inchiesta fra i suoi amici ha
permesso di ricostruire "come" era arrivato all'anfetamina usata in modo
massiccio. "Giasone" era un freak come tanti di quelli che vivono sulla strada,
che si spostava di città in città, a seconda di dove trovava un ambiente adatto
alle sue esigenze. Venezia, 1969: fermato e perquisito dalla Questura. Foglio di
via, con diffida a tornare a Venezia, pena l'arresto. Roma, 1972: retata della
polizia, interrogatorio, altro foglio di via. Ma Giasone ha trovato un lavoro a
Roma e non si può spostare: quindi, due mesi dopo, viene arrestato a Roma per
contravvenzione al foglio di via, due mesi a Regina Coeli. Scarcerato,
colleziona altri due fogli di via a Milano e a Bologna. Torna a Roma, viene
incastrato di nuovo, in carcere un mese e mezzo. Passano sei mesi, torna a Roma,
ricercato. La polizia lo trova, in una soffitta, cadavere.
Risultati: nel campione "marijuana," il 9 % aveva la famiglia "spezzata," 1'8 %
problemi sessuali "notevoli," il 13 % guai con la scuola, il 28% conflitti
significativi con la famiglia. Nel campione "eroina," famiglie "rotte" 11%,
problemi sessuali 8 %, scolastici 16 %, conflitti coi genitori 30 %. Per questi
fattori, sesso, famiglia, scuola, che vengono elencati comunemente, fra le
"cause" delle droghe pesanti, non c'era, nessuna differenza fra marijuana e
eroina; e nessuna differenza consistente con un campione di giovani appena
limitatamente "non conformisti": problemi di sesso, scuola e famiglia sono cioè
presenti fra i consumatori di droghe (leggere o pesanti) in misura simile, a
quella dei coetanei non consumatori.
Le differenze fra marijuana e eroina erano invece clamorose negli altri fattori;
"senza casa": 6 % marijuana, 28 °% eroina; "guai": 6 % marijuana, 35 % eroina;
"dipendenza economica dalla famiglia ipersofferta": 3 % marijuana, 40 % eroina;
"senza soldi": 5 % marijuana, 36 % eroina; "paranoia": 4 % marijuana, 42 %
eroina; "prigione": 4 % marijuana, 30 % eroina. Per la marijuana le percentuali
sono di poco superiori a quelle che si riscontrano in un campione "normale" di
giovani, cioè non consumatori; alla voce "guai," la percentuale alta è
ovviamente determinata dalla situazione legale particolare dei consumatori:
20.000 arresti dal '67 ad oggi. Le voci "senza casa," "senza soldi," sono più
cospicue del normale per la notevole incidenza quantitativa del fenomeno "freak"
in Italia dopo il '69: praticamente tutti i "freak" fumano e la maggioranza è
senza casa e senza soldi. La voce "paranoia" è simile a quella dei giovani
"normali." Il fattore "dipendenza economica dalla famiglia" è leggermente
inferiore a quello dei non consumatori: in numerose interviste, i consumatori
attribuiscono questo fatto a certi effetti denevrotizzanti della marijuana.
Rispetto ad un campione normale di fumatori di marijuana, va notato che si
tratta di ragazzi tutti consumatori regolari abituali, con un'esperienza di tre
anni: ecco perché vi sono molti "freak"; se si fosse preso in esame un campione
normale, comprendente anche fumatori saltuari, occasionali e giovani che fumano
da pochi mesi, sarebbe stato più allargato il numero degli studenti.
Per l'eroina, la maggioranza rispondeva sí a due dei cinque fattori (casa,
soldi, dipendenza economìca, guai, paranoia); il 16% rispondeva sí solo a
"paranoia" Le percentuali per questi cinque fattori sono enormemente superiori a
quelle di un campione normale di giovani; e, come abbiamo visto, enormemente
superiori a quelle dei "fumatori." Nelle interviste personalizzate, i
"tossicomani," raccontando la propria storia, mettevano in evidenza una
situazione critica che a un certo punto li aveva indotti a cominciare con
l'eroina; come abbiamo accennato, si tratta di ragazzi che hanno cominciato a
"bucarsi," sapendo che l'eroina dà assuefazione. Alla voce "guai," molti hanno
raccontato di aver cominciato con l'eroina dopo essere stati in galera; o
addirittura durante il periodo di detenzione; parecchi hanno cominciato perché
dei loro amici o la loro ragazza/ragazzo, era in prigione o doveva scontare una
pena lunga; frequentissimi i guai con istituti per minori; quasi tutti
riferiscono di aver usato l'eroina anche per sfuggire a una situazione di
angoscia continua per gli arresti e la repressione. Il modo dì vita "sulla
strada" (senza casa e senza soldi) crea, secondo gli intervistati, una
situazione psicologica particolare: la mancanza di alternative rende disponibili
a esperienze come l'eroina; soffrendo in continuazione la fame e il freddo e la
scomodità, l'eroina offre sensazioni anche fisiche meno spiacevoli. I ragazzi
della marijuana in condizioni simili raccontano una grossa differenza: cioè la
loro scelta non è obbligata, vivono sulla strada per un certo periodo perché
hanno deciso di fare questa vita; i ragazzi dell'eroina qualche volta hanno
cominciato per una decisione, ma poi, anche quando avevano voglia di smettere
…………………….
lavoro e non lo trovavano, cominciavano qualche attività artigianale ed erano
costretti a smettere per mancanza di licenza, e cosí via.
Una piccola minoranza (6 %) non ha risposto sí a nessuna domanda sui cinque
fattori; e nelle interviste ha dichiarato di aver iniziato e continuato perché
trovava l'eroina, nel complesso, una "buona droga" o una sostanza interessante.
Il 15 % aveva cominciato per motivi solo esistenziali (voce "paranoia")*. Nelle
interviste nessuno ha dichiarato di aver cominciato l'eroina a causa del
precedente uso di marijuana e tutti hanno sottolineato una differenza
sostanziale tra le due droghe: la prima, in molte situazioni, rende più
sensibili, anche alle cose negative (interiori o esterne); la seconda, "stacca"
completamente dalle situazioni esterne, e fornisce quasi automaticamente una
certa calma anche se si è agitati o nervosi.
I risultati della ricerca sono molto chiari: chi sa che l'eroina dà assuefazione
comincia ad usarla in seguito ad una situazione molto precisa; cioè un malessere
originato da fattori sociali molto grossi. 'Quando un paio di questi fattori si
combinano, per esempio "guai" con "paranoia" in molti individui "salta" la
possibilità materiale o fisica o psicologica di resistere al disagio, e allora
l'eroina è vista, come una soluzione. Solo una minoranza comincia per motivi
solo esistenziali. La maggioranza dice: "ho cominciato perché ero nella merda,"
e quando si scava, si scopre che la "merda" è rappresentata da una serie di
guai: al primo posto, la repressione spietata (familiare, sociale, economica)
contro chi tenta di vivere in modo diverso e la repressione contro la marijuana.
La ricerca conferma. ciò che è successo anche nel resto d'Europa: in un certo
momento, negli ultimi dieci anni, in tutti i paesi si è scatenato lo "scandalo
droga"; con due conseguenze: uno la diffusione di miti assurdi sulla "droga",
compreso la favola della marijuana come droga di passaggio; due, una
repressione formidabile contro le droghe leggere contro i “capelloni” o gli “hippies”.
“il risultato” spiega il sociologo inglese Jock Young “ è che la stupida
profezia della marijuana come droga di passaggio diventa vera (profezia che si
autoavvera): cioè migliaia di giovani vengono talmente tartassati con gli
arresti e l’emarginazione che economica che diventano per queste condizioni
eroinomani……..
Paranoia: Nessun ricovero in manicomio; ma una situazione
personale al limite: idee di suicidio,crisi grave,sofferta nel rapporto con
la propria ragazza/ragazzo,con angoscia e paranoia; crisi esistenziale di
fondo,"non me ne frega più di niente".
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