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Fascismo ed antifascismo

 

Estratto di un articolo apparso il 26/4/06  sul Corriere della Sera.  Galli della Loggia. L'articolo intero lo potete leggere qui

 

Anche se ha preferito non dare importanza alla cosa, quel che è capitato ieri pomeriggio al ministro Moratti è assai grave, e merita di essere chiamato con il suo nome: una violenta, indecorosa gazzarra che chiama in causa responsabilità più vaste di quelle dei suoi autori........Ovvia la sua colpa: stare politicamente nel centrodestra[...]. Di fronte a quanto accaduto, che è l'esatta ripetizione di quanto già accaduto altre volte in altri 25 aprile, i commenti degli esponenti del centrosinistra, limitatisi tutti (con la sola, felice eccezione, oltre che della Rosa nel pugno e di Mastella, di Bruno Ferrante, concorrente con la Moratti nella prossima elezione a sindaco di Milano) a un formale rincrescimento, appaiono penosamente inadeguati. Tanto più se ricordiamo che sono proprio essi a rammaricarsi regolarmente del fatto che i politici del centrodestra non partecipano ai festeggiamenti della Liberazione: e perché mai lo dovrebbero se questa è la fine che li aspetta? Per superare l'esame di autolesionismo? Ha evitato così di dire, il nostro futuro presidente del Consiglio, ciò che invece andava detto e che da lui ci aspettavamo. Che allora in sua vece diciamo noi: e cioè che la democrazia italiana non sa che farsene dell'antifascismo dei faziosi e dei violenti; che la nostra democrazia non sa che farsene di quell'antifascismo che — come ha scritto coraggiosamente il direttore di Liberazione Piero Sansonetti — non capisce che «una cosa è cacciare i nazisti e un'altra è cacciare Berlusconi», che la democrazia italiana non sa che farsene — e non vuole avere niente a che fare — con l'antifascismo che non esita a strumentalizzare le grandi, drammatiche pagine della storia nazionale e i valori più alti del nostro patto costituzionale per sfogare i suoi poveri livori politici, per celare le sue pochezze, all'occasione per maramaldeggiare.....

 

 

Oggi sul Corriere è apparso un articolo, riportato sopra quasi per intero, di Galli della Loggia, il quale critica aspramente le dure contestazioni fatte alla Moratti nel corso della manifestazione per il 25 Aprile, a Milano.

Parto da qui per fare alcune considerazioni di carattere più generale sull'antifascimo e sulla maggioranza uscente.

Due premesse.

Io non avrei fischiato, in quanto il tratto distintivo della sinistra, da questa destra, dovrebbe essere la civiltà. La Moratti li merita tutti, ma il padre, persona anziana e che non ha un ruolo politico, forse non meritava quell'accoglienza.

Seconda premessa è che la colpa della Moratti, come si chiede l'autore non è solo quella di stare nel centrodestra. Questa è cosa più che legittima.

Come tutti gli altri la “colpa” è di stare in una maggioranza il cui leader(meglio “capo”) è un ex-piduista da cui si aspetta di conoscere ancora la provenienza delle sue fortune. Un uomo che ha per suoi principali collaboratori, che siedono anche affianco alla Moratti, il sig. Previti pluricondannato per corruzione e il sig. Dell'Utri pluripregiudicato anche lui con una condanna a 9 anni per associazione esterna alla mafia (ALLA MAFIA). Un signore che ha ospitato per anni un notorio mafioso nella sua villa. Un signore sospettato di essere uno dei mandanti dell'omicidio Borsellino.

Ed il problema per Galli della Loggia sono i fischi alla Moratti. La quale non ha un moto di indignazione a sedere vicino ad un pregiudicato per mafia, ma le vengono i lucciconi per qualche fischio. Il mio conterraneo Totò avrebbe detto: “ ma mi faccia il piacere...!!!”

Fatte le debite premesse veniamo al merito dell'articolo.

L'autore mi sembra che svolga un tema a senso unico dimenticando delle premesse fondamentali, non le mie, ed alcune verità elementari.

Verità elementare è che, in uno stato democratico, c'è la libertà di fischiare chiunque, fosse anche il papa. “Libero fischio in libero stato” come diceva Pertini.

Quale democrazia si vuole: quella dell'acquiescenza ai potenti?

Mi pare che poi a Galli della Loggia sfugga il contesto.

Negli ultimi anni, il 25 aprile è  sicuramente una festa di "parte". Ma essa nasce già come festa di parte. E' la festa di chi crede che l'antifascismo sia un valore. Logico che chi non ne è convinto ne sia escluso.

Nella vituperata Prima Repubblica, nessun presidente del consiglio si era mai sognato di mancare ad una manifestazione del genere, fosse anche solo per forma, per dare il senso della condivisione.

Berlusconi non è mai andato una volta. Nemmeno negli anni precedenti al governo. Mai una volta. E tra i membri della maggioranza spiccano i La Russa che disprezzano l'avvenimento preferendo le gite a Predappio e i Calderoli che vogliono le bandiere a mezz'asta in segno di lutto! Più vari altri signori che preferiscono il pellegrinaggio alla tomba della “buonanima”.

E dopo una campagna elettorale a colpi di “coglioni”, quale si pensava fosse lo stato d'animo dei “coglioni” verso tutto ciò che rappresenta il vecchio governo?

da ricordare poi che l'antifascismo  dell'ex ministro Moratti  è un a folgorazione recente. Ella non è mai andata alla manifestazione del 25 Aprile. Come mai questo rigurgito di antifascismo tardivo? Come mai si è sempre presentata come Moratti, ricordando solo oggi di essere Brichetto? Ha a che fare con la candidatura a sindaco di Milano? Quasi che il suo obbiettivo fosse dimostrare quanto siano cattivi quelli di sinistra.

Questo il contesto.

Il 25 aprile è la festa dell'antifascismo. Antifascismo che è il concetto fondante ed informatore della Costituzione. Mi pare che questo sentimento non faccia parte del corredo di questa destra. E  finchè la destra non dimostrerà di aver introiettato questo valore, è logico che rimarrà una festa di parte.

Perciò la domanda di Galli della Loggia : “perchè i politici di destra dovrebbero andare, per dimostrare il proprio autolesionismo” non è corretta. In primo luogo dovrebbero andare in quanto rappresentanti delle Istituzioni, legitimate dalla carta antifascista. Essi vengono fischiati proprio perchè i loro comportamenti, le loro assenze dimostrano la mancanza di valori condivisi. Quindi se venissero, dimostrando che almeno l'antifascismo è un valore condiviso, dopo qualche fischio, negli anni la presenza della destra sarebbe divenuta una fatto acquisito e normale.

Che diamine significa poi “antifascismo militante”? Mica stiamo parlando delle BR che sparavano ad esponenti della destra?

Parliamo di normali e semplici cittadini che non hanno mai sentito, da esponenti di questa destra, parole chiare sul valore condiviso dell'antifascismo. Il quale o è o non è. O lo si dimostra in concreto, in maniera “militante”, o è solo una vuota parola. Purtroppo in questa destra, a differenza di tutte le altre destre europee, l'antifascismo non è contemplato. Non è nel loro DNA, quindi non accampino scuse.

Devo io ricordare a Galli della Loggia che alle ultime elezioni la cdl si è alleata con Rauti, la Mussolini e perfino Romagnoli , negazionista dell'Olocausto? Che la lega è stata cacciata dal gruppo della destra europarlamentare per incompatibilità? Che ministri come Tremaglia vagheggiano ancora la repubblica di Salò?

E che dire di esponenti della destra che si rifiutarono di commemorare i morti dello sbarco ad Anzio ritenendo lo sbarco una sciagura e che fanno ancora le gite a Predappio? Non mi pare di aver sentito altrettante esplicite condanne.

Legittimamente si possono ritenere i fischi alla Moratti un comportamento da condannare con veemenza, come fa GdL, ma si vorrebbe sentire la stessa veemenza per i comportamenti sopra menzionati. O magari quando un ministro della lega vuol pulirsi il culo con la bandiera o un altro fuori Montecitorio inscena una gazzarra con militanti leghisti,saltando e gridando di non essere italiano.
Invece questi fatti vengono sempre derubricati a poco più che ragazzate o attribuite a frange talmente marginali da non fare testo, anche quando vengono da ministri.

Pensando che niente sia dovuto a chi da destra mette in discussione la carta costituzionale ed i valori che la ispirano e poi, cianciando di “valori condivisi”, si indignano per i fischi sacrosanti di chi ritiene la Costituzione antifascista un valore.

Invece i fischi di Milano sono fatto gravissimo che chiamano in causa addirittura Prodi, che pure ha preso le distanze in maniera netta, perchè nel discorso dal palco ha parlato del 25 aprile e del futuro governo e non del fatto davvero importante: qualche fischio alla Moratti. Ma per favore....

Da un intellettuale, ancorchè schierato, ci si aspetterebbe critiche meno strabiche e un solo peso ed una misura.
 

giuseppe galluccio 26/4/06

              

                

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