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Mafia, politica, appalti

http://www.aedilweb.it/new/mafia_appalti_22_11_04.htm
 
Dalla Gazzetta del Mezzogiorno
Dalla Basilicata


Scoperto un «diffuso e metodico rapporto collusivo» tra un clan mafioso lucano e ambienti politici, amministrativi e imprenditoriali. I reati contestati sono, a vario titolo, associazione per delinquere di tipo mafioso, turbativa d’asta, estorsione, usura, riciclaggio e corruzione. I pubblici ministeri di Potenza, Vincenzo Montemurro ed Henry John Woodcock. (quest'ultimo nella foto) hanno chiesto gli arresti e la detenzione in carcere dell’onorevole Blasi (Forza Italia) e del il presidente della Camera penale di Basilicata, Bardi. Indagati della Procura della Repubblica di Potenza nell’ambito dell’inchiesta su presunti rapporti fra mafia, politica e affari i nomi dei deputati Antonio Luongo (Ds) e Antonio Potenza (gruppo misto Popolari-Udeur)

POTENZA - I Carabinieri del Ros hanno eseguito decine di arresti al termine di indagini - coordinate dai pubblici ministeri di Potenza, Vincenzo Montemurro ed Henry John Woodcock - che hanno portato alla scoperta di un «diffuso e metodico rapporto collusivo» tra un clan mafioso lucano e ambienti politici, amministrativi e imprenditoriali. I reati contestati alle persone arrestate - su disposizione del gip di Potenza, Alberto Iannuzzi - sono, a vario titolo, associazione per delinquere di tipo mafioso, turbativa d’asta, estorsione, usura, riciclaggio e corruzione.
Il clan lucano guidato da Renato Martorano e Giovanni Quaratino - che sono fra le persone arrestate - aveva rapporti con cosche della ’ndrangheta e della camorra. In particolare, i rapporti del clan lucano erano con le cosche calabresi Alvaro-Violi-Macrì, Pesce e Piromalli-Molè; e con i clan della camorra Puccinelli e Birra. Tali rapporti servivano - secondo l’accusa - ad assegnare lavori pubblici e a chiedere tangenti sugli appalti. Molte delle persone arrestate facevano parte di un’organizzazione dedita a condizionare i lavori pubblici e l’economia locale.
L’operazione è stata denominata dal Ros dei Carabinieri «Iena due»: nella prima parte dell’operazione, venerdì scorso, 33 persone sono state arrestate in varie regioni d’ Italia nell’ambito di indagini su un’organizzazione che faceva arrivare ragazze dai Paesi dell’ Est per avviarle poi alla prostituzione in locali per «vip» della zona del lago di Garda.
L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip distrettuale di Potenza, Alberto Iannuzzi, su richiesta dei pubblici ministeri, Vincenzo Montemurro ed Henry John Woodcock - che hanno coordinato le indagini su mafia, politica e settori amministrativi – è stata emessa precisamente nei confronti di 52 persone. In particolare, 42 sono le persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare in carcere e dieci quelle agli arresti domiciliari.
Chiesto l’arresto e la detenzione in carcere dell’on. Gianfranco Blasi (Forza Italia) con l’accusa di aver fatto parte dell’associazione per delinquere di tipo mafioso sgominata oggi dai Carabinieri del Ros. Il gip ha disposto la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere alla Camera dei Deputati. L’accusa per Blasi è quella di aver stretto un «patto di alleanza» con il clan diretto da Renato Martorano. Il deputato lucano avrebbe ricevuto sostegno elettorale, in cambio di appoggio per le gare di appalto alle quali partecipavano imprese controllate dal clan mafioso.
Blasi, sempre secondo l’accusa, avrebbe anche incontrato lo stesso Martorano e gli imprenditori legati al clan per «programmare» parte della sua attività in favore delle imprese «amiche». Il deputato sarebbe stato aiutato da uno dei suoi più stretti collaboratori, Rosario Antonio Pace, per il quale il gip ha disposto la detenzione in carcere.
Gianfranco Blasi è nato a Potenza ed ha 46 anni: è stato eletto alla Camera dei Deputati nel proporzionale, in Basilicata. In precedenza era stato consigliere regionale, sempre per Forza Italia. Alla Camera, Blasi fa parte della Commissione Bilancio. Nel partito, è responsabile del settore Mezzogiorno e lo scorso anno fu designato come relatore della legge finanziaria.
Oltre a quello di Gianfranco Blasi - deputato di Forza Italia per il quale è stato chiesto alla Camera l’arresto - sono stati iscritti nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Potenza nell’ambito dell’inchiesta su presunti rapporti fra mafia, politica e affari i nomi dei deputati Antonio Luongo (Ds) e Antonio Potenza (gruppo misto Popolari-Udeur).
Risultano inoltre indagati il Presidente della Giunta regionale della Basilicata, Filippo Bubbico (Ds); il Presidente del Consiglio regionale lucano, Vito De Filippo (Margherita); l’ assessore alle attività produttive della Regione Basilicata ed ex sindaco di Potenza, Gaetano Fierro (Udeur); il sindaco di Potenza ed ex Presidente della Provincia, Vito Santarsiero (Margherita).
Secondo quanto si è appreso, nei confronti dei sei uomini politici i pubblici ministeri, Montemurro e Woodcock, indagano a vario titolo per associazione per delinquere di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, corruzione e turbativa d’asta.
L’on. Luongo ha 46 anni ed è stato eletto nel 2001 nel collegio di Lauria (Potenza). Alla Camera dei Deputati fa parte della Commissione Difesa. E’ già stato coinvolto nel 2001 in un’ altra inchiesta coordinata dal pm, Woodcock, nella quale è accusato di aver ricevuto un contributo da un imprenditore.
L’on. Antonio Potenza, che ha 69 anni, è stato eletto alla Camera nel 2001, nel collegio di Pisticci (Matera). E’ vicepresidente della Commissione Agricoltura di Montecitorio: in passato è stato assessore alla sicurezza sociale della Regione Basilicata.
Anche il presidente della Camera penale di Basilicata, Piervito Bardi, è fra le persone arrestate stamani, a Potenza, dai Carabinieri del Ros, con l’accusa di aver fatto parte di un’associazione per delinquere di tipo mafioso. Lo ha reso noto il vicepresidente della Camera penale lucana, l’avvocato Sergio Lapenna, che ha definito il fatto «gravissimo: Bardi, infatti - ha aggiunto - è stato arrestato per un’accusa che riguarda i suoi diritti di avvocato difensore». Bardi è presidente della Camera penale da circa quattro anni ed è stato anche presidente del Potenza, squadra che ha partecipato al campionato di Serie D di calcio e che è fallita.
Lapenna ha annunciato per stamani, alle ore 11, a Potenza, un’assemblea urgente della Camera penale lucana, durante la quale «proporrò cinque giorni di sciopero: il presidente nazionale dell’ Unione delle Camere penali, Ettore Randazzo - ha aggiunto Lapenna - è già stato informato».

22/11/2004
 

E' il giudice del 'VipGate''che portò nel registro degli indagati 78 persone fra cui politici, ministri e personaggi dello spettacolo

Chi è il pm Henry John Woodcock    da: http://www.adnkronos.com/3Level.php?cat=Cronaca&loid=1.0.471712382

Sostituto procuratore del Tribunale di Potenza, ha 39 anni, è di padre inglese e madre napoletana

Roma, 16 giu. (Adnkronos) - Ha 39 anni, è di padre inglese e madre napoletana, il sostituto procuratore del Tribunale di Potenza, Henry John Woodcock, titolare di tante clamorose inchieste, tra cui quella che oggi ha portato all'arresto di Vittorio Emanuele di Savoia per associazione per delinquere finalizzata a corruzione, falso e sfruttamento della prostituzione. Solo l'ultima di una lunga serie, che lo hanno visto alla ribalta. Tra le più eclatanti ''Vip-gate'' che nel dicembre del 2003 portò all'iscrizione nel registro degli indagati di 78 persone tra cui politici, due ministri, personaggi dello spettacolo e del giornalismo, funzionari di ministeri, Comuni, Enti pubblici per una serie di reati che andavano dall'associazione per delinquere per la turbativa di appalti all'estorsione, alla corruzione, al millantato credito e al favoreggiamento. Un'inchiesta che si concluse con l'archiviazione degli indagati più noti ma alcuni fascicoli sono ancora aperti in altre Procure. E che, comunque, non era la prima in cui il nome del magistrato dal cognome inglese, si è imposto all'attenzione nazionale. Il 'Vip gate' era un filone di una precedente indagine incentrata sulle 'tangenti Inail' e sulle 'tangenti del petrolio' del maggio dell'anno precedente che aveva 'decapitato' i vertici nazionali dell'Inail e coinvolto anche politici lucani di primo piano.
Nella carriera di Henry John Woodcock,
il primo arresto eccellente fu quello dell'ex senatore Ds e sindaco di Castellaneta (Ta), Rocco Loreto, finito in manette il 4 giugno del 2001 per calunnia e violenza privata nei confronti di un magistrato della Procura di Taranto. Nel 2002 l''exploit' Inail. Woodcock raccoglie la testimonianza di un ex dipendente di una nota azienda potentina edile e scopre un presunto giro di mazzette per appalti per la realizzazione di sedi dell'Inail ad Avellino, a Villa d'Agri (Pz) e in altre città d'Italia. E' un terremoto giudiziario. Il secondo troncone dell'inchiesta-Inail porta, nel settembre successivo, alle tangenti dell'oleodotto di Viggiano che coinvolge imprenditori e funzionari dell'Eni. Altre 17 persone vengono arrestate. Poi l'inchiesta 'Vip-Gate' del dicembre del 2003 con 78 indagati nata da elementi raccolti proprio durante gli interrogatori dell'inchiesta-Inail e che riguardano vicende a larghissimo raggio.
Vicende prevalentemente avvenute a Roma, ragion per cui il gip Gerardina Romaniello, lo stesso giudice che invece firmò le ordinanze di carcerazione per le tangenti-Inail, negò per incompetenza territoriale i 56 provvedimenti restrittivi, di cui 21 in carcere, 26 ai domiciliari e 9 impedienti le pubbliche funzioni o l'esercizio di attività private.
Woodcock è noto negli ambienti giudiziari anche come un mastino quasi irriducibile. Alcuni anni fa aveva anche pubblicamente contestato la decisione del gip di negare dei provvedimenti restrittivi e presentato ricorso al Tribunale del Riesame. Aveva fatto lo stesso anche quando il Senato aveva scagionato il suo primo arrestato eccellente, Rocco Loreto, attribuendo le dichiarazioni ritenute calunniose dal pm, all'esercizio delle funzioni parlamentari, quindi coperte da immunità e procedendo così a inviare gli atti alla Corte costituzionale invocando il conflitto tra poteri dello Stato.
Altra clamorosa inchiesta il 22 novembre del 2004, ''Iene 2'', sui legami tra criminalità, politica e affari nella gestione degli appalti in Basilicata e che ha provocato un nuovo terremoto politico. A condurla Woodcock insieme al sostituto procuratore della Dda lucana, Vincenzo Montemurro. Cinquantadue gli arresti eseguiti dai Carabinieri del Ros. I reati contestati: associazione per delinquere di tipo mafioso, turbativa d'asta, estorsione, usura, al riciclaggio e corruzione. E soprattutto hanno fatto rumore gli avvisi di garanzia 'eccellenti' agli uomini politici lucani di primo piano che si sono tutti dichiarati estranei ai fatti contestati. Gran parte degli arrestati fu poi rimessa in libertà dal Riesame. Ne seguirono vivaci polemiche tra avvocati e magistratura
L
'ultima inchiesta che ha portato il magistrato potentino alla ribalta è il Somalia-Gate, sfociata in 17 arresti della Polizia il 6 maggio. E' stato scoperto un sistema di truffe ai danni di imprenditori di varie parti d'Italia che venivano raggirati. L'organizzazione, millantando legami con i servizi segreti e organizzazioni internazionali, induceva imprenditori a finanziare inesistenti progetti di joint-ventures per affari in Somalia ed all'estero. L'inchiesta e' arrivata anche a toccare il governo somalo.

                

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