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Liberal

 

 

Vi propongo questa riflessione tratta dal libro di Moore  : "Come hai ridotto questo paese". Interessante notare come la riflessione sia estendibile

all' Italia  sostituendo la parola liberal con comunista  (o il più generico "di sinistra"). Ogni mondo è paese.

Prima di leggere però il pezzo sotto devo riportarvi alcuni sondaggi che sono sul libro per chiarire da dove parte il discorso di Moore. In base a tali sondaggi, Moore si chiede come è possibile che un ' America decisamente liberal in quanto al sentire dei cittadini esprima una leadership  addirittura oscurantista come quella di Bush.

I sondaggi sono di Gallup, WSJ,Harris Poll; Harvard University ;PBS;Los Angeles Time, insomma tutta roba seria, credibile.

1) il 57 % degli americani crede che l'aborto dovrebbe essere legale in quasi tutti i casi;

2) l'86 %  dichiara di essere d'accordo con gli obiettivi dei movimenti per i diritti civili;

3) il 77 % sarebbe disposto ad adottare un bambino di altra razza;

4) l'83 % dichiara di essere d'accordo con gli obiettivi dei movimenti ambientalisti;

5) il 94 % degli americani vuole leggi federali che regolamentino la produzione e l'uso delle armi e l'83 % lo richiede anche se ciò aumenterebbe i costi;

6) il 59 % ritiene che si debba vietare del tutto il possesso di armi anche all'interno della NRA ci sono percentuali che stupiscono.

 

    a)il 64% è favorevole al controllo obbligatorio dei precedenti di chi acquista un'arma

 

      b) il 55 % era favorevole alla chiusura dei grandi depositi di munizioni; in effetti dal giorno dell'omicidio di Kennedy, un milione di americani sono stati uccisi con armi da fuoco;

 

7) l'80 % degli americani ritengono che l'assistenza sanitaria dovrebbe essere garantita a tutti;

8) il 62 % è a favore delle leggi in vigore sulla carcerazione degli autori di crimini non violenti; di questi il 72 % preferisce i trattamenti rieducativi e la libertà condizionate per i consumatori di droga non violenti ( 94 milioni di americani hanno usato droghe illegali almeno una volta );

9) l'85 %  è favorevole all'uguaglianza dei diritti sul lavoro per gay e lesbiche

10) il 68 % vuole leggi che puniscano chi fa discriminazioni per motivi sessuali;

11) il 70 % ritiene che il datore di lavoro debba pagare le spese sanitarie anche al compagno del dipendente omosessuale;

12) il 58 % ritiene che i sindacati siano una buona cosa  ( nonostante solo il 13,2 sia iscritto ad un sindacato, segno che molti si iscriverebbero se non avessero paura di ritorsioni! ) .

Decisamente ne viene fuori il quadro di una nazione, la cui popolazione, ha un sentire decisamente  "liberal" .

Ora gustatevi la riflessione sotto  dall'ultimo libro di Michael Moore  " Come hai ridotto questo paese!"!

by pummarulella

 

 

Liberal

 

Certo, gran parte degli americani non si descriverebbe mai come "liberal". Negli ultimi vent'anni è diventata la parola più sporca della politica americana. Un repubblicano non deve far altro che marchiare l'avversario con l'etichetta liberal per decretarne la fine. Al disastro ha contribuito il fatto che i liberal si siano sparati nei piedi prima smettendo di usare la parola a modo loro e poi comportandosi nella maniera meno liberal possibile. Hanno agito e votato in maniera conservatrice così spesso da far diventare liberal sinonimo di smidollato.

Ecco perché di solito gli americani detestano votare per loro. Un "leader liberal" è spesso un ossimoro: i liberal non sono leader, sono pecore. I veri leader sono conservatori perché hanno il coraggio delle loro opinioni. Non si piegano, non si spezzano e non cedono mai. Sono infaticabili nell'inseguire i propri ideali. Sono intrepidi e non si fanno prendere per il culo da nessuno. In altre parole, credono in qualcosa. Ouand'è stata l'ultima volta che avete incontrato un liberal o un democratico capace di difendere un principio solo perché era un principio giusto?

Ecco perché la maggior parte degli americani non si fida dei liberal.  Non si sa mai da che parte potrebbero andare. Perlomeno con i repubblicani e i conservatori sai di cosa stai parlando e in tempi pieni di paura come i nostri per milioni di persone ciò rappresenta una rassicurazione.

L'altro problema è che molti liberal non sono divertenti e non hanno l'aria di divertirsi. Chi vuole frequentare gente simile?

Ma il Webster's Collegiate Dictionary definisce la parola liberal così: "Di larghe vedute, di mente aperta; senza pregiudizi" - "non vincolato a dogmi o forme precostituite in politica, religione e filosofia; indipendente; non conservatore; favorevole a una grande libertà nell'istituzione e nell'amministrazione dello stato...". Il liberal viene anche definito "generoso, caratterizzato da apertura mentale e rispetto dell'altrui libertà di pensiero, munifico eccetera".

Ed è esattamente così che la maggioranza degli americani pensa, agisce e si comporta oggi. Pur non usando il termine liberal nei discorsi quotidiani, ne sono la definizione vivente. Proprio come molte donne libere e indipendenti usano di rado la parola "femminista" ormai; le loro azioni parlano più chiaro di qualsiasi etichetta, tuttavia è esattamente questo che sono: femministe.

Perciò non fissiamoci sulle parole. La maggior parte degli americani non cerca di decifrare il mondo attraverso etichette ma con il buon senso. Ritiene sensato che aria e acqua non debbano essere inquinate, che il governo non debba curiosare nella camera da letto degli adulti né intorno ai loro genitali, che non sia giusto negare a qualcuno delle possibilità solo per il colore della sua pelle. Secondo gli americani queste non sono questioni politiche, bensì logiche, elementari. Anche se un simile atteggiamento mentale corrisponde alla definizione di "liberal" del vocabolario, perché non cominciamo a considerarlo un segno di trasformazione culturale e non lo valutiamo sotto una luce completamente diversa?

Cominciamo dicendo: una nuova Maggioranza Ragionevole domina la Terra. È ragionevole avere da quasi due anni 75 milioni di persone senza assistenza sanitaria? Ovviamente no, non ha alcun senso. È ragionevole lasciare che cinque società posseggano tutte le maggiori fonti di informazione d'America? Assolutamente no . E ragionevole fare in modo che tutti abbiano un lavoro e guadagnino una paga decente? Potete scommetterci... questo è ragionevole.

Quale persona per bene non sarebbe d'accordo su questi punti? Dobbiamo fare un programma ragionevole e prendere l'iniziativa. Il piccolo gruppo di destra che oggi controlla molti aspetti della nostra vita rappresenta una minoranza irragionevole, non la maggioranza dotata di buon senso.

Potreste pensare: "Già, d'accordo, ma perché Bush ha sondaggi così favorevoli, allora?".

Per me la risposta è semplice. L'America ha subito un attacco nel quale sono morte più di tremila persone. È istintivo, in caso di attacco, stringersi intorno al capo... indipendentemente da chi è. Le cifre favorevoli a Bush non sono il risultato della sua politica bensì la risposta di un paese spaventato che non ha altra scelta che quella di sostenere l'uomo incaricato di proteggerli. L'America non si è innamorata di Bush, più che altro "fa di necessità virtù".

Lasciate che lo ripeta: l'incredibile sostegno alla guerra in Iraq è venuto soltanto dopo l'inizio della guerra. Prima la maggioranza degli americani aveva dichiarato di non voler invadere l'Iraq senza la partecipazione di tutti gli alleati e delle Nazioni Unite. Ma una volta cominciata la guerra l'americano medio ha sostenuto le truppe perché vuole che i soldati tornino tutti a casa vivi. In fondo sono i loro figli a essere spediti al fronte. Che cos'altro avrebbero potuto dire nel sondaggio, all'addetto che li intervistava al telefono, se in pericolo si trovavano i loro figli o i figli dei loro vicini?

In realtà il sostegno a Bush è molto debole. L'economia è allo sfascio. La gente deve lottare per sopravvivere. E non c'è nessuna possibilità al mondo che Bush riesca a far felice sia la gente comune sia i suoi amici ricchi.

Sconfiggere George W. Bush alle elezioni del 2004 è probabilmente la più grande emergenza che la nazione si trova ad affrontare oggi. Tutte le strade che conducono alla rovina passano per l'amministrazione Bush. Altri quattro anni di questa follia e il Canada finirà per non sembrarci poi così freddo. Altri quattro anni?

Non posso sopportare nemmeno altri quattro minuti. L'anno scorso ho ricevuto migliaia di e-mail e lettere con una domanda accorata: "Come faremo a liberarci di lui?!".

Il che ci porta a una domanda ancora più inquietante: "Come diavolo faranno i Democratici a farcela?". Nessuno - e voglio dire nessuno - confida nella loro capacità di risolvere questo problema. Sono perdenti di professione. Non riescono a farsi eleggere nemmeno in sogno. E anche quando vincono un'elezione - come nel 2000 - i Democratici PERDONO! Come si fa a essere così sfigati?

Nelle elezioni di metà mandato del 2002 c'erano 196 Repubblicani in carica che difendevano la loro poltrona alla Camera. I Democratici sono riusciti a sfidarli veramente in dodici distretti, finendo col vincerne tre. Con quasi 210 milioni di maggiorenni tra cui scegliere, i Democratici avrebbero una sola cosa da fare: trovarne dodici degni di candidarsi. Che cosa dà loro il diritto di continuare a chiamarsi un parti­to? Perché hanno un simbolo su ogni scheda elettorale? Al ragazzo da cui compero il giornale basterebbe fare il giro della mattina per trovare dodici candidati.È esattamente questo che ci fa paura. Sappiamo che i Democratici non sono all'altezza.

Che cosa possiamo fare, allora? I Verdi se la cavano molto meglio quando si tratta di sincero impegno e passione, ma, siamo onesti, questo non è l'anno dei Verdi (e lo sanno anche loro). I Democratici hanno perso due anni a piagnucolare e a lamentarsi dei Verdi dichiarando che Nader and Company erano il nemico. È tipico del perdente, accusare un altro dei suoi errori. Nel tentativo di ricostruire qualche ponte e sanare le ferite del 2000, nel nome di un'alleanza democratico-verde per il 2004, mi sono avvicinato ai capi democratici. I voti ricevuti da Gore e Nader, se combinati, avrebbero superato il 51 per cento, più che sufficiente per vincere qualsiasi elezione. Ecco il mio suggerimento: per le presidenziali i Verdi sostengono un candidato democratico che difenda i punti fondamentali del programma dei Verdi, e in cambio i Democratici votano per loro nei distretti in cui non presentano un candidato sicuro per il Congresso.

Pochissimi si sono detti interessati alla mia idea. In effetti ho scoperto una cosa ancora più tremenda: i capi del Partito Democratico mi hanno confessato qualcosa che in pubblico non ammetterebbero mai - hanno già cancellato dalla loro agenda il 2004 e vedono ben poche possibilità di sconfiggere Bush. Preferiscono risparmiare le energie per il 2008, quando Hillary o uno dei grossi nomi - chiunque esso sia - correrà per vincere.

Voi e io dobbiamo respingere la natura disfattista di questi Democratici tristi e impotenti. In verità, non tocca a loro decidere. Siamo noi, il popolo, a non farcela più a sopportare altri quattro anni di quel burattinaio di Karl Rove. E non possiamo aspettare senza agire che la cosiddetta opposizione - i Democratici - alzi le chiappe e si metta al lavoro.Che cosa facciamo, allora? Una cosa la sappiamo, perché Jesse Ventura ce l'ha dimostrato, ed è che la gente voterà per un candidato indipendente. Perot è andato benissimo... pensate cosa potrebbe fare una persona sana di mente! Ma nei pochi mesi che ci rimangono non abbiamo il tempo per costruire un terzo partito seriamente antagonista, era un lavoro da fare in questi due anni Non è stato fatto e ora il tempo è scaduto.

La nostra unica speranza è trovare qualcuno di semidecente in quella disgustosa, e totalmente ingiustificata, lista di candidati democratici dei cinquanta stati. E deve trattarsi di qualcuno capace di battere Bush.

Ora, ci sono ufficialmente in lizza due persone "in apparenza" decenti, mentre scrivo questo libro: Dennis Kucinich e Howard Dean. Kucinich è il migliore. Dean invece, che nelle passate elezioni è stato sostenuto dalla NRA ed è favorevole all'uso ancorché limitato della pena di morte, è forte su molti altri punti. Mi piacerebbe credere che uno dei due possa farcela.

Ma sono stanco di essere sempre al palo, e non sono solo. Non sarebbe bello vincere, almeno per una volta, soprattutto tenendo conto di quanto sono liberal gli americani? E arrivato il momento di cominciare a pensare al di fuori dei nostri ristretti confini. Per cominciare, smettiamola di credere che il presidente debba essere bianco. In questo paese i bianchi sono una minoranza sempre più esigua, soltanto il 38 percento dei votanti. Inoltre, come ho già sottolineato (fatta eccezione per la vittoria schiacciante di Lyndon Johnson nel 1964), tutti i Democratici che hanno vinto le presidenziali da Franklin Roosevelt in poi hanno vinto perdendo il voto dell'elettorato maschile bianco. Hanno vinto conquistando un numero schiacciante di voti dalle donne bianche e da neri e ispanici dei due sessi. I Democratici vincerebbero, se smettessero di annacquare tutte le loro idee per compiacere i bianchi. L'elettorato femminile di tutte le etnie costituisce il 53 percento dell'elettorato complessivo. I maschi neri e ispanici sono quasi l'8 percento dei votanti. Vuol dire che tutte le donne e questi uomini delle minoranze rappresentano circa il 60 percento dell'intera nazione, una maggioranza schiacciante e una potente combinazione vincente.

 

                

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