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Una proposta di Sylos Labini

 

MI RIVOLGO a Romano Prodi, che ha fatto della lotta all'evasione fiscale una sua bandiera. Berlusconi neanche volendo può imitarlo, dal momento che ha dichiarato di aver evaso i tributi nei modi più diversi, compreso l'uso di società off-shore : fa tenerezza una brava persona come Tabacci, che propone norme contro l'evasione mentre il suo capo ne fa l'elogio. Berlusconi preferisce esaltare con squilli di tromba il taglio fiscale, che non è neppure un'elemosina, ma una truffa: i poveri Siniscalco e Brunetta hanno dovuto schiaffeggiare l'aritmetica per dar ragione al capo. Il governo è stato costretto non solo a tagliare servizi essenziali, ma anche a promuovere aumenti dei prezzi di vari servizi pubblici, dei tributi locali e degli estimi catastali, col risultato, ormai evidente, che la pressione fiscale è cresciuta.

I governi di centrosinistra condussero una lotta all'evasione con successi non trascurabili. Di recente il senatore Antonello Falomi ha presentato un emendamento alla finanziaria per fissare il principio che una quota significativa dei proventi della lotta all'evasione debba essere destinata a ridurre i tributi dei contribuenti onesti. II confronto degli oneri familiari in Italia e Germania, riportato dal Sole 24 ore del 18 dicembre, è impressionante: mostra quanto potrebbero essere alleggeriti in Italia quegli oneri se si riducesse decisamente l'enorme evasione fiscale.

Prodi intende combattere l'evasione con determinazione, ma pare convinto che i risultati possano essere ottenuti solo in tempi relativamente lunghi e perciò pensa in primo luogo ad una redistribuzione del carico fiscale. Una tale redistribuzione è auspicabile, ma i risultati della lotta all'evasione possono aversi in tempi incredibilmente brevi. Quali sono gli ostacoli da superare? In primo luogo il diffuso scetticismo; ma anche: inadeguatezza degli uffici, inefficienza o, peggio, connivenza o complicità dei politici del centro, che tendono a non limitare la discrezionalità dei politici locali e della burocrazia.

C'e una prova empirica che i risultati possono aversi in tempi brevi: il Comune di Rivoli, che adotta un metodo semplice ed efficace, poi seguito da 2 mila comuni su un totale di 8.100. Mi capito di venire a conoscere l'esperimento di Rivoli quando era stato avviato da poco, ed ebbi uno scambio di lettere con l'assessore al bilancio di quel comune, Anna Paschero: le lettere furono pubblicate da <Affari e finanza> di Repubblica il 15 aprile 1996. Tornai sul problema il 4 novembre, sempre su «Affari e finanza», e poi, i1 7 gennaio 1997, in un'intervista al Sole 24 ore.

Ecco, in sintesi, l'esperimento. Il Comune, che ha 50 mila abitanti, affidò ad una società privata, sulla base di una gara internazionale con regole conformi alle leggi, il compito di censire gli immobili, i fabbricati e i terreni - per recuperare i tributi evasi, costruire una banca dati completa coordinandola con 1'archivio anagrafico dei cittadini e fissare le basi per una politica tributaria trasparente ed equa. La società assunse a tempo determinato 23 giovani iscritti al collocamento, alcuni dei quali ebbero poi un contratto definitivo: il compenso era stabilito come percentuale dell'evasione scoperta, che è risultata di circa il 25 per cento degli immobili. Il guadagno netto del Comune e stato di circa il 14 per cento delle entrate totali ed ha consentito di migliorare le infrastrutture comunali, di ridurre le aliquote dei tributi locali, di dare incentive alle imprese che attuano misure ecologiche ed alleggerire gli oneri fiscali ai meno abbienti. Localmente quindi è stato applicato il criterio "pagare tutti per pagare meno".

L' equità e l'utilità dell'intervento erano tali che le proteste e i ricorsi degli interessati toccarono percentuali molto modeste, anche se questo risultato fu favorito dal criterio, inserito nel capitolato, di assegnare alla società il compenso con riferimento all'ammontare imponibile non contestato, cosa che induceva la società a comportarsi con scrupolo e rigore per ridurre al minimo le contestazioni.

Tra gli effetti collaterali ce ne sono almeno due da segnalare: sono state individuate evasioni ad altri tributi locali, fra cui quello dei rifiuti urbani a l' Iciap; attraverso la trasmissione di dati e gli incroci, è stato possibile scovare anche evasori dell' Irpef a dell'Iva. Non sono effetti collaterali di poco conto, dato the riguardano anche tributi erariali. Il "metodo Rivoli" va dunque generalizzato per mezzo di una legge che affronti anche altri aspetti del grave problema.

A livello nazionale l'evasione è gigantesca: secondo il  Secit ascende a circa 200 miliardi di euro  e le entrate totali sono 600 miliardi. Ma in quella cifra vanno inclusi tutti i  tipi di evasione, anche quella legata al sommerso e alle attività criminali. E qui bisogna riflettere su un suggerimento che Eugenio Scalfari ha espresso su Repubblica del 5 dicembre: il sommerso, il riciclato, il mafioso vanno ricercati soprattutto nei grandi patrimoni immobiliari. Qui il metodo Rivoli a utile come primo passo ma, ovviamente, è insufficiente: occorre una legge ad hoc, ben sapendo che bisogna smascherare i prestanome e che i criminali sono bene attrezzati e non si fanno cogliere facilmente in castagna, come alcuni furbacchioni proprietari di casa che frodano il fisco, ma non hanno interessi in attività produttive, sia pure illegali, e tanto meno partecipano ad attività criminali.

L'evasione non è deleteria solo per le finanze pubbliche, non è un fatto puramente economico: è un fatto di civiltà. Lo scetticismo che finora ha favorito l'evasione di ogni tipo fa parte di quella carenza di autostima degli italiani, una carenza che fiacca il senso di dignità e fa dilagare la corruzione, come in Argentina, che è precipitata in un baratro civile, morale ed economico dal quale forse oggi comincia a risollevarsi. L'autostima è un concetto centrale nel pensiero di Adam Smith in quanto filosofo. Non è paradossale affermare che in Italia la scarsa stima di se stessi è un fenomeno non manifesto ma terribilmente diffuso: è questo fenomeno, più delle televisioni, che ci fa subire gli incredibili soprusi di chi è al potere e che contribuisce a rendere incerta e contraddittoria la stessa opposizione. L'autodisistima è tale da indurci a reagire in modo inadeguato a iniziative oscene, come quelle a favore di Previti e di Socrate-Dell'Utri; a non reagire affatto a insulti atroci - il Cavaliere ha ripetutamente dichiarato che gli italiani sono come bambini undicenni, per di più ritardati; a pensare che, in fondo in fondo, un capo cosi ce lo meritiamo e che non possiamo non comportarci da pecore, quali siamo.

Per riacquistare l' autostima bisogna cominciare a risalire la china. Una lotta seria e determinata all'evasione può essere uno dei primi passi. L'esperimento di Rivoli incoraggia.

                

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