da:
http://www.medol.com/IT/POLSCIENCE/coverdrg.htm
" ...Ed ecco il perche' della cocaina. Non posso vivere senza
far lavorare il cervello. C'e' forse qualche altra cosa per cui val
la pena di vivere? Ma venga un attimo qui, alla finestra. Si e' mai
visto un mondo piu' tetro, piu' squallido, piu' inutile? Guardi
quella nebbia gialla che fuma e fluttua per le strade e va ad
accumularsi sulle grige facciate delle case. Cosa potrebbe esserci
di piu' disperatamente prosaico e materiale? A che serve, Dottore,
possedere doti , se poi manca la possibilita' di sfruttarle? Il
delitto e' banale, l'esistenza e' banale; e solo queste banali
qualita', non altro, servono a qualcosa su questa terra. "
.
Sherlock Holmes
Arthur Conan Doyle: " Il segno dei Quattro " (1890)
L'uomo
ha sempre ricercato sostanze capaci di alterare le sue facolta'
mentali.
Tra tutte le molecole abusate dall'umanita' la cocaina ha un posto
unico. Tra moda e condanna, di artisti, medici, scienziati e gente
comune.
La cocaina, il piu' potente stimolante del Sistema Nervoso Centrale
presente in natura, viene estratta da due piante che crescono
spontaneamente in Sud America. La
Eritroxylum
Coca cresce nei climi umidi della foresta tropicale delle
Ande Peruviane Orientali (Peru', Equador, Bolivia). Questo arbusto
cresce lentamente sino ad un'altezza di 2,5 metri in 40 anni. Le
foglie piu' giovani, lunghe sino a 5 cm, contengono circa 1% di
cocaina e sono la principale sorgente di cocaina per il traffico
illegale. Le foglie vengono macerate ed amalgamate sino a formare
una pasta da cui, per raffinazione, si ottiene una polvere
cristallina biancastra che contiene il cloridrato di cocaina. La
Eritroxylum Novogranatense cresce nelle regioni montuose aride
della Colombia, della costa Caraibica del Sud America e della costa
settentrionale del Peru'. Le foglie del genere Trujillo vengono
coltivate legalmente in Peru' ed esportate in New Jersey dove la
Stephan Chemical Company estrae la cocaina per scopi farmaceutici.
La Coca-Cola utilizza ancora oggi il prodotto decocainizzato delle
foglie come aromatizzante.
Per diversi anni un prodotto per infusione (The' della Salute Incas)
e' stato disponibile nei supermercati degli Stati Uniti. Questa
bevanda, ottenuta dalle foglie di Eritroxylum Novogranatense
contiene in media 5mg di cocaina per tazza, produce una lieve
stimolazione psicomotoria, modica euforia e tachicardia.
Amerigo Vespucci fu probabilmente il primo europeo a descrivere la
masticazione di foglie di coca in uso presso le popolazioni del
Nuovo Mondo. Ancora oggi il 90% degli indigeni mastica le foglie
secche mescolate con una piccola quantità di cenere in modo da
spremerne i principi attivi che, una volta disciolti nella saliva,
vengono a poco a poco deglutiti per assicurare effetti farmacologici
duraturi. Una abitudine questa, gia cara agli Incas. La parola coca
deriva infatti da kuka, il nome proprio della pianta in lingua
quechua. E' possibile però che la parola coca derivi dal linguaggio
di una popolazione indios antecedente all'avvento degli Incas, gli
Aymara, capaci di coltivare e usare la proprietà della pianta; in
lingua Aymara " Coca " significa semplicemente " la pianta ".
La coltivazione della coca avveniva, sino al 1400, in una vasta zona
che comprendeva gli attuali territori del Venezuela e del Cile. I
Conquistadores, spaventati certamente più da magico alone di
idolatria che dai reali effetti psicotonici delle foglie di coca
promulgarono una serie di editti che, dal 1565 in poi, vietavano
l'abitudine di masticare le foglie di coca.
Negli stessi anni, il secondo Concilio di Lima tentò di limitarne
l'uso presso le popolazioni indigene perchè " sostanza inutile, atta
a suscitare le pratiche sciamaniache e le superstizioni degli Indios
". Ma ormai, con gia 2000 anni di tradizioni alle spalle le
abitudini erano radicate nella popolazione e la coltivazione della
pianta aveva raggiunto il suo apice. Dato che le misure restrittive
non avevano alcun effetto, la coca divenne quindi monopolio di
Stato, per passar, verso la fine dell'Ottocento, nelle mani d
imprese private.
Bisognerà attendere il diciannovesimo secolo, perché si iniziasse a
capire che cosa rendeva le foglie di coca così uniche quando, nel
1860, Albert Niemann riuscì ad isolare una sostanza, cui diede il
nome di " cocaina ". Fu in questo periodo che molti scienziati
europei ed americani iniziarono a studiare gli effetti
psicostimolanti della cocaina e delle foglie di coca. Unanue,
Humboldt, Spruce, Markham e Mantegazza descrissero tutti con grande
chiarezza e dovizia di particolari gli effetti della sostanza. Nel
1880 le foglie di coca entrarono nel Prontuario Farmaceutico degli
Stati Uniti d'America, mentre la cocaina fu approvata come
medicinale nel 1890. Sei anni prima in Europa, l'allora giovane
neurologo viennese Sigmund Freud aveva applicato i suoi studi sulla
sostanza, che egli raccomandava come toccasana per moltissime
malattie, tra cui la depressione di cui era afflitto e dalla quale
diceva curarsi con basse dosi croniche di cocaina.
Nel medesimo anno Koller, un oculista amico di Freud, sperimentò la
cocaina come anestetico in diversi interventi chirurgici all'occhio,
creando le basi razionali per l'anestesia locale e fu sempre nel
1884 che il chirurgo americano Halsted dimostrò la capacità della
cocaina di bloccare l'attività nervosa e propose il suo impiego
nella prima anestesia tronculare.
Non furono solo i medici, i chimici ed i tassonomisti a studiare ed
abusare la cocaina. Si racconta che Robert Louis Stevenson avesse
pensato i personaggi i personaggi di Dr. Jekyll e Mr. Hyde come due
opposti effetti della cocaina che gli era stata prescritta da Freud
come antitubercolare.
L'oculista cocainomane Sir Arthur Conan Doyle, autore di Sherlock
Holmes, racconta dell'uso di cocaina fatto dal noto investigatore.
Verso la fine del diciannovesimo secolo, il giovane chimico corso
Angelo Mariani realizzò un vino a base di coca, che fu subito
acclamato da cantanti d'opera e musicisti come ottimo rimedio contro
il mal di gola, come stimolante e tonico tanto da far meritare al
suo inventore la medaglia dell'Accademia Medica di Francia.
Lo zar e la zarina, i regnanti inglesi, i sovrani svedesi e
norvegesi, il re Norodom di Cambogia, il comandante delle forze
francesi in Indocina, il comandante generale dell'esercito
britannico e persino il papa Leone XIII furono assidui consumatori
del vino " drogato ", tanto che il suo creatore ricevette dal
successore di Pietro una medaglia " ad honorem ".
Molti intellettuali del tempo facevano uso del Vin Mariani; fra essi
gli scrittori Dumas figlio, Verne, Rostand, Zola, France e Ibsen, la
divine Sarah Bernhardt ed Eleonora Duse, i compositori Gounod e
Massenet, gli artisti Rodin, Robida e Chéret.
A questo punto anche gli imprenditori americani giudicarono
vantaggioso investire nel mercato dei prodotti a base di cocaina. Fu
così che J. S. Pemberton lancio' sul mercato la French Wine Coca,
indicata come ottimo stimolante nervoso e tonico.
Il proibizionismo mise fuori legge tutte le preparazoini a base di
alcol e Pemberton fu costretto a ripiegare inventando quella che
diventerà una delle più famose ed imitata bevande della storia: la
Coca-Cola, ottenuta con estratto non alcolico di foglie di coca e
noci di cola africana, disciolta in un dolce sciroppo di caramello.
Ben presto il boom commerciale si avviò verso un altrettanto rapido
fallimento.
I risultati di studi medici e
scientfici indussero diversi governi americani a proibire l'uso
della cocaina. In alcuni Stati americani il commercio e l'uso della
cocaina senza prescrizione medica furono dichiarati illegali,
l'eliminazione del " Pure Food and Drug Act ", del 1906, costrinse i
produttori di Coca-Cola ad eliminare la cocaina dalla ricetta; il
Dr. Mariani, nonostante avesse avvertito la clientela e il mondo
scientifico che il suo elisir era ottenuto con un estratto della
foglia di coca e non con l'alcaloide puro come era il caso della
Coca-Cola, subì un tracollo finanziario e morì in povertà nel 1914,
anno in cui fu emanato l' " Harrison Narcotic Act ", col quale sia
la coca che la cocaina furono classificate fra i narcotici. Lo
splendore della cocaina era così durato solo 30 anni in occidente
mentre nel Sud-America l'uso delle foglie di coca continua
indisturbato da almeno 30 secoli.
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