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11/9, coincidenze pericolose



La verità sull'11 settembre forse non la sapremo mai. Ma ora emergono tante «piccole» verità, come quelle delle redditizie speculazioni finanziarie della vigilia. Come se «qualcuno» sapesse prima ciò che sarebbe successo

di GIULIETTO CHIESA

La storia dell'11 settembre continua a offrire una sorpresa dietro l'altra. Pochi giorni fa il presidente pakistano Musharraf, campione della lotta «contro il terrorismo internazionale», ha fatto sapere di non ritenere Osama bin Laden il vero protagonista del Grande Attentato. «Non si può pensare che abbia potuto organizzare tutto standosene tra le montagne afghane», ha precisato Musharraf. Al massimo può avere «finanziato, spinto», ma chi ha ideato l'operazione doveva, tra le tante altre cose, «conoscere molto bene l'aviazione» (americana s'intende ndr). Roba da servizi segreti, da servizi «deviati», altro che Al Qaeda. Dobbiamo credergli? Di certo dobbiamo fare molta attenzione alle cose che dice, perché lui di cose ne sa certamente molte e quelle che lascia uscire sono molto meditate. L'altra sorpresa (di cui i grandi giornali stranamente non parlano) è che si comincia a sapere chi ha giocato in borsa sull'attentato dell'11 settembre. E' già stato accertato che «qualcuno» cercò di fare i soldi, tanti soldi, scommettendo in anticipo sul crollo delle azioni delle due compagnie aeree - American Airlines e United Airlines - che sarebbero poi state coinvolte nella tragedia dell'11 settembre 2001. Ora emerge molto, molto di più. Intanto questi «qualcuno» agirono a raggio più vasto e in direzioni assolutamente inequivocabili per dimostrare (oggi) che «apevano» (allora) della prossima esecuzione della gigantesca operazione terroristica. Infatti anche la Morgan Stanley Dean Witter & Co., che occupava 22 piani del World Trade Center, insieme alla Merrill Lynch & Co., che aveva i suoi uffici centrali nelle immediate vicinanze delle Twin Towers, furono oggetto delle stesse attività speculative. Insieme a loro furono colpite dal diluvio speculativo anche Axa Reinsurance (che possiede il 25% di American Airlines), Marsh & Mc Lennan, Munich Reinsurance, Swiss Reinsurance e Citigroup. Con quanti giorni d'anticipo? Secondo l'Istituto Israeliano per le politiche antiterrorismo, situato nei sobborghi di Tel Aviv, nella cittadina di Herzliyya, molte (non tutte) di queste operazioni speculative avvennero nel Chicago Board Options Exchange, tra il 6 e il 10 settembre 2001. Immediata vigilia. Ma ora emergono anche alcuni nomi di questi «qualcuno». I quali non paiono essere né arabi, né musulmani, bensì bianchi, cristiani e cittadini americani. E passi: anche tra i taleban c'erano degli americani. Ma qui c'è di più. Costoro - stando alle informazioni raccolte da Michael C. Ruppert e pubblicate da numerosi e autorevoli siti internet, tra cui quello stesso dell'istituto israeliano citato (www.ict.org.il), da Global Reserach, da Rense.com, da www.hereinreality.com - in almeno uno dei casi citati erano alti dirigenti di una importante banca americana, la Bankers Trust (BT). Fu proprio la Bankers Trust a piazzare un nutrito pacchetto di put options sul groppone di United Airlines. Per far capire il meccanismo: le put options sono contratti futures che consentono all'acquirente di fare affari se le azioni stanno per crollare (le call options , al contrario sono azioni che si acquistano in previsione di forti rialzi). E ora l'altra sorpresa. La Bankers Trust acquistò nel 1997 la A.B.Brown, una banca minore d'investimenti il cui presidente era il signor A.B. Krongard, detto «Buzzy». Krongard diventò allora vice- presidente della Bankers Trust-AB Brown. Ma la sua carriera ebbe presto sviluppi importanti. Nel 1998 egli raggiunse gli uffici della Cia come consigliere del suo direttore, George Tenet. E fu promosso direttore esecutivo dal presidente George W. Bush nel marzo del fatale 2001. Piccolo ulteriore particolare: BT fa parte dal 1999 di Deutschebank. Quale fu l'ultima occupazione, di un tale (oggi) altissimo personaggio, nella BT? Gestiva il settore «relazioni con clienti privati».
Affari molto delicati, da trattare con totale riservatezza, con personalità molto potenti di ogni area del mondo. Non si diventa numero tre della Cia senza queste esperienze. Ed è per conto di questi personaggi molto potenti che le banche d'investimento agiscono. Non per caso il senatore Carl Levin ha denunciato pochi mesi fa la BT- AB Brown come una delle 20 maggiori banche americane implicate nel riciclaggio di denaro sporco. Da qui a provare la responsabilità diretta di «Buzzy» Krongard, naturalmente ce ne corre. Ma si sa che la Cia da lungo tempo teneva d'occhio, in tempo reale, attraverso sofisticati softwares, operazioni finanziarie del tipo descritto, sia in previsione di attacchi terroristici, sia di altre azioni finanziarie suscettibili di danneggiare l'economia americana. Dunque niente affatto sprovveduti, come li si vuole far passare adesso. Avevano gli occhi bene aperti ben prima dell'11 settembre. Non potevano non accorgersi, ad esempio, che le put options contro United Airlines si erano moltiplicate per 90 volte il normale tra il 6 e il 10 settembre. Secondo la Cbs del 26 settembre, il livello fu 285 volte più alto della media il giovedì precedente l'attentato. E' solo un esempio. I campanelli delle borse suonarono l'allarme, ma nessuno se ne accorse. E «Buzzy» non può avere cancellato tutte le sue amicizie negli ultimi tre anni. Tra coloro con cui è andato a cena nel frattempo c'erano dunque, molto probabilmente, conoscitori in anticipo dell'operazione terroristica. E che «numero tre» della CIA abbiamo se frequenta amici così intimi dei terroristi senza saperlo? E, se si fa l'elenco degli ex alti funzionari della Cia che sono dentro il sistema finanziario, si possono trovare nomi come David Doherty, generale in pensione, ora vice-presidente della Borsa di New York, John Deutsch, ex direttore della Cia con Clinton e ora nel consiglio di amministrazione di Citigroup, Nora Slatkin, ex direttore esecutivo della Cia e ora nel CdA di Citybank, eccetera eccetera. Tutti molto sprovveduti? Adesso i malloppi così guadagnati giacciono nei forzieri, non ritirati. Sono 2.5 milioni di dollari per United Airlines; sono 4 milioni di dollari per American Airlines; sono 1,2 milioni di dollari per Morgan Stanley; sono 5,5 milioni di dollari per Merril Lynch. Totale 13,2 milioni di dollari solo per queste operazioni. Sono le uniche di cui si è accertata l'esistenza ma, molto probabilmente, ce ne furono molte altre, rimaste segrete al grande pubblico, ma niente affatto segrete agli inquirenti.
Secondo Andreas Von Bulow, ex parlamentare tedesco responsabile a suo tempo della commissione di controllo dei servizi segreti tedeschi - citato da Tagesspiegel il 13 gennaio scorso - le speculazioni da insider trading pre-attentato raggiunsero il vertiginoso livello di 15 miliardi di dollari, coinvolgendo numerose borse, incluse alcune europee. «Altri esperti - scrive Ruppert - hanno stimato un ammontare di 12 miliardi di dollari. La Cbs News ha emesso una stima prudente di 100 milioni di dollari». Perché nessuno può ora incassare i premi delle operazioni di insider trading terroristico? Perché qualcuno bloccò per quattro giorni - dopo l'11 settembre - tutte le operazioni di borsa. Negli Stati Uniti. In altri paesi non fu così. Ma certo in America si trattava di qualcuno della Cia, che arrivò in ritardo ma fu più furbo degli amici della Cia che sapevano in anticipo e non solo lasciarono fare gli attentati ma ci specularono sopra. Il fatto è, però, che delle inchieste su questi fatti non si sa nulla, sempre che siano ancora in corso. Difficile risalire? Difficile, certo. Ma allora come mai l'ex responsabile della SEC (Security and Exchange Commission), William McLucas, dichiarò a Bloomberg News che le autorità «sono in grado di ricostruire ogni compravendita»? Bisogna volerlo. Se non lo si fa è perché non si vuole ricostruire un bel niente.

Fonte: IL Manifesto

 

Il mistero delle speculazioni finanziarie

Uno degli aspetti più inquietanti della tragedia dell'11 settembre, è rappresentato dell'intensa attività borsistica, nei giorni immediatamente precedenti alla catastrofe, legata alle azioni delle compagnie aeree coinvolte e di altre società che avevano la sede nelle Torri Gemelle.

La "put option" è una transazione che permette di disinvestire pacchetti azionari di cui si presuma la perdita, in cambio di contratti di opzione che impegnano l'azionista a riacquistare a prezzi più vantaggiosi le stesse azioni dopo il loro crollo.

L'istituto israeliano di politica internazionale per l'antiterrorismo Herzliyah ha documentato diverse transazioni finanziarie in quei giorni.

Tre giorni prima dell'11 settembre, grandi quantità di azioni della United Airlines – la compagnia di due dei quattro aerei dirottati – vennero vendute "allo scoperto" da investitori rimasti sconosciuti. In questo caso si parla di profitti per almeno 2.770.000 dollari a fronte di una spesa di 207.000 dollari.

Tra il 6 e il 7 settembre al Board Options Exchange di Chicago furono acquistate 4.744 put options su United Airlines, per un guadagno di quasi cinque milioni di dollari.

Il 10 settembre furono acquistate, nella stessa borsa, 4.516 opzioni su American Airlines, per un valore sei volte maggiore del normale e un guadagno di circa quattro milioni di dollari. Nessun caso del genere ha riguardato altre compagnie aeree negli stessi giorni.

Nei tre giorni precedenti l'11/9 sono state acquistate 2.157 opzioni della Morgan Stanley Dean Bitter & Co., società che occupava 22 piani del World Trade Center, contro i 27 contratti in media al giorno di tutto il periodo precedente (1000% in tre giorni!); è possibile calcolare un guadagno, per i misteriosi "azionisti", di un milione e duecentomila dollari.

Nello stesso periodo, anche la Merril Lynch & Co., con sede vicino alle Torri, ha visto l'acquisto di 12.215 opzioni, a fronte di transazioni medie di 252 put options al giorno (incremento del 1200%); si può calcolare un profitto di cinque milioni e mezzo di dollari.

Poiché l'FBI controlla tutte le transazioni finanziarie sospette operate da stranieri sui titoli americani, è difficile credere che tali informazioni non abbiano suscitato allarme tra gli organi investigativi.

Chi sono i misteriosi azionisti? Come facevano a sapere quello che sarebbe successo? Il mondo, ad oggi, non ha avuto ancora alcuna risposta.

«Queste transazioni finanziarie multiple, così imponenti e senza precedenti, indicano senza margini di dubbio che c'erano investitori che stavano speculando in anticipo sulla catastrofe di metà settembre 2001, che avrebbe coinvolto la United Airlines, l'American Airlines e gli uffici delle Torri Gemelle – un chiaro segnale del fatto che sapevano in anticipo, o addirittura erano coinvolti negli attacchi dell'11 settembre» [N. Ahmed].

Alcune dichiarazioni di esponenti della finanza e di agenti investigativi:

«In questi mercati [le aviolinee] ci sono stati movimenti di grande importanza, e l'aumento del prezzo del petrolio verificatosi proprio prima degli attacchi è altrimenti inspiegabile». Ernest Welteke, presidente della Bundesbank tedesca, The New York Times del 28 settembre 2001.

«Le autorità americane stanno indagando su una quantità insolitamente consistente di azioni di linee aeree, compagnie di assicurazioni e fabbriche di armi che sono state svendute nel giorni e nelle settimane precedenti agli attacchi. Ritengono che le vendite siano state fatte da persone che sapevano dell'imminente disastro». The Times del 18 settembre 2001.

«La CIA, il Mossad israeliano e molte altre agenzie di intelligence tengono sotto osservazione il mercato azionario in tempo reale, utilizzando programmi altamente evoluti che, a quanto si dice, discendono dal software Promis. E ciò proprio per avvisare i servizi di intelligence nazionali nel caso di attacchi del genere. A quanto è stato riferito recentemente, nel giugno 2001 Osama bin Laden era in possesso di Promis, e sappiamo dagli ultimi reportage FOX che sia il Federal Bureau of Investigation sia il dipartimento di Giustizia hanno confermato che esso è stato utilizzato dagli USA, almeno a partire da questa estate, per raccogliere informazioni. Ciò sembra confermare che la CIA disponeva in anticipo di altri dati relativi agli imminenti attacchi». Michael Ruppert, A Timeline Surrounding 11th.

«La SEC e il Federal Bureau of Investigation non hanno detto niente sulle indagini in merito alle transazioni sospette». San Francisco Chronicle del 7 ottobre 2001

 

da  http://www.11settembre.info/speculazioni.htm

                

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