Partire
alle 8.10 da Dulles
(vicino a
Washington), avendo
come bersaglio
Washington, non è
affatto una pessima
idea. Diventa già
più difficile capire
perchè a quel punto
si attenda di
sequestrare l'aereo
fino alle 9.02, il
che impone un
percorso, fra andata
e ritorno, che copre
l'intero West
Virginia, toccando
addirittura l'Ohio
ed il Kentucky.
Questa scelta
inoltre colloca i
dirottatori
direttamente in una
fascia oraria - con
l'attacco alla
seconda torre già
avvenuto - in cui
possono solo
aspettarsi di veder
uscire due caccia da
ogni nuvola che
incontrano.
Quanto stupidi
bisogna essere, da
una parte, e quanto
fortunati
dall'altra, per far
sì che le cose siano
andate davvero così?
Non da meno,
d'altronde, si
sarebbero dimostrati
i compagni che si
sono impadroniti del
volo UA 93, i quali
non solo sono
partiti da Newark
(New York), pur
avendo come
destinazione
Washington, ma
perchè hanno atteso
talmente tanto ad
agire (9.40, dopo
che anche il
Pentagono era stato
colpito) che il
rischio di venire
intercettati, a quel
punto, era diventato
per loro una
certezza assoluta.
Nonostante questo,
qualche mano
provvidenziale ha
permesso anche a
loro di viaggiare
per almeno un'altra
mezz'ora del tutto
indisturbati,
perquanto fossero
circondati da basi
aeree a destra e a
manca.
In realtà, l'evidente
mancanza di logica di questa
strategia, oltre che
confermarne l'improbabilità,
pone una domanda ben
diversa:
e se invece per quegli aerei
fosse stato necessario, per
un qualunque motivo, far
passare del tempo?
Ricordiamo a questo punto
che grossa parte della
confusione sui movimenti
effettivi di questo aerei è
data dalla misteriosa
scomparsa dei tracciati
radar ufficiali, in certi
casi, oppure
dall'inspiegabile
inaccessibilità agli stessi,
in altri. Ma
mentre questo ha
generato dozzine di
versioni discordanti
sui percorsi
precisi, è riportato
più o meno da tutte
le fonti ufficiali
che ambedue gli
aerei sarebbero
completamente
scomparsi dagli
schermi radar per un
periodo di tempo
imprecisato.
A destra vedete la
notazione che
riguarda AA77,
apparsa sul paginone
riassuntivo del NYT
del giorno seguente.
"Poco prima di
colpire il Pentagono
- dice il testo al
punto 6 - l'aereo è
sceso di quota ed è
scomparso dagli
schermi radar".
Per UA93 si parla
addirittura di
un'intera mezz'ora
di assenza totale da
un qualunque
schermo, civile o
militare che fosse.
A questo punto, a qualcuno
potrebbe anche tornare in
mente "Operazione
Northwoods", il
progetto CIA degli anni '60
per impadronirsi di Cuba,
che abbiamo esaminato
all'inizio del percorso ("I
precedenti").
Se la cosa era già pensabile
allora, infatti, quanto
sarebbe difficile oggi
"sostituire in volo",
rispetto agli schermi
radar, un Boeing 757 con un
caccia dell'aviazione
militare?
Si potrebbe così far
atterrare il primo (AA-77)
in una delle tante basi
militari della zona, mentre
il caccia proseguirebbe
verso Washington, dando ai
controllori di volo
l'impressione di essere
sempre AA77 (ma
"velocissimo", come infatti
è stato riportato un pò
dappertutto).
Nel frattempo anche UA93
sarebbe atterrato alla
stessa base (infatti, è
"misteriorsamente scomparso"
dagli schermi radar), per
ripartirne poco dopo con il
carico completo dei
passeggeri: i propri, che
provvidenzialmente erano
solo una trentina, più la
sessantina circa di AA77.
A questo punto, se solo
prolungate di qualche minuto
il volo dei due caccia di
Langley, a cui era stato
ordinato di andare incontro
a UA93, il resto della
vicenda potete suggerirlo
anche da soli.
Troverebbero così finalmente
una giustificazione anche
tutte quelle voci che
appunto volevano UA93
abbattuto nei cieli della
Pennsylvania, e non caduto
per una molto improbabile
rissa a bordo.
Con grande amarezza,
volendo, tutto torna.
NOTA: Il MISTERO DI
CLEVELAND.
Tra le 10.10 e le
10.45 del mattino,
all'aeroporto di
Cleveland, Ohio, è
avvenuto un fatto
strano. Mentre vi è
stato un atterraggio
di emergenza, per un
falso allarme, del
volo Delta 1989,
pare che anche un
secondo aereo sia
atterrato negli
stessi minuti, o
subito dopo, senza
che ne compaia
traccia nel registro
dell'aeroporto. In
questo strano
raddoppio, le tracce
dei 60 passeggeri
del primo aereo si
andrebbero in
qualche modo a
confondere con
quelle dei duecento
passeggeri
dell'altro, e
questo, ovviamente,
non può non
richiamare
l'attenzione sul
fatto che UA93
avrebbe invertito la
rotta proprio sui
cieli di Cleveland.
Anche se gli orari
non combaciano -
pare abbastanza
certo che UA93 sia
caduto alle 10.10
(altre fonti
collocano la caduta
addirittutra alle 10
in punto) - è
certamente possibile
che ci sia sotto un
"gioco delle tre
carte" molto più
complesso e
raffinato di quello
che riusciamo ad
ipotizzare noi.
Abbiamo infatti, in
generale, troppo
pochi elementi a
disposizione per
riuscire a capire
con esattezza quale
aereo abbia
sostituito quale
altro, a che ora,
con quali
passeggeri, ecc.
Abbiamo quindi
evitato - come in
molti altri casi -
di addentrarci in
ipotesi che
sarebbero difficili
da sostenere,
ritenendoci più che
soddisatti
dall'esistenza di
una logica e di una
metodologia di fondo
- quella della CIA e
delle sostituzioni
degli aerei - che
permette di
suggerire una valida
teoria alternativa
rispetto alla
versione ufficiale.
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