tratto da :
http://freeweb.supereva.com/antiberlusconi/rasinimilano2.htm?p
BANCA RASINI:
LA CASSAFORTE DELLA MAFIA
E’ dalla Banca
Rasini che bisogna sempre risalire per decifrare la nascita
economica di quest’uomo. Come una bussola, dovrà essere il
vostro punto di riferimento per tutta la lettura. La sede di
questa banca, assorbita nell’agosto del 1992 dalla Banca
Popolare di Lodi, aveva un unico sportello situato in Piazza dei
Mercanti numero 8 a Milano. I fondatori erano esponenti della
nobile famiglia milanese dei Rasini, ed esponenti della
periferia palermitana ad altissimo tasso mafioso: Giuseppe e
Dario Azzaretto, padre e figlio, di Misilmeri. Il commendator
Giuseppe Azzaretto, padre di Dario, era all'epoca uomo di
fiducia di Andreotti. Alla Rasini, voluto sia dagli Azzaretto
sia dai Rasini, ha lavorato fino alla pensione Luigi Berlusconi,
padre del neo Primo Ministro. E non ebbe un ruolo marginale,
anzi. Fu procuratore con potere di firma. Nel 1983, il 15
febbraio, il giorno dell'operazione "San Valentino", vi fu una
grande retata della polizia milanese contro le cosche di Cosa
Nostra annidate in città. Diversi degli arrestati, Luigi Monti,
Antonio Virgilio, Robertino Enea e per loro conto il clan
Fidanzati, il clan Bono, Carmelo Gaeta e i relativi referenti
palermitani, ovvero Pippo Calò, Totò Riina e Bernardo Provenzano,
erano correntisti multimilardari della Banca Rasini. Non solo
questa "clientela" affezionata al riciclaggio finì in galera,
anche il direttore generale della Rasini, Vecchione, in seguito
subirà una condanna a 4 anni di carcere. La Rasini, dopo lo
scandalo di mafia del 1983, venne ceduta dagli Azzaretto a Nino
Rovelli colui che diede 2 miliardi a Giulio Andreotti, denaro di
cui scrisse Mino Pecorelli (il famoso articolo: "Gli assegni del
Presidente" che non venne mai pubblicato) costandogli la vita.
Nel 1984, in galera negli Stati Uniti, Sindona incontrò Nick
Tosches, un giornalista del New York Times. La loro
frequentazione continuò anche l'anno successivo, il 1985, nei
mesi di maggio, agosto e settembre. Questa volta Sindona parlò
al cronista americano mentre si trovava detenuto in Italia nel
carcere di Voghera. Da questa lunga frequentazione a cavallo di
due anni e di un oceano, scaturì un libro, scritto ovviamente da
Tosches, intitolato "Il mistero Sindona". A pagina 111 di
quest'opera, sta scritto: «Come sai - Sindona sta rispondendo a
una domanda di Tosches - le mie banche italiane erano istituti
di prim'ordine con soci di prim'ordine. La Banca Privata
Italiana era una banca dell'aristocrazia. La mafia invece si
serve sempre di istituti e professionisti di second'ordine».
Detto questo, Tosches aggiunge: «Sindona socchiuse gli occhi con
espressione scaltra. Quali sono le
banche usate dalla mafia? Sindona prese tempo. È una domanda
pericolosa, rifletté. In Sicilia il Banco di Sicilia, a volte. A
Milano una piccola banca in Piazza dei Mercanti». La piccola
banca di piazza dei Mercanti alla quale accennò Sindona poco
prima di essere "suicidato" in carcere, era la Banca Rasini. In
piazza dei Mercanti a Milano, a due passi dal Duomo, solo la
"piccola banca" Rasini apriva i suoi sportelli nel 1985 quando
Sindona rese questa sua dichiarazione a Tosches. In tutta quella
piazza non c'era altro istituto di credito che avesse la sede o
semplicemente un'agenzia.
LA STORIA DELLA BANCA RASINI
La Banca Rasini Sas di Rasini,
Ressi & C. apre i battenti a Milano negli anni Cinquanta con un
capitale di 100 milioni. Nel 1956 i soci (che non subiranno
sostanziali modifiche fino al 1973) sono i seguenti signori:
Enrico Ressi, Carlo Rasini, Gian Angelo Rasini, Giovanni
Locatelli, Angela Maria Rivolta, tutti milanesi, più il signor
Giuseppe Azzaretto, siciliano, palermitano di Misilmeri, piccola
frazione della periferia. Già dalla sua fondazione, come si
vede, questa banca assomma a capitali lombardi capitali
palermitani. Nel 1970 i soci della Rasini erano: Mario Rasini,
Angelo Frova, Ernesto Crignola, Cesare e Massimo Turkheimer,
Giacomo Spadacini, Francesca Cilia, Rosolino Baldani, tutti
milanesi, più il solito palermitano Giuseppe Azzaretto a cui si
aggiunge per la prima volta il figlio, Dario Azzaretto, e una
misteriosa società di Nassau (paradiso fiscale), denominata
Brittener Anstalt. Nel 1970 aumenta il peso del gruppo
palermitano della famiglia Azzaretto ed entra in scena una
società fantasma, costituita da individui che assolutamente non
vogliono apparire. Da questa data la banca Rasini, che aveva
navigato per 15 anni secondo gli schemi più o meno tradizionali
delle imprese finanziarie con al timone l'omonima famiglia
affiancata da potenti finanzieri palermitani, gli Azzaretto,
subisce una forte sterzata che la porterà nel volgere di 36 mesi
ad inabissarsi nella palude opaca di affari condotti con uno
stile sempre più occulto e misterioso. Il 14 dicembre del 1973
la Rasini Sas diventa una Spa e contemporaneamente gli equilibri
interni si capovolgono: lo scettro del comando passa dai Rasini
agli Azzaretto. Vediamo chi siede nel nuovo consiglio di
amministrazione: Dario e Giuseppe Azzaretto, Mario Ungaro
(avvocato romano amico di Michele Sindona e Giulio Andreotti),
Rosolino Baldani e Carlo Rasini. Anche i sindaci della banca
cambiano, entrano due commercialisti di Siracusa, uno di Lecce e
uno di Napoli. Il 30 gennaio 1974 Carlo Rasini getta la spugna e
se ne va. Dario Azzaretto ne prende il posto, assommando anche
la carica di direttore generale. È bene tenere presente che ha
solo 33 anni. Il 28 marzo 1974 Carlo Rasini abbandona
definitivamente la banca fondata dalla sua famiglia: dà le
dimissioni anche da consigliere. Il 7 giugno, in una girandola
di nomine, entra nella Rasini Spa Antonio Vecchione con
l'incarico di direttore generale. Prima di continuare, una
sintetica considerazione: Carlo Rasini non lascia certo la banca
perché è in crisi. Il bilancio del 1974 si chiuderà con un utile
pari a quasi a un quarto del capitale sociale. Non sono gli
affari ad andare male, semmai i clienti. La banca Rasini infatti
diventa uno sportello di Cosa Nostra. I migliori elementi del
gotha mafioso che imperversa a Milano ha conti in questo
istituto di credito.Qualche nome: i Monti e i Virgilio, i Gaeta,
i Bono e gli Enea, i Fidanzati. Le più potenti cosche di mafia
in città, direttamente o indirettamente, fanno affari con la
Rasini, e in contemporanea il capitale della banca lievita come
una torta impazzita. Dal miliardo del 1974, si passa velocemente
a 1,7 miliardi nel '76, a 2 nell'82, 4 nell'84, 6 nell'87 e 10
nell'88. Affluiscono nelle sue casse treni di soldi. Tuttavia,
già nell'84 la Rasini "vale" 40 miliardi, o almeno questo è il
valore che le viene dato da una "cordata" di mafiosi che a quel
punto la vorrebbero rilevare. Poi, finalmente, si ha
l'operazione di "San Valentino" che porterà in carcere diversi
"stimati clienti" della banca con l'accusa di mafia, finalmente
la magistratura posa gli occhi su questo incredibile istituto di
credito e dopo diverse peripezie giudiziarie il direttore
generale, Antonio Vecchione, verrà processato e condannato, ma
solo il 5 giugno del 1987 verrà licenziato.
A titolo esemplificativo
vediamo una delle operazioni-tipo di questa banca: nel 1970 la
Banca Rasini di Milano (procuratore
Luigi Berlusconi)
assume una quota di capitale di una finanziaria di Nassau, nelle
Bahama, la Brittener Anstalt (come abbiamo già visto). Che ha
rapporti nell'isola con la Cisalpina Overseas Nassau Bank. Qui
troviamo nel consiglio di amministrazione alcuni nomi che
diventeranno presto famosi: Calvi,Sindona, Gelli, e il cardinale
Marcinkus della banca vaticana Ior, LA CREMA DELLA CREMA
INSOMMA!! Famosi per il crack dell'Ambrosiano, della Italcasse,
famosi per la lista dei 500 esportatori di valuta, e famosi per
la successiva lista dei 962 della loggia P2, e tutto quello che
accadrà.
Il 6 maggio 1997, Borghezio,
della Lega Nord, ora alleata con il Polo, rivolge queste domande
ai comandanti della Gdf chiamati ad informare la COMMISSIONE
PARLAMENTARE D'INCHIESTA SUL FENOMENO DELLA MAFIA:
http://www.parlamento.it/parlam/bicam/mafia/steno/ca018.pdf
BORGHEZIO:
[…] Vorrei sapere, da un punto di vista quasi storico,
se è stata acquisita o se riteniate di dover acquisire la
documentazione relativa
all'archivio della
Banca Rasini,
inglobata dalla Banca popolare
di Lodi - una banca storica che viene citata da Sindona come
banca propriamente mafiosa; mi pare una citazione
autorevole - in particolare sul presidente e sul vice
presidente rispettivamente Giuseppe e Dario Azzaretto,
finanzieri originari di Misilmeri, in provincia di Palermo, in
quanto, oltre alla citazione che ho fatto, l'inchiesta San
Valentino nel 1984 evidenziò che moltissimi boss erano
correntisti di quella banca che
quindi era considerata una vera e propria cassaforte della
mafia.
VIA ALCIATI
E’ la Banca Rasini a
finanziare tutte le operazioni che il vostro Primo Ministro
compì agli inizi della sua carriera imprenditoriale. Inizia
tutto l’infausto anno 1961. A 25 anni, il vostro pensa
all’acquisto di un terreno situato in Via Alciati ed insieme a
Pietro Canali fonda la Cantieri Riuniti Milanesi. Il terreno
costò 190 milioni (dell’epoca) e viene acquistato con la
fideiussione della Banca Rasini. L’operazione va in porto senza
infamia e senza lode: Berlusconi e Canali vendono una ventina di
appartamenti ma guadagnano poco.
BRUGHERIO
Nel 1963 invece, sempre
affiancato da Pietro Canali inizia una mega operazione edilizia,
la costruzione a Brugherio, zona nord di Milano, di un complesso
residenziale per 4 mila abitanti. Insieme ai fratelli Botta,
Berlusconi fonda la Edilnord s.a.s. di cui era l’amministratore.
I finanziamenti, come al solito, arrivano dalla Banca Rasini e
da una finanziaria svizzera (come chiunque imprenditore onesto
fa sempre) la Finanzierungesellschaft fur Residenzen ag di
Lugano, rappresentata dall’avvocato Renzo Rezzonico. Con
l’operazione Brugherio Berlusconi non guadagna una lira. Il
bilancio finale di liquidazione della Edilnord s.a,s(1 gennaio
1972) era in attivo di solo 4 milioni circa.
MILANO 2
Il 26 settembre del 1968, il
conte Leonardo Bonzi vendette un’area di 712 mila quadrati che
sorgeva vicino segrate a Berlusconi per la somma di oltre 3
miliardi di lire dell’epoca. Il 12 maggio del 1969 il comune di
Segrate concesse la prima licenza edilizia. Il 29 settembre del
1968, al posto della Edilnord s.a.s. , nasce la Edilnord Centri
Residenziali( o Edilnord 2) di Lidia Borsani, cugina di
Berlusconi. Solo il 29 marzo del 1972 la Edilnord potè dar vita
alla costruzione di Milano 2, terminata nel 1979 con la
costruzione di 2500 appartamenti in cui vivono 10.000 persone. A
finanziare tutta l’operazione è una banca israeliana la Discount
Bank Overseas Limited di Tel Aviv. E’ sempre questa banca che
finanziò la prima Edilnord nell’operazione di Brugherio con la
finanziaria che abbiamo visto in precedenza
Finanzierungesellschaft fur Residenzen ag di Lugano. Dal 1972 al
1975 questa banca israeliana ha versato nelle casse della
Edilnord 2 la somma totale di 4 miliardi e 600 milioni in lire
italiane e 50mila franchi svizzeri, tutti soldi dell’epoca. Il 6
dicembre del 1977 la Edilnord 2 viene posta in liquidazione dal
suo ultimo socio accomandatario, Umberto Previti, padre di quel
grande e/o nobile uomo Cesare. Successivamente i terreni su cui
sta sorgendo Milano 2 vengono ceduti dalla banca israeliana alla
società Milano 2 spa del Berlusca, società fondata nel 1978 che
si serve della Italcantieri s.r.l. fondata nel 1972, appartenete
formalmente a due prestanomi:Renato Peroni e Elda Brovelli,
esperta del ramo in quanto casalinga. Nella Italcantireri Peroni
rappresenta la Cofigen s.a di Lugano mentre la casalinga
Brovelli è il referente italiano della ETI ag Holding di
Chiasso. Come si vede, il capitale sociale è interamente
svizzero, come chiunque onesto imprenditore fa. Tra i tanti nomi
dietro la Cofigen vi è quello di Tito Tettamanti uno svizzero
conosciuto per essere vicino all’Opus Dei e massone. Abbiamo
visto che con la costruzione di Brugherio Berlusconi guadagnò
pochissimo. Chi prestò tutti questi soldi ad un giovane ragazzo
che con Milano 2 teneva aperti cantieri con una spesa di 500
milioni al giorno? Io lo so ma non ve lo dico!! Per costruire
Milano 2, il vostro presidente riuscì pure a dirottare le rotte
aeree che sorvolavano la zona in quanto vicino a Linate. La
Milano 2 spa comunque sia è una di quelle società che ruotano
attorno alla galassia di Berlusconi , galassia realizzata grazie
all’aiuto di due società fiduciare della Banca Nazionale del
Lavoro; la Servizi Italia e la Saf. Di esse si servono in quegli
anni persone come Licio Gelli, Flavio Carboni, Roberto Calvi,
Michele Sindona….la crema che abbiamo visto in precedenza.
Banca
Rasini.
da:
Canisciolti
Banca con un'unica agenzia a Milano, che cura patrimoni di
natura quantomeno dubbia. Non dimentichiamoci che Sindona, che
di certe cose se ne intendeva, la definì "la banca della mafia".
Ci lavorava il padre di Berlusconi come procuratore con potere
di firma. Da essa, con visibile certezza, sono usciti i
patrimoni che hanno di colpo lanciato il giovane Silvio sul
mercato immobiliare. Berlusconi non ha mai aperto bocca su
quell'improvviso fiume di denaro da cui è iniziata la sua
fortuna, quel patrimonio immenso che ne ha fatto, da quello
spiantato che era, il padrone d'Italia. Scusate se penso male,
ma non si può fare a meno di fare due più due. Per vent'anni la
Banca Rasini è stata la fonte di allattamento berlusconiana.
Sono correntisti di questa strana agenzia bancaria, unica nel
suo genere, noti esponenti del clan Fidanzati, del clan Bono, ma
anche si dice Carmelo Gaeta, Robertino Enea, Pippo Calò, Totò
Riina e qualche prestanome di Bernardo Provenzano. Insomma il
fior fiore della mafia palermitana, la stessa con cui ha sempre
intrattenuto piacevoli rapporti il consigliori di Berlusconi,
dell'Utri, condannato a nove anni per collusione mafiosa.
Guarda caso la Banca Rasini viene assorbita dalla Banca Popolare
di Lodi. Riguarda caso anche la Credieuronord, banca fallita dei
leghisti, viene assorbita dalla Banca Popolare di Lodi. Le
operazioni sconcertanti di queste banche non si contano. Mai
Bankitalia interviene o censura.
Il governatore Fazio è molto religioso, prega prima di mangiare,
va a messa, legge il Vangelo sul pulpito, ha un assistente
spirituale, il già lodato don Luigi Ginami, che è, guarda caso,
un formidabile consigliere di operazioni bancarie. Don Luigi
Ginami non è un confessore qualsiasi, è il capo della segreteria
del potente Cardinale Giovambattista Re, della segreteria di
Stato Vaticana. La Fondazione Re, ricchezza della famiglia del
Cardinale Re, finanzia con la Bocconi la società Etichal Capital
Partners, diretta dal presidente Claudio Demattè. Ethical
Capital Partners è una società finanziaria attiva nel corporate
finance e nell'asset management, leader in Italia, e detiene il
60% del mercato nel campo della consulenza verso investimenti
etici (etici?!?). Sembra che Don Luigi sia confessore anche di
Romiti. Questo miscuglio di finanza e confessione veramente ci
schifa.
Fazio è un mix mutante tra Andreotti e Cuccia, con una puntina
di fanatismo bushiano e Sindona sullo sfondo. Sullo sfondo delle
operazioni sospette di Fazio aleggia sempre un certo odore di
Chiesa. è il nuovo regime teocon, quello da cui uscirà, si teme,
il nuovo partito dei Valori, benedetto da Ratzinger. Mafia, P2,
corruzione, illeciti, palazzinari, burini, incenso. Un mix che
fa vomitare.