Intervista a G.Sartori
da
repubblica del 2 aprile 06
GIOVANNA CASADIO
ROMA -Professor Sartori, la
sinistra se vince "farà a pezzi" Berlusconi e le sue tv, come
scrive "Il Foglio"? «Ma per
carità, semmai lo faranno trionfare». A "Otto e mezzo" Ferrara,
Ostellino e Ricossa hanno parlato d conflitto d'interessi. La
tesi di Ricossa è che un liberale lascia decidere gli elettori.
La convince?
«È una
delle nostre numerosi leggende metropolitane. Nella vita
esistono incompatibilità (previste nel codice civile). Per
esempio, un giudice non può fare l'avvocato d un suo cliente; un
carcerato non può essere il proprio secondino. Se Gianni Agnelli
fosse stato nominato ministro dell'Industria tutti avrebbero
detto che c'era ìncompatibilita . Invece per Berlusconi,
sostengono i berlusconoidi non ci sono incompatibilità. Se vuole
due mogli ha diritto di averle! In realtà Berlusconi continuerà
a fruire dell'elettorato attivo e anche passivo. Se vuole essere
rieletto, benissimo. Ma non può avere una carica che lo rende il
controllore di se stesso, perché a questo effetto è fermato
dall'incompatibilità. La tesi di Ricossa proprio non tiene. Le
elezioni eleggono e basta, non redimono, non cancellano colpe o
peccati. E poi gli elettori scelgono per cento motivi diversi
nei quali il conflitto di interessi è probabilmente il
novantesimo.
Ostellino dice che non si
devono fare troppe leggi; che i contrappesi ci sono, come la
professionalità dei giornalisti. Basta così poco?
«Ostellino
si ritiene liberale perché lo dice di sé da sé. A me sembra sia
un libertario anarcoide che si diverte a prenderci tutti in
giro. Lo faccia, ma non sciupi così facendo il liberalismo.
Ostellino accetta come inevitabile il monopolio tv di Berlusconi.
Eppure il monopolio degli strumenti di comunicazione di massa è
una delle caratteristiche delle dittature. Ostellino non sa, o
fa finta di non sapere, che i freni e contrappesi del
liberalismo appartengono alla sua dottrina costituzionale e non
al contesto della società civile (che invece rischia di essere
stritolata, secondo Toqueville e J. Stuart Mill, dalla tirannide
della maggioranza). Noi italiani siamo un popolo conformista,
senza anticorpi».
Le chiedevo anche delle
troppe leggi.
«Certo
che noi abbiamo troppe leggi. Ma quali sono da eliminare?
Berlusconi ha cancellato il reato di falso in bilancio e
rivendica per se tutte le libertà che gli fanno comodo a
cominciare da quelle di piegare e distorcere le regole».
Ferrara invece dice: siamo
tutti pieni di conflitti di interessi. Giornali e tv vanno messi
sullo stesso piano?
«Ferrara parli per sé, io non sono per niente in conflitto di
interesse. Tutti eguali un corno! La sproporzione del conflitto
di interessi berlusconiano è colossale. E poi la stampa è
plurale, Mediaset è un monopolio.
Per i supporter del
Cavaliere, la tv non fa vincere. È così?
«È un
argomento fasullo. Date a me per tre mesi tutta la televisione
non raccoglierci più del 5% dei voti. Ma la tv aiuta a vincere
e avvantaggia. Se nel `94 Berlusconî non fosse già stato il
padrone di Mediaset, il Cavaliere non esisterebbe nemmeno oggi.
La tesi seria è stabilita dal controfattuale (in logica si dice
così), ovvero: se Berlusconi fosse senza media, quanti voti in
meno raccoglierebbe?».
Una parte della sinistra
pensa di utilizzare l'ineleggibilità e l'incompatibilità con
cariche di governo. Sono strumenti utili?
« Molti
confondono tra ineleggibilità e incompatibilità: due cose
diverse. Privare Berlusconi dell'elettorato passivo sarebbe
ingiusto e irrilevante, perché non occorre essere eletti in
Parlamento per diventare capi del governo o dello Stato il
problema è di incompatibilità: questa è la chiave di volta. E se
la sinistra, o una sua parte non lo capisce, allora si dia all’
ippica».
Passigli punta all'Authority
sui conflitti di interesse e propone di sterilizzare i pacchetti
azionari tagliando così il legame tra proprietà e gestione delle
aziende. Può essere una soluzione?
Confesso che Passigli mi ha un po' stupito. Era lui l' estensore
della proposta di legge che avrebbe potuto sistemare il problema
del conflitto d'interessi. Il testo Passigli nel 1994 venne
approvato dal Senato e poi decadde per fine anticipata della
legislatura. Il centrosinistra lo ripropose nella legislatura
successiva. Ma per misteriose ragioni (la stupidità non è una
spiegazione sufficiente) lo lasciò cadere nonostante avesse nel
`96 la maggioranza per vararlo. Sin dal gennaio 2002 il
centrosinistra ha ripiegato su una proposta di legge (la 2214)
che costituisce un notevole passo indietro. L'altra sera Passigli ha proposto (per disciplina di partito, suppongo), che
basterà tagliare ogni legame tra proprietà e gestione. Ma è
davvero un "pannicello caldo". Resto esterrefatto della paura,
timidezza o anche dabbenaggine della sinistra. Avevano in mano
da 12 anni una buona legge e non hanno il coraggio di
riproporla. La sinistra teme dr essere accusata di "vendetta". II bombardamento mediatico di Sua Emittenza pare abbia
rintronato anche l'Unione .
Ma è vero negli Usa la
disciplina del conflitto di interessi funziona? E potrebbe
funzionare anche in Italia?
«Certo
che è vero. I salariati del Cavaliere si ostinano a sostenere
che negli Usa non c'è obbligo di vendita e che, se ci sono
dismissioni, sono volontarie. Falso. Prendiamo il caso del
sindaco di New York, Bloomberg che possiede una stazione tv di
informazione finanziaria. In quel caso,il Board accertò,
giustamente, che un servizio finanziario non poneva un problema
di incompatibilità: il caso si chiuse così. Ma non è vero che i
"Boards"americani negoziano sull'esistenza o meno di un
conflitto. Sec'è,c'è: il negoziato è solo sul modo di sanarlo.
Pertanto se Bloomberg fosse stato dichiarato in conflitto di
interessi, la sua scelta era solo di vendere la tv o di
dimettersi. E così dovrebbe essere in Italia se vogliamo essere
seri».
D'Alema
parla anche di una legge antitrust per tv e pubblicità. Va
riscritta la Gasparri?
«Certo, è ovvio. Anche la
Gasparri è una legge-truffa».
Inoltre
D'Alema conferma che Mediaset è una risorsa del paese. A
sinistra alcuni pensano all'inciucio. Vede nubi all'orizzonte?
«Non ho
mai capito quale sia il gioco che gioca D'Alema. Negli Usa
l'Antitrust ha smembrato la At&T, l'enorme compagnia telefonica
del Paese, senza danneggiare nulla e nessuno. Io non uso la
parola inciucio ma vedo una sinistra coperta di nubi».