Perchè quest' intervista tanto vecchia vi
chiederete ? Perchè c'è, secondo me, una sorta di filo che lega quest'intervista
e le vicende successive. Per onestà intellettuale devo fare una debita
premessa .
Io sono convinto che Berlusconi, non sia
un rappresentante della destra. In verità lui non ha niente a che fare
con le canoniche classificazioni della politica .
Lui è il rappresentante di quel potere
affaristico mafioso, legato alla P2 e alle trame dei servizi deviati, che ha
sempre governato questo paese con la mediazione della DC, o per meglio dire, di
una parte di essa. Poi la DC viene meno, perchè viene meno la sua funzione
storica di baluardo anticomunista. Cade il muro, la DC viene travolta perchè
probabilmente saltano le protezioni che le avevano permesso di fare quello
che le pareva . Tangentopoli non sarebbe arrivata se la Dc avesse
ancora goduto della protezione degli americani che la ritenevano
indispensabile, almeno finchè
c'era l'URSS.
Quel grumo di potere
menzionato non ha
più la copertura politica, cosi i "komunisti " potranno
andare al governo se
non ci si inventa qualcosa. Et voilà esce fuori dal cilindro il "giovane
muratore" che nel frattempo ha fatto carriera. Che sia un elemento affidabile
lo dimostra la sua tessera P2 n° 1816 .
Gli danno l'incarico di formare un
partito, gli garantiscono appoggio, Dell'Utri fa da garante con il mondo
siciliano e quella massoneria che è sempre stata il punto di convergenza, degli interessi mafiosi e di una parte delle istituzioni
(quella peggiore
!) .
Ma c'è il rischio che quel rompicoglioni di Borsellino abbia annusato
l'operazione che si sta mettendo su. Emblematico che zu' silvio e
i suoi uomini abbiano sempre collocato la nascita di FI ad un periodo
successivo, quando numerose e convergenti testimonianze, di cui renderò
conto, datano la nascita ben più indietro, prima delle stragi, sicuramente
prima dell'uccisione di Borsellino.
Chiedetevi come è possibile che con la
sovraesposizione che la mafia aveva avuto per l'omicidio Falcone, con la
reazione popolare e dello stato stavolta davvero ferma, abbia avuto la forza
di compiere un'altra strage .
Non è nel modus operandi di quell' organizzazione, era troppo rischioso ....a meno che ....!
A meno che non avessero avuto garanzie e
che la posta in ballo fosse cosi alta da giustificare qualunque rischio.
E perchè la mafia sposa la
strategia del terrore con vari attentati (via Fauro, via dei
Georgofili, piazza del Laterano, via del Velabro..) dal maggio al luglio del
'93 ma poi improvvisamente tutto finisce? Che cosa è successo? Chi è
intervenuto e quali accordi sono stati fatti per fermare le bombe?
Ma vi sete chiesti che fine ha fatto la
mafia ? Come mai non se ne sente più parlare, non spara più, non mette bombe
...insomma sembra scomparsa ? Qualcuno ritiene perchè sia davvero scomparsa ?
O più probabilmente è ritornata al
sommerso, nell'ombra come le è naturale per continuare a fare i propri lucrosissimi affari ?
Del resto chi ha detto che con la
mafia bisogna convivere? Lunardi, ministro delll'attuale governo. In un paese
normale quell' affermazione avrebbe costretto il caro costruttore alle
dimissioni e alla pubblica gogna, qua ha fatto l'effetto di una battuta !
Quali sono i metodi di questo governo se non quelli di Dell'Utri che
corrompe i testimoni ed assume un notorio spacciatore di droga ooops .. di cavalli, perdonatemi ? Quali i
metodi se non quelli di Previti che porta la corruzione ai massimi sistemi
? Che ci farebbero da quelle parti uomini come Giudice, D'Ali Sodano e
compagnia bella ?
Per non parlare di servi fedeli come Lino
Iannuzzi che sparava bordate già contro Falcone.
Ferrara idem. Insomma tutti quelli che hanno combattuto contro Falcone e
Borsellino, quei garantisti pelosi che approvavano le sentenze di Carnevale
che mandava assolti con cavilli fior di criminali, sono stati tutti
arruolati in FI. Sarà un caso ?
Siamo ritornati agli anni cinquanta, quando la mafia " non esisteva " .
Beh sono stato un pò lungo, ma penso, spero, di aver chiarito qual'è il mio modo di vedere la cosa .
Per cui se trovate questo ragionamento
completamente sballato è inutile che andate avanti, arrivederci e sperate
che non tocchi mai a voi !
giuseppe galluccio
Intervista
al magistrato Paolo Borsellino, rilasciata due giorni prima della strage di
Capaci. Era il 21 Maggio del 1992, e le dichiarazioni del magistrato
palermitano fanno riferimento a rapporti tra Cosa Nostra e imprenditori del
Nord Italia, fondati sul riciclaggio di denaro sporco. La novità è che
Borsellino parla di un'inchiesta aperta a Palermo su Berlusconi, Dell'Utri,
Mangano fin dal 1992, inchiesta della quale, oggi, non si sa più nulla.
Borsellino
Sì, Vittorio Mangano l'ho conosciuto anche in periodo antecedente al
maxi-processo e precisamente negli anni fra il 1975 e il 1980, e ricordo di
aver istruito un procedimento che riguardava delle estorsioni fatte a carico
di talune cliniche private palermitane. Vittorio Mangano fu indicato sia da
Buscetta che da Contorno come "uomo d'onore" appartenente a Cosa Nostra.
Giornalista
"Uomo d'onore " di che famiglia?
Borsellino
L'uomo d'onore della famiglia di Pippo Calò, cioè di quel personaggio capo
della famiglia di Porta Nuova, famiglia della quale originariamente faceva
parte lo stesso Buscetta. Si accertò che Vittorio Mangano, ma questo già
risultava dal procedimento precedente che avevo istruito io e risultava
altresì da un procedimento cosiddetto procedimento Spatola, che Falcone
aveva istruito negli anni immediatamente precdenti al maxi-processo, che
Vittorio Mangano risiedeva abitulamente a Milano, città da dove come risultò
da numerose intercettazioni telefoniche, costituiva un terminale del
traffico di droga, di traffici di droga che conducevano le famiglie
palermitane.
Giornalista
E questo Mangano Vittorio faceva traffico di droga a Milano?
Borsellino
Vittorio Mangano, se ci vogliamo limitare a quelle che furono le emergenze
probatorie più importanti risulta l'interlocutore di una telefonata
intercorsa fra Milano e Palermo, nel corso della quale lui, conversando con
un altro personaggio mafioso delle famiglie palermitane, preannuncia o
tratta l'arrivo di una partita di eroina chiamata alternativamente secondo
il linguaggio convenzionale che si usa nelle intercettazioni telefoniche
come magliette o cavalli.
Giornalista
Comunque lei in quanto esperto, può dire che quando Mangano parla di cavalli
al telefono, vuol dire droga.
Borsellino
Si, tra l'altro questa tesi dei cavalli che vogliono dire droga, è una tesi
che fu avanzata alla nostra ordinanza istruttoria e che poi fu accolta al
dibattimento, tanto è che Mangano fu condannato al dibattimento del maxi
processo per traffico di droga.
Giornalista
Dell'Utri non c'entra in questa storia?
Borsellino
Del 'Utri non è stato imputato del maxi processo per quanto io ne ricordi,
so che esistono indagini che lo riguardano e che riguardano insieme Mangano.
Giornalista
A Palermo?
Borsellino
Si, credo che ci sia un'indagine che attualmente è a Palermo con il vecchio
rito processuale nelle mani del giudice istruttore, ma non ne conosco i
particolari.
Giornalista
Marcello Del'Utri o Alberto Del'Utri?
Borsellino
Non ne conosco i particolari, potrei consultare avendo preso qualche
appunto, cioè si parla di Del'Utri Marcello e Alberto, di entrambi.
Giornalista
I fratelli
Borsellino
Sì.
Giornalista
Quelli della Publitalia.
Borsellino
Sì.
Giornalista
Perchè c'è nell'inchiesta della San Valentino, un'intercettazione fra lui e
Marcello Del'Utri in cui si parla di cavalli.
Borsellino
Beh, nella conversazione inserita nel maxi-processo, si parla di cavalli da
consegnare in albergo, quindi non credo potesse trattarsi effettivamente di
cavalli, se qualcuno mi deve recapitare due cavalli, me li recapita
all'ippodromo o comunque al maneggio, non certamente dentro l'albergo.
Giornalista
C'è un socio di Marcello Del'Utri, tale Filippo Rapisarda che dice che
questo Dell'Utri gli è stato presentato da uno della famiglia di Stefano
Bontade.
Borsellino
Palermo è la città della Sicilia dove le famiglie mafiose erano più
numerose, si è parlato addirittura in un certo periodo almeno di duemila
uomini d'onore con famiglie numerosissime, la famiglia di Stefano Bontade
sembra che in un certo periodo ne contasse almeno 200, si trattava comunque
di famiglie appartenenti ad una unica organizzazione, cioè Cosa Nostra, i
cui membri in gran parte si conoscevano tutti, e quindi è presumibile che
questo Rapisarda riferisca una circostanza vera.
Giornalista
Lei di Rapisarda ne ha sentito parlare?
Borsellino
So dell'esistenza di Rapisarda, ma non me ne sono mai occupato pesonalmente.
Giornalista
Perchè a quanto pare, Rapisarda, Del'Utri, erano in affari con Ciancimino,
tramite un tale Alamia.
Borsellino
Che Alamia fosse in affari con Ciancimino è una circostanza da me conosciuta
e che credo risulti anche da qualche processo che si è già celebrato. Per
quanto riguarda Rapisarda e Dell'Utri, non so fornirle particolari
indicazioni, trattandosi ripeto sempre di indagini di cui non mi sono
occupato personalmente.
Giornalista
Non le sembra strano che certi personaggi, grossi industriali come
Berlusconi, Dell'Utri, siano collegati a uomini d'onore tipo Vittorio
Mangano?
Borsellino
All'inizio degli anni Settanta, Cosa Nostra cominciò a diventare un'impresa
anch'essa, un'impresa nel senso che attraverso l'inserimento sempre più
notevole, che ad un certo punto diventò addirittura monopolistico, nel
traffico di sostanze stupefacenti , Cosa Nostra cominciò a gestire una massa
enorme di capitali, una massa enorme di capitali, dei quali naturalmente
cercò lo sbocco, cercò lo sbocco perchè questi capitali in parte venivano
esportati o depositati all'estero e allora cosìsi spiega la vicinanza tra
elementi di Cosa Nostra e certi finanzieri che si occupavano di questi
movimenti di capitali.
Giornalista
Lei mi dice che è normale che Cosa Nostra si interessa a Berlusconi?
Borsellino
E' normale che chi è titolare di grosse quantità di denaro cerchi gli
strumenti per poter impiegare questo denaro, sia dal punto di vista del
riciclaggio, sia dal punto di vista di far fruttare questo denaro.
Giornalista
Mangano era un pesce pilota?
Borsellino
Sì, guardi le posso dire che era uno di quei personaggi che ecco erano i
ponti, le teste di ponte dell'organizzazione mafiosa nel Nord-Italia.
Giornalista
Si dice che ha lavorato per Berlusconi ?
Borsellino
Non le saprei dire in proposito o anche se le debbo far presente che come
magistrato ho una certa ritrosia a dire le cose di cui non sono certo, so
che ci sono addirittura ancora delle indagini in corso in proposito, per le
quali non conosco quale atti sono ormai conosciuti, ostensibili e quali
debbono rimanere segreti, questa vicenda che riguarderebbe i suoi rapporti
con Berlusconi, è una vicenda che la ricordi o non la ricordi, comunque è
una vicenda che non mi appartiene, non sono io il Magistrato che se ne
occupa quindi non mi sento autorizzato a dirle nulla.
Giornalista
C'è un'inchiesta ancora aperta?
Borsellino
So che c'è un'inchiesta ancora aperta.
Giornalista
Su Mangano e Berlusconi a Palermo?
Borsellino
Sì.
Questa intervista si può ascoltare in real
audio al sito
Associazione Namaste.