Questa è una cronistoria del
periodo in cui maturarono quegli avvenimenti. L'anno è il 1964.
25 GIUGNO . Per solo 149 milioni di lire che
dovrebbero andare a finanziare le scuole private, cade il governo Moro per 7
voti, pur essendo una questione di principio più che di sostanza. Ma è solo il
pretesto per far cadere un governo che ha preso alcuni provvedimenti che a molti
non piace, non solo ai partiti del centrosinistra ma nemmeno a molti laici della
stessa DC. Se andiamo a rivedere i provvedimenti, si sono colpite alcune fasce
deboli e nello stesso tempo si sono penalizzati gli interessi della grande
industria automobilistica. La tassa sulle auto, l'aumento della benzina e la
disciplina sulle vendite rateali hanno preso di mira proprio il maggior gruppo
capitalistico italiano e naturalmente quello parallelo (gomma, metalmeccanico
ecc.). E se i deboli non avevano la forza, per gli altri non era la stessa cosa.
Non solo condizionavano la politica, ma la guidavano.
E fra questi
motivi c'era un'altra questione scottante di cui abbiamo già parlato lo scorso
anno. Dopo mesi dalla proposta di SULLO (DC, finito in disgrazia, infilzato
dalla stessa DC) il Ministro dei lavori pubblici PIERACCINI (socialista) aveva
ripresentato un nuovo Piano Urbanistico. Alla concessione del diritto di
superficie sui terreni espropriati e urbanizzati Sullo proponeva una vendita
all'asta e su questi terreni disciplinare le costruzioni dei privati.
Ne venne fuori una disputa tesissima, ma Moro comunicò pacatamente - sdegnando
perfino SARAGAT- che il presidente della Repubblica SEGNI non avrebbe mai
firmato la "nazionalizzazione della casa". Poi c'erano le affermazioni di
Giolitti, e quelle di Colombo che nessuno aveva dimenticato. La disfatta
pretestuosa fu totale.
"Roma. Ecco
il risultato dello scrutinio segreto sul capitolo 88 del bilancio della pubblica
istruzione: presenti 505, votanti 449; maggioranza 225: sì 221; no 228; astenuti
56. La Camera ha così respinto il mantenimento nel bilancio dello stato del
capitolo 88 riguardante lo stanziamento di 149 milioni a favore della scuola
media non statale" (Comun. Ansa,del 25 giugno, ore 21.36)
"Noi socialdemocratici non potevamo votare per un bilancio quando lo stesso
ministro del bilancio GIOLITTI, del Psi non lo votava" (Ib. ore 21.45)
Ma i conti non
tornano! La legge l'8 giugno era già passata al Senato, i socialisti si erano
astenuti ma avevano poi dato l'approvazione. Alla Camera le cose presero
un'altra piega. I socialisti si astenevano, e i repubblicani pure. "Nonostante
ciò i democristiano sarebbero dovuti essere teoricamente in grado con i loro
soli voti, a far superare al capitolo 88 anche lo scoglio della Camera. Invece,
conti alla mano, una decina di parlamentari DC devono essere venuti meno alla
disciplina di gruppo, votando contro. (Ib. ore 20.15)
E' un momento
in cui non si capisce da che parte sta in questo momento Moro, di sinistra lo
era, ma qui pende a destra. Da qui lo sdegno di SARAGAT. Moro stava nuovamente
salvando i palazzinari, e non ha dimenticato che alle ultime elezioni i liberali
che avevano inveito contro la legge Sullo usando pressappoco la stessa frase ("è
la fine della proprietà privata della casa") dieci giorni dopo alle urne presero
il doppio dei voti (un opportunistico atteggiamento quello di Moro che sembra
dar fuoco alle polveri degli scontenti e di quelli che temono le sterzate
brusche nel paese)
Inoltre Moro sa che SEGNI è ossessionato dallo spettro di una specie di
bolscevismo edilizio. E il Presidente della repubblica, non ha certo simpatie
per la sinistra, abbiamo visto con quali appoggi è salito al Quirinale, con i
determinanti voti del MSI e dei monarchici; e a mandarcelo fu proprio Moro,
bocciando la proposta avanzata da Saragat, di ritirarsi entrambi dalla
competizione.
26 GIUGNO dopo il no alla fiducia alla Camera,
Moro si dimette. "Il segretario del Psdi, MARIO TANASSI, al termine di un
incontro con Moro, ha dichiarato ai giornalisti "In questa situazione il governo
non può stare in piedi" (Com. Ansa, ore 11.30)
Cosa succede
in queste ore rimane un mistero della Repubblica Italiana. Una cosa è certa,
Moro viene a sapere che Segni stava interpellando continuamente il Presidente
del Senato CESARE MERZAGORA (nominato proprio lo scorso anno da Segni, senatore
a vita). Sta andando quindi in fumo tutto il suo lavoro di due anni. Infatti il
giorno dopo, il
27 GIUGNO.....
Merzagora fa gia' alcune ammissioni dopo i colloqui: monta in cattedra ed invoca
"é necessario un governo di emergenza"; Ma di emergenza cosa? - si chiede forse
Moro - che sta per essere messo da parte. Nello stesso tempo ANTONIO GIOLITTI
(PSI) sta portando a conoscenza il suo piano di sviluppo economico che ha una
durata di cinque anni; vi si contemplano varie riforme che a Moro indubbiamente
non piacciono proprio per niente. Ma non piacciono nemmeno a Segni e non sono
gradite a tutta la corrente democristiana dorotea, perfino dentro il PSI
e a una parte degli autonomisti socialisti. Quindi Giolitti con le sue riforme
ha solo un virtuale appoggio dei fanfaniani e dei lombardiani. Ma
come vedremo riceverà una bella spallata.
29 GIUGNO - Un grosso "altolà" ai socialisti
(ma sembra un vero e proprio ricatto) arriva dalla direzione della DC (quasi
tutta dorotea). E' una guerra totale dichiarata ai comunisti e
pregiudizialmente ai socialisti. Infatti li si minaccia affermando
perentoriamente che la loro collaborazione a un futuro governo potra' esserci
solo se il PSI si ritira da tutte le giunte d'Italia dove governa assieme al
PCI. Che non sono poche e sono distribuite nel Paese in alcune grandi citta'.
Questo significa che la riforma della scuola statale, l'attuazione delle
regioni, e la riforma urbanistica, se si farà, i comunisti in giro
non avranno nemmeno una sedia dentro le giunte. Liquidati!
(Questa stessa proposta la farà molti anni dopo anche a CRAXI; fu lui a opporsi
di "liquidare" i comunisti con il "ricatto" di ZACCAGNINI - vedi luglio 1979).
2 LUGLIO -
Dall'estero intanto, piu' precisamente
dalla Germania , Der Spiegel e altri giornali, pubblicano alcune
impressioni del governo tedesco (ministro dell'economia) dove si afferma che
"...in Italia ci sono nel "Palazzo" idee politiche stravaganti alle quali
bisogna saper rinunciare" e che alcuni prestiti che dovrebbero andare all'Italia
non hanno nessuna garanzia". Non è ben visto insomma un governo di
centrosinistra.
3 LUGLIO
- "Il Presidente della Repubblica
Segni ha conferito all'on. Aldo Moro l'incarico di formare il nuovo governo"
(Com. Ansa, ore 21.41)
5 LUGLIO - Si registrano dissensi all'interno
del PSI; si discutono alcune posizioni sul piano programmatico presentato da
Giolitti. SANDRO PERTINI, riguardo all'appoggio, sostiene che questo deve essere
fatto solo con un appoggio esterno. Mentre ci sono punti fermissimi per quanto
riguarda la riforma della Scuola, l'attuazione delle Regioni e la solita spina
nel fianco: la tanto discussa Riforma Urbanistica.
13 LUGLIO - Ma l'incomprensione e' totale, tutti
gli incontri e le trattative fra DC, PSI, PSDI, PRI falliscono proprio sulle
Regioni, sulla riforma della Scuola e sull' Urbanistica; a condizionare il tutto
ci sono le ossessioni e gli spettri di Segni. Che ad ogni accenno di queste cose
è furibondo, ha dei veri e propri scatti d'ira.
14 LUGLIO - Merzagora si reca un'altra volta da
Segni. E'' una emergenza? E di che genere? Si teme qualcosa?- Forse. Infatti i
personaggi che salgono al Quirinale non sono più politici ma colonnelli e
generali).
15 LUGLIO
- "Roma - Il presidente della repubblica ha avuto
un colloquio col capo di stato maggiore dell'esercito, generale ALDO ROSSI".
(Com. Ansa, ore 12,15)
( " " ) - "Roma - Il presidente della repubblica Segni ha ricevuto al
Quirinale il comandante dell'Arma dei Carabinieri, Generale GIOVANNI DE LORENZO"
(Ib. ore 14.35).
I comunicati stampa di sopra dimostrano che non erano poi tanto un mistero
questi incontri.
De Lorenzo ricordiamo era a capo del SIFAR dal 1955 fino al 1962 quando fu messo
a capo delle tre divisioni dell'Arma.
Per questi
strani movimenti Segni dirà dopo, che era preoccupato per la crisi economica e
aveva timori per l'ordine pubblico. Mentre gli italiani in questi giorni
sapevano ben poco cosa stava accadendo nel Palazzo. Nel dibattito del 19 luglio
un giornale come Il Giorno, in prima pagina gli riservava 16 righe in
una sola colonna in fondo, tutte le prime pagine erano dedicate al calcio dei
mondiali.
Nel pomeriggio del 15 si tiene una riunione in una casa privata dei dirigenti
della DC, Moro, Rumor, i due capogruppo del Senato e della Camera Zaccagnini e
Gava. Fuori non trapela nulla.
16 LUGLIO - "Roma - Aldo Moro è stato ricevuto
dal presidente della repubblica al Quirinale" (Com. Ansa, ore 12,45)
16 LUGLIO Altro incontro segreto di MORO,
ZACCAGNINI, RUMOR e GAVA con il generale DE LORENZO e il capo della Polizia
ANGELO VICARI. Compreso il governatore della Banca d'Italia GUIDO CARLI.
Indubbiamente una emergenza doveva esserci nell'aria. (vedi giorno 23) Ma venne
la notte, che portò consiglio. A chi, non lo sapremo mai.
18 LUGLIO - Improvvisamente come per incanto,
per la formazione del nuovo governo fra gli esponenti della DC e quelli del
centrosinistra (PSI, PSDI, PR) viene trovato un accordo, soprattutto con i
socialisti di NENNI; la direzione della DC subito il mattino dopo ratifica:
"Roma - Abbiamo avuto i necessari chiarimenti e approfondimenti. La
ricostituzione della coalizione intende contrastare la tendenza alla
radicalizzazione della vita politica italiana ed evitare il rischio della
dissociazione e dell'impotenza degli istituti democratici" (Com. Ansa, ore
11.13)
18 LUGLIO - In casa PSI, alla direzione, invece
si litiga ancora, ci sono baruffe proprio su quel programma che ha in mano ora
la DC. Lombardi non e' per niente d'accordo. Ma contro di lui c'è la corrente
autonomista con a capo GIACOMO MANCINI (lui il capo corrente di un gruppo di
autonomisti) che con la DC è pienamente d'accordo sul programma. Fra l'altro gli
hanno offerto di fare il Ministro dei lavori pubblici e a NENNI gli si e'
offerta la vicepresidenza del consiglio(!).
MANCINI non ha certo le stesse idee di LOMBARDI che rifiuta con i suoi seguaci
di entrare in quel governo e perfino di appoggiarlo. E' rottura e si deve (o lo
fanno) dimettere. L'insofferenza reciproca e la baruffa che segue porta alla
definitiva rottura.
22 LUGLIO -
Moro e' gia' pronto con il suo
governo. C'e' dentro una buona schiera di dorotei, non mancano gli
andreottiani, e sono del tutto scomparsi i fanfaniani e insieme i
lombardiani del PSI. Scomparso e con nessuno incarico addirittura
GIOLITTI. Liquidati tutti coloro che volevano riforme ritenute bolsceviche e
troppo drastiche; vincono invece i moderati che sono per una politica economica
deflazionistica (in effetti non vogliono alienarsi i grandi proprietari
terrieri, i "baroni" della scuola, nè vogliono decentralizzare creando le
regioni).
Ed ecco che
arriva il consorte di IDEA SOCIALISTA che fa "bene come il Duce" con....
BENEDUCE. (non è un bisticcio di parole, ma la realtà)
Infatti, non erano
d'accordo i grandi gruppi privati, che invece volevano una stabilita' monetaria
senza deflazione, e affermavano che in una economia moderna l'essenziale era di
garantire i bilanci in ordine.
Alcuni grandi
gruppi industriali chiedevano in pratica un comportamento morbido. Un
atteggiamento diverso verso chi stava guidando i grandi complessi dell'economia
del Paese. Stavano infatti operando con grande abilita' finanziaria nel
concentrare aziende, per poi creare delle grandi strutture che - sostenevano
loro - solo queste potranno tamponare le varie crisi.
Nell'aria c'e' gia' qualcosa in tal senso. Spuntano gia' i primi grandi affari,
IMI, IRI, BIN, (tutte cose Mussoliniane, di Beneduce), Mediobanca, Fiat, Pirelli,
La Centrale, infine sul "piatto Italia" compare anche l'appetitosa grande
azienda del momento: la Olivetti. Ma siamo ancora nell'alta borghesia padronale,
quella che ha solide tradizioni finanziarie alle spalle e un management
qualificato, con dei grandi registi al suo interno e all'esterno.
Ma i nomi delle famiglie di alcune grandi aziende iniziano a essere privi di
significato. Dietro non hanno piu' un proprietario, ma diventano solo aziende
che iniziano a passare da una società e da una finanziaria all'altra. Un
realistico grande Monopoli, dove c'e' un grande regista con buon senso e con
tanto freddo coraggio: ENRICO CUCCIA, un vero imperatore dentro la storia del
capitalismo italiano di questi anni, con un ruolo molto importante nella sua
crescita e nel suo sviluppo. Uno dei primi a conoscere e ad approfondire le
teorie di Keynes, quindi ottimi, preziosi e spesso decisivi i suoi suggerimenti,
quando inizia i rapporti con il grande capitalismo italiano; quello ancora
efficiente, solido come capitali nella propria cassaforte e soprattutto ancora
produttivo; e Cuccia li conosce tutti, e sa anche da dove sono partiti, cosa
hanno avuto, e cosa hanno (poco) dato.
(Ancora nel 1950, non esisteva una lista delle aziende che avevano ricevuto i
forti contributi delle partecipazioni finanziarie del fascismo (Iri, Imi, ecc.-
Vedi
LA GRANDE ABBUFFATA
) Per Cuccia il suo ideale è sempre stato quello di fare il finanziere puro
(apolitico come lo era un tempo suo suocero) ma la sua grande vocazione era e
rimase (come il suocero) quella di "giocare" (inteso alla Neumann - vedi Teorie
dei giochi) a Monopoli, cioe' costruire grandi aziende, garantire i bilanci in
ordine, col pieno impiego e non con la disoccupazione, ed infine con la
stabilita' monetaria senza deflazione (operando con grande onestà come il
suocero che non prese mai una lira dall'amministrazione pubblica ma solo dalle
partecipazioni a società private - che ovviamente si sdebitavano).
Non dobbiamo dimenticare che Cuccia ha sposato Idea Socialista Beneduce, che non
è un bisticcio di parole, ma la sua consorte si chiama proprio così, ed è la
figlia di ALBERTO BENEDUCE (di forte "Fede Socialista" (fino al punto di dare
dopo il primo anche quest'altro nome ad un'altra figlia) mai stato fascista, pur
essendo l'abile economista di Mussolini, che salvò l'Italia dal caos. Lui a
inventarsi, l'IMI, l'IRI, le Partecipazioni Statali e la BIN (il gruppo di
Banche d'Interesse Nazionale).
(Ma e' interessante leggere chi era
ALBERTO BENEDUCE, QUI
)
Ma stavano nascendo
nel frattempo tutto intorno e all'improvviso i gineprai delle scatole cinesi, le
finanziarie, le societa'', dove c'erano in certi casi solo "aziende assistite" e
dentro ad ognuna c'era di tutto: biscotti fusi nell'alluminio, gelati sciolti
nel cemento, petrolio con dentro il granoturco, giornali inzuppati nei pomodori
pelati ecc ecc.
Un caleidoscopio dove si mischiavano gli specchietti colorati, quelli che
mettevano dentro gli improvvisati rampanti per vederci dentro per un attimo il
loro straordinario colorato mondo narcisistico, la loro potenza in terra. Alcuni
si illuderanno per anni, altri per mesi e altri ancora solo per un attimo
voleranno in alto e poi cadranno subito giu' nella lava dei crateri bancari, o
fuggiranno all'estero, o assaggeranno le galere, o si impiccheranno sotto un
ponte o si spareranno un colpo alla tempia dentro i loro dorati palazzi, o si
sveneranno o infileranno la testa dentro un sacchetto di plastica in qualche
cella (Tangentopoli '92). Uomini forti fuori, deboli dentro.
Avventurieri che giocano con i grandi capitali, assorbono o cedono aziende ma
senza una lira in tasca, ma solo con montagne di carte. Carte che spesso giocano
sui tavoli della finanza facendo dei grandi bluff.
I migliori, la selezione naturale, li risparmia, ma perchè hanno come
consigliere Cuccia che opera in un modo molto diverso. Finirà il capo di
Mediobanca col diventare l'uomo che cercherà di dare una dignità tecnica (come
il suocero) agli affari del grande capitalismo. Ma davanti ai "rampanti", ai
megalomani, va cauto, lui non perdona certi avventurieri, li lascia nel loro
brodo, e come vedremo, alcuni, in questo brodo ci annegheranno.
Personaggi come Cefis, Schimberni, prima si faranno aiutare da Cuccia, poi con
una cupidigia mal dissimulata credettero di essere diventati onnipotenti e di
poter camminare con le loro gambe, alimentando le loro manie di grandezze
......in una posizione di comodo... senza rischiare nulla.
Usando sempre lo Stato faranno assistere col denaro pubblico le loro scatole
cinesi, le società fantasma, le cattedrali nel deserto. Poi si creeranno prima
un impero dentro lo Stato rifilando ai privati le aziende peggiori e assorbendo
con l'acqua alla gola le migliori, poi creati i propri personali imperi fuori
dallo Stato, ne uscirono e agirono all'incontrario: le migliori se le terranno
strette loro e le peggiori le rifileranno allo Stato.
(a un'azienda prospera si toglievano le commesse dello Stato e i salvataggi,
mentre a un'azienda in crisi svenduta a un privato, dopo, all'improvviso, questa
riceveva tutte le commesse delle altre aziende, private, dello stato e anche le
sovvenzioni per gli investimenti).
Cuccia in quelle occasioni fece capire a tutti il cancro che stava nascendo; che
la corruzione pubblica si sarebbe diffusa. "Attenzione -
disse - il management sceglie gli azionisti, che sono poi i
clienti, così il management diventa onnipotente e non risponderà più a nessuno;
i partiti poi li ungerà e avrà tutte le coperture politiche e finanziarie che
vuole, prima dentro, e poi fuori dallo Stato".
Che profeta!
Commissione
Stragi cit. vol. cit. Commissione Beolchini, verbale della seduta del 15
febbraio 1967, pag. 242-243.
Commissione
parlamentare d'inchiesta sugli eventi del giugno-luglio 1964, Relazione di
minoranza, pag. 145.
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