Documento
originale
The Fake Persuaders Traduzione di Barbara
Cerboni Vi sono aziende
che inventano cittadini fittizi per cercare di cambiare il nostro
modo di pensare
George Monbiot
La persuasione
funziona meglio quando è invisibile. Una nuova e più efficace
strategia di mercato si sta insinuando nelle nostre coscienze,
lasciando intatta la percezione che siamo giunti alle nostre
opinioni e abbiamo fatto le nostre scelte in modo indipendente.
Questo approccio, vecchio come il genere umano stesso, negli ultimi
anni è stato perfezionato, con l'aiuto di Internet, in una tecnica
chiamata "marketing virale". Il mese scorso alcuni virus sembrano
aver ucciso il loro organismo ospite. Uno dei giornali scientifici
più importanti del mondo è stato convinto a fare qualcosa che non
aveva mai fatto prima: ha ritrattato un articolo che aveva
pubblicato.
Mentre, in passato, alcune
aziende avevano creato associazioni fittizie di cittadini per delle
campagne a favore della deforestazione o dell'inquinamento dei
fiumi, ora inventano cittadini fittizi. Messaggi presuntamente
provenienti da utenti disinteressati sono posti all'interno di
apposite mailing list nei momenti critici, diffondendo informazioni
fuorvianti nella speranza di reclutare gente reale alla causa. Il
lavoro di indagine svolto dall'attivista Jonathan Matthews e dal
giornalista free lance Andy Rowell mostra come un'azienda di
pubbliche relazioni presa in appalto dalla multinazionale delle
biotecnologie
Monsanto, ha giocato un ruolo cruciale ma invisibile
nell'indirizzare il dibattito scientifico.
La Monsanto conosce meglio di qualsiasi altra multinazionale il
prezzo della visibilità. I suoi goffi tentativi, nel 1997, di
convincere la gente del fatto di voler mangiare cibi OGM, tutto
fecero meno che liberare il mercato per le sue sementi. Determinata
a non ripetere più lo stesso errore, ha ingaggiato un'azienda che sa
come persuadere senza essere vista. La Bivings Group, specializzata
in Internet lobbyng.
Un articolo sul suo sito web intitolato "Marketing virale: come
infettare il mondo" avverte che "vi sono alcune campagne in cui
sarebbe poco opportuno o persino disastroso lasciare che il pubblico
sappia in cosa è direttamente coinvolta la vostra azienda...semplicemente
non è una mossa intelligente nel campo delle pubbliche relazioni. In
casi come questo è importante prima "ascoltare" quello che viene
detto on-line... una volta che vi siete collegati in questo mondo, è
possibile inserire su questi canali dei messaggi, che presentano il
vostro punto di vita come quello di una disinteressata terza
parte... Forse il più grande vantaggio del marketing virale è che il
vostro messaggio è posto nel contesto in cui è più probabile che sia
preso in seria considerazione." Sul sito della Bivings viene citato
un dirigente della Monsanto che ringrazia l'azienda di pubbliche
relazioni per il suo "straordinario lavoro".
Il 29 Novembre dello scorso anno, due ricercatori dell'Università
della California, Berkeley, pubblicarono un articolo sulla rivista
Nature, in cui affermavano che il mais messicano di produzione
locale era stato contaminato, da una distanza molto grande, da
polline geneticamente modificato. L'articolo fu un disastro per le
multinazionali della biotecnologia che stavano cercando di
convincere Messico, Brasile e Unione Europea ad abolire l'embargo
sulle sementi OGM. Anche prima della pubblicazione, i ricercatori
sapevano che il loro lavoro era rischioso. Uno di loro, Ignacio
Chapela, fu avvicinato dal direttore di una multinazionale
Messicana, che prima gli offrì un lussuoso posto da ricercatore se
avesse ritirato il suo articolo, e poi gli disse che sapeva dove
trovare i suoi figli. Negli Stati Uniti, al contrario, gli
oppositori di Chapela hanno scelto una diversa forma di assassinio.
Nel giorno in cui l'articolo fu pubblicato, cominciarono ad apparire
dei messaggi in una mailing list di biotecnologia usata da più di
tremila scienziati, che si chiama AgBioWorld. Il primo veniva da una
certa "Mary Murphy". Chapela fa parte del comitato di direzione del
Pesticide Action Network, e perciò lei affermava che Chapela "non è
esattamente quello che chiameresti uno scrittore non di parte". La
sua mail fu seguita da un altro messaggio da parte di "Andura
Smetacek", che affermava, a torto, che l'articolo di Chapela non era
stato revisionato da colleghi, che Chapela era "innanzitutto un
attivista", e che la ricerca era stata pubblicata in collusione con
gli ambientalisti. Il giorno seguente, una altro messaggio da "Smetacek"
chiedeva alla lista "quanti soldi prende Chapela in retribuzioni per
i suoi discorsi, in rimborsi viaggio, e altre donazioni ... per il
suo aiuto nel costruire campagne commerciali fuorvianti e basate
sulla paura?".
I messaggi da Murphy e Smetacek stimolarono centinaia di risposte,
alcune delle quali ripetevano o aggiungevano particolari alle accuse
che loro per prime avevano fatto. I vertici della biotecnologia
fecero richiesta perchè Chapela fosse licenziato a Berkeley.
AgBioWorld Lanciò una petizione additando l'articolo come "viziato
nelle sue premesse".
Effettivamente può essere rilevato qualche problema metodologico
nella ricerca che Chapela e il suo collega David Quist hanno
pubblicato, ma è improbabile che la rivista scientifica non abbia
precedenti di questo tipo. Tutta la scienza è, o dovrebbe essere,
sottoposta alla verifica ed eventualmente essere smentita. Ma in
questo caso la pressione su Nature fu così forte che il suo editore
fece qualcosa che non si era mai verificato nei 133 anni della
rivista: lo scorso mese ha pubblicato, accanto a due articoli a
sfida di quello di Quist e Chapela, una ritrattazione, in cui ha
scritto che la loro ricerca non avrebbe mai dovuto essere
pubblicata.
Quindi, la campagna contro i ricercatori ha avuto uno straordinario
successo; ma chi l'ha messa in moto? Chi sono "Mary Murphy" e "Andura
Smetacek"?
Entrambe affermano di essere comuni cittadine, senza nessun legame
con l'azienda. La Bivings Group dice che "non sa nulla di loro".
"Mary Murphy" usa un account su hotmail per mandare messaggi ad
AgBioWorld. Ma un messaggio che cerca di mettere in ridicolo gli
oppositori delle biotecnologie, spedito da "Mary Murphy" dallo
stesso indirizzo hotmail ad un'altra mailing list due anni fa,
contiene l'identificazione bw6.bivwood.com. Bivwood.com è di
proprietà di Biving Woodell, che è parte del Bivings Group. Quando
le ho scritto per chiederle se lavorava per la Bivings, e se Mary
Murphy fosse il suo vero nome, lei replicò che "non aveva legami con
l'azienda". Ma si rifiutò di rispondere alla mia domanda sulla base
del fatto che "dai suoi articoli vedo che si è già fatto le sue idee
da molto tempo sulle biotecnologie". La cosa interessante della sua
risposta è che nel messaggio che le avevo mandato, non avevo
menzionato la biotecnologia. Le avevo detto soltanto che stavo
cercando un articolo sull'internet lobbyng.
Smetacek ha dichiarato, in diverse occasioni, di vivere a "Londra" o
a "New York". Ma le liste elettorali, gli elenchi telefonici, e i
nominativi delle carte di credito sia di Londra che di New York, non
rivelano la presenza di alcuna "Andura Smetacek". Il suo nome appare
solamente in AgBioWorld e in poche altre mailing list, a cui ha
spedito parecchi messaggi che con faziosità accusano di terrorismo
associazioni come Greenpeace. Le lettere che le ho spedito non hanno
ottenuto risposta alcuna. Ma un'indicazione sulla sua possibile
identità è suggerita dal suo citare continuamente un certo "Center
For Food and Agricultural Research" [Centro per l'alimentazione e la
ricerca agricola]. Questo ente sembrerebbe non esistere, se non come
sito web, sul quale troviamo ripetute accuse, rivolte agli
ambientalisti, di usare violenza premeditata. Cffar.org è registrato
a nome di un certo Manuel Theodorov. Manuel Theodorov è "direttore
associato" al Bivings Woodell.
Anche il sito Web in cui è stata lanciata la campagna contro
l'articolo di Nature, ha suscitato dei sospetti. Il suo moderatore,
l'entusiasta professore di biotecnologie CS Prakash, afferma di non
avere legami con il Bivings Group. Ma quando Jonathan Matthews ha
provato a cercare negli archivi del sito, ha ricevuto il seguente
messaggio di errore: "can't connect to MySQL server on 'apollo.bivings.com'
[non posso connettermi al server apollo.bivings.com].
Apollo.bivings.com è il server principale del Bivings Group.
"A volte", si vanta la Bivings, "vinciamo dei premi. A volte
soltanto il nostro cliente conosce il ruolo preciso che noi abbiamo
giocato. In altre parole, a volte la gente non ha la minima idea di
essere manipolata da impostori.
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