La
vergogna della tesi ufficiale |
David Ray
Griffin: PERCHE' LA VERSIONE UFFICIALE SUL CROLLO DELLE TORRI E'
FALSA
(Tratto
da www.luogocomune.net)
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anche QUI e
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Il
crollo del World Trade Center: perchè la versione ufficiale non
può essere vera.
Questa è la traduzione integrale
del
testo originale (autorizzato) del Dr.
David Ray Griffin
intitolato: "The Destruction of the World Trade Center: Why
the Official Account Cannot Be True" pubblicato per
il www.911truth.org il 29
gennaio 2006.
Nel libro "La nuova Pearl
Harbor: domande scomode sull'Amministrazione Bush e l'11
settembre" (2004) ho riassunto dozzine di fatti e
verbali che proiettano ombre sulla versione ufficiale
dell'11 settembre. Poi, nel successivo "Rapporto
della commissione 9/11: errori ed omissioni" (2005
a), ho parlato del modo in cui questi elementi sono
stati esaminati dalla Commissione, cioè distorcendoli o
semplicemente omettendoli.
Ho poi optato per un discorso generale, esaminando
l'argomento in tutte le sue sfaccettature, nei miei
precedenti scritti e discorsi sull'11 settembre (Griffin,
2005 b e 2005 e b).[1] Questa impostazione, che espone
ogni aspetto problematico della versione ufficiale, è la
più efficace per metterla in discussione.
Tuttavia questo modo di presentare i fatti ha un grosso
limite, specialmente in discorsi ed articoli. Ciò
implica che l'esposizione di ogni singola questione
debba essere piuttosto concisa, quindi superficiale. Di
conseguenza la gente può pensare che un trattamento più
approfondito di ogni singolo aspetto potrebbe far
sembrare la versione ufficiale plausibile, dopo tutto.
In questo scritto, mi
concentro su una sola questione: perché le torri
gemelle e l'edificio 7 del World Trade Center siano
crollate.
Il vantaggio nell'adottare
questo metodo, oltre la possibilità di scendere
piuttosto nel dettaglio, è che la distruzione del World
Trade Center rappresenta una delle migliori opportunità
per comprendere la verità sull'11 settembre.
Approfondire questo aspetto ci consentirà anche di
esaminare le rivelazioni contenute nelle testimonianze
orali dell'11 settembre, che sono state registrate dal
Dipartimento dei Pompieri di New York appena dopo l'11
settembre, ma sono state rese pubbliche solo nell'agosto
del 2005.
Vorrei iniziare con la questione del perché le torri
gemelle siano crollate, e poi fare lo stesso per
l'edificio 7.
1. Il crollo delle torri gemelle
Poco dopo l'11 settembre, il presidente Bush ha avvisato
la popolazione che non avrebbe tollerato "Oltraggiose
teorie della cospirazione riguardanti e gli attacchi
dell'11 settembre" (Bush, 2001).[2] Philip Zelikow, che
ha presieduto il lavoro della commissione 9/11, allo
stesso modo ha messo in guardia contro le "Oltraggiose
teorie della cospirazione" (Hansen, 2005). Cosa vogliono
dire queste persone utilizzando tale espressione? Non
possono voler dire che dobbiamo rigettare tutte le
teorie della cospirazione sull'11 settembre, perché
anche la versione del governo è una teoria della
cospirazione, dove i cospiratori sono tutti membri di Al
Qaeda. Loro intendono solo che dovremmo rigettare le
teorie oltraggiose.
Ma cosa distingue una teoria oltraggiosa da una non
oltraggiosa? Questa è una dei temi fondamentali nella
filosofia della scienza. Quando vengono confrontati da
teorie rivali - ad esempio l'evoluzione neo- darwiniana
e l'Intelligent Design - gli scienziati e i filosofi
della scienza si chiedono quale teoria sia la migliore e
perché. Ciò che contraddistingue una buona teoria è che
essa può spiegare in modo coerente, tutti o perlomeno la
maggior parte dei fatti rilevanti senza essere
contraddetta da nessuno di essi. Una teoria è scadente
quando viene contraddetta da alcuni dei fatti rilevanti.
Una teoria oltraggiosa potrebbe essere una che venga
contraddetta da praticamente tutti fatti rilevanti.
Tenendo a mente questa definizione, diamo un'occhiata
alla teoria ufficiale riguardo le torri gemelle, che
sostiene che esse siano crollate a causa dell'effetto
combinato dell'impatto degli aeroplani e dei conseguenti
incendi. Il rapporto stilato dalla FEMA sosteneva: "Il
danno strutturale ad ogni torre causato dall'impatto,
insieme al successivo incendio, ha determinato il crollo
di ogni edificio" (FEMA, 2002).[3] Questa teoria fa
chiaramente parte di quelle oltraggiose, poiché viene
contraddetta da praticamente tutti i fatti principali.
Anche se questa conclusione può sembrare estrema,
spiegherò perché in realtà non lo è.
Nessun crollo in precedenza determinato da incendi
La versione ufficiale è resa non plausibile da due
problemi principali. Il primo è il semplice fatto che il
fuoco non ha mai - prima o dopo l'11 settembre - causato
il crollo di grattacieli con un'intelaiatura in acciaio.
I difensori della versione ufficiale menzionano
raramente, se mai lo fanno, questo semplice fatto. In
verità, quello che si suppone sia il definitivo rapporto
del NIST - il National Institute of Standard and
Technology (2005) - sottintende addirittura che i crolli
di edifici in acciaio causati dal fuoco siano eventi
normali (Hoffman, 2005). [4] Lontano dall'essere
normali, comunque, simili crolli non sono mai accaduti,
esclusi quelli presunti dell'11 settembre.
Chi difende la versione ufficiale, naturalmente,
sostiene che i crolli non sono stati causati unicamente
dagli incendi, ma da questi ultimi combinati col danno
causato dagli aerei. Le torri, comunque, sono state
progettate per sopportare l'impatto di aerei della
dimensione circa di un Boeing 767. [5] Hyman Brown, il
responsabile progettuale delle torri gemelle, dichiarò:
"Le torri sono state progettate, e con un certo margine,
per sopportare praticamente ogni cosa, inclusi
uragani,... bombardamenti, e l'impatto di un aereo" (Bollyn,
2001).
Ed anche Thomas Eager, un professore di ingegneria dei
materiali del MIT che supporta la versione ufficiale,
sostiene che l'impatto degli aerei non sarebbe stato
significativo, poiché "Non è stato perso un grande
numero di colonne dopo l'impatto iniziale e i carichi
sono stati ridistribuiti alle colonne rimanenti in
questa struttura altamente ridondante "(Eager e Musso,
2001, pp. 8-11).
Similmente, il rapporto del NIST, trattando di quanto
l'impatto degli aerei abbia contribuito al crollo, si
focalizza soprattutto sul fatto che gli aerei abbiano
rimosso buona parte del rivestimento anti-incendio
dall'acciaio. [6]
La versione ufficiale del crollo, quindi, si basa
essenzialmente sul fuoco, quindi non può essere
enfatizzato troppo il fatto che il fuoco non abbia mai
causato il crollo di grandi edifici in acciaio - mai,
sia prima il 9/11, che dopo il 9/11, o in qualunque
parte del mondo l'11 settembre, eccetto che
presumibilmente a New York - mai.
Si potrebbe sostenere, naturalmente, che c'è una prima
volta per tutto, e che un incendio davvero straordinario
possa portare ad un crollo. Esaminiamo questa idea. Come
dovrebbe essere un incendio straordinario? Date le
proprietà dell'acciaio, le fiamme dovrebbero essere
molto violente, estese, e durature. Ma gli incendi nelle
torri non hanno manifestato nessuna di queste
caratteristiche.
C'è chi ha sostenuto, per essere precisi, che le fiamme
raggiunsero un'altissima temperatura. Alcuni speciali in
televisione hanno affermato che le torri sono crollate
poichè le fiamme erano cosi alte da aver fuso l'acciaio.
Per esempio, uno speciale della BBC News riportò questa
dichiarazione di Hyman Brown: "L'acciaio fonde, e 24.000
galloni di carburante aereo hanno fuso l'acciaio".
Un'altra persona, presentata come ingegnere strutturale,
dichiarò: "E' stato il fuoco ad affossare gli edifici.
Non c'è niente sulla faccia della terra che possa
sopportare quelle temperature con quella quantità di
carburante... le colonne si fonderebbero" (Barter,
2001). [7]
Queste dichiarazioni, in ogni modo, sono assurde.
L'acciaio non fonde finché non raggiunge i 2800° Fahreneit. [8] Inoltre, un incendio alimentato da
idrocarburi, come il kerosene – vale a dire il
carburante degli aerei - può al massimo arrivare a
1700°F, cioè 1100 gradi al di sotto del punto di fusione
dell'acciaio. [9] Possiamo, di conseguenza, mettere da
parte la pretesa che le torri siano crollate in seguito
alla fusione delle colonne di acciaio. [10]
La maggior parte dei sostenitori della versione
ufficiale, in realtà, non affermano questa assurdità.
Sostengono semplicemente che le fiamme abbiano
riscaldato l'acciaio fino al punto in cui avrebbe perso
così tanta della sua capacità di resistenza da essersi
deformato. [11] Per esempio, Thomas Eager, dicendo che
l'acciaio a 1300° perde l'80% della sua resistenza,
conclude che questo debba essere quello che è successo.
Ma perché ciò sia plausibile, le fiamme sarebbero dovute
essere ancora molto violente.
Ma non lo erano. Alcuni hanno parlato, come abbiamo
visto, del kerosene. Tuttavia la maggior parte è
bruciato molto velocemente nelle enormi palle di fuoco
che si sono sprigionate dopo l'impatto degli aerei con
gli edifici, ed il resto è esaurito nel giro di dieci
minuti [12], dopo di che le fiamme diminuirono.
Fotografie delle torri 15 minuti dopo gli impatti
mostrano incendi isolati e molto fumo nero, segno della
scarsità di ossigeno. Thomas Eager, a questo proposito,
ha detto che le fiamme raggiungevano "Probabilmente solo
i 1200° o i 1300° F" (Eager, 2002).
Ci sono motivi per credere, per di più, che le fiamme
non fossero neanche così intense. Come mostrano le
fotografie, le fiamme non hanno rotto le finestre e non
si sono nemmeno propagate molto oltre i punti dove sono
cominciate (Hufschmid, 2002, p.40). Questa
documentazione fotografica è supportata dagli studi
scientifici condotti dal NIST, che ha scoperto che delle
16 colonne perimetrali esaminate, "Solamente tre colonne
hanno provato che l'acciaio raggiunse temperature
superiori ai 250°C [482°F],"e nessuna prova che alcuna
colonna del nucleo centrale avesse raggiunto anche solo
quelle temperature (2005, p.88).
Il NIST (2005) sostiene che "Non ne ha dedotto
considerazioni su scala generale, dato che le colonne
esaminate rappresentavano solo il 3% delle colonne
perimetrali e l'1% delle colonne del nucleo centrale
provenienti dai piani interessati dagli incendi ". Che
solamente una minuscola frazione delle colonne fosse
disponibile è stato dovuto, naturalmente, al fatto che
ufficiali governativi hanno venduto e spedito via
immediatamente la maggior parte dell'acciaio. In ogni
caso, le scoperte del NIST sulla base di questa
piccolissima percentuale delle colonne non sono
irrilevanti. Esse significano che qualunque speculazione
che alcune delle colonne del nucleo centrale abbiano
raggiunto temperature molto più alte sarebbe soltanto,
per l'appunto, pura speculazione non corroborata da
alcuna dimostrazione empirica.
Per di più, anche se gli incendi avessero raggiunto i
1300°F, come Eager suppone, ciò non implica che
l'acciaio avesse raggiunto quella stessa temperatura.
L'acciaio è un eccellente conduttore di calore. Mettete
a contatto un fuoco con l'estremità di una lunga sbarra
di acciaio e il calore si diffonderà rapidamente alle
altre parti, e ad altri eventuali prezzi di acciaio ad
essa
interconnessi. [13]
Perché le fiamme avessero potuto portare alcune delle
colonne d'acciaio ad una temperatura vicina a quella da
esse stesse sprigionata, sarebbero dovute essere molto
estese, in relazione alla dimensione degli edifici e
alla quantità di acciaio in essi contenuto. Le torri,
naturalmente, erano gigantesche e contenevano una enorme
quantità di acciaio. Un piccolo e localizzato incendio
di 1300° non avrebbe mai potuto portare nessuna delle
colonne di acciaio nemmeno vicina a quella temperatura,
poiché il calore si sarebbe propagato velocemente per il
resto dell'edificio.
Alcuni difensori della teoria ufficiale hanno sostenuto
che le fiamme erano indubbiamente molto grandi, e
avevano trasformato gli edifici in "Giganteschi
incendi". Ma tutte le prove contrastano questa
affermazione, specialmente se facciamo riferimento alla
torre sud, che crollò per prima. Questa torre è stata
colpita tra i piani 78 e 84, perciò è in quella regione
che sarebbero dovuti
esserci gli incendi maggiori. Brian Clark, un
sopravvissuto, ha dichiarato che quando scese fino
all'80° piano:" Potevi vedere tra i muri e le fessure
alcune fiamme... che li lambivano appena, non stava
divampando un grande incendio ma solo qualche fuoco, che
produceva un po' di fumo che fuoriusciva dai muri." [14]
Allo stesso modo, uno dei capo pompieri che raggiunse il
78° piano
notò solamente "Due focolai isolati." [15]
La torre nord, per la precisione, ha avuto degli incendi
abbastanza estesi e violenti da far si che molte persone
scelsero di lanciarsi verso la morte. Ma come sa
perfettamente chiunque possegga un camino od una stufa,
anche un fuoco che non danneggia l'acciaio o il ferro
può bruciare la carne umana. Inoltre in molti casi può
essere stato il fumo, piuttosto che il calore, a
spingere le persone a buttarsi.
In ogni caso, gli incendi, per indebolire le colonne di
acciaio, sarebbero dovuti essere non solo molto estesi e
violenti ma anche molto duraturi. [16] Alle persone è
stato raccontato che le torri sopportarono incendi di
questo tipo, ad esempio la CNN ha sostenuto che "Incendi
molto intensi abbiano bruciato per molto tempo". Ma ciò
non è accaduto. La torre nord è crollata dopo un'ora e
42 minuti dall'impatto; la torre sud è crollata dopo
soli 56 minuti.
Per comprendere quanto sia ridicola la teoria che i
brevi incendi nelle torri abbiano potuto portarle al
crollo strutturale, possiamo confrontarle con degli
altri esempi. Nel 1988, un incendio nel First Interstate
Bank Building a Los Angeles è divampato per 3.5 ore ed
ha distrutto 5 dei 62 piani dell'edificio, ma non sono
stati registrati significativi danni strutturali (FEMA,
1988). Nel 1991, un enorme incendio al Philadelphia's
One Meridian Plaza è durato 18 ore ed ha distrutto 8 dei
38 piani dell'edificio, ma, secondo il rapporto della
FEMA, anche se "travi e putrelle si piegarono e torsero
... a causa della pesante esposizione al fuoco... , le
colonne continuarono a supportare il loro carico senza
danni evidenti " (FEMA,1991). A Caracas, nel 2004, un
incendio in un edificio di 50 piani è durato 17 ore,
devastandone completamente i 20 piani della parte
superiore, tuttavia non è crollato (Nieto, 2004). E noi
dovremmo credere che un incendio durato 56 minuti abbia
portato al crollo della torre sud.
A differenza degli incendi nelle torri, inoltre, quelli
a Los Angeles, Philadelphia e Caracas sono stati
abbastanza violenti da aver distrutto le finestre.
Un altro importante paragone è rappresentato da una
serie di esperimenti fatti in Inghilterra a metà degli
anni '90, per determinare quale tipo di danno potesse
essere causato ad edifici in acciaio sottoposti ad
incendi estremamente violenti, estesi e durati molte
ore. La FEMA, nell'esaminare questi esperimenti,
osservò: "Nonostante la temperatura dei supporti di
acciaio avesse raggiunto gli 800 -900° C (1500-1700° F)
in tre dei test... non si è verificato un crollo in
nessuno dei sei esperimenti" (1988, Appendix A).
Questi paragoni smascherano l'assurdità della teoria del
NIST che le torri siano crollate poiché gli aerei
avrebbero danneggiato i rivestimenti antincendio delle
colonne d'acciaio. Queste protezioni assicurano la
protezione dall'incendio solo per poche ore, quindi
l'acciaio negli edifici di Philadelphia e Caracas
sarebbe stato esposto direttamente alle fiamme
divampanti per almeno 14 ore, ed anche in quel caso
l'acciaio non si è piegato. il NIST sostiene, nondimeno,
che l'acciaio nella Torre Sud si sia deformato perchè è
stato esposto direttamente alle fiamme per 56 minuti.
[18]
Alcuni difensori della versione ufficiale hanno
speculato che ci fosse qualcosa, relativamente alle
Torri, che le rendesse vulnerabili in maniera
particolare al fuoco. Tuttavia, queste dichiarazioni non
sono corroborate da nessuna prova. Inoltre, come Norman
Glover ha fatto notare: "Praticamente tutti i grandi
edifici sopporteranno un serio incendio nell'arco della
loro esistenza. Nessun grande edificio, alto molti
piani, è mai crollato a causa del fuoco. Il World Trade
Center stesso ne ha sopportato uno nel 1975; tuttavia,
l'edificio riscontrò danni minori ed fu riparato e
restituito alla piena funzionalità" (Glover, 2002).
Indizi molteplici di una demolizione controllata
C'è una verità capovolta a proposito del fatto che, a
parte per i supposti casi dell'11 settembre, il fuoco
non abbia mai causato il crollo di grandi edifici in
acciaio.
Questa verità è che ogni precedente crollo globale sia
stato causato dalla procedura nota come "demolizione
controllata", in cui esplosivi capaci di tagliare
l'acciaio vengono piazzati in punti strategici
nell'edificio, e detonati secondo una sequenza ben
precisa. Anche sapendo solamente che le torri sono
crollate, di conseguenza, sarebbe naturale presumere che
lo abbiano fatto a causa di esplosivi.
Questa conclusione a priori, inoltre, è supportata da
un'analisi empirica della particolare natura dei crolli.
Qui arriviamo al secondo maggiore problema della teoria
ufficiale, e precisamente, che i crolli hanno avuto
almeno undici caratteristiche che si sarebbero potute
aspettare se, e solamente se, fossero stati utilizzati
esplosivi. Le riassumerò brevemente.
Crollo improvviso: In una demolizione controllata,
l'inizio del crollo è repentino. Un momento prima
l'edificio è perfettamente immobile, poi comincia
improvvisamente a crollare. Ma l'acciaio, quando viene
scaldato, non cede ne' si piega improvvisamente. Dunque
in crolli provocati dal fuoco – se ne avessimo degli
esempi – il crollo sarebbe graduale. Le travi e le
putrelle inizierebbero a deformarsi; le colonne, se
soggette a forti sollecitazioni, comincerebbero a
piegarsi. Ma come mostrano i filmati delle torri, [19]
non si sono manifestati questi segnali, neanche nei
piani immediatamente sopra il danno causato dall'impatto
degli aerei. Gli edifici erano completamente immobili
fino all'inizio dei crolli.
Crollo verticale: La questione principale nella
demolizione controllata di un edificio alto, confinante
con altri palazzi, è che venga giu' dritto fino a
collassare sulla sua stessa base, o perlomeno vicino,
cosi da non provocare danni agli altri palazzi. L'arte
della scienza delle demolizioni controllate è incentrata
soprattutto su questo obiettivo. Come ha spiegato Mark
Loizeaux, presidente della Controlled Demolition Inc. :
"Per demolire [un edificio] come vogliamo, cosi... che
non venga danneggiata nessuna altra struttura" la
demolizione deve essere "approfonditamente pianificata",
usando "gli esplosivi adatti e la giusta sequenza nel
detonarli" (Else, 2004). [20] Se le torri, alte 110
piani, fossero cadute di lato, avrebbero causato enormi
danni a molti degli edifici degli isolati vicini. Ma le
torri sono venute giù in verticale. Di conseguenza, la
teoria ufficiale, implicando che il fuoco abbia
perfettamente imitato i crolli che altrove sono stati
prodotti solo da esplosivi sapientemente piazzati,
richiede un miracolo.
La velocità vicina alla caduta libera: Gli edifici
abbattuti dalle demolizioni controllate collassano in un
tempo vicino alla caduta libera. Ciò accade poiché
vengono meno i supporti ai piani inferiori, cosi che
quando i piani superiori crollano non incontrano alcuna
resistenza. Il fatto che i crolli delle Torri abbiano
ricalcato questa caratteristica delle demolizioni
controllate è stato menzionato indirettamente nel
Rapporto della Commissione 9/11, che ha dichiarato che
"La torre Sud è venuta giù in 10 secondi" (Kean e
Hamilton, 2004, p.305) [22]. Gli autori del rapporto,
evidentemente, non hanno pensato che la rapidità del
crollo potesse contrastare con la versione ufficiale,
conosciuta come "effetto pancake".
Secondo questa teoria, i piani sopra quelli che sono
stato indeboliti dall'impatto dell'aereo, sono crollati
sui piani inferiori, innescando una reazione a catena, e
determinando lo schiacciamento di tutti i piani.
Ma se questo fosse ciò che è accaduto, i piani
inferiori, col loro carico di acciaio e cemento,
avrebbero offerto resistenza. I piani superiori non
sarebbero potuti crollare attraverso quelli inferiori
come se fossero in caduta libera. Comunque, i filmati
dei crolli mostrano che le macerie in linea col profilo
dell'edificio crollavano alla stessa velocità di quelle
all'esterno [23] (Jones, 2006). Come spiega l'architetto
e fisico Dave Heller (2005) :
I piani non possono essersi schiacciati. Gli edifici
sono crollati troppo velocemente. I solai avrebbero
dovuto cedere simultaneamente, per arrivare a terra in
un tempo cosi ridotto. Ma in che modo? In quello
[conosciuto come la demolizione controllata], ogni piano
di un edificio viene distrutto appena prima che il piano
sopra lo stia per colpire. Dunque, i piani cedono allo
stesso tempo, virtualmente in caduta libera. (Garlic and
Glass 6)
Crollo globale: La versione ufficiale è ancora più
vistosamente contraddetta dal fatto che i crolli sono
stati totali: queste torri di 110 piani si sono
trasformate in ammassi di detriti alti giusto pochi
piani. Com'è stato possibile? Il nucleo centrale di ogni
torre era costituito da una struttura reticolare con 47
imponenti colonne portanti in acciaio. [24] Secondo
l'"effetto pancake", sono venute a mancare le colonne
orizzontali di acciaio di supporto alle colonne
verticali. Ma se è successo questo, le 47 colonne
verticali del nucleo centrale starebbero ancora in
piedi. La Commissione 9/11 se ne è uscita con un'ardita
soluzione a questo problema. Ha semplicemente negato
l'esistenza delle 47 colonne d'acciaio, dicendo: "Il
nucleo centrale degli edifici era un pozzo d'acciaio
cavo, che conteneva gli ascensori e le scale" (Kean and
Hamilton, 2004, 541 note 1). Voila'! Senza le 47 colonne
del nucleo centrale, il problema principale scompare.
Il Rapporto del NIST ha provato a spiegare questa che è
la questione più pesante, sostenendo che quando i piani
sono crollati, hanno fatto pressione sulle colonne,
portando all'instabilità delle colonne perimetrali. Ciò
ha poi aumentato il carico gravitazionale sulle colonne
del nucleo centrale, che erano state indebolite in
precedenza da fiamme terribilmente alte, che, secondo il
NIST, hanno raggiunto i 1832°, e questa combinazione di
fattori in qualche modo ha portato al "crollo globale" (NIST,
2005, pp.28, 143).
Questa teoria deve affrontare due problemi. Primo,
l'affermazione del NIST riguardante la presenza di
incendi molto caldi nel nucleo della struttura manca
completamente di prove. Come abbiamo già visto, i loro
studi non presentano prove riguardo al fatto che le
colonne esterne avessero raggiunto temperature anche
solo di 482°F (250°C), quindi la loro teoria richiede
un'aggiunta puramente speculativa di più di 1350°F.[25]
Secondo, anche se questi eventi fossero avvenuti, il
NIST non spiega per quale motivo essi avrebbero dovuto
provocare un crollo totale. Il rapporto del NIST
asserisce che il cedimento strutturale si sia verificato
tanto nelle colonne del nucleo interno, quanto in quelle
del perimetro esterno, ma questa rimane una pura
asserzione. Non c'è alcuna spiegazione plausibile del
motivo per cui le colonne, anche se avessero raggiunto
tali temperature, dovrebbero essersi spezzate o anche
solo deformate tanto da causare un crollo totale ad una
velocità quasi pari a quella di caduta libera.[26]
Acciaio tagliato: nelle demolizioni controllate di
edifici a struttura in acciaio gli esplosivi sono usati
per tagliare a pezzi colonne e travi di questo metallo.
Un rappresentante della Controlled Demolition, Inc. ha
affermato che lo RDX, uno degli esplosivi usati
normalmente, taglia l'acciaio "come un rasoio taglia un
pomodoro". Oltretutto, l'acciaio non è semplicemente
tagliato, ma è tagliato in pezzi sufficientemente corti
da poter essere gestiti facilmente. Come la Controlled
Demolition, Inc. afferma nella sua pubblicità: "I nostri
sistemi DREXSTM segmentano i componenti in acciaio in
pezzi di un peso tale da poter essere sollevato dagli
strumenti disponibili".[27]
Questa peculiarità delle demolizioni controllate sembra
essere stata presente in qualche modo anche nei crolli
delle Torri Gemelle. Dopo aver studiato varie fotografie
della scena del crollo, Jim Hoffman (2004) ha affermato
che molto dell'acciaio sembrava "tagliato in pezzi
facilmente caricabili dai macchinari usati per ripulire
Ground Zero.[28]
Polverizzazione del cemento e di altri materiali:
un'altra caratteristica delle demolizioni controllate è
la produzione di grandi quantità di polvere, dato che
gli esplosivi abbastanza potenti da tagliare l'acciaio
polverizzano il cemento e la maggior parte degli altri
materiali non metallici in piccole particelle. Hoffman
(2003) riporta che "quasi tutti i componenti non
metallici delle torri sono stati polverizzati in polveri
fini." [29] Questa osservazione è stata fatta anche dal
Colonnello John O'Dowd della U.S. Army Corps of
Engineers. "Al WTC", ha detto su History Channel,
"sembrava che tutto si fosse polverizzato" (History
Channel, 2002).
Questo fatto crea un problema alla teoria ufficiale,
secondo la quale l'unica energia presente era quella
gravitazionale. Quest'energia sarebbe stata sufficiente
a rompere la maggior parte del cemento in pezzi
piuttosto piccoli, ma non si sarebbe neanche avvicinata
alla quantità necessaria a trasformare il cemento e
quasi tutti i componenti non metallici degli edifici in
minuscole particelle di polvere.
Nuvole di polvere: un'altra caratteristica comune nelle
demolizioni controllate è la produzione delle nuvole che
si vedono quando le esplosioni gettano le polveri fuori
dall'edificio con grande energia. I crolli delle torri,
come si può notare confrontando i vari filmati presenti
sul web, hanno prodotto nuvole molto simili a quelle
prodotte dalle demolizioni controllate di altre
strutture, come ad esempio il Seattle's Kingdome.
L'unica differenza è che le nuvole prodotte durante il
crollo delle torri erano in proporzione molto più
grandi. [30]
Il problema dell'origine dell'energia necessaria si
presenta nuovamente. Hoffman (2003), basandosi
sull'espansione della nuvola di polvere della Torre
Nord, calcola che l'energia richiesta anche solo da
quest'espansione, ignorando quella necessaria a tagliare
l'acciaio e polverizzare il cemento ed altri materiali,
eccedeva di almeno 10 volte l'energia gravitazionale
disponibile.
Il resoconto ufficiale, quindi, implica una grave
violazione delle leggi della fisica, una violazione che
diventa anche più grave se includiamo l'energia
necessaria a polverizzare il cemento (senza contare
quella richiesta per tagliare l'acciaio).
Oltre all'enorme quantità di energia necessaria, un
altro problema della teoria ufficiale è che l'energia
gravitazionale non basta a spiegare la produzione di
queste nuvole di polvere. Questo è evidente soprattutto
nei primi secondi dell'evento. Hoffman afferma: "Sono
visibili dense nuvole di cemento polverizzato emesse nei
primi 2 secondi, quando il moto relativo della cima
della torre rispetto alla porzione intatta era solo di
pochi piedi al secondo". [31]
Jeff King (2003) similmente dichiara: "[Una grande
quantità di] finissima polvere di cemento è stata emessa
dalla cima dell'edificio nei primi istanti del crollo...
[quando] le lastre di cemento [si stavano] scontrando
una con l'altra a [solo] 20-30 mph".
L'importanza della dichiarazione di King può essere
apprezzata contrapponendola all'affermazione di Shyam
Sunder, investigatore capo del NIST, secondo la quale
nonostante le nuvole di polvere prodotte durante i
crolli delle Torri Gemelle possano dare l'impressione di
una demolizione controllata, "è l'effetto "pancaking"
dei piani che dà quest'impressione" (Popular Mechanics,
2005). Il "pancaking", secondo la teoria ufficiale
difesa da Sunder, cominciò in corrispondenza del piano
sottostante i fori provocati dall'impatto degli aerei di
linea. Come fa notare King, questa teoria non può
sostenere il fatto che, come rivelato dalle fotografie e
dai video, le nuvole di polvere siano state prodotte
molto più in alto delle zone di impatto.
Getti orizzontali: un'altra caratteristica comune nelle
demolizioni controllate è l'espulsione orizzontale di
altri materiali, oltre alla polvere, in corrispondenza
delle zone dell'edificio nelle quali sono stati attivati
gli esplosivi. Nel caso delle Torri Gemelle, le foto e i
video mostrano che "pesanti pezzi d'acciaio sono stati
lanciati in tutte le direzioni a distanze di 500 piedi,
mentre i rivestimenti di alluminio sono stati sparati
fino a 700 piedi dalle torri" (Paul e Hoffman, 2004,
p.7). Tuttavia l'energia gravitazionale è, ovviamente,
verticale, quindi non può neanche cominciare a spiegare
questi getti orizzontali.
Anelli di demolizione: ancora un'altra
caratteristica delle demolizioni controllate indotte da
esplosioni sono gli anelli di demolizione, ossia una
serie di piccole esplosioni che corrono rapidamente
attorno all'edificio. Anche questa peculiarità si è
manifestata nel crollo delle torri. [32]
Rumori prodotti dalle esplosioni: l'uso degli esplosivi
per provocare crolli ovviamente produce rumori. Come
tutte le caratteristiche precedenti, a parte l'acciaio
tagliato, anche questa è stata notata da testimoni.
Infatti, come vedremo più avanti, ci sono molte
testimonianze dell'esistenza di tali esplosioni prima e
durante il crollo delle torri.
Acciaio fuso: l'undicesima caratteristica che sarebbe
lecito aspettarsi solo se degli esplosivi fossero stati
utilizzati per tagliare le colonne d'acciaio sarebbe
l'acciaio fuso; la sua presenza sul sito del crollo del WTC è stata riportata da molti testimoni, incluse le due
figure principali implicate nella procedura di
asportazione delle macerie, Peter Tully, presidente
della Tully Construction, e Mark Loizeaux, presidente
della Controlled Demolition, Inc.
Tully ha detto di aver visto pozze di "acciaio
letteralmente fuso" al sito del crollo. Loizeaux ha
affermato che molte settimane dopo l'11 settembre,
quando si stavano rimuovendo le macerie, sono stati
trovati "hot spots di acciaio fuso in corrispondenza del
fondo dei vani degli ascensori delle torri principali
fino al settimo piano interrato" (entrambe le
affermazioni sono riportate in Bollyn, 2004). [33]
Inoltre Leslie Robertson, ingegnere strutturale capo per
le Torri Gemelle, ha affermato: "21 giorni dopo
l'attacco, gli incendi stavano ancora bruciando e
l'acciaio fuso scorreva ancora" (Williams, 2001). La
giornalista del Knight-Ridder Jennifer Lin, citando Joe
"Toolie" O'Toole, un vigile del fuoco del Bronx che ha
lavorato per molti mesi prestando soccorso e rimuovendo
le macerie, ha scritto: "Gli incendi sotterranei hanno
imperversato per mesi. O'Toole ricorda di aver visto, in
febbraio, una gru sollevare verticalmente una trave
d'acciaio dalle profondità delle catacombe di Ground
Zero. 'Gocciolava acciaio fuso' ha detto" (Lin, 2002).
Greg Fuchek, vice presidente del settore vendite della
LinksPoint, Inc., che ha fornito parte delle
attrezzature informatiche usate per identificare i resti
umani ritrovati, ha descritto le condizioni lavorative
come "infernali", in parte perchè per sei mesi la
temperatura del suolo variava tra 600 e più di 1500
gradi Fahrenheit. Fuchek ha aggiunto che "a volte,
quando un
lavoratore estraeva una trave d'acciaio dalle macerie,
dall'estremità gocciolava acciaio fuso." [34]
Questa testimonianza è molto importante, dato che
sarebbe difficile immaginare che cosa, oltre agli
esplosivi ad alto potenziale, avrebbe potuto causare lo
scioglimento dell'acciaio.
L'importanza della natura dei crolli, come è stata
delineata da queste 11 caratteristiche, è dimostrata dal
fatto che i tentativi di difendere la teoria ufficiale
tipicamente ne ignorano la maggior parte. Per esempio un
articolo su "Popular Mechanics" (2005), tentando di
smontare quelli che definisce alcuni dei miti più
diffusi sull'11 settembre creati dai "teorici
cospirazionisti", ignora completamente la rapidità, la
verticalità e il carattere improvviso e totale dei
crolli, evitando anche di menzionare le testimonianze
riguardanti l'acciaio fuso, gli anelli di demolizione e
i suoni delle esplosioni. [35]
2. Testimonianze riguardanti le esplosioni e relativi
fenomeni nei resoconti orali sull'11settembre
La maggior parte di queste 11 caratteristiche – tutte
tranne il taglio delle colonne centrali e l'acciaio fuso
nelle fondamenta – sono tali che, se verificatesi prima
o durante i crolli delle torri, possono essere state
osservate dalle persone presenti nell'area. Infatti sono
state raccolte testimonianze riguardanti questi fenomeni
fin da subito dopo l'11 settembre da giornalisti, [36]
pompieri, [37] ufficiali di polizia, [38] persone che
hanno lavorato nelle torri, [39] e un importante esperto
di esplosivi, Van Romero, [40] che ha affermato il
giorno stesso, dopo aver visto i video, che i crolli non
solo ricordavano quelli prodotti da implosioni
controllate, ma dovevano essere stati causati da "alcuni
congegni esplosivi all'interno degli edifici" perché
erano "troppo metodici" per essere risultati casuali
degli impatti degli aerei (Uyttebrouck, 2001). [41]
Alcune di queste testimonianze erano di grande
rilevanza, anche se poche e sparse. Nessun sostanzioso
gruppo di testimonianze è stato reso prontamente
accessibile.
Tuttavia questa situazione è cambiata in modo drastico.
Poco dopo l'11 settembre il New York Fire Department ha
registrato oltre 500 resoconti orali nei quali i vigili
del fuoco e i tecnici per le emergenze mediche hanno
riportato le esperienze vissute quel giorno. [Gli
Emergency Medical Services sono diventati una divisione
interna al Fire Department (Dwyer, 2005a).]
L'amministrazione del sindaco Bloomberg rifiutò però di
renderle pubbliche. Tuttavia il New York Times, insieme
a molti famigliari delle vittime dell'11 settembre, fece
causa e, dopo un lungo processo, la Corte d'Appello di
New York ordinò alla città di rilasciare questi
resoconti orali, cosa che fece nell'agosto 2005 [42] (Dwyer,
2005b). Il Times li ha poi resi pubblicamente
disponibili (NYT, 2005). [43]
Questi resoconti orali contengono moltissime
testimonianze che raccontano di esplosioni e relativi
fenomeni tipici delle demolizioni controllate. Riporto
di seguito qualche esempio.
Esplosioni
Molte persone hanno raccontato di esser state testimoni
di un'esplosione di poco antecedente il crollo di una
delle torri. John Sudnik, comandante dei vigili del
fuoco, ha affermato: "abbiamo sentito... qualcosa che
dal rumore sembrava un'esplosione molto rumorosa, quindi
ho guardato verso l'alto e ho visto la torre due che
cominciava a crollare" (NYT, Sudnick, p.4).
Molte persone hanno raccontato di esplosioni multiple.
Il paramedico Kevin Darnowski ha detto: "Ho sentito tre
esplosioni, poi... la torre due ha iniziato a venir giù"
(NYT, Darnowski, p.8).
Il vigile del fuoco Thomas Turilli ha detto: "sembrava
quasi il rumore di bombe che esplodevano, tipo boom,
boom, boom, circa sette o otto" (NYT, Turilli, p.4).
Craig Carlsen ha affermato che lui e altri vigili del
fuoco sentirono "esplosioni provenienti da... la torre
sud. ... Ci sono state circa dieci esplosioni. ...
Abbiamo quindi capito che l'edificio aveva iniziato a
crollare" (NYT, Carlsen, pp.5-6).
Il vigile del fuoco Joseph Meola ha detto: "sembrava che
l'edificio stesse esplodendo su tutti e quattro i lati.
Abbiamo proprio sentito gli scoppi" (NYT, Meola, p.5).
Anche il paramedico Daniel Rivera ha menzionato gli
"scoppi". Quando gli è stato chiesto come avesse saputo
che la torre sud stava crollando, ha detto:
"Era un rumore del diavolo. All'inizio ho pensato che
fosse – avete mai visto le demolizioni controllate, dove
piazzano delle cariche su certi piani e poi sentite
"Pop, pop, pop, pop, pop"? ... Pensavo fosse quello."
(NYT, Rivera, p.9)
Inizio del crollo al di sotto della zona d'impatto e
degli incendi
Secondo il resoconto ufficiale, l'effetto "pancaking" è
iniziato quando i piani sovrastanti il buco causato
dall'aereo sono caduti sui piani sottostanti. Alcuni
testimoni hanno invece riportato che il crollo della
torre sud è iniziato più in basso.
Timothy Burke ha detto che "l'edificio è scoppiato, più
in basso dell'incendio... Ho pensato 'o mio dio, c'è un
congegno secondario' per il modo in cui l'edificio è
esploso. Ho pensato che fosse un'esplosione" (NYT, Burke,
pp. 8-9).
Il vigile del fuoco Edward Cachia ha affermato: "Ha
ceduto ad un piano più basso, non in corrispondenza del
piano dove ha l'aereo ha colpito... All'inizio abbiamo
pensato che ci fosse qualcosa tipo una detonazione
interna, perché c'è stata una successione, boom, boom,
boom, boom, poi la torre è venuta giù" (NYT, Cachia,
p.5).
L'importanza di queste osservazioni è rafforzata dal
fatto che gli autori del rapporto del NIST, dopo averne
rilasciato una bozza al pubblico, sentirono il bisogno
di aggiungere la seguente frase al Sommario Esecutivo:
"Il NIST non ha trovato alcuna prova che possa
corroborare ipotesi alternative che sostengano che le
torri del WTC siano state fatte crollare tramite
demolizione controllata usando esplosivi piazzati prima
dell'11 settembre 2001. ... Al contrario, foto e video
da molte angolazioni mostrano chiaramente che il crollo
è iniziato ai piani degli incendi e degli impatti e che
è progredito dai piani iniziali verso il basso".
Lampi e anelli di demolizione
Alcuni dei testimoni hanno parlato di lampi e di altri
fenomeni riconducibili ad anelli di demolizione.
L'Assistente Commissario Stephen Gregory ha affermato:
"Pensavo... prima... che la n°2 crollasse, di aver visto
dei lampi nella parte inferiore ... Ho... visto come un
flash, flash, flash ... in corrispondenza dei livelli
bassi dell'edificio. Sapete, come quando demoliscono un
edificio." (NYT, Gregory, pp. 14-16).
Il Capitano Karin Deshore ha detto: "Circa nella zona
centrale... c'è stato questo lampo rosso e arancione.
Inizialmente era solo uno. Poi questo lampo ha iniziato
a scoppiare lungo tutto il perimetro dell'edificio, che
ha cominciato ad esplodere... Ad ogni scoppio era
associato un lampo, prima arancione e poi rosso, che
usciva dall'edificio e ne percorreva il bordo in
entrambi i sensi, per quanto potevo vedere. Questi
scoppi e le esplosioni diventavano sempre più grandi e
si muovevano sia verso l'alto che verso il basso, poi
tutto intorno all'edificio" (NYT, Deshore, p.15).
Il vigile del fuoco Richard Banaciski ha affermato: "C'è
stata un'esplosione. Sembrava come alla televisione,
[quando] fanno saltare gli edifici. Sembrava che si
muovesse tutto intorno come una cintura, tutte quelle
esplosioni" (NYT, Banaciski, pp. 3-4).
Il vice commissario Thomas Fitzpatrick ha dichiarato:
"Sembrava ci fossero dei lampi intorno ad certo livello
dell'edificio... La mia prima reazione fu di paragonarla
a quelle implosioni che si vedono in TV" (NYT,
Fitzpatrick, pp. 13-14).
Getti orizzontali
Alcuni testimoni hanno parlato di getti orizzontali.
Il Comandante Frank Cruthers ha detto: "C'è stata
quella che sembrava... un'esplosione. E' apparsa in
cima, simultaneamente da tutti i quattro lati, i
materiali sono stati sparati fuori orizzontalmente.
Poi sembrò ci fosse un ritardo momentaneo prima di
poter vedere l'inizio del crollo" (NYT, Cruthers, p.4).
Questa testimonianza è importante, perché la teoria
ufficiale sostiene che i getti furono prodotti dal
crollo dei pavimenti. Ascoltiamo allora il vigile
del fuoco James Curran, che ha detto: "Ho guardato
indietro e ... ho sentito come se ogni piano si
fosse schiantato. Ho guardato indietro e tutto era
stato sparato fuori dai piani per la pressione prima
che si verificasse effettivamente il crollo" (NYT,
Curran, pp. 10-11).
Il comandante Brian Dixon ha affermato: "sembrava
che qualcuno avesse piazzato degli esplosivi tutto
intorno al piano più basso dell'incendio nella torre
sud... tutto è stato sparato fuori da quel piano" (NYT,
Dixon, p. 15). [44]
Esplosioni sincronizzate
Alcuni testimoni hanno detto che le
esplosioni sembravano essere state
sincronizzate. Per esempio, il vigile del
fuoco Kenneth Rogers ha detto: "c'è stata
un'esplosione nella torre sud... ho
continuato a guardare. Piano dopo piano dopo
piano. Un piano sotto l'altro dopo
l'altro... sembrava una cosa deliberatamente
sincronizzata" (NYT, Rogers, pp. 3-4). [45]
Perché il pubblico non conosce
questi resoconti?
Se tutti questi vigili del fuoco e
soccorritori medici hanno osservato
tutti questi fenomeni che possono
condurre ad una demolizione
controllata, ci si potrebbe chiedere
per quale motivo il pubblico non ne
è a conoscenza. Parte della risposta
è fornita dal Luogotenente
Ausiliario dei vigili del fuoco Paul
Isaac. Dopo aver affermato che
"c'erano sicuramente bombe in quegli
edifici", Isaac ha aggiunto che
"molti altri pompieri sapevano che
c'erano bombe negli edifici, ma
temono di perdere il loro lavoro
ammettendolo, dato che "ordini
dall'alto" hanno proibito di
discuterne" (Lavello, n.d.).
Un'altra parte della risposta sta
nel fatto che, quando alcune persone
come Isaac e William Rodriguez hanno
parlato, la stampa mainstream non ha
riportato le loro affermazioni.
3. Implicazioni
Ho suggerito che la teoria
ufficiale sul crollo delle torri
è resa estremamente implausibile
da due fatti fondamentali.
Primo, a parte la presunta
eccezione dell'11 settembre,
edifici alti con struttura in
acciaio non sono mai crollati a
causa del fuoco; tutti i crolli
di questo tipo di edifici sono
stati prodotti tramite esplosivi
piazzati accuratamente. Secondo,
i crolli delle Torri Gemelle
hanno mostrato almeno 11
caratteristiche tipiche delle
demolizioni controllate. La
probabilità che una qualunque di
queste caratteristiche si sia
verificata in assenza di
esplosivi è estremamente bassa.
La probabilità che tutte e 11 si
siano verificate è praticamente
zero. [46]
Possiamo dire, quindi, che la
teoria ufficiale riguardo le
torri è priva di fondamenti
provanti, mentre tutte le prove
possono essere spiegate dalla
teoria alternativa, secondo la
quale le torri sono state tirate
giù con esplosivi. La teoria
ufficiale è, di conseguenza, una
teoria oltraggiosa, mentre la
teoria alternativa è, da un
punto di vista scientifico,
l’unica ragionevole teoria
disponibile. [47]
4. Altri fatti sospetti
Inoltre, anche se abbiamo
già considerato sufficienti
prove in favore della teoria
secondo la quale le torri
sono state tirate giù con
gli esplosivi, c’è
dell’altro.
Rimozione dell’acciaio: per
prima cosa, l’acciaio degli
edifici è stato rapidamente
rimosso prima che potesse
essere adeguatamente
esaminato, [48] venduto
praticamente tutto a
venditori di rottami, che ne
inviano la maggior parte in
Asia. [49] In generale, la
rimozione di prove dalla
scena del delitto è un reato
federale. Ma in questo caso,
il personale federale ha
facilitato la rimozione.
[50]
Questa rimozione ha
suscitato proteste. Il
giorno di Natale del 2001,
il New York Times scriveva:
"La decisione di riciclare
rapidamente l’acciaio del
WTC nei giorni
immediatamente successivi al
9/11 significa che potremmo
non conoscere mai le
risposte definitive". [51]
La settimana successiva, la
rivista Fire Engineering
scriveva: "Stiamo
letteralmente trattando
l’acciaio rimosso dal sito
come spazzatura, non come
prove cruciali della scena
di un incendio (Brannigan,
Corbett, and Dunn, 2002) …
la distruzione e la
rimozione delle prove deve
cessare immediatamente" (Manning,
2002).
Comunque, il sindaco
Bloomberg, difendendo la
decisione di disfarsi
dell’acciaio, ha dichiarato:
"Se volete dare un’occhiata
ai metodi di costruzione e
al design, oggi ci sono i
computer. [52] Un semplice
sguardo ad un pezzo di
metallo in genere non dice
niente." [53] Ma questo non
è vero. Un esame
dell’acciaio avrebbe potuto
rivelare tracce di
esplosivi.
La rimozione di una quantità
di materiale senza
precedenti dalla scena di un
crimine indica che un
crimine senza precedenti è
stato coperto. [54]
La prova che questo cover-up
è stato portato avanti dal
NIST è fornita dal suo
trattamento di una
interessante scoperta da
parte della FEMA, secondo la
quale alcune tipologie
dell’acciaio sono state
"rapidamente corrose da
solfitazione" (FEMA 2002,
Appendice C). Questo fatto è
significativo, perché
la solfitazione è un
fenomeno conseguente agli
esplosivi.
La FEMA giustamente ha
chiesto ulteriori ricerche
su questa scoperta, che
secondo il New York Times
sarebbe "forse il più
profondo mistero aperto
dall’indagine" (Killough-Miller,
2002). Un problema
strettamente correlato,
espresso all’indomani
dell’undici settembre dal
Dr. Jonathan Barnett,
Professore del Fire
Protection Engineering al
Worcester Polytechnic
Institute è il seguente:
"Gli incendi e i danni
strutturali … non
spiegherebbero frammenti di
acciaio tra i detriti che
sembrano essere stati
parzialmente vaporizzati (Glanz,
2001). Ma la relazione del
NIST, nel capitolo
intitolato "Learning from
the Recovered Steel", manca
completamente di menzionare
sia la vaporizzazione sia la
solfitazione. [55] Per quale
motivo gli scienziati del
NIST sembrano condividere lo
sdegno del sindaco Bloomberg
per gli studi empirici
sull’acciaio recuperato?
Caduta dell’Antenna della
Torre Nord: un altro
problema notato dalla FEMA è
che i video mostrano,
secondo le parole del
rapporto FEMA, che "la torre
di trasmissione sulla cima
della [torre nord] iniziò a
muoversi verso il basso e
leggermente su un lato prima
che il movimento del muro
esterno fosse evidente.
Questo indica che il crollo
è iniziato con uno o più
cedimenti del nucleo
centrale dell’edificio"(FEMA
2002, cap. 2).[56] Questa
caduta è stata citata in un
articolo sul New York Times
di James Glanz and Eric
Lipton, secondo i quali: "I
filmati del crollo della
torre nord mostrano che
l’antenna tv ha iniziato a
cadere una frazione di
secondo prima del resto
dell’edificio. Le
osservazioni indicano che in
qualche modo il nucleo di
acciaio dell’edificio è
ceduto per primo" (Glanz and
Lipton, 2002). Nel presunto
definitivo rapporto del NIST,
comunque, non abbiamo
trovato menzione di questo
fatto. Questa è una
ulteriore conveniente
omissione, dal momento che
la spiegazione più
plausibile, e forse l’unica
possibile, è che le colonne
centrali sarebbero state
tranciate con esplosivi –
una spiegazione che sarebbe
in accordo con i racconti di
numerosi testimoni oculari.
Inclinazione e
disintegrazione della Torre
Sud: Se la caduta
dell'antenna della torre
nord era anomala (secondo la
prospettiva della teoria
ufficiale), il crollo della
torre sud contiene una
anomalia ancora più
insolita. I piani più alti –
sopra l’area colpita
dall’aereo – hanno iniziato
ad inclinarsi verso l’angolo
più danneggiato
dall’impatto. Secondo le
leggi della conservazione
della quantità di moto e del
momento angolare, questo
blocco di circa 34 piani
sarebbe dovuto cadere a
terra molto lontano dalle
fondamenta dell’edificio.
"Ciononostante," osservano Paul e Hoffman, "mentre la
parte superiore iniziava a
cadere, la rotazione
decelerava. Poi ha invertito
la direzione, anche se la
legge di conservazione del
momento angolare stabilisce
che un oggetto solido in
rotazione continua a ruotare
alla medesima velocità a
meno che non venga applicata
una forza rotatoria
(opposta, ndt) (Paul and
Hoffman, 2004, p. 34).
Successivamente, secondo le
parole di Steven Jones,
professore di fisica al BYU,
"il blocco si trasforma per
lo più in polvere a
mezz’aria!" Questa
disintegrazione ha
interrotto l’inclinazione e
ha consentito ai piani più
elevati di cadere quasi
completamente all’interno
dello spazio occupato
dall’edificio. Come Jones ci
fa notare, questo
comportamento estremamente
anomalo è stato uno dei
numerosi elementi che il
NIST è stato capace di
ignorare in virtù del fatto
che la sua analisi "non
include il comportamento
strutturale della torre dopo
il raggiungimento delle
condizioni necessarie al
crollo" (NIST 2005, p. 80,
n. 12). Ciò risulta loro
conveniente perché significa
che il NIST non deve
rispondere alla domanda di
Jones: "Come lo spieghiamo,
senza gli esplosivi, questo
strano comportamento?" (Jones,
2006).
Questo comportamento,
comunque, non sembra
insolito agli esperti di
demolizioni controllate.
Mark Loizeaux, capo della
Controlled Demolition, Inc.,
ha dichiarato: "Con il controllo
differenziale della velocità
dei cedimenti nelle diverse
parti della struttura, la si
può far camminare, ruotare,
ballare… possiamo far finire
a nord-ovest strutture che
guardano verso nord.
Di nuovo, qualcosa che è
inspiegabile secondo la
teoria ufficiale diventa
chiaro se si adotta la
teoria delle demolizioni
controllate.
Sicurezza del WTC: La
possibilità che possano
essere stati impiegati
esplosivi solleva la domanda
di come sia stato possibile
che chiunque abbia voluto
piazzare esplosivi nelle
torri sia riuscito ad
oltrepassare i controlli
della sicurezza. La domanda
ci porta ad un fatto
probabilmente rilevante su
una azienda – che
attualmente si chiama Stratesec ma allora si
chiamava Securacom – che
aveva l’incarico della
sicurezza del World Trade
Center. Dal 1993 al 2000,
anni durante i quali la Securacom ha installato un
nuovo sistema di sicurezza,
Marvin Bush, fratello del
presidente, era uno dei
direttori dell’azienda. E
dal 1999 al gennaio 2002 il
loro cugino Wirt Walzer III
era il CEO (Burns,
2003).[57] In teoria questi
fatti sarebbero dovuti
finire in prima pagina – o
almeno nel rapporto finale
della Commissione 9/11.
Questi fatti, in ogni caso,
potrebbero essere rilevanti
sulla base di testimonianze
fornite da persone che hanno
lavorato al World Trade
Center. Alcuni di loro hanno
ripetutamente dichiarato
che, anche se nelle
settimane precedenti al 9/11
ci furono segnali di allerta
per i quali furono usati
cani addestrati a fiutare
l’esplosivo, tali segnali
furono rimossi cinque giorni
prima del 9/11 (Taylor e
Gardiner, 2001).
Inoltre, una persona di nome
Scott Forbes, dipendente di
Fiduciary Trust – l’azienda
per la quale lavorava il
marito di Kristen
Breitweiser – ha scritto:
"Il weekend del [8-9
settembre 2001] fu staccata
la corrente nella torre sud.
A causa della mancanza di
energia, non ci fu corrente
elettrica per circa 36 ore
dal 50° piano in su… Il
motivo del distacco, secondo
il WTC, era la manutenzione
degli impianti di cablatura…
Ovviamente senza corrente
non erano attive le
telecamere di sorveglianza
nè le serrature di
sicurezza, [mentre]
molti "ingegneri" entravano
e uscivano dalla torre". [58]
Per di più, un uomo di nome
Ben Fountain, analista
finanziario per il Fireman’s
Fund nella torre sud, è
stato citato nella rivista
People, affermando che nelle
settimane precedenti al 9/11
le torri furono evacuate "un
certo numero di
volte"(People Magazine,
2001).
Previsione del crollo: Un
altro fatto rilevante è che Rudy Giuliani, intervistato
da ABC News riguardo il suo
centro di emergenza
temporaneo in Barkley Street
al 75, ha dichiarato: "Eravamo operativi là fuori
quando ci fu detto che il
World Trade Center stava per
crollare, ed è crollato
prima che potessimo uscire
dall’edificio". [59]
Questa è un'affermazione
sorprendente. Prima del
9/11, nessun incendio aveva
mai causato il crollo di un
grattacielo in cemento
armato. I pompieri che hanno
raggiunto il 78° piano della
torre sud certamente non
credevano che stesse per
crollare. Persino la
Commissione 9/11 ha
riportato che, a sua
conoscenza, "nessuno dei
capi [dei pompieri] presenti
credeva che fosse possibile
il crollo totale di alcuna
delle torri"(Kean e Hamilton,
2004, p. 302). Pertanto
per
quale motivo qualcuno
avrebbe detto a Giuliani che
almeno una delle due torri
stava per crollare?".
La risposta più ragionevole,
specialmente alla luce delle
nuove prove, è che qualcuno
sapeva che erano stati
piazzati esplosivi nella
torre sud e stavano per
essere fatti saltare.
E’ persino possibile che gli
esplosivi possano essere
stati fatti esplodere prima
di quanto originariamente
progettato, perché gli
incendi nella torre sud si
stavano spegnendo più
rapidamente di quanto ci si
aspettasse, dato che il
carburante del jet era in
larga parte bruciato in una
palla di fuoco all’esterno
dell’edificio. [60] Questo
potrebbe spiegare perchè la
seconda torre sia crollata
per prima – dopo soli 56
minuti – anche se fu colpita
per seconda, e ci furono
incendi minori. Ovvero, se
la storia ufficiale fosse
stata che gli incendi
avevano causato il crollo,
l’edificio avrebbe dovuto
essere demolito prima che
gli incendi si fossero
estinti completamente. [6]
Scopriamo ora, da
testimonianze a voce, che
Giuliani non era il solo a
sapere che il crollo era
imminente. Almeno quattro
testimoni indicano che poco
prima del crollo della torre
sud, l’Office of Emergency
Management (ufficio per la
gestione delle emergenze:
OEM, ndt) aveva predetto il
crollo di almeno una delle
due torri. Il direttore
dell’OEM riferiva
direttamente a Giuliani.
[63] Di conseguenza sono
stati i suoi uomini a
dirglielo, anche se Giuliani
ha dichiarato che a lui e ad
altri "fu detto" che le
torri stavano per crollare.
Come ha fatto notare il
reporter del New York Times
Jim Dwyer, la Commissione
9/11 ebbe effettivamente
accesso alle testimonianze a
voce. [64] Avrebbe dovuto
discutere di questi fatti,
ma non lo fece.
La negligenza manifestata
dalla Commissione 9/11 sulla
maggior parte dei fatti
rilevanti riguardo ai crolli
è stata seguita dal rapporto
NIST, che dichiara,
sorprendentemente:
"L’indagine è stata
focalizzata sulla sequenza
degli eventi dal momento
dell’impatto dell’aereo
all’inizio del crollo di
ciascuna torre. Per brevità,
ci si riferisce a tale
sequenza come la "probabile
sequenza del crollo", anche
se non include
effettivamente il
comportamento strutturale
delle torri dopo che le
condizioni per il crollo
furono raggiunte… [la nostra
simulazione tratta solo] del
deterioramento strutturale
di ogni torre dal momento
dell’impatto dell’aereo al
momento in cui
l’edificio…era sul punto di
per crollare" (80n, 140).
Steven Jones commenta
adeguatamente: "Che dire del conseguente
crollo simmetrico, rapido e
completo degli edifici? …Che
dire della caduta per prima
dell’antenna nella Torre
Nord? Che dire del metallo
liquefatto osservato nella
zona delle fondamenta? Non
c’è da preoccuparsi: il NIST
non ha discusso di alcun
dato successivo al momento
in cui le torri stavano per
crollare. Bene, alcuni di
noi vogliono dare
un’occhiata a tutti i dati,
senza le simulazioni al
computer "sistemate" per
farle concordare con il
risultato desiderato". (Jones,
2006)
Riassumendo: quando
aggiungiamo questi altri
cinque fatti sospetti alle
undici caratteristiche che
il crollo delle Torri
Gemelle ha in comune con le
demolizioni controllate,
abbiamo un totale di sedici
fatti riguardanti il crollo
di questi edifici. Mentre il
crollo è inspiegabile
secondo la teoria ufficiale,
diventa completamente
comprensibile secondo la
teoria che la distruzione
delle torri sia stata un
"inside job" (un’operazione
interna, ovvero americana,
ndt).
5. Il crollo del
World Trade Center 7
Abbiamo visto che la
Commissione 9/11 ha
semplicemente ignorato i
fatti discussi sopra.
Una ulteriore questione
non discussa dalla
Commissione è stato il
crollo dell’edificio 7.
E anche la ricostruzione
ufficiale a riguardo è
ancora più problematica
di quella delle torri –
come indicato dal titolo
di un articolo del New
York Times: "Engineers
Are Baffled over the
Collapse of 7 WTC" (Glanz,
2001).[65]
Ancora più
difficile da
spiegare
Il crollo dell’edificio
7 (per
approfondimenti vedi
qui) è ancora
più difficile da
spiegare del crollo
delle torri, prima
di tutto perchè non
è stato colpito da
nessun aereo, quindi
non può essere usata
nessuna delle teorie
che parlano di come
gli impatti degli
aerei contribuirono
al crollo delle
torri.
Inoltre, tutta la
documentazione
fotografica indica
che gli incendi
nell’edificio erano
circoscritti, non
eccessivamente caldi
e limitati a pochi
piani. Fotografie
scattate alla
facciata nord
mostrano incendi
solo al settimo e al
dodicesimo piano su
47 piani in tutto.
Dunque se la
facciata sud, che
guardava le torri,
avesse avuto così
tanti altri incendi
come sostengono i
difensori della
versione ufficiale,
questi non erano
sufficientemente
grandi da essere
visti dall’altra
parte dell’edificio.
[66]
Non ci sarebbe da
sorprendersi,
ovviamente, che gli
incendi in questo
edifico fossero
stati ancora più
piccoli di quelli
delle torri, perché
mancava il
carburante aereo per
alimentare un grande
incendio. Alcuni dei
difensori della
storia ufficiale
hanno dichiarato, ad
onor del vero, che
serbatoi di diesel
stoccati
nell’edificio in
qualche modo presero
fuoco e provocarono
un incendio interno
di vaste dimensioni.
Tuttavia, se
l’edificio 7 si è
riempito di fiamme
in quel modo, perché
nessuno dei
fotografi e delle
squadre televisive
presenti sul posto
ha avuto modo di
inquadrare la scena?
L’estrema difficoltà
di spiegare il
crollo del WTC7 –
assumendo che non è
permesso nominare le
demolizioni
controllate – è
stata riconosciuta
dagli organi
ufficiali. Il
rapporto preparato
sotto la
supervisione della
FEMA ha proposto uno
scenario che
coinvolge i serbatoi
di diesel, ma
successivamente
ammette che questo
scenario ha "solo
una bassa
probabilità di
essersi verificato."
[67] Persino questa
affermazione è
generosa, perché la
probabilità che sia
vera una qualche
versione della
storia ufficiale
dell’edificio 7 è la
stessa che per le
torri, cioè zero,
perché sarebbero
violate numerose
leggi fisiche. Ad
ogni modo, la
Commissione 9/11,
forse a causa della
ammissione della
FEMA, ha evitato il
problema
semplicemente non
menzionando il fatto
che l’edificio è
crollato.
Questa è stata una
delle più
stupefacenti
omissioni della
Commissione. Secondo
la teoria ufficiale,
contrariamente alla
convinzione
universale
precedente al 9/11,
l’edificio 7
dimostra che grandi
edifici in cemento
armato possono
crollare a causa dei
soli incendi,
perfino senza essere
colpiti da un aereo.
Questa dimostrazione
dovrebbe far
cambiare le tecniche
di costruzione ed i
premi di
assicurazione per
tutti gli edifici di
cemento armato del
mondo.
Ciononostante, la
Commissione 9/11,
stilando il suo
rapporto di 571
pagine, non ha
dedicato una sola
frase a questo
evento storico.
Ancora più
simile alle
demolizioni
controllate
Un altro motivo
per cui il
crollo
dell’edificio 7
è
particolarmente
problematico è
il seguente:
il
crollo
assomiglia molto
di più ai
migliori esempi
di demolizione
convenzionale –
in altre parole,
una implosione,
che inizia dal
basso (mentre il
crollo delle
torri è iniziato
dall’alto,
nell’area
colpita dagli
aerei). Come
scritto da Eric
Hufschmid:
"L’edificio 7 è
crollato su se
stesso…
L’interno è
caduto per
primo… Il
risultato è
stato una
piccola catasta
di macerie, con
l’esterno
dell’edificio
che è crollato
sulla cima". [68]
ImplosionWorld.com,
un sito del
settore delle
demolizioni,
dichiara che una
implosione è "di
gran lunga il
più complesso
tipo di progetto
esplosivo, ed
esiste solo una
manciata di
aziende al mondo
che possiede
sufficiente
esperienza…per
realizzare vere
implosioni di
edifici". [69]
Chi può credere
veramente che
gli incendi
siano riusciti a
realizzare per
caso il tipo di
crollo che può
essere
realizzato da
solo una
manciata di
aziende al
mondo?
L’edificio aveva
24 colonne
principali e 57
perimetrali.
Dire che
l’incendio ha
provocato il
crollo
dell’edificio
sulla sua
verticale
significa
credere che gli
incendi hanno
fatto cadere
tutte e 81 le
colonne
esattamente
nello stesso
momento.
Accettare la
storia ufficiale
significa, in
altre parole,
accettare un
miracolo. Il
fisico Steven
Jones concorda,
affermando che:
"La
probabilità che
il crollo quasi
simmetrico del
WTC7 sia dovuto
ad incendi
casuali (la
teoria
"ufficiale") è
infinitesimale –
richiede che
molte colonne di
supporto cedano
in modo
praticamente
simultaneo. Ne
concludo che le
prove per l’uso
di esplosivi
pre-posizionati
nel WTC7 (anche
nelle torri 1 e
2 ) il 9/11 sono
manifestamente
fondate".
Predizioni
ancora più
ampie
Un'altra
ragione per
cui il
crollo
dell'edificio
7 crea
particolari
problemi
riguarda la
predizione
del crollo.
Sappiamo che
solo poche
persone
sapevano con
anticipo che
le torri
stavano per
crollare, e
le
informazioni
in nostro
possesso
sarebbero
coerenti con
la
supposizione
che questa
consapevolezza
è stata
acquisita
solo pochi
minuti prima
del crollo
della torre
sud. Ci si
potrebbe
immaginare,
dunque, che
qualcuno
abbia visto
qualcosa che
faceva
intuire che
l'edificio
sarebbe
crollato. Ma
la
previsione
del crollo
dell'edificio
7 è stata
ben più
ampia e di
maggior
durata.
Questo era
noto da
tempo,
almeno per i
lettori di
riviste (di
settore, ndt)
dei vigili
del fuoco.
[71]
Tuttavia ora
le
testimonianze
a voce
offrono un
disegno più
completo.
Ampiamente
informati:
Almeno 25
pompieri e
personale
medico
affermano
che, in
qualche
momento
della
giornata,
son venuti a
sapere che
l'edifico 7
stava per
crollare. I
pompieri che
stavano
spegnendo
gli incendi
nell'edificio
hanno
ricevuto
l'ordine di
uscire,
dopodichè è
stata
marcata una
zona per il
crollo. Come
ha
dichiarato
il
paramedico
Decosta
Wright:
"hanno
misurato a
che distanza
sarebbe
caduto
l'edificio,
così noi
sapevamo
esattamente
dove stare",
cioè "a 5
isolati di
distanza" (NYT,
Wright, pp.
11-12).
Informazioni
anticipate:
Le
testimonianze
non sono
concordanti
su quale sia
stato il
momento
preciso in
cui si è
saputo che
l'edificio
sarebbe
crollato. Ma
la maggior
parte delle
prove indica
che 4 o 5
ore prima è
stato
comunicato
che
l'edificio
sarebbe
crollato.
[72]
L'improbabile
motivo per
il quale
aspettarsi
il crollo:
Ma per quale
motivo
sarebbero
sorte queste
certezze?
Secondo la
documentazione
fotografica,
gli incendi
nell'edificio
7 erano
pochi e
contenuti.
Dunque per
quale motivo
i decisori
del
dipartimento
avrebbero
deciso di
tirar fuori
i pompieri
dall'edifico
7,
lasciandoli
fuori ad
attenderne
il crollo?
I comandanti
hanno
fornito una
doppia
spiegazione:
il danno in
concomitanza
con il
fuoco. Frank
Fellini
disse:
"Quando [la
torre nord]
crollò,
strappò
l’acciaio
tra il terzo
ed il sesto
piano lungo
la facciata
su Vesey
Street.
Temevamo che
il fuoco
esteso in
diversi
piani e
l’acciaio
mancante
avrebbero
portato al
crollo
dell’edificio."
(NYT,
Fellini, p.3)
Ci sono
almeno due
problemi con
entrambe le
parti di
questa
spiegazione.
Il primo
problema con
i resoconti
dei danni
strutturali
è che
variano di
molto tra
loro.
Secondo la
testimonianza
di Fellini,
c’era un
varco di
quattro
piani tra il
terzo ed il
sesto piano.
Nel racconto
del Capitano
Chris Boyle,
invece, il
varco era
"alto 20
piani"
(2002).
Sembrerebbe
che Shyam
Sunder,
l’investigatore
capo per il
NIST, abbia
stabilito
una sorta di
compromesso
tra queste
due
versioni,
dichiarando
alla rivista
"Popular
Mechanics"
che "Circa
un terzo
della
facciata dal
centro e
dalla base –
circa 10
piani –
circa il 25
percento
dell’edificio
risultava
scavato" (Popular
Mechanics,
March 2005).
I diversi
resoconti
sulla
questione
della
facciata
meridionale
dell’edificio
non sono,
comunque,
limitati al
problema
della
dimensione
del varco.
Secondo il
Deputato
Peter Hayden,
il problema
non era
assolutamente
un buco ma
una
sporgenza,
ed era "tra
il decimo ed
il
tredicesimo
piano" (Hayden,
2002).
Il secondo
problema con
questi
resoconti
sul danno è
che dal
momento in
cui vi era
un varco
alto 10 o 20
piani,
oppure un
varco (o una
sporgenza)
alta 4
piani, come
mai questo
fatto non è
stato colto
da nessuno
dei
fotografi e
degli
operatori
presenti sul
luogo quel
giorno?
Considerando
le
dichiarazioni
a proposito
del fuoco, i
resoconti
variano
nuovamente
di molto.
L’ufficiale
Daniel Nigro
parlò di
"fuochi
molto estesi
su diversi
piani" (NYT,
Nigro, p.
10). Secondo
Harry Meyers,
un
assistente
ufficiale,
"Quando
l’edificio
venne giù
era
completamente
avvolto
nelle
fiamme,
tutti e
quarantasette
i piani"
(citato in
Smith, 2002,
p.160).
Questa
palese
esagerazione
fu riportata
anche da un
pompiere che
disse "[il
Building 7]
era
completamente
avvolto…
Potevate
vedere le
fiamme
estendersi
da un lato
dell’edificio
all’altro" (NYT,
Cassidy, p.
22).
Molti dei
testimoni,
comunque,
non
sostengono
la versione
ufficiale.
Ad esempio,
il tecnico
medico
Decosta
Wright
disse:
"Penso che
nel quarto
piano ci
fosse un
incendio… Il
nostro
atteggiamento
era del
tipo:
ragazzi, lo
spegnete
questo
fuoco" (NYT,
McCarthy,
pp. 10-11).
L’ ufficiale
Thomas
McCarthy
disse :
"Stavano
aspettando
che il WTC7
venisse giù
… Avevano…
del fuoco su
tre piani
separati…,
che bruciava
allegramente.
E’ stato
alquanto
sorprendente,
sapete, è
pomeriggio
nella lower
Manhattan,
uno dei
maggiori
palazzi sta
bruciando e
loro dicono
'lo
sappiamo"
(NYT,
McCarthy,
pp. 10-11).
Il secondo
problema con
questa
versione
ufficiale è
che se ci
fosse stato
"un fuoco
molto
intenso in
molti piani"
perché
questo fatto
non venne
catturato in
nessun
filmato? La
fotografia
che abbiamo
della parte
nord
dell’edificio
conferma la
versione
dell’ufficiale McCarhty
secondo la
quale c’era
un incendio
su tre
piani. Anche
se ci fosse
stato del
fuoco su
altri piani
nella parte
meridionale
dell’edificio,
non c’è una
prova
fotografica
che confermi
che "le
fiamme
[negli altri
piani si
estendevano]
da un lato
all’altro
dell’edificio.
Inoltre,
anche nel
caso in cui
la versione
ufficiale
sul crollo
dell’edificio
7 non fosse
contraddetta
dall’evidenza
fisica e da
alcune delle
testimonianze
orali, non
spiegherebbe
comunque la
ragione per
la quale
l’edificio
crollò,
poiché
nessuna
quantità di
fuoco e
nessuna
entità di
danni alla
struttura,
eccetto
quelle
provocate
con
esplosivi,
ha mai
portato al
totale
crollo di un
edificio con
la struttura
portante di
acciaio.[73].
E di certo
non
spiegherebbe
la
particolare
natura del
crollo, -
poiché
l’edificio
implose e
cadde in
verticale
piuttosto
che
inclinarsi,
come atteso
da coloro
che diedero
l’ordine di
liberare una
vasta zona
che poteva
essere
interessata
dal crollo.
Il capo
divisione
John Norman,
ad esempio,
disse: "Ci
aspettavamo
che cadesse
verso Sud" (Norman
2002). E la
teoria
dell’incendio
in
concomitanza
con il danno
strutturale
non spiega
nemmeno il
crollo
dell’edificio
in un tempo
corrispondente
ad una
caduta
libera e
nemmeno la
creazione di
una enorme
quantità di
polveri –
ulteriori
caratteristiche
del crollo
che sono
costantemente
ignorati dai
difensori
della
versione
ufficiale.
La grande
difficoltà
che presenta
la teoria
ufficiale
riguardo il
WTC sul
crollo
dell’edificio
7 è
illustrata
in un
recente
libro, "102
Minutes: The
Untold Story
of the Fight
to Survive
Inside the
Twin Towers"
(102 minuti,
la storia
non
raccontata
della lotta
per la
sopravvivenza
dentro le
Twin Towers)
, uno degli
autori del
quale è il
corrispondente
del New York
Times Jim
Dwyer, che
riportò sul
Times i
racconti
delle
dichiarazioni
orali
dell’11
Settembre. A
proposito
delle Twin
Towers,
Dwyer e il
suo
coautore,
Kevin Flynn,
sostengono
la teoria
espressa dal
NIST,
secondo la
quale le
torri
crollarono a
causa degli
aerei che
colpirono il
sistema
antincendio
delle
colonne
d’acciaio,
rendendole
vulnerabili
al "calore
intenso" del
conseguente
incendio.[74]
Quando
arrivano
all’edificio
7, comunque,
Dwyer e
Flynn non si
chiedono
perché
crollò, dato
che non fu
colpito da
nessun
aereo.
Dicono
semplicemente
:"I pompieri
decisero che
il fuoco si
consumasse
da solo." (Dwyer
and Flynn,
2005, p.
258). Ma
questo,
ovviamente,
non accadde.
Invece, poco
dopo le
17.20 di
quel giorno,
l’edificio 7
collassò,
essenzialmente
nello stesso
modo in cui
crollarono
le Twin
Towers.
Non avrebbe
dovuto
questo fatto
portare
Dryer e
Flinn ad
interrogarsi
sulla teoria
del NIST
secondo la
quale le
Twin Towers
crollarono a
causa del
sistema
antincendio
danneggiato?
Io penso in
particolar
modo che
Dwyer, che
riportò le
testimonianze
orali
dell’11
Settembre,
dovrebbe
rivedere le
teorie del
NIST alla
luce delle
abbondanti
prove di
esplosioni
portate da
queste
testimonianze.
Una
spiegazione
alternativa:
Esiste, in
ogni caso,
una sola
teoria che
spiega sia
la natura
del crollo
dell’edificio
7 che
l’attesa del
crollo:
Furono
piazzati
degli
esplosivi, e
qualcuno che
lo sapeva
diffuse la
voce ai
comandanti
dei
pompieri.
In maniera
alquanto
sorprendente,
una versione
di questa
teoria fu
sostenuta
pubblicamente
da un
insider,
Larry
Silverstein,
che era il
proprietario
dell’edificio
7. in un
documentario
della PBS
andato in
onda nel
Settembre
2002,
Silverstein,
parlando
dell’edificio
7,
disse: <Ricordo che
mi chiamò il
comando dei
pompieri,
per dirmi
che non
erano sicuri
di poter
contenere
l'incendio.
E io ho
detto,
"Abbiamo già
avuto questa
terribile
perdita di
vite umane,
a questo
punto
tanto vale
demolirlo."
[76] E hanno
preso la
decisione di
demolirlo, e
così lo
abbiamo
visto andare
giù. (PBS,
2002) [77]>
E’ davvero
sorprendente
che
Silverstein,
che stava
per ricevere
miliardi di
dollari (5
miliardi e
600 milioni
di dollari,
per la
precisione)
come
pagamento
dall’assicurazione
per
l’edificio 7
e il
restante
complesso
del World
Trade
Center, nel
caso in cui
fossero stai
distrutti da
atti
terroristici,
abbia fatto
tale
dichiarazione
in pubblico,
specialmente
a telecamere
accese. Ma
questa
dichiarazione
secondo la
quale
l’edifico 7
sarebbe
stato
demolito
tramite
esplosivi, a
prescindere
dalle
motivazioni
che vi
stanno
dietro,
spiega il
perché e il
come sia
crollato.
Abbiamo
ancora in
sospeso,
comunque, la
domanda sul
perché il
dipartimento
dei vigili
del fuoco si
aspettasse
il crollo
dell’edificio.
Sarebbe
sicuramente
interessante
se questa
informazione
venisse
dall’ Office
of Emergency
Management,
che in
precedenza
aveva
informato il
dipartimento
che una
delle torri
stava per
crollare. E
abbiamo una
fonte
autorevole
che lo
conferma. Il
capitano
Michael
Currid,
presidente
dell’
Uniformed
Fire
Officers
Association,
disse che
poco dopo il
crollo delle
Twin Towers,
"Qualcuno
dall’ Office
of Emergency
Management"
gli disse
che
l’edificio 7
fosse
"fondamentalmente
una causa
persa e non
dovremmo
perdere
nessun altro
nel
tentativo di
salvarlo",
dopodichè ai
pompieri
nell’edificio
fu detto di
abbandonarlo
(Murphy,
2002, pp.
175-76).[78]
Ma questa
risposta,
supponendo
che sia
corretta, ci
lascia con
ulteriori
domande, a
cominciare
da: Chi
nell’ Office
of Emergency
Management
sapeva in
anticipo che
le torri e
l’edificio 7
stavano per
crollare?
Come lo
sapevano? E
così via. A
questi
interrogativi
si può
rispondere
solo dopo
una vera
indagine,
che deve
ancora
iniziare.
6.
Conclusioni
E’ in
ogni
caso
possibile
stabilire,
oltre
ogni
ragionevole
dubbio,
una cosa
molto
importante:
la
distruzione
del
World Trade
Center
fu una
operazione
interna,
orchestrata
da
terroristi
"interni".
Terroristi
stranieri
non
avrebbero
potuto
avere
accesso
agli
edifici
per
piazzare
le
cariche
esplosive.
Probabilmente
non
avrebbero
manifestato
la
cortesia
di fare
in modo
che le
torri
crollassero
in modo
verticale,
piuttosto
che
crollare
sugli
edifici
circostanti.
E non
avrebbero
potuto
orchestrare
un
insabbiamento,
dal
rapido
smaltimento
dell’acciaio
al
rapporto
della FEMA al
rapporto
della
commissione
sull’11
Settembre
al
rapporto
del NIST.
Tutte
queste
cose
possono
essere
state
orchestrate
solo da
forze
interne
al
nostro
governo.
L’evidenza
di
questa
conclusione
è stata
ignorata
largamente
dalla
stampa
mainstream,
probabilmente
celandosi
dietro
la
maschera
dell’obbedienza
al
consiglio
del
Presidente
Bush di
non
tollerare
le
"scandalose
teorie
della
cospirazione".
Abbiamo
visto,
comunque,
che è la
teoria
della
cospirazione
del
Presidente
Bush ad
essere
scandalosa,
poiché è
contraddetta
enormemente
da
numerosi
fatti,
incluse
le
basilari
leggi
della
fisica.
Esiste,
ovviamente,
un’altra
ragione
per cui
la
stampa
mainstream
non ha
messo in
evidenza
queste
contraddizioni.
Come
segnalato
in una
recente
lettera
al Los
Angeles
Times:
Il
numero
delle
contraddizioni
nella
versione
ufficiale
dell’11
Settembre
è
talmente
schiacciante
che si
fa
fatica a
crederci.
D’altra
parte la
versione
ufficiale
non può
essere
abbandonata
perché
le
implicazioni
del suo
rifiuto
risulterebbero
inquietanti:
ovvero
che noi
siamo
soggetti
ad una
cospirazione
governativa
dalle
proporzioni
degne di
"X-Files".
Le
implicazioni
sono in
effetti
inquietanti.
Molta
gente
che
conosce
o almeno
sospetta
la
verità
sull’11
Settembre
probabilmente
ritiene
che
rivelarla
sarebbe
altrettanto
inquietante
per la
psiche
americana,
la forma
americana
di
governo
e la
stabilità
globale
che
risulta
preferibile
far
finta di
credere
alla
versione
ufficiale.
Vorrei
suggerire,
comunque,
che la
validità
che
questo
ragionamento
potrebbe
aver
avuto in
passato
è stato
superato
dall’emozione
suscitata
dai più
recenti
avvenimenti.
Molto
più
devastante
per la
psiche
americana,
per la
forma
americana
di
governo,
e per il
mondo
nella
sua
interezza
sarà il
comando
di
coloro
che ci
diedero
l’11
Settembre,
poiché i
valori
riflessi
in quel
terribile
evento
si
riflettono
nelle
bugie
dell’amministrazione Bush per
giustificare
la
guerra
in Iraq,
nella
sua
mancanza
di
considerazione
per le
tematiche
ambientali
e per la
Costituzione,
nella
sua
negligenza
criminale
sia
prima
che dopo
Katrina,
ed ora
nel suo
piano
bellico
che non
si
limita a
militarizzare
lo
spazio
ma anche
ad
autorizzare
l’uso di
armi
nucleari
in un
attacco
preventivo.
Alla
luce di
questa
situazione
e dei
fatti
discussi
in
questo
articolo
– così
come
nelle
dozzine
di
incongruenze
della
versione
ufficiale
dell’11
Settembre
discussi
nei miei
libri –
ho
contattato
il New
York
Times
affinché
assumesse
l’iniziativa
di
esporre
finalmente
al
popolo
americano
e al
mondo
intero
la
verità
sull’11
Settembre.
Assumere
tale
iniziativa
in una
storia
del
genere
comporta
ovviamente
enormi
rischi.
Ma se
esiste
una
testata
giornalistica
con la
forza,
il
prestigio,
e la
credibilità
per
rendere
nota
questa
storia,
questa è
il New
York
Times.
Ha avuto
un ruolo
fondamentale
nel
pubblicare
le
testimonianze
orali
dell’11
Settembre.
Ma
adesso
il bene
della
nostra
repubblica
e
probabilmente
la
sopravvivenza
della
nostra
civiltà
dipendono
dal
rivelare
la
verità
sull’11
Settembre.
Faccio
un
appello
al New
York
Times
affinché
colga
questa
occasione.
David
Ray
Griffin.
NOTE
E
TUTTE
LE
FONTI
USATE
NELL'ARTICOLO:
[1]
Entrambe
le
conferenze
sono
disponibili
in
formato
DVD
pubblicato
da
Ken
Jenkins
(kenjenkins@aol.com
).
Vedi
anche
Griffin,
2005c.
[2]
La
dichiarazione
completa
di
Bush
è
stata
la
seguente:
"Dobbiamo
dire
la
verità
a
proposito
del
terrorismo.
Non
saranno
mai
tollerate
le
scandalose
teorie
della
cospirazione
riguardanti
gli
attacchi
dell’
11
Settembre.
–
infime
bugie
tese
a
spostare
la
colpa
lontano
dai
terroristi,
lontano
dai
colpevoli"
Eccellente
dichiarazione.
[3]
Questo
rapporto
fu
redatto
dalla
American
Society
of
Civil
Engineers
(ASCE)
a
nome
della
Federal
Emergency
Management
Agency
(FEMA).
Al
pubblico
fu
esposta
questa
teoria
poco
prima,
con
la
CNN
che
dichiarava
poco
dopo
l’11
Settembre:
"Il
crollo,
quando
si
verificò,
fu
causato
dall’
incendio…
L’incendio
indebolì
quella
porzione
della
struttura
che
rimase
dopo
l’impatto…
fino
al
punto
in
cui
non
poteva
più
sostenere
il
carico"
(CNN,
24
Settembre
2001).
[4]
Il
NIST
descrive
i
crolli
delle
torri
come
esempi
di
"crollo
progressivo"
che
si
verifica
quando
"un
edificio
o
una
parte
di
un
edificio
crolla
a
causa
della
diffusione
sproporzionata
di
una
iniziale
fenditura
locale"
(NIST
Report,
p.
200).
Il
NIST
con
questo
implica
erroneamente
che
i
crolli
totali
dei
tre
edifici
del
WTC
furono
esempi
specifici
di
una
categoria
generale
di
altri
esempi.
Il
NIST
sostiene
inoltre
che
i
tre
crolli
furono
"inevitabili".
[5]
L’ingegnere
strutturale
capo,
Leslie
Robertson,
disse
che
le
Twin
Towers
furono
progettate
per
reggere
l’impatto
di
un
Boeing
707,
il
più
grande
aereo
dell’epoca
(1966).
Vedi
anche
"La
caduta
del
World
Trade
Center",
BBC
2, 7
Marzo
2002.
Per
un
confronto
tra
il
707
e il
767,
vedi
"Boeing
707-767
Comparison,"
What
Really
Happened.
Altrettanto
significativo
il
fatto
che
nel
1945
un
bombardiere
B-52
colpì
l’
Empire
State
Building
al
79°
piano,
creando
un
varco
di 6
metri.
Ma
non
ci
fu
la
minima
indicazione
che
quell'incidente
avrebbe
potuto
causare
il
crollo
dell’edificio.
(vedi
Glover,
2002).
[6]
Il
rapporto
del
NIST
(2005,
pp.
XLII
e
171)
dice:
"le
torri
ressero
l’impatto
e
sarebbero
rimaste
in
piedi
se
non
fosse
stato
per
la
rimozione
dell’isolante
e i
conseguenti
incendi
in
diversi
piani"
[7]
Sostenuto
da
queste
autorità,
lo
spettacolo
continuò
nella
dichiarazione
che
"quando
gli
incendi
divamparono
nelle
torri,
alimentati
dal
carburante
degli
aerei,
le
colonne
d’acciaio
in
ciascun
edifico
raggiunsero
alla
fine
una
temperatura
di
800°C
–
sufficienti
per
farle
cominciare
a
piegarsi
ed a
collassare.
[8]In
Griffin,
2004,
pp.
12-13,
cito
la
conoscenza
di
questo
fatto
da
parte
del
professor
Thomas
Eagar
[9]
Considerato
il
fatto
che
la
dichiarazione
secondo
la
quale
gli
incendi
nelle
torri
hanno
fuso
l’acciaio
è
quasi
un’assurdità,
da
un
punto
di
vista
scientifico,
è
incredibile
constatare
che
molti
giornali
scientifici
siano
stati
entusiasti
nel
precipitarsi
a
pubblicare
questa
dichiarazione.
Nella
settimana
dopo
l’11
Settembre,
ad
esempio
, il
New
Scientist
pubblicò
un
articolo
in
cui
sosteneva:
"Ogni
torre
[dopo
che
fu
colpita]
rimase
in
piedi
per
circa
un’ora.
Alla
fine
gli
incendi
divampati
fusero
le
colonne
portanti
d’acciaio"
(Samuel
and
Carrington,
2001).
Il
titolo
dell’articolo
"La
scelta
progettuale
delle
torri
ha
salvato
delle
vite"
riflette
l’altrettanto
assurda
dichiarazione.
–
attribuita
a "John
Hooper,
ingegnere
capo
nella
compagnia
che
fornì
consulenza
ingegneristica
quando
il
World
Trade
Center
fu
progettato"
–
secondo
la
quale
"la
maggior
parte
degli
edifici
sarebbe
crollata
immediatamente".
[10]
Sostenere
questo
ovvio
punto
potrebbe,
d’altra
parte,
costare
caro
ai
dipendenti
delle
compagnie
che
hanno
stretti
legami
con
il
governo.
L’11
Novembre
del
2004,
Kevin
Ryan,
manager
degli
Environmental
Health
Laboratories,
che
sono
una
sezione
dei
Underwriters
Laboratories,
scrisse
una
e-mail
al
dottor
Frank
Gayle,
vice
direttore
del
Metallurgy
Division,
Material
Science
and
Engineering
Laboratory,
al
National
Institute
of
Standards
and
Technology
(NIST).
In
questa
lettera,
Ryan
sostiene:"Sappiamo
che
i
componenti
d’acciaio
erano
certificati
ASTM
E119.
La
curva
termica
per
questo
standard
richiede
che
i
provini
siano
esposti
a
temperature
attorno
ai
1090°C
per
diverse
ore.
E
come
tutti
sappiamo,
l’acciaio
usato
rispondeva
a
questi
requisiti.
Inoltre,
penso
che
tutti
possiamo
essere
d’accordo
sul
fatto
che
persino
dell’acciaio
senza
isolante
non
dovrebbe
fondersi
finché
non
raggiunge
temperature
prossime
ai
1600°C.
Il
fatto
che
il
dottor
Brown
abbia
suggerito
che
i
1090°C
abbiano
potuto
fondere
l’acciaio
ad
alta
resistenza
termica
usato
in
questi
edifici
è un
non
senso."
Dopo
che
Ryan
ha
permesso
che
questa
lettera
diventasse
pubblica,
fu
licenziato.
La
sua
lettera
è
consultabile
qui.
[11]
Un
noto
tentativo
di
difendere
la
versione
ufficiale
aveva
provato
ad
usare
l’argomento
della
fusione
dell’acciaio
contro
coloro
che
la
rifiutavano.
Sul
numero
del
marzo
del
2005,
la
rivista
Popular
Mechanics
pubblicò
un
articolo
dal
titolo
"9/11:
Debunking
the
Myths".
Questo
articolo
intende
smontare
quelle
che
sono
presentate
come
"16
delle
affermazioni
più
frequenti
sostenute
dai
teorici
della
cospirazione".
Una
di
queste
"affermazioni
velenose",
secondo
Popular
Mechanics,
deriva
dal
fatto
che
i
"teorici
della
cospirazione"
abbiano
creato
un
argomento
da
"uomo
di
paglia"
–
fingendo
che
la
versione
ufficiale
sostenga
che
gli
edifici
caddero
a
causa
dell’acciaio
fuso
– in
modo
da
poterlo
poi
smontare.
Popular
Mechanics
"confuta"
questo
argomento
da
"uomo
di
paglia"
istruendoci
sul
fatto
che
"il
carburante
dell’aereo
brucia
dai
430°
agli
815°C,
non
abbastanza
per
fondere
l’acciaio
(1510°C).
Comunque,
gli
esperti
concordano
sul
fatto
che
affinché
le
torri
crollino
le
loro
strutture
d’acciaio
non
debbano
fondersi,
ma
che
sia
sufficiente
che
perdano
parte
della
loro
resistenza
portante."
Come
abbiamo
visto,
l’idea
che
le
torri
siano
cadute
a
causa
dell’acciaio
fuso
fu
proposta
all’opinione
pubblica
dai
primi
difensori
della
teoria
ufficiale.
Per
i
critici
di
questa
teoria
comunque
il
mostrare
l’assurdità
di
tale
affermazione
non
è
attaccare
un
uomo
di
paglia.
L’idea
che
la
versione
ufficiale
si
basi
su
questa
assurda
affermazione
non
è,
in
ogni
caso,
una
delle
"affermazioni
più
frequenti"
di
coloro
che
rifiutano
la
versione
ufficiale.
[12]
Anche
Shyam
Sunder,
l’investigatore
capo
dello
studio
del
NIST,
disse:
"Il
carburante
dell’aereo
bruciò
probabilmente
in
meno
di
10
minuti"
(Field,
2004).
Lo
stesso
rapporto
del
NIST
dice
(p.179):
"L’iniziale
incendio
del
carburante
dell’aereo
durò
al
massimo
pochi
minuti".
[13]
Il
Rapporto
del
NIST(2005,p.68)
tentando
di
sostenere
che
l’acciaio
è
molto
vulnerabile
a
meno
che
sia
protetto
dall’isolante,
dice:
"I
componenti
grezzi
della
struttura
d’acciaio
possono
surriscaldarsi
rapidamente
quando
esposti
ad
un
incendio
anche
di
moderate
proporzioni.
Di
conseguenza,
è
necessaria
una
sorta
di
protezione
termica,
o
isolamento."
Come
Hoffman
(2005)
fa
notare,
comunque:
"Queste
affermazioni
sono
senza
senso,
poiché
ignorano
l’effetto
della
conduttività
termica
dell’acciaio,
che
disperde
il
calore,
e la
considerevole
massa
termica
delle
90.000
tonnellate
in
ogni
torre."Inoltre,
posso
solo
chiedermi
se
gli
autori
del
rapporto
del
NIST
abbiano
riflettuto
sulle
implicazioni
della
loro
teoria
sul
ferro
e
sull’acciaio
che
stride
nei
loro
stessi
caminetti:
forse
li
rivestono
con
nuovo
antincendio
dopo
aver
aver
acceso
un
fuoco
di
qualche
ora?
[14]
Citato
in "WTC
2:
There
Was
No
Inferno,"
What
Really
Happened
.
[15]
Citato
in "Tape
Sheds
Light
on
WTC
Rescuers",
CNN,
4
Agosto,
2002.
Le
voci
dei
pompieri
riportate
"non
mostravano
alcun
panico,
non
lasciavano
intendere
che
stessero
perdendo
il
controllo
degli
eventi"
(Dwyer
and
Fessenden,
2002)
[16]
Come
disse
Eric
Hufschmid
(2002,
p.
33):
"Un
incendio
non
danneggia
l’acciaio
a
meno
che
l’acciaio
non
vi
sia
esposto
per
un
lungo…periodo
di
tempo".
[17]
CNN,
24
Settembre,
2001.
[18]
Nella
lettera
a
Frank
Gayle
(cfr.
nota
10,
sopra),
Kevin
Ryan
criticava
il
rapporto
preliminare
del
NIST:
"La
storia
non
sta
in
piedi,
non
regge.
Se
l’acciaio
di
quegli
edifici
si
fosse
indebolito
o
fuso,
sono
sicuro
che
saremmo
tutti
d’accordo
sul
fatto
che
sicuramente
la
causa
non
fu
l’incendio
del
carburante
dell’aereo,
per
non
parlare
del
breve
incendio
in
quelle
torri.
Per
favore,
faccia
tutto
ciò
che
può
per
eliminare
rapidamente
qualsiasi
confusione
sulla
possibilità
che
l’incendio
causato
dal
carburante
dell’aereo
potesse
indebolire
o
fondere
la
struttura
d’acciaio".
[19]
Cfr,
per
esempio,
"Painful
Deceptions"
di
Eric
Hufschmid
(disponibile
sul
sito
www.EricHufschmid.Net);
cfr.
il
sito
di
Jim
Hoffman;
e il
sito
di
Jeff
King,
in
particolare
"Il
crollo
del
World
Trade
Center:
quanto
è
reale
la
prova
di
una
demolizione
controllata?"
[20]
Incredibilmente,
dopo
aver
spiegato
come
gli
esplosivi
debbano
essere
collocati
con
grande
precisione
per
far
sì
che
un
palazzo
crolli
verticalmente,
Loizeaux
dichiara
che,
vedendo
gli
incendi
nelle
Twin
Towers,
aveva
compreso
che
le
torri
"si
sarebbero
afflosciate,
quasi
verticalmente.
Era
l’unico
modo
in
cui
sarebbero
potute
crollare.
Era
inevitabile".
Preso
atto
che
il
fuoco
non
aveva
mai
in
precedenza
fatto
crollare
costruzioni
con
struttura
portante
d’
acciaio,
per
di
più
in
un
modo
che
imitava
perfettamente
le
demolizioni
controllate,
la
dichiarazione
di
Loizeaux
stupisce.
La
sua
società,
per
inciso,
fu
ingaggiata
per
rimuovere
l’acciaio
dal
luogo
del
WTC
dopo
l’undici
settembre.
[21]
La
teoria
dell’incendio
diventa
ancora
più
improbabile
se
le
sue
due
caratteristiche
vengono
analizzate
insieme.
Per
far
sì
che
il
fuoco
potesse
aver
indotto
un
crollo
che
era
incominciato
improvvisamente
ed
in
modo
totalmente
simmetrico,
così
che
(la
torre)
crollasse
verticalmente,
gli
incendi
avrebbero
avuto
bisogno
di
far
cadere
contemporaneamente
tutte
le
componenti
portanti
della
costruzione,
sebbene
essi
non
si
fossero
egualmente
sviluppati
attraverso
gli
edifici.
Come
ha
scritto
Jim
Hoffman:
"Tutte
le
287
colonne
avrebbero
dovuto
indebolirsi
fino
al
punto
di
collassare
nello
stesso
istante".
("The
Twin
Towers
Demolition"
http://911Research.wtc7.net,
cfr.,
).
[22]
L’affermazione
è
probabilmente
una
lieve
esagerazione,
perché
i
video,
secondo
molti
studenti,
sembrano
indicare
che
i
crolli
impiegarono
circa
tra
gli
11 e
i 16
secondi.
Ma
questo
sarebbe
ancora
vicino
a
una
caduta
libera.
[23]
Come
evidenzia
il
fisico
Steven
Jones:
"Le
torri
cadono
molto
rapidamente
al
suolo,
con
la
parte
superiore
che
cade
quasi
tanto
velocemente
quanto
delle
macerie
in
caduta
libera….
Dove
è il
ritardo
che
bisogna
aspettarsi
dovuto
alla
conservazione
della
quantità
di
moto,
una
delle
leggi
fondamentali
della
fisica?
Ovvero,
come
i
piani
alti
che
cadono
colpiscono
i
piani
bassi,
e
l’acciaio
intatto
sostiene
le
colonne,
così
il
crollo
deve
essere
bloccato
in
modo
significativo
dalla
massa
d’impatto.
Ma
non
è
questo
il
caso.
Allora,
in
che
modo
i
piani
superiori
hanno
potuto
cadere
così
rapidamente
e
ancora
conservare
la
quantità
di
moto
nell’edificio
che
stava
crollando?
La
contraddizione
è
ignorata
dal
FEMA,
dal
NIST
e
dalle
analisi
della
Commissione
sull’11-9
nelle
quali
la
conservazione
della
quantità
di
moto
e i
tempi
di
caduta
non
sono
stati
analizzati.
(Jones,
2006,
)
[24]
Ogni
colonna,
oltre
essere
almeno
36
per
16
pollici,
aveva
le
pareti
che
erano
spesse
almeno
4
pollici
alla
base,
e si
assottigliavano
nei
piani
superiori,
che
hanno
minor
peso
da
sostenere.
Si
possono
vedere
fotografie
di
colonne
a
pagine
23
di
Hufschmid,
2002.
Il
motivo
per
cui,
in
queste
dichiarazioni,
si è
detto
"almeno"
è
che
Jim
Hoffman
ha
recentemente
concluso
che
alcune
di
esse
erano
anche
più
grandi.
Cfr
il
suo
articolo
"The
Core
Structures:
The
Structural
System
of
the
Twin
Towers",
9-11
Research.wtc7.net,
N.d.T.
).
Ha
inoltre
scritto
(in
un’e-mail
datata
26
Ottobre
2005):
"In
precedenza,
dissi
che
le
colonne
centrali
avevano
dimensioni
esterne
di
36
per
16
pollici,
ma
ora
credo,
basandomi
su
articoli
usciti
precedentemente
nell’Engineering
News
Record
e su
fotografie
da
me
scattate
ai
primi
piani
della
costruzione
(dell'edificio,
ndt)
in
mostra
allo
Skyscraper
Museum
a
Manhattan,
che
almeno
un
terzo
di
esse
fosse
di
54
per
22
pollici,
Inoltre,
secondo
l’illustrazione
nell’Engineering
News
Record,
lo
spessore
dell’acciaio
alle
basi
era
5
pollici
e
non
4".
[25]
Come
dice
Hoffman
(2005),
la
dichiarazione
del
NIST
riguardo
questi
incendi
tremendamente
intensi
al
centro
è
particolarmente
assurda
in
quanto
nel
centro
"c'era
pochissimo
carburante;
era
lontano
da
ogni
fonte
di
aria
fresca;
aveva
enormi
colonne
d’acciaio
per
dissipare
il
calore,
[e]
non
mostra
che
ci
fossero
incendi
in
nessuna
delle
fotografie
o
dei
video".
L’evidenza,
in
altre
parole,
suggerisce
che
nessuna
delle
colonne
centrali
avrebbe
raggiunto
(con
l’incendio)
le
altissime
temperature
subite
da
alcune
delle
colonne
perimetrali.
[26]
Il
NIST
basa
la
sua
teoria
principalmente
sull’ipotesi
per
cui
il
crollo
sarebbe
incominciato
con
il
cedimento
delle
travature.
Essendo
molto
più
piccole
e
meno
collegate
l’un
l’altra,
le
travature
avrebbero
potuto
riscaldarsi
molto
più
facilmente,
e
quindi
non
sorprende
che
l’analisi
del
NIST
focalizzi
l’attenzione
su
di
esse.
Per
far
sì
che
la
teoria
stia
in
piedi,
tuttavia,
il
NIST
afferma
che
le
travature
diventarono
più
calde
di
quanto
l’evidenza
stessa
dimostri.
Infatti,
sebbene
il
NIST
non
abbia
trovato
alcuna
prova
che
l’acciaio
avesse
superato
la
temperatura
di
1112°
F
(600°
C),
sostiene
che
alcune
delle
travature
in
acciaio
si
riscaldarono
fino
ai
1192°
F
(700°
C)
(2005,
pp.
96,
176-77).
Una
trattazione
che
si
dichiara
scientifica
non
può
arbitrariamente
aggiungere
180°
F
solo
perché
gli
fa
comodo.
In
ogni
caso,
oltre
al
fatto
che
questa
cifra
non
è
supportata
da
nessuna
prova,
la
teoria
del
NIST
si
basa
anche
sulla
pretesa
che
le
colonne
centrali
siano
crollate
"come
conseguenza
sia
del
cedimento
delle
giunture
che
della
rottura
delle
colonne
stesse,"
perché
erano
"significativamente
indebolite
dagli
effetti
termici"
(2005,
pp.
88,
180).
Ma
non
c’è
alcuna
spiegazione
di
come
queste
colonne
massicce
avrebbero
potuto
fratturarsi,
"anche
se
la
temperatura
fosse
giunta
a
quei
livelli".
Come
sottolinea
uno
studio
uscito
nel
Regno
Unito:
"L’espansione
termica
e la
reazione
dell’intera
struttura
a
questo
effetto
non
è
ancora
stata
descritta
fino
a
ora
(dal
NIST)",
(Lane
and
Lamont,
2005).
[27]
La
citazione
riguardante
lo
RDX
si
trova
nell'articolo
di
Tom
Held,
'Hoan
Bridge
Blast
Set
Back
to
Friday,'
www.jsonline.com
(Milwaukee
Journal
Sentinel),
aggiornato
il
19
Dicembre
2000
).
La
citazione
riguardante
il
DREXS
si
trova
nel
video
di
Hufschmid,
"Painful
Deceptions"
(www.EricHufschmid.Net).
[28]
In
quella
dichiarazione,
Hoffman
dichiarava
che
la
maggior
parte
delle
sezioni
non
sembravano
essere
più
lunghe
di
30
piedi.
Successivamente
corresse
questo
dato,
dicendo
che,
in
base
a
un’immagine
aera
presa
12
dodici
giorni
dopo
gli
attacchi,
la
maggior
parte
dei
pezzi
sembrava
essere
lunga
tra
i 24
e i
48
piedi,
e
solo
alcuni
oltre
i 50
piedi.
Notava
anche
che
"la
lunghezza
dei
pezzi
ha
poca
somiglianza
con
la
lunghezza
delle
parti
d’acciaio
che
si
sapeva
essere
state
utilizzate
per
la
costruzione",
il
che
significa
che
non
è
possibile
sostenere
con
ragionevolezza
che
i
pezzi
si
siano
semplicemente
spezzati
alle
giunture.(da
un’
e-mail
del
27
Settembre
2005).
[29]
La
prova
disponibile,
dice
Hoffman
(2003),
indica
che
le
particelle
di
polvere
erano
in
realtà
piccolissime,
nell’ordine
di
10
microns.
[30]
Hoffman
("The
Twin
Towers
Demolition")
afferma
che
la
nube
si è
allargata,
nei
primi
dieci
secondi,
fino
a
cinque
volte
il
diametro
delle
torri.
La
demolizione
del
Kingdome
può
essere
vista
sul
sito
della
Controlled
Demolition,
Inc.
).
La
demolizione
del
Reading
Grain
Facility
può
essere
vista
su
www.ImplosionWorld.com).
[31]
Jim
Hoffman,
"The
Twin
Towers
Demolition".
[32]Per
la
visione
di
questo
e
delle
precedenti
caratteristiche
(eccettuate
le
lastre
d’acciaio),
vedi
Hufschmid’s
Painful
Questions,
il
video
di
Hufschmid
""Painful
Deceptions"
(disponibile
su
www.EricHufschmid.Net);
il
sito
di
Jim
Hoffman
(http://911research.wtc7.net/index.html);
e il
sito
di
Jeff
King
(http://home.comcast.net/~jeffrey.king2/wsb/html/view.cgi-home.html-.html),
in
particolare
"The
World
Trade
Center
Collapse:
How
Strong
is
the
Evidence
for
a
Controlled
Demolition?".
[33]
Bollyn
scrive
(in
una
e-mail
del
27
ottobre
2005)
che
queste
dichiarazioni
gli
sono
state
fatte
personalmente
nel
corso
di
interviste
telefoniche
con
Tully
e
Loizeaux,
probabilmente
nell’estate
del
2002.
Bollyn
aggiunge
che,
sebbene
non
sia
sicuro
riguardo
alla
data
delle
interviste
telefoniche,
lui
è
sempre
"molto
preciso
riguardo
le
citazioni").
[34]
La
professoressa
Allison
Geyh
(2001)
del
Johns
Hopkins,
che
faceva
parte
di
una
squadra
di
investigatori
di
salute
pubblica,
visitò
il
luogo
poco
dopo
l’11-9,
e
scrisse
che:
"In
alcune
fosse
che
ora
in
quel
momento
venivano
scoperte
stanno
trovando
acciaio
fuso".
Il
Dr.
Keith
Eaton,
che
visitò
il
luogo
un
po’
di
tempo
dopo
accompagnato
da
un
ingegnere,
disse
che
gli
furono
mostrate
diapositive
di
"metallo
fuso,
che
era
ancora
bollente
settimane
dopo
il
fatto"
(Structural
Engineer,
2002,
p.
6).
Herbe
Trimpe
(2002),
un
diacono
Episcopale,
che
fece
da
cappellano
al
Ground
Zero,
dichiarò:
"Era
effettivamente
più
caldo
sul
luogo
(del
crollo,
ndt).
Gli
incendi
bruciavano
sottoterra,
fino
a
2000
gradi,
per
un
po’
di
tempo…
Ho
parlato
con
molti
costruttori
e mi
dissero
che…
le
travi
si
erano
fuse
totalmente
a
causa
del
calore."
[35]
Questo
articolo
apparso
su
Popular
Mechanics
è,
ad
essere
sinceri,
incredibilmente
mal
fatto.
Oltre
ai
problemi
evidenziati
qui,
nella
nota
11 e
nella
nota
39,
l’articolo
contiene
questa
sorprendente
dichiarazione:
"Nei
dieci
anni
precedenti
l’11/9,
la
NORAD
intercettò
solo
un
aeroplano
civile
sul
Nord
America:un
golfer
Payne
Stewart’s
Learjet,
nell’ottobre
del
1999."
In
realtà,
come
ben
sanno
i
veri
ricercatori
sull’11
/9,
la
FAA
riporta,
in
un
comunicato
stampa
del
9
Agosto
2002,
di
aver
allertato
i
caccia
67
volte
tra
il
settembre
2000
e il
giugno
2001,
e il
Calgary
Herald
(il
13
ottobre
del
2001)
scriveva
che
la
NORAD
aveva
allertato
i
caccia
129
volte
nel
2000.
Estrapolando
questi
dati,
possiamo
dedurre
che
la
NORAD
ha
allertato
i
caccia
oltre
1000
volte
nei
dieci
anni
precedenti
l’11/9.
La
dichiarazione
di
Popular
Mechanics
sarebbe
vera
solo
se
in
tutti
questi
casi,
eccettuato
l’incidente
del
Payne
Stewart,
i
caccia
fossero
stati
richiamati
alla
base
prima
di
aver
effettivamente
intercettato
il
velivolo
in
questione.
Questo
è
improbabile,
soprattutto
alla
luce
della
dichiarazione,
risalente
a
pochi
giorni
dopo
l’11-9,
del
Maggiore
Mike
Snyder,
una
portavoce
della
NORAD,
al
Boston
Globe
che
così
riporta
le
parole
di
Snyder:
"I
caccia
della
NORAD
intercettano
per
routine
i
velivoli"
(Jonhson,
2001).
Sul
motivo
per
cui
il
Popular
Mechanics
abbia
pubblicato
un
articolo
così
malfatto,
un
indizio
significativo
può
essere
che
il
"ricercatore
più
anziano"
dell’articolo
era
il
25enne
Benjamin
Chertoff,
cugino
di
Michael
Chertoff,
il
nuovo
capo
del
Dipartimento
di
Sicurezza
Interna
(cfr.
Bollyn,
2005a).
Un
altro
fattore
rilevante
è
che
questo
articolo
venne
pubblicato
poco
dopo
un
colpo
di
scena
in
questa
rivista
edita
dalla
Hearst,
nel
quale
il
capo-editore
venne
sostituito
(cfr
Bollyn,
2005b).
L’articolo
demistificatorio
del
giovane
Chertoff
è
stato
efficacemente
smentito
da
molti
seri
ricercatori
sull’
11/9,
tra
i
quali
Jim
Hoffman,
"Popular
Mechanics’
Deceptive
Smear
Against
9/11
Truth,"
www.911Review.com,
15
febbraio
2005
) e
Peter
Meyer,
"Reply
to
Popular
Mechanics
re
9/11,"
. In
realtà,
gli
articoli
di
Hoffman
e
Meyer,
seppur
concordanti
su
molti
punti,
hanno
differenti
approcci
nel
rispondere
ad
alcuni
punti
sollevati.
Ma
entrambi
gli
articoli
dimostrano
che
Popular
Mechanics
deve
ai
suoi
lettori
delle
scuse
per
aver
pubblicato
un
articolo
così
ampiamente
lacunoso
su
un
argomento
di
tale
importanza.
[36]
Pat
Dawson
dell’NBC
trasmetteva
in
un
collegamento
dal
WTC
la
mattina
dell’11/9
le
parole
che
gli
erano
state
rivolte
dette
da
Albert
Turi,
vice
assistente
capo
della
sicurezza
del
Fire
Department:
"vi
fu…un’altra
esplosione…in
una
delle
torri
…un’ora
dopo
il
primo
crollo…
Ovviamente
aveva
pensato
che
ci
fossero
effettivamente
dei
congegni
piazzati
nell’edificio
(Watson
and
Perez,
2004)".
Un
reporter
del
Wall
Street
Journal
dichiarò:
"Sentii
questo
boato
metallico,
guardai
in
alto
e
vidi
ciò
che
pensavo
fosse
solo
uno
strano
ammasso
di
piani
individuali
esplodere
verso
l’esterno
uno
dopo
l’altro.
Pensai,
«Mio
Dio,
stanno
buttando
giù
l’
edificio….Ed
essi,
chiunque
essi
fossero,
AVEVANO
MESSO
DELLE
CARICHE…e
vidi
le
esplosioni»
(Shepard
and
Trost,
2002)".
Il
reporter
della
BBC
Steve
Evans
disse:
"Ero
al
pianterreno
della
seconda
torre…
che
era
stata
colpita…
Ci
fu
un’esplosione…tremò
tutta
la
base
dell’edificio…
dopo,
una
volta
usciti
da
essa,
vi
fu
la
seconda
esplosione
seguita
da
una
serie
di
esplosioni"
(BBC,
11
settembre
2001,
citato
in
Bollyn,
2002)
[37]
Nel
giugno
del
2002,
l’NBC
ha
trasmesso
un
estratto
da
un
nastro
registrato
l’11
/ 9
che
conteneva
il
seguente
dialogo
tra
pompieri
alla
Torre
Sud:
Ufficiale:
Battaglione
3 al
Comando,
c’è
appena
stata
un’altra
esplosione.
Ufficiale:
Battaglione
3 al
Comando,
abbiamo
un’ulteriore
esplosione.
Comando:
Ricevuto
comandante.
Ulteriore
esplosione.
("911
Tapes
Tell
Horror
Of
9/11"
Part
2,
Nastri
trasmessi
per
la
prima
volta
da
NBC,
il
17
giugno,
2002
).
Il
pompiere
Louie
Cacchioli
testimonia
che,
mentre
stava
entrando
nell’atrio
della
Torre
Nord,
vide
le
porte
dell’ascensore
esplodere
completamente
e le
persone
venire
colpite
dai
rottami.
"Mi
ricordo
di
aver
pensato…come
può
accadere
tutto
questo
con
tale
rapidità
se
un
aereo
ha
colpito
molto
in
alto?"
Una
volta
raggiunto
il
24esimo
piano,
si
trovò
in
mezzo
a
molta
polvere
e
fumo,
cosa
che
reputò
strana
in
quanto
l’aereo
aveva
colpito
l’edificio
50
piani
più
in
alto.
Poco
tempo
dopo,
lui
e un
altro
pompiere
"udirono
questa
fortissima
esplosione
che
sembrava
provocata
da
una
bomba.
Era
un
rumore
così
forte,
e
fece
saltare
le
luci
e
bloccò
le
ascensori".
Racconta
che,
dopo
essersi
trascinati
fuori
dall’ascensore:
"ci
fu
un’altra
esplosione,
fortissima
come
la
prima.
Questa
ebbe
inizio
circa
due
minuti
più
tardi…[e]
pensai
«Dio
mio,
questi
bastardi
hanno
piazzato
delle
bombe
come
già
hanno
fatto
nel
1993!»…
Non
appena
fummo
giunti
alla
tromba
delle
scale,
sentii
un’altra
esplosione,
forte
come
le
due
precedenti.
Dopo
udii
bang,
bang,
bang,
fortissimi
boati
(Szymanski,
2005a).
Un
breve
estratto
della
testimonianza
di
Cacchioni
è
resa
disponibile
il
24
settembre
2001
nel
People
Magazine,
di
cui
alcune
parti
vengono
citate
da
Griffin
,
2004,
Capitolo
I,
nota
74.
[38]
Terri
Tobin,
un
luogotenente
dell’ufficio
per
l’informazione
pubblica
del
Dipartimento
di
Polizia
di
New
York,
racconta
che
durante,
o
subito
dopo,
il
crollo
della
Torre
Sud,
"tutto
ciò
che
sentii
furono
delle
esplosioni
estremamente
forti.
Pensai
che
fossimo
stati
bombardati"
(Fink
and
Mathias,
2002,
p.
82).
Un
articolo
sul
Guardinan
riporta
che:
"A
New
York,
la
polizia
e i
pompieri
stavano
portando
fuori
il
primo
gruppo
degli
evacuati
quando
crollò
la
prima
delle
torri
del
World
Trade
Center.
Alcuni
testimoni
oculari
riportano
di
aver
sentito
un’altra
esplosione
un
attimo
prima
che
l’edificio
si
sbriciolasse.
La
polizia
dichiarò
che
sembrava
quasi
una
«demolizione
controllata»"
(Borger,
Campbell,
Porter,
and
Millar,
2001).
[39]
Teresa
Veliz,
che
lavorava
per
una
società
di
software,
era
al
47esimo
piano
della
Torre
Nord
quando
improvvisamente
"l’intero
edificio
fu
scosso
…
[poco
tempo
dopo]
il
palazzo
fu
scosso
di
nuovo,
questa
volta
persino
più
violentemente".
Veliz
allora
tenta
di
scendere
ed
uscire
dalla
Torre
Nord.
Racconta
che,
in
questo
lasso
di
tempo
"c’erano
esplosioni
ovunque.
Ero
convinta
che
vi
fossero
bombe
piazzate
dappertutto
e
che
qualcuno,
seduto
a un
pannello
di
controllo,
stesse
schiacciando
i
pulsanti
per
le
detonazioni"
(Murphy,
2002).
William
Rodriguez
lavorava
come
portiere
alla
Torre
Nord.
Racconta
che,
mentre
timbrava
il
cartellino
nell’ufficio
al
sub-level
1
alle
9 di
mattina,
lui
e le
altre
quattordici
persone
presenti
nell’ufficio
udirono
e
sentirono
una
massiccia
esplosione
sotto
di
loro.
Dice:
"Quando
sentii
il
suono
dell’esplosione,
vibrò
il
pavimento
sotto
i
miei
piedi,
i
muri
cominciarono
a
creparsi
e
ogni
cosa
iniziò
a
tremare…Alcuni
secondi
[dopo],
sentii
un’altra
esplosione
molto
sopra
di
me …
Sebbene
al
momento
non
lo
sapessi,
questo
era
l’aeroplano
che
colpiva
la
torre".
Il
suo
collega
Felipe
David,
che
stava
davanti
ascensore
di
servizio
poco
lontano,
entrò
nell’ufficio
con
gravi
ustioni
sul
volto
e
sulle
braccia,
gridando
"esplosione!
Esplosione!
Esplosione!"
Secondo
Rodriguez:
"Era
terribilmente
ustionato.
La
pelle
si
staccava
dalle
mani
e
dalla
braccia.
Le
sue
ferite
non
potevano
essere
state
causate
dall’aereo
sopra,
ma
solo
da
una
forte
esplosione
sotto."
(Szymanski,
2005b).
L’ingegner
Mike
Pecoraro,
che
lavorava
al
sesto
piano
interrato
della
Torre
Nord,
dichiarò
che,
dopo
che
il
suo
collega
gli
aveva
fatto
notare
che
le
luci
stavano
lampeggiando,
chiamarono
di
sopra
per
scoprire
cosa
stesse
accadendo.
Fu
detto
loro
che
vi
era
stata
una
forte
esplosione
e
che
l’intero
edificio
sembrava
tremare.
Pecoraio
e
Chino
quindi
salirono
al
livello
C,
dove
doveva
trovarsi
una
piccola
officina,
ma
era
sparita.
"Lì
non
c’erano
altro
che
macerie"
disse
Pecoraro.
"Stiamo
parlando
di
una
pressa
idraulica
di
circa
50
tonnellate
…
sparita!".
Poi
andarono
verso
il
parcheggio
ma
scoprirono
che
anch’esso
era
sparito:
"Non
c’erano
più
i
muri".
Al
livello
B,
scoprirono
che
una
porta
antincendio
d’acciaio
e di
cemento
armato,
che
pesava
300
libbre,
"si
era
accartocciata
come
un
foglio
di
alluminio."
Infine,
una
volta
saliti
a
pianterreno:
"L’intero
atrio
era
nero
e
pieno
di
fuliggine,
non
c’erano
più
le
porte
dell’
ascensore.
Da
alcune
pareti
mancava
il
marmo"
(Chief
Engineer,
2002).
Una
delle
principali
affermazioni
degli
scettici
sulla
versione
ufficiale
dell’11-9
che
Popular
Mechanics
tenta
di
smontare
(cfr.
nota
11,
supra)
è
quella
secondo
la
quale
l’esplosivo
sarebbe
detonato
nei
livelli
inferiori
della
torre.
La
rivista,
tuttavia,
ignora
comodamente
le
testimonianze
di
Veliz,
Rodriguez
e
Pecoraro.
[40]
Questo
esperto
è
Van
Romero,
vice
presidente
delle
ricerche
al
New
Mexico
Institute
of
Mining
and
Technology.
Romero
era
precedentemente
il
direttore
dell’istituto
dell’
Energetic
Materials
Research
and
Testing
Center,
che
si
occupa
di
studiare
gli
effetti
delle
esplosioni
sugli
edifici.
[41]
Romero,
in
effetti,
cambiò
la
propria
pubblica
dichiarazione
dieci
giorni
dopo,
come
riportato
da
Fleck,
2001.
Ma
come
ritrattazione
non
è
convincente.
Secondo
quest’articolo
infatti:
"Successive
conversazioni
con
ingegneri
strutturali
ed
ulteriori
e
più
dettagliate
visioni
della
cassetta"
avrebbero
portato
Romero
alla
conclusione
che
"l’intenso
calore
degli
incendi,
dovuti
al
carburante
dell’aereo,
indebolirono
le
travi
della
struttura
in
acciaio,
a
tal
punto
da
farle
cedere
sotto
il
peso
dei
piani
superiori".
Tuttavia
non
c’è
alcuna
indicazione
riguardo
a
ciò
che
gli
ingegneri
strutturali
abbiano
dichiarato,
o a
quello
che
Romero
abbia
visto
nella
sua
"maggiormente
dettagliata
visione
della
cassetta",
che
lo
abbia
condotto
a
cambiare
la
sua
prima
idea
secondo
la
quale
i
crolli
erano
"troppo
metodici"
per
essere
stati
provocati
da
qualcosa
di
diverso
dagli
esplosivi.
Non
ci
sono
indicazioni
su
come
l’indebolimento
delle
travi
avrebbe
portato
a un
crollo
totale
che
incominciò
all’improvviso
e
che
avvenne
effettivamente
alla
velocità
di
caduta
libera.
In
seguito,
Romero
dichiarò
che
non
aveva
cambiato
parere.
Piuttosto
disse
che
era
stato
male
interpretato
nella
sua
prima
dichiarazione.
"Fui
male
interpretato
quando
dissi
che
credevo
fossero
stati
gli
esplosivi
a
far
crollare
il
palazzo.
Dissi
solo
che
era
così
che
mi
era
sembrato".
(Popular
Mechanics,
2005).
Ma
se
questa
è la
verità,
è
strano
che
la
seconda
versione,
scritta
da
Fleck,
non
la
riportasse,
sostenendo
invece
che
Romero
aveva
cambiato
parere.
Romero
ha
chiaramente
cambiato
idea,
o,
per
essere
più
precisi,
la
sua
pubblica
versione.
Un
indizio
sul
motivo
di
questo
cambio
di
versione
può
essere
fornito
da
un’altra
dichiarazione
che
si
trova
nell’articolo
originale,
in
cui
si
dice
che,
quando
il
Pentagono
venne
colpito,
"(Romero)
e
Denny
Peterson,
vice
presidente
dell’
Amministrazione
e
Finanze
[al
New
Mexico
Tech],
stavano
andando
in
un
edificio
vicino
al
Pentagono
per
discutere
dei
programmi
di
ricerca
del
Tech
finanziati
dalla
Difesa"
(Uyttebrouck,
2001).
Effettivamente,
come
riportato
in
un
successivo
articolo
sul
sito
della
New
Mexico
Tech
("Tech
Receives
$15
M
for
Anti-Terrorism
Program"),
l’edizione
dell’Influence
Magazine
del
dicembre
2003
definiva
Romero
uno
dei
"sei
lobbisti
che
hanno
fatto
centro
nel
2003,"
aggiungendo
che
"[la]
parte
più
importante
del
lavoro
[di
Romero]
è
quella
di
fare
pressioni
per
ottenere
finanziamenti
dal
governo
federale
e,
se
si
prende
l’anno
fiscale
2003
come
riferimento,
Romero
è
stato
una
superstar,
"avendo
ottenuto,
solo
per
quell’anno,
circa
56
milioni
di
dollari
per
la
New
Mexico
Tech."
Alla
luce
del
fatto
che
Romero
non
abbia
mai
fornito
nessuna
motivazione
scientifica
per
il
suo
cambiamento
di
opinione
non
sembra
ingiustificato
dedurre
che
la
vera
ragione
sia
consistita
nell'aver
realizzato,
forse
forzato
da
ufficiali
governativi,
che
se
non
avesse
ritirato
pubblicamente
le
sue
dichiarazioni
iniziali,
la
sua
efficacia
nel
far
pressione
al
governo
federale
per
farsi
assegnare
sovvenzioni
si
sarebbe
ridotta
notevolmente.
Romero
sicuramente
nega
tutto
ciò
dicendo:
"I
teorici
della
cospirazione
se
ne
sono
venuti
fuori
dicendo
che
il
governo
mi
ha
costretto
a
ritrattare.
E'
la
cosa
più
lontana
dalla
verità"
(Popular
Mechanics,
2005).
Ma
in
un
caso
o
nell'altro
queste
sono
proprio
le
parole
che
ci
aspetteremmo
da
Romero.
Avrebbe
potuto
scansare
l'accusa
soltanto
fornendo
un
accurato
resoconto
di
come
gli
edifici
avrebbero
potuto
crollare,
in
quella
maniera,
senza
l'uso
di
esplosivi.
[42]
Come
ha
spiegato
Dwyer,
i
resoconti
orali
"originalmente
furono
raccolti
per
ordine
di
Thomas
Von
Essen,
che
era
il
commissario
dei
vigili
del
fuoco
l'11
settembre
2001,
che
disse
di
voler
mettere
per
iscritto
quei
resoconti
prima
che
fossero
rimodellati
dalla
memoria
collettiva".
[43]
I
resoconti
orali
dell'11
settembre
sono
disponibili
al
sito
web
del
New
York
Times.
Devo
molto
a
Matthew
Everett
che
ha
scovato
e mi
ha
fornito
praticamente
tutte
le
dichiarazioni
che
ho
tratto
da
questi
resoconti.
[44]
Come
molti
altri,
Dixon
ha
indicato
che
più
tardi
si
era
convinto
ad
accettare
l'interpretazione
ufficiale,
aggiungendo:
"Credo
che
ad
un
certo
punto
abbiamo
capito
che
era
semplicemente
crollato.
Per
questo
motivo
le
finestre
sono
state
sparate
fuori,
non
per
un'esplosione,
sono
state
sparate
fuori
e
basta".
In
questo
articolo,
tuttavia,
mi
sono
concentrato
su
cosa
i
testimoni
hanno
vissuto
e
pensato
nei
primi
momenti
facendo
distinzione
da
quale
interpretazione
essi
avrebbero
poi
accettato.
[45]
Alcune
testimonianze
hanno
inoltre
menzionato
la
creazione
di
una
nube
di
polvere
dopo
le
esplosioni.
Un
pompiere
ha
detto:
"Sono
stati
sentiti
dei
forti
rumori
di
esplosione....
e
poi
fummo
ricoperti
da
detriti
e
polvere"
(NYT,
Viola,
p.
3).
Un
altro
ha
dichiarato:
"E'
stato
quando
è
arrivato
l'inferno.
C'è
stata
come
una
grossa,
enorme
esplosione...
il
vento
ci
ha
investiti..
poi
tutta
la
polvere...
ed
ogni
cosa
è
stata
oscurata"
(NYT,
Rivera,
p.
7).
Il
tenente
William
Wall
ha
affermato:
"Sentimmo
un'esplosione.
Alzammo
lo
sguardo
e
l'edificio
stava
venendo
giù...
abbiamo
corso
un
poco
ma
poi
fummo
investiti
dalla
nube"
(NYT,
Wall,
p.
9).
Il
paramedico
Louis
Cook
dopo
aver
detto
che
c'era
"un'incredibile
quantità
di
polvere
e
fumo"
ha
aggiunto
che
c'era
"senza
esagerare
quasi
un
piede
e
mezzo
(mezzo
metro,
ndt)
di
polvere
sulla
mia
macchina"
(NYT,
Cook,
pp.
8,
35).
[46]
Anche
se
ci
manteniamo
generosi
nel
valutare
l'errore
e
concediamo
una
probabilità
di 1
su
10
(probabilità
molto
più
alta
di 1
su
100
o di
1 su
500)
che
ognuna
delle
undici
caratteristiche
possa
presentarsi
senza
l'uso
di
esplosivi,
la
probabilità
che
tutte
e 11
si
manifestino
insieme
è di
uno
su
100
miliardi
(questo
calcolo,
con
la
sua
assunzione
molto
generosa
di
una
probabilità
di 1
su
10,
assume
che
le
variabili
siano
indipendenti
le
une
dalle
altre.
Per
maggiore
completezza,
se
solo
6
fossero
indipendenti
mentre
le
altre
5
fossero
correlate
le
une
alle
altre
avremmo
ancora
una
probabilità
di 1
su
un
milione.
Invece
con
una
probabilità
di 1
su
100
ed
ogni
caratteristica
indipendente
dalle
altre
avremmo
una
probabilità
di 1
su
dieci
elevato
alla
22esima
potenza).
Dovendo
aggiungere
nel
calcolo
della
probabilità
il
fatto
che
tutte
queste
caratteristiche
si
sono
manifestatate
in
tre
edifici
e
nello
stesso
giorno,
questa
diventa
così
infinitesimamente
piccola
da
non
potere
essere
disinta
da
zero.
D'altra
parte,
se
fossero
stati
usati
esplosivi
negli
edifici,
allora
ci
sarebbe
stata
un'alta
probabilità
per
tutte
e 11
le
caratteristiche
di
manifestarsi
in
tutti
e
tre
gli
edifici.
Per
questo
ragionamento
sono
indebitato
verso
James
Fetzer,
che
---
tramite
il
suo
saggio
"'Teorie
della
Cospirazione':
Il
caso
dell'11
settembre"
---
lo
ha
ispirato,
e
con
Paul
Zarembka,
che
mi
ha
aiutato
per
la
sua
formulazione
definitiva.
[47]
un
sommario
carino
del
ragionamento
usato
per
giungere
a
questa
conclusione
è
stato
fornito
da
Nila
Sagadevan
(comunicazione
e-mail
dell'8
Novembre
2005)
in
risposta
ad
una
persona
che
gli
chiedeva
"Ma
quindi
stai
dicendo
che
i
piani
sono
semplicemente
caduti
giù
come
se
non
ci
fosse
nulla
a
sostenerli?".
Confermando
che
quello
era
precisamente
ciò
che
stava
dicendo,
suggerì
poi
il
seguente
esperimento
mentale:
Immagina
un
pesante
cavo
di
acciaio,
abbassato
da
un'alta
gru,
ben
assicurato
al
centro
del
piano
più
alto
(il
110)
di
una
delle
due
torri.
Ora
immagina
che
quel
piano
sia,
in
qualche
modo,
disaccoppiato
dal
resto
della
struttura
sotto
di
esso.
Evoca
il
tuo
genio
personale
e
ordinagli
di
far
scomparire
magicamente
tutti
e
109
i
piani
e le
strutture
portanti
al
di
sotto
del
blocco
che
ora
è
comunque
sostenuto.
Quello
che
ora
abbiamo
è il
nostro
piano
di
cemento
armato
penzolante
a
415
metri
(1350
piedi)
dal
suolo,
sostenuto
da
un
cavo
attaccato
alla
nostra
gru
immaginaria.
Ora
fai
tagliare
il
cavo
al
genio.
Il
tuo
110imo
piano
ora
cadrà
liberamente
nell'aria
ed
impatterà
al
suolo
dopo
circa
9
secondi
(che
è
più
o
meno
quanto
han
impiegato
i
piani
più
alti
di
entrambe
le
torri
a
raggiungere
il
terreno).
Ora,
immagina
uno
scenario
diverso.
Non
disaccoppieremo
il
piano
più
alto
né
lo
assicureremo
ad
un
cavo
con
una
gru.
Invece
chiederemo
al
nostro
genio
di
"ammorbidire"
tutte
le
colonne
di
supporto
dei
109
piani
sottostanti.
Non
è
forse
vero
che
ognuno
di
questi
piani
e
delle
sue
strutture
portanti,
ora
ammorbidite,
inizierà
immediatamenet
a
deformarsi
sotto
il
peso
del
110imo
piano?
E
non
è
altrettanto
vero
che
la
deformazione
rallenterà
la
caduta
dell'ultimo
piano,
continuando
ad
offrire
gradatamente
resistenza
alla
sua
discesa?
Non
dovrebbero
questi
"arresti"
viscosi
progressivi
–
l'acciaio
deformato,
con
l'aiuto
dei
chiodi
sradicati,
i
bulloni
tagliati
e le
saldature
strappate
---
rallentare
significativamente
la
caduta
dell'ultimo
piano?
Tutto
questo
non
farebbe
impiegare
all'ultimo
piano
molto
più
di 9
secondi
per
terminare
infine
la
sua
caduta
in
cima
alla
pila
dei
detriti
dei
piani
inferiori
e l'
arrestarsi?
Ma
l'11
Settembre
2001
ogni
piano
di
ogni
torri
cadde
come
se
al
di
sotto
di
lui
non
esistesse
nient'altro
che
aria.
Perchè
questo
accadesse
ogni
colonna
di
supporto
(che
offriva
cioè
resistenza)
al
di
sotto
di
ogni
piano
che
stava
collassando
avrebbe
dovuto
essere
tolta
via.
Soltanto
degli
esplosivi
ben
posizionati
possono
riuscirci.
Questo
è
ciò
che
accade
nelle
demolizioni
controllate.
Il
ragionamento
di
Sagadevan
non
viene
intaccato
significativamente
se
diciamo
che
il
tempo
di
crollo
era
più
vicino
ai
15
secondi,
poiché
questo
tempo
è
ancora
molto
vicino
al
tempo
di
caduta
libera
in
aria.
[48]
Gli
investigatori
ufficiali
si
accorsero
di
avere
meno
autorità
delle
squadre
di
pulizia,
un
fatto
che
ha
spinto
lo
Science
Commitee
della
Camera
dei
Rappresentanti
a
riportare
che
"la
mancanza
di
autorità
fornita
agli
investigatori
di
confiscare
i
pezzi
di
metallo
per
sottoporli
ad
esami
prima
che
fossero
riciclati
ha
portato
alla
perdita
di
importanti
elementi
di
prova"
[49]
Baosteel
riciclerà
i
rottami
del
World
Trade
Center
Eastday.com,
24
gennaio,
2002.
[50]
La
rimozione
fu,
inoltre,
portata
a
compimento
con
estrema
cura,
perche
"il
carico
consisteva
in
materiale
altamente
sensibile".
Ogni
camion
fu
equipaggiato
con
uno
strumento
di
localizzazione
del
veicolo,
connesso
al
GPS.
"Il
software
registrò
ogni
viaggio
ed
ogni
locazione,
inviando
segnali
di
allerta
se
il
veicolo
viaggiava
fuori
rotta,
se
arrivava
tardi
alla
sua
destinazione
o se
deviava
dalle
aspettative
in
qualche
altra
maniera...
un
autista...
si
attardò
in
una
pausa
pranzo
di
un'ora
e
mezza...
fu
lincenziato
[Emigh,
2002].
[51]
New
York
Times,
25
Dicembre,
2001.
Questa
protesta
fu
ripetuta
dal
professor
Abolhassan
Astaneh-Asl,
professore
di
Ingegneria
Civile
alla
University
of
California
di
Berkeley,
che
affermò:
"Dove
avviene
un
incidente
automobilistico
e
due
persone
vengono
uccise
conserviamo
l'automobile
sino
a
processo
concluso.
Se
un
aereo
cade,
non
solo
teniamo
la
carcassa
ma
raccogliamo
tutti
i
rottami,
li
portiamo
in
un
hangar
e li
rimettiamo
assieme.
Questo
se
muoiono
anche
solo
200,
300
persone.
In
questo
caso
invece
abbiamo
tremila
morti.
Ed
abbiamo
una
delle
più
importanti
costruzioni
fatte
dall'uomo.
Il
mio
desiderio
è
che
avessimo
fatto
tutto
ciò
che
era
nelle
nostre
facoltà...
Raccogliere
tutto
questo
acciaio,
trasportarlo
in
un
luogo
apposito.
Invece
di
riciclarlo....
Dopotutto
questa
è
una
scena
del
crimine
e
dobbiamo
riuscire
a
capire
esattamente
ciò
che
è
accaduto"
(Notiziario
CBS,
12
Marzo,
2002)
[52]
Bloomberg
stava
in
quel
momento
raccomandando
precisamente
ciò
contro
cui
Bill
Manning,
l'editore
di
Fire
Engineerin,
aveva
indirizzato
i
suoi
avvertimenti
quando
scrisse
"Per
come
è lo
stato
delle
cose
ora...
l'investigazione
in
merito
all'incendio
ed
al
crollo
del
World
Trade
Center
risulterà
solo
in
un
quantitativo
di
carta
e di
ipotesi
generate
al
computer"
(Manning,
2002).
Ciò
che
Bloomberg
desiderava
e
Manning
temeva
è
esattamente
ciò
che
ritroviamo
nel
rapporto
del
NIST.
Anzi
a
dire
il
vero
è
anche
peggio.
Il
fisico
Steven
Jones,
dopo
aver
rimarcato
che
"non
ci
sono
esempi
di
crolli
di
grattacieli
dovuti
al
fuoco"
e
che
anche
il
"modello
reale
[computer]
–
del
NIST
-
non
collassò
"
risponde:
"semplicemente,
il
NIST
inventò
ipotesi
generate
dal
computer
per
ogni
modello
"grave"
e
poi
questi
modelli
furono
ulteriormente
modificati
per
ottenere
i
risultati
desiderati.
Il
rapporto
del
Nist,
aggiunge
Jones,
ammette
questa
procedura,
dicendo
a
pagina
142:
"Il
modello
più
grave
...
fu
usato
per
l'analisi
globale
di
ciascuna
torre.
Un
set
completo
di
simulazioni
fu
applicato
quindi
a
[questo
caso].
Dove
i
risultati
delle
simulazioni
differivano
dalle
evidenze
fotografiche
e
dai
rapporti
dei
testimoni
oculari
[ad
es.
ci
fu
un
completo
crollo]
gli
investigatori
corressero
i
dati"
(Jones,
2006)
[53]
"Baosteel
riciclerà
i
rottami
del
World
Trade
Center"
[54]
Bill
Manning
scrisse
"Il
danno
strutturale
causato
dagli
aerei
e
dall'accensione
esplosiva
del
carburante
non
furono
sufficienti
a
tirare
giù
le
torri.
Fire
Engineering
ha
buone
ragioni
per
credere
che
l'
'investigazione
ufficiale'
benedetta
dalla
FEMA
è
una
farsa
"mezza
cotta"
della
quale
si
possono
già
essere
impossessate
forze
politiche
per
portare
avanti
i
propri
interessi
i
quali
sono,
con
un
eufemismo,
molto
distanti
da
una
completa
rivelazione.
A
parte
il
beneficio
marginale
ottenuto
da
un'osservazione
visiva
delle
prove
nella
passeggia,
durata
tre
giorni,
condotta
dai
membri
dell'ASCE
investigation
committee
–
descritta
da
una
fonte
loro
vicina
come
una
"gita
turistica"
--
nessuno
sta
cercando
le
prove
di
nulla"
(Manning,
2002).
[55]
Guardare
la
sezione
"Le
scoperte
dell'ASCE
sulla
sulfidazione
dell'acciaio"
in
Hoffman,
2005.
[56]
Per
prove
visive
consultare
Hoffman,
"I
fotogrammi
video
del
crollo
della
torre
Nord:
prove
visive
del
crollo
della
torre
Nord."
9-11
Research.wtc7.net
n.d.
(http://911research.wtc7.net/wtc/evidence/videos/wtc1_close_frames.html).
[57]
Il
ruolo
di
Marvin
Bush
nella
compagnia
è
menzionato
da
Craig
Unger,
2004,
p.249
[58]
L'affermazione
di
Forbes
è
inserita
qui.
[59]
Per
la
dichiarazione
completa
di
Giuliani
consultare
"Chi
ha
detto
a
Giuliani
che
il
WTC
stava
per
crollare
il
9/11?),
What
Really
Happened,
n.d.;
può
essere
ascoltato
qui.
[60]
Come
evidenzia
Hufschmid
"le
foto
mostrano
che
le
spettacolari
fiamme
scomparirono
velocemente
e
poi
il
fuoco...
lentamente
diminuì"
(2002,
p.38)
[61]
"Se
..
l'intenzione
era
di
incolpare
gli
incendi
per
il
crollo,"
Peter
Meyer
ha
scritto
"allora
l'ultimo
tempo
utile
per
le
torri
di
collassare
avrebbe
potuto
essere
appena
prima
che
gli
incendi
si
spegnessero.
Poiché
l'incendio
della
torre
sud
fu
il
risultato
della
combustione
di
meno
combustibile..,
allora
il
fuoco
nella
torre
sud
inizio
ad
affievolirsi
per
primo....
Coloro
i
quali
stavano
controllando
la
demolizione
perciò
dovettero
far
collassare
la
torre
sud
prima
della
nord"
(Peter
Meyer,
n.d.).
[62]
Il
comandante
della
divisione
EMS
(Emergency
Medical
Services)
John
Peruggia
affermò
che
gli
fu
detto
che
"La
torre
nord
era
in
pericolo
di
un
crollo
quasi
imminente".
Il
tecnico
medico
Richard
Zarrillo,
evidentemente
un
collegamento
tra
OEM
e
EMS,
affermò
che
gli
fu
detto
che
"gli
edifici
stavano
per
collassare".
Il
maresciallo
dei
vigili
del
fuoco
Stephen
Mosiello
ed
il
suo
vice,
assistente
capo
della
sicurezza,
Albert
Turi
usarono
anche
loro
il
plurale
("edifici")
nel
riportare
quello
che
sentirono
da
Zarrillo.
Turi
riferì
anche
che
quando
a
Zarrillo
fu
chiesto
"da
dove
stiamo
prendendo
questi
rapporti?",
la
sua
replica
fu
"lo
sapete,
non
ne
siamo
sicuri,
lo
sta
riferendo
L'OEM
giusto
adesso"
(NYT,
I
racconti
orali
di
Peruggi,
Zarrillo,
Mosiello
e
Turi)
[63]
Nel
"Una
breve
storia
dell'OEM
(Office
of
Emergency
Management)
di
New
York
City"
leggiamo
"1996:
per
un
ordine
esecutivo
viene
creato
l'OEM
cittadino.
Il
direttore
risponde
direttamente
al
sindaco
e
presta
servizio
al
direttore
locale
della
Difesa
civile.
[64]
"La
città..
inizialmente
rifiutò
l'accesso
ai
registri
delle
investigazioni
..
alla
commissione
sul
9/11"
ma
"lasciò
perdere
quando
fu
minacciata
un'azione
legale"
(Dwyer,
2005b)
[65]
Glanz
(2001)
scrisse
che
"esperti
affermarono
che
nessun
edificio
simile,
un
moderno
grattacielo
con
anima
in
acciaio,
era
mai
collassato
per
un
incendio
non
controllato."
[66]
Per
fotografie
e
discussioni,
consultare
Hufschmid,
2002,
pp.
62-56
e la
sezione
intitolata
"i
"furiosi"
incendi
al
WTC
7"
in
"Gli
incendi
al
World
Trade
Center
(non
così
caldi
eh?),"
Global
Research,
27
Settembre,
2004
.
[67]
FEMA,
2002,
capitolo
5,
sezione
6.2
"Probabile
sequenza
di
crollo,"
discussa
in
Griffin,
2004,
p.22
[68]
Hufscmid,
2002,
p.
64.
Il
crollo
dell'edificio
7 ha
anche
lui
tutte
le
caratteristiche
delle
convenzionali
demolizioni
controllate,
come
l'inizio
improvviso
e
poi
il
crollo
a
velocità
prossime
a
quelle
di
caduta
libera
–
che
per
l'edificio
7
significa
sotto
i 7
secondi.
Queste
somiglianze
alle
normali
implosioni
sono
state
commentate
da
Dan
Reather.
Mostrando
un
video
del
crollo
dell'edificio
7
sulla
CBS
quella
stessa
sera,
Rather
disse
che
"richiamava
alla
mente
quelle
immagini
che
abbiam
visto
tutti
troppo
spesso
in
televisione
prima,
quando
un
edificio
viene
distrutto
deliberatamente
tramite
della
dinamite
ben
piazzata
per
tirarlo
giù"
(Notiziario
CBS,
11
Settembre,
2001).
Video
del
crollo
dell'edificio
7,
che
raramente
sono
apparsi
nella
televisione
nazionale,
possono
essere
visionati
in
vari
siti
internet,
come
www.geocities.com/killtown/wtc7.html
and
www.whatreallyhappened.com/wtc7.html
. In
particolare
è
molto
buono
per
questo
scopo
il
DVD
di
Eric
Hufschmid,
"Painful
Deceptions"
(disponibile
al
www.EricHufschmid.Net).
[69] Implosion World.com.
[70] Steven Jones, lettera e-mail, 10 Ottobre 2005.
[71] Confronta Norman, 2002 e il Firehouse Magazine, 2002a e 2002b
[72] Il comandante Frank Fellini disse che la zona del crollo fu stabilita "cinque o sei ore" prima che l'edificio venisse giù, il che vorrebbe dire intorno a mezzogiorno (NYT, Fellini, p.3).
Questa tempistica è conforme alla testimonianza di un vigile del fuoco il quale disse di "aver sentito rapporti di un possibile crollo del World Trade Center 7 durante tutto il giorno" e quello di un altro che affermò: "girammo lì intorno per ore aspettando che l'edificio sette venisse giù" (NYT, Murray, p. 12, and Massa, pp. 17-18).
[73] Anche i terremoti, che avrebbero potuto produrre dei crolli parziali, tuttavia non avrebbero mai potuto causare un crollo quasi totale.
[74] "Gli investigatori federali conclusero che fosse stato in primo luogo l'impatto degli aerei e, più specificamente, gli incendi che divamparono in modo estremo sin dalla nascita a causare il crollo degli edifici. Dopo che gli aerei colpirono,... molto dello spray di protezione antincendio nella zona di impatto fu rimosso, lasciando la struttura portante di acciaio esposta e mortalmente vulnerabile all'intenso calore" (Dwyer e Flynn, 2005, p. 252). Questi coautori
(p.253) appoggiano anche la pretesa del NIST – che è totalmente insostenibile (Hoffmann, 2005) – che il crollo divenne "inevitabile."
[75] Dwyer, infatti, scrisse un articolo intitolato "L'enorme archivio produce nuovi punti di vista sul 9/11," New York Times, 13 Agosto, 2005. Ma non menziona tra "i nuovi punti di vista" quello che verrebbe suggerito dalle testimonianze sulle esplosioni.
[76] L'affermazione di Silverstein è stata citata in molti posti, tra cui Morgan e Henshall (2005). Una critica di questo libro intitolata "9/11 rivelato? Nuovi libri ripetono false teorie della cospirazione," pubblicato dallo U.S. State Department, sostiene che "il proprietario si stava riferendo al fatto di ritirare un contingente di vigili del fuoco fuori dall'edificio in modo da salvare vite umane poiché questo appariva instabile". Ma questa è a stento un'interpretazione plausibile, specialmente data la frase seguente ed il fatto che in un'altra
parte del documentario (PBS, 2002) sentiamo questa espressione utilizzata con il significato di "tirare l'edificio giù".
[77] L'affermazione di Silverstein può essere visionata (o ascoltata su di un file audio). Per un dibattito consultare Baker, n.d.
[78] Currid, casualmente, fu rieletto presidente nel 2002
[79] Lettera alla rivista LA Times del 18 Settembre, 2005, da William Yarchin di Huntington Beach, California, in risposta ad un'intervista con me sulla stessa rivista, condotta da Mark Ehrman, intitolata "Diventando agnostico riguardo il 9/11", pubblicata il 28 Agosto, 2005.
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Traduzione di: Roberto Toso, Eugenio Realini, M.R., Carlo Brevi, M.P., Marco Bollettino
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