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PERCHE' IL WTC-7 E' CROLLATO?

 

Tratto da comedonchisciotte.org. Se proprio hai troppa fretta leggi un brevissimo riassunto qui.


Di Steven E. Jones.

Nello scrivere questo lavoro, chiedo un’indagine seria sull’ipotesi che il WTC 7 e le Torri Gemelle crollarono non tanto per i danni e gli incendi, ma furono abbattuti tramite l’uso di esplosivi precedentemente posizionati. Prendo in considerazione i rapporti ufficiali di FEMA, NIST e Commissione 11 Settembre, secondo i quali i danni degli incendi più il danno in sé causarono il crollo completo di tutti e tre gli edifici. E porto le prove per la teoria della demolizione con esplosivi, che è suggerita dai dati disponibili, verificabile e confutabile e che ancora non è stata presa in seria considerazione in nessuno degli studi finanziati dal governo USA.
Iniziamo dal fatto che, alla base di tutte e tre le costruzioni, sotto i detriti, si ritrovarono grandi quantità di metallo fuso. Un video e alcune foto ci forniscono la testimonianza visiva del metallo al suolo.

 

 

 

 

Questa fotografia  (clicca sulla foto per ingrandire) mostra la rimozione di parte del metallo rovente dalle rovine della Torre Nord sedici giorni dopo l’11 settembre. Nota il colore della parte inferiore del metallo estratto – questo ci dice molto della temperatura del metallo e ci offre importanti indicazioni riguardo la sua composizione, come vedremo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Adesso vi invito a considerare il collasso del palazzo di 47 piani, il WTC 7, che non fu colpito da un aereo, come base per una ulteriore discussione. Questo è l’edificio prima e come si presentava l’11 settembre:


 
 

Per chi sostiene che il WTC-7 sia crollato a causa dei danni riportati dal crollo delle Torri, ecco la prova che invece è stato solo investito da una nuvola di polvere e da rottami troppo piccoli per causarne il crollo:

 

 



Questo è il WTC 7 il pomeriggio dell’11 settembre, dopo il crollo delle Torri. Il WTC 7 è il grattacielo alto sullo sfondo a destra. Si può notare che è ancora del tutto intatto e che non ha riportato danni dai crolli delle Torri:

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ecco, 7 ore dopo, il WTC 7 completamente crollato su sè stesso:


 


Ora che avete visto queste istantanee è importante per la discussione che segue che voi osserviate il video del crollo di questo edificio. Se volete altri video del crollo da altre angolazioni, andate qui.
Quindi osservate una diversa  inquadratura dello stesso edificio (angolo sud-ovest) mentre comincia la sua fine.

Cosa avete notato?

Simmetria: l’edificio è collassato venendo giù verticalmente, oppure è crollato ruzzolando al suolo?

Velocità: con che rapidità è caduto l’edificio? (Meno di 6,5 secondi, misuratelo!)

Fumo/lancio di detriti: avete osservato lo sbuffo di fumo/detriti che fuoriesce dall’edificio? Per favore riguardate per comodità vostra la sequenza ed il rapido susseguirsi degli sbuffi, o “scoppi”, osservati. Tenete conto che il riferimento alle pagine web in questo lavoro è utilizzato principalmente per l’importanza di vedere il video, accrescendo in questo modo la riflessione sulle leggi della meccanica e della fisica in generale. Fotografie ad alta definizione che mostrano i dettagli del crollo del WTC 7 e delle Torri del WTC si possono trovare su libri (Hufschmid, 2002; Paul and Hoffman, 2004), riviste (Hoffman, 2005; Baker, 2005), e qui.

Le mie ragioni per proporre l’ipotesi della demolizione con esplosivo in contrapposizione all’ipotesi “ufficiale” di crollo causato da incendi sono queste:


1. Ci sono diverse osservazioni di metallo fuso nei seminterrati di tutti e tre gli edifici, i WTC 1, 2 (le Torri Gemelle) e 7. Per esempio il Dr. Keith Eaton ha ispezionato Ground Zero e ha dedotto su The Structural Engineer:

“Ci hanno fatto vedere molte diapositive interessanti” ha continuato [Eaton], “spaziando dal metallo fuso che era ancora rovente settimane dopo l’evento alle lastre d’acciaio da 4 pollici tranciate e piegate nel disastro” (Structural Engineer, September 3, 2002, p. 6).

L’osservazione sul metallo fuso a Ground Zero fu pubblicamente sottolineata da Leslie Robertson, l’ingegnere strutturale responsabile della progettazione delle Torri del World Trade Center, che disse che “Qualcosa come 21 giorni dopo l’attacco, gli incendi ardevano ancora e scorreva ancora acciaio fuso” (Williams, 2001, p. 3).

Sarah Atlas faceva parte della New Jersey’s Task Force One Urban Search and Rescue ed è stata tra i primi sul campo a Ground Zero col suo collaboratore canino Anna. Ha detto a Penn Arts and Sciences nell’estate 2002:

“Nessuno è sopravvissuto. Gli incendi continuavano e acciaio fuso colava nel cumulo di macerie che ancora si trovava sotto i suoi piedi” (Penn, 2002).

Allison Geyh faceva parte di un gruppo di ricercatori della salute pubblica della Johns Hopkins che visitò il luogo del WTC dopo l’11 settembre. Nel numero di fine autunno 2001 della rivista della Johns Hopkins Public Health scrisse: “In alcune cavità che si stanno scoprendo ora si sta trovando acciaio fuso”.

Come già detto, un videoclip ci fornisce la testimonianza visiva del metallo al suolo. L’osservatore può notare che la superficie visibile del metallo è ancora rosso-arancio circa 6 settimane dopo l’11 settembre. Ciò implica la presenza di una grande quantità di un metallo con relativamente bassa conduttività termica e grande capacità termica in una localizzazione sotterranea. Come il magma nel cono di un vulcano, questo metallo può rimanere ardente e fuso per molto tempo – una volta che il metallo sia sufficientemente caldo da fondersi in gran quantità e sia mantenuto in una posizione sotterranea.
Quindi, fu ripetutamente notato e ufficialmente segnalato metallo fuso tra le macerie delle Torri del WTC e del WTC 7, metallo che sembrava acciaio fuso. Tuttavia ci vorrebbero analisi scientifiche, quali per esempio la fluorescenza a raggi X, per appurare l’effettiva composizione del metallo fuso.

Io sostengo che queste diffuse osservazioni siano coerenti con l’uso della reazione della thermite ad alta temperatura, impiegata per tagliare o demolire l’acciaio. La thermite è una miscela di ossido di ferro e polvere di alluminio. I prodotti finali della reazione della thermite sono ossido di alluminio e ferro fuso. Quindi la reazione alla thermite genera direttamente ferro fuso, e produce abbastanza calore da far fondere e addirittura evaporare l’acciaio con cui viene a contatto durante la reazione. L’impiego dello zolfo insieme alla termite accelera l’effetto distruttivo sull’acciaio, e processi legati alla presenza di zolfo sono stati effettivamente osservati in alcuni dei pochi pezzi recuperati dalle macerie del WTC. (Vedi qui.)

D’altro canto, edifici che cadono (senza esplosivi) hanno una energia diretta insufficiente a produrre la fusione di grandi quantità di metallo. I rapporti del Governo ammettono che gli incendi negli edifici non erano sufficienti a far fondere travi d’acciaio... ma allora da dove è arrivato il metallo fuso? L’esperto in metalli il Dr. Frank Gayle (che lavora col NIST) ha detto:

"La vostra prima spiegazione è quella che il carburante aereo ha causato incendi molto intensi, e molta gente si è immaginata che proprio questo abbia prodotto la fusione dell’acciaio. Invece non è andata così, l’acciaio non si è fuso” (Field, 2005)

Nessuno dei rapporti ufficiali affronta il mistero. Eppure questo è un indizio significativo per capire ciò che può aver causato il crollo delle Torri e del WTC 7.
Comunque, anche senza un’analisi diretta dell’elemento, possiamo escludere alcuni metalli sulla base degli elementi disponibili. La fotografia in alto mostra un bel pezzo delle scorie roventi estratte a ground zero. La parte più calda è quella inferiore, che è la parte più profonda delle scorie, e il metallo si vede giallo-rovente, sicuramente oltre l’incandescente rosso-ciliegia. La tabella successiva (vedi qui per approfondimenti) fornisce i dati riguardanti le temperature di fusione di piombo, alluminio, acciaio strutturale e ferro, insieme alle misure approssimative delle temperature del metallo secondo il colore:

COLORE METALLO

GRADI C°

Fusione del piombo

327

Rosso pallido

500

Rosso sangue

580

Fusione dell'alluminio

660

Rosso ciliegia medio

690

Rosso ciliegia

745

Rosso ciliegia brillante

790

Rosa salmone

845

Arancione scuro

890

Arancione

940

Giallo limone

1000

Giallo chiaro

1080

Bianco

1205

Fusione del profilato di acciaio

1510

Fusione del ferro (e dell'acciaio)

1538

Vediamo dalla fotografia in alto che il metallo, dopo ben sedici giorni dal crollo, ha ancora una incandescenza tra il salmone e il giallo (845 - 1080 °C). Questa temperatura, di gran lunga troppo elevata per essere stata causata da un qualsiasi incendio, è ben oltre quella di fusione del piombo e dell’alluminio; pertanto, questi metalli possono essere sicuramente esclusi in quanto sarebbero diventati liquidi a temperature molto più basse (rosso-ciliegia o meno). Allora, i campioni osservati potrebbero essere o acciaio (derivante dall’edificio) o ferro (derivante dalla reazione alla termite) o una combinazione di entrambi. Ulteriori immagini del metallo incandescente potrebbero fornire maggiori informazioni e un progresso nella ricerca.

C’è qualche esempio di edifici crollati a causa di incendi o di altri motivi, che non siano una demolizione programmata, che dimostri la presenza di grandi quantità di metallo fuso nelle rovine?

Ho posto questa domanda ad un gran numero di ingegneri e scienziati, ma nessuno ne ricordava un esempio. Strano allora che tre costruzioni a Manhattan, che si suppone crollate a causa di incendi, mostrino tutte grandi quantità di metallo fuso alle fondamenta dopo il collasso l’11 settembre. Sarebbe interessante sapere se incendi nei sotterranei possano produrre acciaio fuso, per esempio, ma allora ci sarebbero esempi storici di questo effetto in quanto ci sono stati molti vasti incendi in numerosi edifici. Non è sufficiente ipotizzare che il fuoco possa avere causato tutte e tre le vasche di acciaio fuso.

Inoltre, abbiamo pubblicato resoconti secondo cui “acciaio fuso [o altro metallo] scorreva nei cumuli di macerie sotto i suoi piedi” – come possono gli incendi degli edifici causare un tale effetto? Si è mai visto prima?

Le temperature molto alte del metallo fuso o precedentemente fuso che discendono da questi dati sono difficili da spiegare nel contesto della teoria ufficiale secondo cui alla fin fine le fiamme avrebbero causato il collasso delle Torri Gemelle e del WYC7. I dati suggeriscono reazioni chimiche altamente esotermiche al di là delle fiamme da idrocarburi, quali la reazione alla termite che produce ferro fuso come prodotto finale. I rapporti ufficiali del NIST, FEMA e della Commissione dell’11 settembre, in modo sorprendente, omettono di menzionare le grandi quantità di metallo fuso osservate nelle fondamenta del WTC 7 e delle Torri. Una nuova inchiesta è assolutamente necessaria.


2. Come avete osservato (sopra), il WTC è crollato rapidamente e simmetricamente – anche se vi erano incendi vari, sparpagliati casualmente nell’edificio. Il WTC 7 è caduto circa sette ore dopo il crollo delle Torri, sebbene non fossero visibili incendi durevoli di una certa rilevanza. C’erano 24 enormi colonne portanti d’acciaio all’interno del WTC 7, al pari di gigantesche travi, disposte asimmetricamente, insieme a circa 57 colonne perimetrali (FEMA, 2002, chapter 5). Un collasso simmetrico, come si è visto, richiede chiaramente una “sollecitazione” simultanea di tutte o quasi le colonne portanti. La seconda legge della termodinamica ci dice che la probabilità di un crollo completo e simmetrico, dovuto ad incendi casuali, come quelli ipotizzati dalla teoria “ufficiale”, è bassissima, in quanto sono molto più probabili cedimenti asimmetrici. D’altro canto, uno degli obiettivi principali di una demolizione controllata tramite esplosivo è il crollo totale e simmetrico dell’edificio.

Le note conclusive nel rapporto FEMA sul crollo del WTC 7 danno credito alle mie argomentazioni:

«Le caratteristiche degli incendi nel WTC 7 e il come abbiano determinato il crollo dell’edificio al momento restano sconosciute. Sebbene tutto il gasolio nella costruzione contenesse una notevole quantità di energia potenziale, la migliore delle ipotesi è che tale evento fosse assai improbabile. Ulteriori ricerche, indagini ed analisi sono necessarie per risolvere la questione.» (FEMA, 2002, chapter 5).

Proprio questo è il mio punto: sono necessarie ulteriori indagini ed analisi, compresa la presa in considerazione dell’ipotesi della demolizione controllata che viene rifiutata in tutti i rapporti del Governo (rapporti FEMA, NIST e Commissione 11 Settembre). Notate che il rapporto della Commissione 11 Settembre non menziona neppure il crollo del WTC 7 l’11 settembre 2001 (Commission, 2004). Questa è una considerevole omissione di un dato estremamente rilevante per l’analisi di quanto è realmente accaduto l’11 settembre.


3. Un articolo del New York Times intitolato “Gli ingegneri sono sconcertati sul crollo del WTC 7; gli elementi in acciaio sono parzialmente evaporati” fornisce dati al riguardo.

«Gli esperti dicono che nessun edificio come questo [il WTC 7], un alto edificio moderno, rinforzato in acciaio, è mai crollato a causa di un incendio incontrollato (Glanz, 2001).»

E’ vero. Prima (o a partire da allora) nessun edificio del genere in acciaio è mai crollato completamente a causa di incendi! Tuttavia crolli così completi e simmetrici sono invece avvenuti molte altre volte. Tutti quanti con l’impiego di esplosivi pre-posizionati secondo una procedura chiamata “implosione” o demolizione controllata. Che sorpresa, dunque, un evento del genere nel centro di Manhattan... tre grattacieli collassati completamente lo stesso giorno, l’11 settembre 2001.

Gli ingegneri hanno provato a capire cosa successe esattamente e se avessero dovuto preoccuparsi per altri edifici come quello nel Paese… La maggior parte degli altri edifici dell’area è rimasta in piedi nonostante questi abbiano subito danni di ogni tipo, incendi compresi… “Incendio e danno strutturale … non spiegherebbero la presenza nel cumulo di macerie di elementi in acciaio che sembrano essere parzialmente evaporati”, ha detto il Dr. Jonathan Barnett (Glanz, 2001).

Gli elementi in acciaio “parzialmente evaporati” osservati sono particolarmente fastidiosi per la teoria ufficiale, dal momento che un incendio che coinvolge carta, materiali da ufficio, anche del combustibile diesel, non può generare temperature in nessun modo vicine ai 5000 °F [2760 °C] necessari per far “evaporare” l’acciaio. Tuttavia, thermite, RDX ed altri esplosivi di uso comune possono tranquillamente tranciare l’acciaio (tagliando quindi simultaneamente, in una esplosione controllata, le colonne portanti) e raggiungere le temperature richieste (è possibile che siano state implicate delle altre reazioni chimiche che possono verificarsi a temperature più basse). Questo mistero deve essere approfondito, ma non è menzionato nei rapporti “ufficiali” della Commissione 11 Settembre o del NIST.


4. Si osservano “sbuffi” di fumo orizzontali e detriti che fuoriescono dal WTC 7 ai piani più alti, in successione regolare, proprio mentre l’edificio comincia a crollare (il lettore dovrebbe rivedere il video). I piani superiori non si sono ancora mossi rispetto agli altri, come si può verificare dal video. In più, il tempo tra gli “sbuffi” è meno di 0,2 secondi, perciò si può escludere come loro causa l’espulsione dell’aria dovuta ai piani in caduta.
Il tempo di caduta libera di un piano che cade su quello sottostante è molto maggiore di 0,2 secondi: l’equazione per la caduta libera dei gravi, y = 1/2 gt2, indica qualcosa più di 0,6 secondi, il tutto all’inizio del crollo.

Inoltre, dettaglio importante, gli sbuffi di fumo compaiono in una sequenza rapidissima dal basso verso l'alto. E' quindi ovvio che non sono causati dal crollo dei piani che espellono aria crollando, altrimenti gli sbuffi comparirebbero dall'alto verso il basso, man mano che i piani crollano. E' possibile vedere una piccola animazione che mostra questi sbuffi qui sotto:


La presenza di tali “sbuffi” (in gergo "squibs") che risalgono il bordo dell’edificio è comune quando si usano esplosivi pre-posizionati, come si può vedere qui. Lo stesso sito mostra che una temporizzazione rapida tra le cariche esplosive è anche cosa comune (è istruttivo vedere alcuni dei video di implosioni di questo sito). Perciò “sbuffi” come quelli osservati durante il crollo del WTC 7 che salgono sul bordo dell’edificio in rapida successione forniscono ulteriori prove significative sull’uso di esplosivi pre-posizionati.

Riguardo a questo edificio altamente resistente un articolo del New York Times intitolato “La postazione riservata della CIA a New York fu distrutta l’11 settembre” fornisce un pezzo interessante del puzzle:

La stazione segreta a New York della CIA era nel palazzo di 47 piani del World Trade Center 7… Tutti gli impiegati sul posto dell’agenzia furono evacuati senza pericolo… Gli impiegati dell’agenzia di intelligence hanno potuto guardare fuori dalle finestre del loro ufficio le Torri Gemelle in fiamme poco prima di evacuare il loro edificio” (Risen, 2001).


5. Il verificarsi di crolli quasi simmetrici, verticali e completi del WTC e delle Torri è particolarmente fastidioso per la teoria “ufficiale” secondo cui tutti questi crolli sarebbero stati causati da un casuale miscuglio di incendi e danni. E pensare che, per raggiungere risultati simili, anche con l’impiego di esplosivi, sarebbe stato necessario un grande sforzo di progettazione ed una grande precisione nella sistemazione delle cariche.

La sfida principale nell’abbattere un edificio è tenere sotto controllo il modo in cui cade. Idealmente una squadra di artificieri sarà capace di far capitombolare su di un fianco l’edificio, su un’area di parcheggio o altra area aperta. Questo genere di brillamento è il più facile da effettuare [favorito dalla legge dell’aumento dell’entropia]. Il ribaltamento di un edificio è qualcosa di simile ad un albero che cade. Per ribaltare l’edificio verso nord gli artificieri fanno detonare gli esplosivi dapprima nel lato nord dell’edificio, poi dal lato opposto.
A volte, però, un edificio è circondato da strutture che bisogna salvaguardare. In questo caso gli artificieri procedono con una vera implosione, demolendo l’edificio in modo tale da farlo crollare su sè stesso. Ciò richiede una tale abilità che solo una manciata di compagnie nel mondo ci prova [ancora, coerentemente con la seconda legge della termodinamica].

Gli artificieri si avvicinano ad ogni progetto in modo leggermente diverso... Un’opzione [buona] è far detonare le colonne al centro dell’edificio prima delle altre colonne, cosicché le pareti dell’edificio cadono verso l’interno (Harris, 2000).
Osservazioni attente del crollo del WTC 7 (guardate i video sopra) mostrano dapprima un inginocchiamento in basso vicino al centro dell’edificio, suggerendo una deformazione delle colonne portanti, poi i fianchi dell’edificio si flettono verso l’interno in modo tale che l’edificio “collassa direttamente verso il basso sul proprio "ingombro" (ossia l'area della base dell'edificio)” (Harris, 2000). La FEMA ammette che il WTC 7 crollò su un ben preciso e delimitato territorio:

“Il crollo del WTC 7 produsse un piccolo ammasso di detriti mentre la facciata si piegava all’interno, suggerendo un cedimento interno e un’implosione... Il raggio medio della zona di detriti era di circa 70 piedi [circa 25 metri]” (FEMA, 2002, chapter 5).

Evidentemente siamo d’accordo sul fatto che alla base del collasso del WTC7 ci sia sia stata un’implosione ben eseguita, e ancora:

“Questa azione (la demolizione controllata) richiede una tale abilità che solo una manciata di compagnie al mondo ci provano” (Harris, 2000).

Ragioniamo: anche ammettendo che le cariche esplosive siano state piazzate dai terroristi per essere sicuri al cento per cento del crollo delle Torri, perché dei terroristi si dovrebbero impegnare in un collasso verticale del WTC e delle Torri quando una caduta per “ribaltamento” avrebbe richiesto molto meno lavoro e provocato in cambio molti più danni nel centro di Manhattan? E comunque da dove avrebbero ottenuto dei terroristi tutta l’abilità necessaria, i progetti e l’accesso agli edifici per un’implosione simmetrica? Queste sono le domande che richiederebbero una ulteriore indagine.

Una delle persone che un’indagine a tutto campo dovrebbe interrogare è l’esperto in demolizioni, Mark Loizeaux, presidente della Controlled Demolition Inc. Parlando del modo in cui sono venuti giù gli edifici del WTC, disse in un’intervista: “Se io dovessi abbattere le torri, metterei dell’esplosivo nei seminterrati per far sì che il peso dell’edificio aiuti il collasso della struttura (Bollyn, 2002)”.

E’ proprio vero – “esplosivi nei seminterrati” concorda con le testimonianze visive di esplosioni in basso negli edifici (il punto 6 più sopra). Inoltre sarebbe il modo per recidere effettivamente le colonne portanti, in accordo sia con la caduta dell’antenna di comunicazione (WTC Torre 1) sia con la “piegatura” nel centro del WTC 7 mentre inizia il suo crollo. Già, e come presidente della Controlled Demolition Inc., Loizeaux conoscerebbe “quella manciata di compagnie di demolizione presenti nel mondo” che tenterebbero una demolizione simmetrica controllata (Harris, 2000). La sua compagnia è certamente una di queste e fu assunta per effettuare in modo rapido il lavoro di sgombero che è seguito al crollo degli edifici.

Se non avete ancora guardato il collasso, rapido e simmetrico, del WTC, perché non farlo adesso? Guardate l’iniziale “piegatura” o “caduta” nella metà dell’edificio e gli “sbuffi” che fuoriescono in sequenza risalendo il lato dell’edificio, e notate il crollo simmetrico e verticale... tutto questo è molto comune nelle demolizioni controllate. Guardate voi stessi qui. Una grande quantità di altre informazioni presentate da un serio punto vista scientifico le trovate in questo sito.
 


Se avete dubbi o domande su quanto letto, potete leggere la risposta alle obiezioni degli scettici sul WTC-7, .

 

                

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