QUALCHE CHIACCHIERA
PRELIMINARE
Prima di incominciare a discutere della cosa, credo sia interessante fare
una considerazione preliminare sull'uso dei termini che poi appresso troveremo
spesso. Quanto sotto è basato su alcuni capitali del libro di
G. ARNAO
"Proibito
capire" ed.Gruppo Abele.
Per
me è stata una lettura fondamentale, spero anche lo sia per un eventuale lettore
di questo sito.
Spero di non aver reso un troppo cattivo servizio all'autore.
pummarulella
Se solo si riflettesse
sull’uso delle parole, e dei significati che vi si attribuiscono si capirebbero
molte più cose.
Con la droga abbiamo la
netta percezione di come il “potere”, le istituzioni, manipolino le parole, ne
distorcono l’uso, per raggiungere fini che spesso, o sempre, contrastano con
l’interesse comune.
Circa il fenomeno
droga, non considerando l’interesse del “drogato”, quale sarebbe l’interesse
della collettività. Di certo sarebbe quello di vedere una minore diffusione
della droga, avere meno paura per i loro figli, non sobbarcarsi i costi enormi
del fenomeno. Tutto questo se ci si riflette, e come cercherò di dimostrare, si
ottiene sicuramente più con una politica di legalizzazione, o comunque di
depenalizzazione, che non con il proibizionismo. Di certo i risultati ottenuti
con il proibizionismo sono sotto gli occhi di tutti: una catastrofe. Non si è
arginato il fenomeno, anzi .. e in più abbiamo, per meglio dire hanno,
consentito alla malavita di arricchirsi enormemente. Ricchezza che poi è stata
usata per corrompere il tessuto sano della società!
Ma dicevamo della
semantica.
Il proibizionismo è
tutto basato sull’individuazione di sostanze che , per loro intrinseca natura,
siano diverse da tutte le altre.
In questo modo si
finisce per accomunare sostanze dagli effetti opposti, oppiacei e cocaina,
tutti rientranti nell’unica categoria di narcotici.
Ma in narcotici ,
nell’uso medico sono quelle sostanze che hanno un potere “analgesico”, quindi
non dovrebbe riferirsi ai soli oppiacei e non si capisce cosa diamine fanno in
questa categoria allucinogeni, cocaina ed altre ancora.
Ancora più stupiti si
rimane se si riflette sul significato della parola droga.
Una definizione
oggettiva non è stata ancora trovata, per cui sembra che siano droghe quelle che
sono incluse in determinate tabelle.
La parola droga ha una
connotazione decisamente negativa dato che è associata al proibito. Infatti
quelle sostanze definite come droghe nelle tabelle citate sono proibite.
D- Ma perché sono
proibite ?
R- Sono proibite perchè
sono definite droghe!
D. E perché sono
droghe?
R- Perché sono proibite
ovvio!!
Cogliete l’assurdo di
questa botta e risposta inventato ?
Peggio se ci inoltriamo nella Convenzione Unica ( il testo base del
proibizionismo fatto adottare a livello internazionale dagli Stati Uniti e a cui
tutti gli stati fanno riferimento).
Questo testo è basato
su due concetti base da cui si arriva al Proibizionismo : l’assuefazione (
addiction) e l’abuso di narcotici ( narcotic drugs).
Osserviamo un attimo i
due termini assuefazione ( addiction) e abuso.
L’assuefazione.
La prima definizione di dipendenza è del 1957, dell’OMS , ed è basata sulla
distinzione tra assuefazione ( equivalente di dipendenza fisica) e abitudine cioè la dipendenza psichica, In seguito fu ritenuta inadeguata a
coprire una serie di aspetti del problema e ne fu data una definizione più
ampia:
una condizione
psichica e talora anche fisica … caratterizzata da risposte comportamentali e di
altro genere che includono sempre una compulsione all’uso continuato o periodico
della droga per sperimentarne gli effetti psichici e talvolta per evitare i
disturbi dovuti alla mancanza
Rileggimelo
nell’essenziale vedremo che la dipendenza è definita come “quella condizione
psichica….caratterizzata dalle risposte comportamentali.. che includono una
compulsione all’uso.. periodico della droga.. per sperimentarne gli effetti
psichici…”
In pratica entrano in
tale formulazione un numero di sostanze della nostra vita quotidiana…il caffè
alla mattina, l’amaro dopo il pranzo, il bicchierino con gli amici, la nutella…
e perfino la televisione.
Ma l’Oms va oltre e
determina una serie di dipendenze specifiche per specifiche sostanze:alcol,
anfetamine,barbiturici, cannabis, cocaina, allucinogeni, khat, oppiacei,
inalanti…Insomma si è stiracchiato tutti i concetti per estenderli ad un gruppo
di sostanze proibite…che dovevano rimanere tali.
Ritorniamo all’inizio.
Lo Stato perché si
dovrebbe interessare ad una sostanza?
Se ne dovrebbe
interessare qualora una data sostanza avesse effetti dannosi sull’individuo e
sulla società.
La domanda che mi viene
è la seguente.
Ma se un tizio si fuma
la sua canna, si prende la sua pasticca, si guarda la sua televisione, senza
infastidire nessuno, senza che questo comportamento abbia risvolti pericolosi
per la collettività, perché gli si deve proibire la “sua” sostanza?
Se poi il fenomeno
assume rilevanza sociale tale da creare un pubblico nocumento, allora lo stato
ha il diritto/dovere di intervenire.
Magari a seconda dei
casi sarà utile intervenire con norme proibizioniste, che ne impediscono l’uso.
Altre volte ci si
limiterà a scoraggiarne l’uso.
Ma si potrebbe anche
rendere lecito l’uso agendo solo sulle conseguenze .
Io non sanziono il tuo
uso dell’eroina, o della marijuana, ma ti sanziono se mi freghi lo stereo per
comprartela.
Ma devo anche fare in
modo che quella droga possa costare un prezzo ragionevole ed equo. Se
artatamente, con il proibizionismo, mando quel prezzo alle stelle, in pratica ti
“costringo” a rubare.
Sento già le obiezioni:
nessuno ti obbliga a farlo.
A prescindere che nella
mia visione delle cose, tutto ciò che non danneggia gli altri è lecito, mi
chiedo perché chi usa l’alcol ( ma anche psicofarmaci e varie), non avrà nessuno
di questi problemi io invece sono costretto alla devianza e all’emarginazione?
Chi, come e perchè ha
stabilito che determinate sostanze siano “droga” ed altre no?
Non sono stati
definiti dei criteri oggettivi per stabilire cosa dovesse essere dichiarato
droga e quindi proibito. Non so, pericolosità oggettiva, numero di morti
correlate. No ! Sono state proibite delle sostanze per scelte politiche,
culturali, di potere, in base a pregiudizi, ignoranza (nel senso letterale di
ignorare), spesso anche in assoluta malafede quindi si è trovata un a
giustificazione elastica, ma speso risibile, per giustificare quella
proibizione.
In pratica si è fatto
tutto il contrario di quanto la logica, il buon senso, e l’interesse collettivo
richiedessero.
Davvero qualcuno ha il
coraggio in tutta onestà, di sostenere che tabacco ed alcol siano meno dannosi
della marijuana?
Bene si andasse a
confrontare i morti imputabili ad ognun a di queste sostanze e scoprirà che non
un solo decesso è imputabile alla marijuana ad esempio. Mentre di morti da alcol
o tabacco sono pieni i cimiteri.
Scoprirà che non esiste
nemmeno la dose letale (DL50) per la marijuana.
Oddio esiste in via
teorica, ma si dovrebbero avere le capacità di fumare un paio di kg di marija…sfido
qualcuno a farlo!!
by pummarulella 13/8/04
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