Dal libro di
Susan George : " Fermiamo
il WTO "; Feltrinelli ; 7 €.
Il libro
si legge tutto d'un fiato, nonostante un inevitabile
contenuto " tecnico".
Il
senso di questa pagina è quello di portare a conoscenza
di quanti più lettori possibili, la conoscenza di
determinati organismi, di cui molti non conoscono manco
l'esistenza. Molti altri li percepiscono come organismo
lontani di cui niente interessa. Sbagliato. Questi
organismi, pur essendo lontani, incidono maledettamente
sulle nostre vite, fino al punto di decidere cosa
dobbiamo mettere nel piatto. pensiamo solo agli OGM. Il
WTO è controllato di fatto dalle multinazionali che ne
stabiliscono i metodi e i fini
. Una di queste multinazionali è la
Monsanto che sta spingendo
per l'introduzione in Europa di questo tipo di sementi.
Questi semi, a parte che non si sa se possono essere
dannosi, sono sterili. Per cui l'uso di sementi OGM
modifica completamente l'agricoltura. il contadino non
rispetterà più il ciclo naturale che prevede che una
parte delle sementi vanno conservate per poi essere
ripiantate (non per tutte le specie di piante
ovvio). ma dovrà acquistare i semi dalla Monsanto, che
in pratica controllerà l'intera agricoltura, con l'unico
scopo di aumentare i suoi profitti. Questi organismi non
sono solo lontani fisicamente, sono lontani soprattutto
dal sentire, dai bisogni, dai desideri della gente. Si
muovono nell'unica ottica del loro profitto, senza
badare alle conseguenze, i danni, le vere e proprie
catastrofi che discendono da decisioni prese a comodi
tavoli da eleganti e perbenissimi signori in giacca e
cravatta.
Invito tutti alla lettura e
all'approfondimento. La conoscenza dei meccanismi
delle
istituzioni, delle leggi, degli uomini coinvolti, ci
permette di capire il funzionamento di certi sistemi.
Solo se siamo in grado di capire saremo in grado di
difenderci. Appunto quello che loro non vogliono.
Ho cercato di
renderlo quanto più accessibile, riassumendo quelli che
a me parevano i punti salienti per la comprensione dei
meccanismi perversi di queste organizzazioni e la
"perversione" dei loro fini..
salud e buona lettura
vedi:
http://www.bologna.socialforum.org/documentazione/eventi/g8/attac_susan_george.htm
WTO
giuseppe galluccio
luglio 04
Di cosa si occupa il Wto?
Per capire l'insieme delle competenze del Wto basta
immaginare un grande palazzo con molte stanze con
importanza e funzioni diverse. In questo edificio
convivono accordi di natura specifica che dipendono
dalla stessa architettura e di cui il Wto costituisce il
"quadro istituzionale comune".
Gli accordi del Wto aspirano tutti a realizzare gli
stessi obiettivi: liberalizzare il commercio mondiale
aprendo le frontiere e abbattendo le barriere; applicare
à tutte le attività il principio della concorrenza e le
leggi del mercato: Essendo gli accordi numerosi, in
questa sede affronterà i principali (la loro
denominazione inglese è spesso la più diffusa):
‑
l'Accordo generale sulle tariffe doganali e il
commercio, ovvero il Gatt, ancora in vigore, con alcune
modifiche apportate dall'Atto finale di Marrakech. La
denominazione attuale è "Gatt 1994" e disciplina
tuttora il campo delle merci;
‑
l'Accordo generale sul commercio dei servizi (Gats:
General Agreement on Trade in Services);
-
l'Accordo sull'agricoltura;
-
l'Accordo sui diritti di proprietà intellettuale legati
‑
al commercio (Trips: Trade Related Aspects of
Intellectually Property Rights);
-l'Accordo sulle misure che riguardano gli investimenti
e legati al commercio (Trims: Trade Related Investment
Measures);
- l'Accordo sugli ostacoli tecnici al commercio (Tbt:
Technical Barriers on Trade); l'Accordo sulle misure
sanitarie e fitosanitarie (Sps: Sanitary and
Phyto-Sanitary Measures);
-l'Accordo sulle regole e le procedure che amministrano
la risoluzione delle controversie, detto Organo di
risoluzione delle controversie Drb (Dsm o Dsb: Dispute
Settlement Mechanism or Body) che rappresenta la "Corte
Suprema" del Wto. Riunisce funzioni, esecutive,
legislative e giudiziarie e può autorizzare un paese
membro ad applicare sanzioni contro un altro paese
membro. Produce giurisprudenza e dichiara illegale,
ovvero "non conforme" con i testi del Wto, le diverse
disposizioni delle legislazioni nazionali.
I Principi
Il principio della nazione più favorita ,contemplato in
molte clausole e in accordi specifici ,stipula che ogni
paese membro deve trattare allo stesso modo i "prodotti
similari" esportati da un altro paese membro; è illegale
porre discrimini tra diversi fornitori stranieri della
stessa merce; tutti devono essere "favoriti" allo
stesso modo. Tornerò inseguito sulle trappole nascoste
dietro al concetto di "similarità".
‑
Il trattamento nazionale è un altro principio oggetto di
numerosi articoli dei diversi accordi: ogni paese membro
è tenuto a trattare i prodotti degli altri paesi membri
senza porre discrimini rispetto ai propri, prodotti,
produttori e fornitori nazionali.
‑
L'accesso ai mercati, altrimenti detto eliminazione
delle restrizioni quantitative, è regolato: le quote,
gli embarghi, i divieti, i contingentamenti, i prezzi
minimi sulle importazioni e le esportazioni sono
proibiti.
‑
Il Wto regola strettamente il "dumping" (vendere un
prodotto a un prezzo inferiore rispetto a1 suo reale
prezzo di costo) permettendo ai paesi membri, le cui
industrie ne sarebbero minacciate, di applicare tasse
compensatorie ("diritti anti dumping") alla frontiera.
Anche la sovvenzione, definita come "contributo
finanziario dèi poteri pubblici e di ogni organismo
pubblico dell'ambito territoriale di un membro", o
"qualsiasi forma di sostegno degli introiti o dei
prezzi... se in questo modo viene fornito un vantaggio",
è nella maggior parte dei comparti vietata.
Quali sono le implicazioni di questi grandi principi
totalizzanti?
In primo luogo, una sovvenzione conferisce sempre un
vantaggio rispetto a un potenziale concorrente, poiché
ha l'obiettivo di non far pagare al consumatore il
prezzo reale di un bene o servizio. Per esempio, se i
genitori di uno studente francese dovessero sostenere il
costo totale degli studi del loro figlio, dovrebbero
pagare il reale "prezzo di costo" della frequentazione
scolastica che corrisponde a circa 22 mila franchi
all'università (quindici milioni di lire circa). Senza
il capitale fornito dagli stati, alcune industrie non
esisterebbero, per esempio Airbus Industry in Europa.
Così, il settore dei pubblici servizi e le industrie
nazionali di importanza strategica si vengono a trovare
automaticamente nell'occhio del ciclone del Wto, poiché
godono di sovvenzioni. Affronterò questo aspetto più nel
dettaglio nell'analisi dell'Accordo generale sul
commercio dei servizi, il
Gats.
In secondo luogo, il principio della nazione più
favorita e il trattamento nazionale identificano i
"prodotti similari" (like products) e, attraverso questo
dispositivo, vietano ai governi il diritto di
distinguere tra prodotti che hanno "storie" diverse. In
altri termini, è proibito porre distinzioni tra prodotti
considerati come aventi caratteristiche simili in base
ai metodi di produzione e trasformazione (Pmp).
Supponete di essere un paese membro del Wto che deve
importare palloni da calcio: potete scegliere tra un
pallone prodotto da bambini in condizioni sanitarie ed
ecologiche drammatiche e uno fabbricato da lavoratori
adulti sindacalizzati. Secondo le regole del Wto.,, non
potete esprimere una preferenza in base alla diversità
dei metodi di produzione, poiché i due palloni da calcio
sono "similari". Seguendo la stessa logica, l'Organo di
risoluzione delle controversie (Drb) ha finora rifiutato
di accettare l'argomento dei danni ambientali e sanitari
per giustificare l'esclusione di un qualsiasi prodotto.
Dalla regola sui metodi di produzione e trasformazione
sono esclusi, almeno da un punto di vista teorico, i
prodotti fabbricati dai detenuti. Ma la Cina, diventata
membro del Wto il 17 settembre 2001, decisione
ratificata durante il vertice del Qatar del novembre
2001, marcherà con Made in prison le casse destinate
all' esportazione? Il numero di lavoratori nei gulag
cinesi che fabbricano prodotti destinati
all'esportazione è stimato in almeno cinque milioni .
La "corsa verso il basso" e il "vantaggio comparativo"
Enunciato dall'economista inglese David Ricardo
all'inizio del Diciannovesimo secolo,il principio del
vantaggio comparativo afferma che ogni paese deve
specializzarsi nelle produzioni per le quali è meglio
dotato o in cui il fatturato di produzione è più
abbondante, e per cui è in grado , di produrre a un
costo inferiore. Questi prodotti devono essere scambiati
con altri che non può produrre con la stessa efficacia.
L'esempio classico fornito da Ricardo riguarda lo
scambio dei tessuti di lana inglese con il vino
portoghese.
L'argomentazione sembra del tutto ragionevole:
l'Inghilterra sarebbe probabilmente in grado di produrre
vino soltanto coltivando uva in serra, ma si tratterebbe
di un prodotto raro e costoso; il gioco non varrebbe la
candela, dal momento che il Portogallo è un paese in cui
splende il sole e che desidera solo acquistare tessuti
inglesi scambiandoli con le sue riserve di porto.
Tuttavia, dall'epoca di Ricardo il mondo è cambiato.
Allora il divario tra paesi ricchi e poveri era
nell'ordine di 2 a 1; oggi è di 74 a 1, secondo l 'Undp.
I
paesi che attualmente sono in grado di produrre
efficacemente tessuti di lana o qualsiasi altro prodotto
manifatturiero hanno raggiunto buoni risultati grazie a
quel rigoroso protezionismo rifiutato oggi ai nuovi
arrivati. Stati Uniti, Giappone, Francia, Germania ma,
più recentemente, anche Corea del Sud e Cina hanno
raggiunto la fase economica industriale in un momento
specifico della loro storia proprio perché protetti
dalle frontiere nazionali.
Nelle sue argomentazioni, Ricardo teneva conto solo del
vantaggio definito "naturale" (per esempio il sole) o
economico. A quell'epoca, il costo dei trasporti delle
merci rappresentava, da solo, un reale ostacolo per i
prodotti effettivamente poco competitivi: il trasporto
su lunghe distanze rendeva i prodotti troppo costosi nei
mercati di destinazione. Anche il concetto di
investimento era totalmente diverso rispetto a oggi:
raramente un inglese di Leeds avrebbe impiegato il suo
capitale in un affare a Liverpool, per non parlare di
Brasile o Cina. L'investimento diretto all'estero, così
come praticato oggi dalle società transnazionali, era
allora inesistente (il colonialismo era tutt'altra
cosa).
Oggi i costi di trasporto sono completamente crollati e
l'investimento diretto all'estero delle società
transnazionali è, per così dire, moneta corrente; è
dunque possibile produrre quasi tutto dovunque.
Probabilmente, bisogna escludere da questa affermazione
prodotti come il vino e l'olio di oliva ma, rispetto
alla vasta gamma dei prodotti scambiati, si tratta di
eccezioni con fette di mercato relativamente modeste
all'interno del commercio mondiale, misurato in volume o
giro di affari. In questo senso, un impresa, cercherà.
di, produrre il suo prodotto x o y dove, a produttività
uguale o similare, le leggi, le norme e soprattutto i
salari appaiono meno onerosi.
Date queste premesse, alcuni paesi si specializzano
nella possibilità di fornire "vantaggi comparativi" non
tanto in termini economici quanto politici: sono i paesi
che proibiscono i sindacati, la negoziazione collettiva,
gli scioperi, che non pongono limiti sugli orari; le
condizioni igieniche e sanitarie; il lavoro dei
bambini e via di seguito. Le imprese straniere sono alla
ricerca di questo tipo di vantaggio comparativo,
utilizzato da tutti i regimi che intendono mettere sul
mercato i propri prodotti alle "migliori" condizioni
possibili, ovvero più proficue.
Beninteso, una società transnazionale non sceglie un
luogo di investimento e di produzione considerando
unicamente la possibilità di salari bassi e di
repressione, altrimenti non verrebbero più fatti
investimenti diretti nei paesi dell'Unione Europea, che
continua ad attirarne annualmente un volume importante.
In ogni caso, gli imprenditori locali ne traggono ampi
benefici, e i negoziatori al Wto dei paesi del Sud
difendono i "vantaggi comparativi" rifiutando qualunque
misura sociale e ambientale che potrebbe metterli in
pericolo.
II Wto istituzionalizza e in qualche modo "congela" lo
status quo e l'uso della rèpressione, per la sèmplice
ragione ché sono redditizi. Non incentiva alcun tipo di
cambiamento strutturale o materiale che possa
migliorare le condizioni ambientali o la normativa del
lavoro di un paese membro, anzi avviene, proprio‑ il.
contrario. inoltre,. dal momento che ogni paese deve
aprire le proprie frontiere e non può proteggere le
proprie "industrie locali", necessariamente meno
competitive di quelle che altrove hanno raggiunto il
pieno sviluppo,, si verificherà là tendenza per cui ogni
paese rimarrà al livello di sviluppo raggiunto al
momento del suo ingresso nel WTO .
La concorrenza sui salari, la malleabilità della
manodopera o l'assenza di norme ambientali esistono,
chiaramente, tra paesi ricchi e poveri del Nord e del
Sud, ma anche tra paesi ricchi del Nord e paesi poveri
del Sud.
Entrambi gli accordi rendono molto difficile
l'applicazione del principio di precauzione secondo il
quale in caso di dubbio sull'innocuità di un prodotto,
la dimostrazione della possibile nocività è a carico del
venditore/esportatore non del compratore/importatore.
Un governo che, posto di fronte a una possibilità di
rischio, decide di agire per proteggere la salute umana,
animale o vegetale all'interno del proprio paese, anche
in assenza di prove scientifiche assolute, ricorre al
principio di precauzione. Questo principio è
indispensabile in campo sanitario e ambientale, in cui
gli effetti nocivi di un prodotto o di un processo di
produzione possono impiegare tempi lunghi per
manifestarsi concretamente e in un momento in cui è
evidentemente troppo tardi.
Nel quadro dell'accordo Sps, le norme di un paese nel
campo della sicurezza alimentare non possono essere più
restrittive di quelle fissate dal Codex Alimentarius, un
dispositivo della Fao ampiamente dominato dai
rappresentanti dell'industria agroalimentare e
presieduta nel 2000 da un funzionario del Dipartimento
americano dell'agricoltura. I delegati americani si
battono d'altra parte per evitare ogni menzione del
principio di precauzione nei testi del Codex.
I
due accordi Tbt e Sps sono già stati adottati in diversi
verdetti dell`Alta corte del Wto, l'Organo di
risoluzione delle controversie (Drb), soprattutto
nel celebre caso della "carne agli ormoni". Secondo il Drb, l'Europa non ha dimostrato la possibile nocività
per la salute della carne dei vitelli americani nutriti
con ormoni. Il rifiutò di importazione rappresentava di
fatto una violazione degli obblighi sottoscritti con il Wto .
Come tagliare gli stipendi?
Il terzo e il quarto modo sono molto più problematici.
Si riferiscono alla presenza commerciale e alla presenza
di persone fisiche o "naturali" "di un membro sul
territorio di un altro membro. Presenza commerciale
significa in realtà investimento: società mista [joint
venture], filiale con capitale straniero al 100% e ogni
altra forma di proprietà: un altro modo per far
rientrare dalla finestra alcuni risvolti del Mai che
erano stati fatti uscire dalla porta. Il quarto modo, la
"presenza di persone naturali", riguarda l'importazione
di personale considerato necessario dal fornitore, una
volta sul territorio, per fornire un servizio. Si tratta
di un dispositivo aperto ad abusi di ogni genere.
Nel quadro della Commissione europea, il braccio destro
di Pascal Lamy per il commercio, Michel
Servoz, scrivendo prima di Seattle alle imprese del
campo Btp (edilizia e lavori pubblici), osservava:
"
I paesi in via di sviluppo sono tradizionalmente
interessati a creare un importante flusso di persone
fisiche. Possono fornire una forza lavoro altamente
competitiva a costi molto bassi" .
Sullo stesso tema, le considerazioni del segretariato
del Wto non sono diverse. Nel lavoro preparatorio "pre
Seattle" sui servizi sanitari, scriveva infatti: "Gli
importanti benefici verranno non tanto dalla costruzione
e dalla gestione degli ospedali, quanto dalla
possibilità di, impiegare personale più qualificato, più
efficace e/o meno costoso di quello disponibile sul
mercato del lavoro. locale".
Ridurre i costi del personale è una delle ossessioni del
Wto. Nella sua indagine sull'ambiente é possibile
leggere: "Dal momento che per alcuni servizi ambientali
il ruolo della manodopera è preponderante [...] il
settore è affetto da limitazioni sul movimento delle
persone fisiche. Alcune esigenze di impiegare personale
locale impediscono alle imprese di minimizzare i costi
del lavoro ricorrendo al reclutamento internazionale.
Grazie al "modo 4", il Gats potrà favorire l'ingresso di
lavoratori nella misura esatta delle esigenze delle
società transnazionali, o far realizzare il lavoro
"mobile" altrove. A tale riguardo la segreteria del Wto
fornisce un buon esempio. Il direttore generale Mike
Moore ha comunicato ai paesi membri: "Il Wto vi fa già
risparmiare molto denaro esternalizzando le traduzioni:
grazie alla comunicazione elettronica possiamo ricorrere
a traduttori che lavorano a casa in tutti i paesi del
mondo".
Come definire il "modo 4", se non uno strumento per
"tagliare" gli stipendi, soprattutto nel settore
pubblico, ma anche nell'industria privata (per esempio
l'edilizia e i lavori pubblici) e per mettere
progressivamente a repentaglio, attraverso le
disposizioni del Gats, il diritto al lavoro elaborato in
ciascun paese?
Il personale importato otterrebbe il permesso di
soggiorno solo per la durata del contratto di lavoro.
Viene detto che la legislazione nazionale del lavoro
dovrebbe essere teoricamente applicata a ogni persona
che lavora sul territorio nazionale, ma su questo punto
i testi non sono precisi; in ogni caso è evidente che è
possibile disporre di queste persone a piacimento,
esercitando loro malgrado una pressione verso il basso
dei salari dei lavoratori locali, e inoltre non
verrebbe concessa loro la sindacalizzazione. Questo
" modo 4" priverebbe di sicuro il Sud dei suoi elementi
migliori, rafforzando il processo di brain drain
[drenaggio di cervelli] già ben avviato attraverso il
debito e i programmi di aggiustamento strutturale del
Fmi.
Chi non intende sostenere gli abusi del "modo 4" viene
naturalmente accusato di essere "contro le opportunità
per i poveri". È necessario lottare affinché a tutti
siano riconosciuti il diritto al lavoro e un livello di
vita decente. Non si raggiungerà di certo questo
obiettivo lasciando distruggere le conquiste dei
lavoratori nei paesi più avanzati per fornire posti di
lavoro agli immigrati del Sud.
Neanche sacrificando i servizi nazionali del settore
pubblico, conquistati a fatica da diverse generazioni di
cittadini, verranno date garanzie al Sud in vista di una
vita migliore.
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