Chiedo
scusa per qualche eventuale errore, ma l'articolo è stato scannerizzato. Ho
corretto per quanto ho potuto, ma qualcosa sarà sfuggito.
pummarulella
Anche l'Italia
ha conosciuto il suo 11 settembre. E' stato fra il
1992
e il
'93,
diluito in
cinque stragi realizzate (Capaci e via d'Amelio
a Palermo, via
Palestro a Milano, via Georgofili
a Firenze, Laterano e S. Giorgio at Velabro a Roma), una fallita per
un soffio (via Fauro contro Maurizio Costanzo), una annullata all'ultimo
momento. Quest'ultima avrebbe dovuto sterminare centinaia di carabinieri nel
parcheggio degli autobus dello stadio Olimpico
di Roma, net novembre
'93,
dopo una partita
di campionato. Al primo tentativo s'inceppo
l'innesco, ma era tutto pronto per il bis. Senonche Cosa Nostra, all' ultimo
momento, rinunce. E da allora il tritolo e la lupara tacquero. Per dieci anni.
Perche? E in cambio di che cosa? La risposta e la chiave per capire la politica
antimafia (si fa per dire) degli ultimi dodici anni. Dopo che, eliminato Salvo
Lima,
Cosa Nostra scarico i vecchi referenti politici e
ne cerca (e trova) di nuovi. Forse e il caso di parlarne, mentre tutti invocano
"fermezza" contro un altro terrorismo, molto
più
lontano da noi
(almeno per ora), dimenticando la mollezza
di sempre. Al processo di Palermo a carico
di Marcello Dell'Utri, braccio destro del presidente del Consiglio, imputato per
mafia,
se
n'e parlato a lungo. Prima negli interrogatori
di testimoni, consulenti e mafiosi "pentiti"),
poi nella
requisitoria dei pm Ingroia e Gozzo.
Sono giunti quasi tutti alle stesse conclusioni.
Potrebbe
trattarsi - per dirla con il premier- di
"matti antropologicamente diversi dal resto delta razza umana". Ma
supponiamo che no lo siano. Hanno sostenuto che
la
pax mafiosa
dell' ultimo decennio e frutto di una lunga
trattativa fra
Stato e Antistato. Approdata a un
patto
sottoscritto, per l' Antistato, da Bernardo
Provenzano e, per lo Stato, da esponenti della politica e delle istituzioni.
Compreso Dell'Utri, l'uomo che - secondo quei matti - mise Berlusconi
nelle mani di Cosa Nostra fin dal
1974,
quando gli porto
in casa il boss Vittorio Mangano travestito da stalliere.
Nella
primavera-estate
'92,
poco dopo il
delitto Lima a Palermo e l'arresto di Mario Chiesa a Milano, Dell'Utri - che mai
s'e occupato di politica (in casa Fininvest la seguono Confalonieri e
Letta) - si mette
in
testa di
fondare un partito. E incarica un vecchio democristiano, Ezio Cartotto, di
guardarsi intorno. Tutto in segreto, inizialmente all'insaputa
persino di Berlusconi, che ne verrà informato solo mesi dopo. Intanto Cosa
Nostra mette a
ferro e a fuoco
il paese trucidando Falcone e la
moglie, Borsellino e le scorte. Borsellino muore poco dopo aver parlato, in
un'intervista a due giornalisti francesi, di indagini sui rapporti
fra Mangano, Dell'Utri
e Berlusconi. E dopo
aver interrogato il pentito Gaspare Mutolo, che gli ha preannunciato rivelazioni
su pezzi
delle istituzioni collusi con la mafia. Fra i quali
Bruno Contrada.
Durante quel drammatico interrogatorio, il giudice viene convocato d'urgenza at
Viminale: secondo Mutolo, incontro il ministro Mancino, il capo della Polizia
Parisi e il vicecapo del Sisde Contrada (i quali negano). Intanto, sempre a
cavallo fra Capaci e Via d'Amelio, il Ros dei carabinieri (tramite il
generate Mori e il capitano De Donno, che lo riveleranno in tribunale) avvia una
trattativa con Cosa Nostra, rappresentata dall'ex sindaco mafioso di Palermo
Vito Ciancimino, per cercar di placare la furia stragista ("cosa volete per
finirla?"). Non è
ben chiaro in
cambio di cosa. Un'altra trattativa la inaugura un uomo dei
servizi, Paolo Bellini, con alcuni boss. I due negoziati, ufficialmente, si
arenano. Ma tanto basta a convincere Cosa Nostra che lo Stato
a
pronto a
trattare e, alzando il tiro con nuove stragi, stavolta net Continente, si
otterrà di
più.
Giovanni Brusca,
alter ego di Riina, rivela: "anche la sinistra sapeva". Parla della
sinistra Dc e dei suoi uomini allora at governo. Anno nuovo, storie vecchie. Il
15 gennaio
'93
viene
arrestato Riina e lo scettro
di Cosa Nostra
passa a Provenzano. II 14 maggio
Maurizio Costanzo, ostile al progetto-partito come Letta
e
Confalonieri, scampa per miracolo a un attentato mafioso. Tredici giorni dopo
la mafia si sposta a Firenze per la strage agli Uffizi (preannunciata da un
proiettile di mortaio, fatto ritrovare net giardino di Boboli). A fine luglio,
altre autobombe mafiose a Milano e Roma. Pochi giorni prima viene depositato
davanti a un notaio il marchio "Forza Italia". Berlusconi
ci lavora tutta l'estate. Dell'Utri net novembre
'93
incontra
almeno due volte Mangano (pluricondannato per droga e mafia e imputato di
omicidio) a Milano, come risulta dalle sue agende. E' allora che, secondo
Antonino Giuffre - l'ultimo mafioso pentito, l'unico dello staff provenzaniano - Dell'Utri e Provenzano chiudono la terza e ultima trattativa con
un patto d'acciaio: Cosa Nostra la smette con le bombe e in cambio Forza Italia allenterà la morsa dello Stato con opportune "riforme"
(ergastolo, pentiti, 41-bis, beni sequestrati..). Entro 10 anni. Cosa Nostra rinuncia all' attentatuni dell'Olimpico. E aspetta. Aspettano anche i parenti delle decine di
morti ammazzati a Palermo, Milano e Firenze, in attesa di un perchè.
I dieci anni
sono scaduti da qualche mese. Infatti, da qualche mese, i boss in carcere danno
segni di nervosismo. Bagarella chiede ai politici il rispetto dei Patti (e
subito il Sisde del generale Mori da la scorta a Dell'Utri). Riina lancia strani
segnali sulle stragi alludendo ai servizi, a Mancino, at proiettile di Boboli,
alle trattative coi carabinieri. Altri mafiosi minacciano qualche onorevole
avvocato. Che siano diventati "matti antropologicamente diversi dal
resto delta razza umana" anche loro?
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