Sul
Corriere della sera,
da un po'
di tempo, è
(era?) vietato nominare Eugenio Scalfari. Previti e Dell'Utri, la
Fallaci e le Lecciso, persino
Vespa si. Scalfari no. Ordini superiori. Dev'essere per questo che
ci scrivono tanti <<liberali>>. Sono, costoro, una categoria
curiosa. Vivono sotto il governo che, quotidianamente,
pin
calpesta, maciulla e irride i principi del
liberalismo, ma loro, i <<liberali>>, parlano d'altro.
Nell'ultima settimana, mentre in America
un ministro si dimetteva perche non pagava i contributi alla colf,
in Inghilterra un ministro si dimetteva per un permesso di soggiorno
alla bambinaia dell'amica, in Danimarca un ministro si dimetteva per
aver soggiornato
al Ritz di Parigi a spese dello Stato, in Italia
il premier veniva riconosciuto responsabile di aver corrotto un
giudice (prescrizione), il
suo
braccio destro di averne corrotti almeno
due (16 anni in primo grado), l suo braccio
sinistro
di essere alleato della mafia (9 anni in
primo grado), ma la Santissima Trinità resta
al suo
posto. Anzi, Dell'Utri viene promosso
capo dei mille volontari stipendiati di Forza
Italia, detti anche la Silvien Jugend o i Figli
del
Biscione. E i nostri <<liberali>> zitti. Negli
stessi giorni il capo dello Stato respinge come
otto volte incostituzionale la controriforma
della
giustizia, la maggioranza vara una legge
che salva Previti mandando in prescrizione migliaia di reati, il
premier infila nella finanziaria
un codicillo che sana gli abusi nella sua
villa in Sardegna, il sottosegretario Mantovano
paragona la sentenza di Palermo alle <<rappresaglie
naziste», la Lega sventola in Parlamento
cartelli che danno del <<nazista>> al procuratore
Papalia. E i nostri <liberali>> zitti.
Parlano d'altro.
Massimo Franco equipara la gravissima,
eversiva
legge Previti ai girotondi e a un normale
battibecco fra la Bindi e Mastella: tre
sintomi di
<<una politica malata», <<ostaggio
delle componenti estremiste». Tutto sullo
stesso
piano. Scrive proprio cosi: <<non a caso
sono rispuntati persino i girotondi)). Dove
quel
<<persino» indica che le pacifiche manifestazioni
di protesta dei cittadini sono qualcosa
di allarmante, patologico, <<malato>>.
Chi
attenta e chi oppone pari sono. Lupo e agnello
diventano entrambi colpevoli di una inesistente guerra per bande:
Angelo Panebianco, anziché censurare un governo che
non fa altro che leggi incostituzionali
e illegali, se la prende con <le reazioni
soddisfatte dell'opposizione>> al no di Ciampi alla controriforma
Castelli: lasciano <<trasparire la volontà di difendere a tutti i
costi lo status quo)). Ecco: per lui, <liberale>>,
la Costituzione e lo status quo. Qualcosa di malato. Di qui l'invito
ad abbandonare l'interpretazione
rigida del dettato costituzionale
che attribuisce al Csm il monopolio assoluto
sulle carriere dei magistrati». Un po' di
creatività,
suvvia. Basta con l ' interpretazione
rigida. Per esempio, l’obiettivo di Castelli
di indebolire/ridimensionare il Csm non è
di per se sbagliato, ma incostituzionale, Ciampi l'ha respinto al
mittente, ma che saranno mai la Costituzione e il capo dello Stato
di
fronte a un Panebianco? Ubi maior, minores
cessant.Sdegnato
per tanti silenzi e corbellerie,
Claudio Magris manda al
Corriere
un'invettiva
contro i continui scandali, invitando «gli uomini liberi
e
forti di
destra e sinistra a insorgere. L'invettiva finisce in un corsivo,
non certo nell' editoriale. Magris usa termini ormai
desueti per i <<liberali» alle vongole.
Chiama a
raccolta i <<galantuomini di animo
non servile>>, in nome dell'onestà e dell'integrità,
contro le <<leggi indecenti>>, la « degradazione civile>>, il
<<pervertimento scandaloso
che svilisce la Cosa pubblica, lo Stato,
la
Patria»,
l'<<immoralità e indegnità politica che
disonora
l'Italia», la <<sovversione» ,l'« attentato
alla civiltà». Gli risponde, a nome degli indecenti e degli
immorali, il loro portavoce ufficiale: il sempre molto intelligente
Giuliano Ferrara, in stereofonia con Piero Ostellino. Quest'ultimo
sproloquia di concorso esterno in associazione mafiosa, che a suo
dire esiste solo in Italia (falso: c'e anche negli
Usa, e se negli altri paesi non
c'e
e perche non
c'e
neppure la mafia) e <<nessuno
a
mai riuscito
a provarne l'esistenza» (falso: lo teorizzo Falcone nell'ordinanza
del maxi-ter e ha già
portato a
decide di condanne definitive). Ferrara, sguazzando nella cloaca con
la consueta
voluttà, giustifica le leggi canaglia con la teoria
della guerra per bande: da un lato i giudici
che processano i politici ladri e mafiosi <<con
metodi non ortodossi>> (quali?), dall'altro «il
centrodestra che si batte per non esser piegato e sconfitto in
processi che denuncia prevenuti,
non imparziali». E chi decide se sono parziali o imparziali? Gli
imputati, che fra
l'altro
gli pagano lo stipendio. Cosi la Grande
Cozza non trova di meglio
che riproporre
una
fantomatica <<formula francese di inviolabilità
della politica, a Parigi come a Roma.
Peccato
che a Parigi sia stato appena condannato
Main Juppe, delfino di Chirac, per finanziamenti illeciti
infinitamente meno gravi della mafia e della corruzione giudiziaria,
senz'alcuna
inviolabilità. E peccato che a Parigi il
ministro
Strauss Kahane abbia avuto la carriera
stroncata da uno scandaletto (seguito fra l'altro dall'assoluzione)
che impallidisce dinanzi
ai nostri, senza alcuna inviolabilità. Ma,
si sa, Parigi val bene una Cozza.
bananas 22/12/04
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