Bananas
di Marco Travaglio 20/1/04
In simultanea con l’inaugurazione dell’ anno giudiziario, va in scena
il quarto pellegrinaggio annuale sulla tomba del compianto statista latitante Bettino Craxi.
Il coro delle prefiche quest’anno è capitanato dal presidente del Senato Marcello Pera.
Dieci anni fa il ragionier Pera
tuonava, dalle colonne della Stampa,contro «il tumore del malaffare partitocratico ramificato ovunque»
e scriveva a Bettino queste commosse parole: «Non è che è in atto un attacco alla democrazia» da parte dei giudici. È che «molti esponenti
di partito, massimamente il suo, e nel suo massimamente quelli della
sua corte, sono inquisiti... pensare che il fango nauseante che sommerge i partiti debba anche schizzare il governo significa pensare che il governo
è “cosa nostra”, dopo aver pensato e dimostrato in pratica che
“cosa nostra” sono gli enti, le banche, gli appalti, le professioni... questi partiti devono retrocedere e alzare le mani... subito... senza le furbizie
che accompagnano i rantoli della loro agonia. Perché questo sì sarebbe
un golpe contro la democrazia: cercare di resistere contro la
volontà popolare» (Pera, La Stampa,1-2-’93). Ecco una bella frase lapidaria,tratte dalle massime del ragionier
Pera, da scrivere sul libro dei visitatori di Hammamet: «Retrocedere e
alzare le mani senza le furbizie che accompagnano i rantoli della loro
agonia». Invece Pera ne ha scritta un’altra, dal suo ultimo repertorio:
«A Bettino Craxi, per una memoria unita degli italiani». Già, ma una
memoria di che cosa? Ci soccorre ancora il Pera d’epoca: «Chi, come
Craxi, attacca i magistrati di Milano, mostra di non capire la sostanza
grave, epocale del fenomeno della corruzione» (19-7-’92). O ancora: «Un’amnistia dei politici ai
politici è impensabile non solo perché
provoca indignazione e disgusto nella gente. È anche impraticabile.
Perché il reato è flagrante e macroscopico, il processo è già cominciato
e per buona parte dell’opinione pubblica già chiuso con una condanna...
come alla caduta di altri regimi, occorre una nuova Resistenza,
un nuovo riscatto e poi una vera,radicale, impietosa epurazione.
Il male si taglia alla radice» (19-7-’92). È una vera fortuna per
Il ragionier Pera che il vecchio Bettino non possa più replicare altrimenti,
nel vederlo in gramaglie ad Hammamet e nel sentirlo parlare
di «valutazione serena dell’operato di Craxi» e di «pacificazione della
memoria degli italiani» avrebbe trattenuto a stento le mani.
Il corteo funebre, popolato da De Michelis, Tognoli e perfino da alcuni
incensurati, si è poi recato in visita guidata alla mostra <<Tunisiaca>>: xeligrafie, vasi e altre opere dello statista-artista, organizzata dalla
Fondazione Craxi con l’incredibile patrocinio del Senato e della Farnesina.
Catalogo a cura dell’architetto Portoghesi e del critico Sgarbi, che
di fronte a tanta arte non si è potuto trattenere: «Craxi è un artista
concettuale mimimalista. Concettuale come tutta l’arte di questo secolo,
da Andy Warhol a Man Ray».
Senza dimenticare Larini, Mach di Palmstein e Maurizio Raggio, più
vicini alla scuola del fondinerismo off-shore e alla corrente del macchiaiolismo
contabile. Pera, comunque, ha concluso la gita con una frase lapidaria: «Craxi è un patrimonio
della Repubblica Italiana». Particolarmente azzeccata la
scelta del termine «patrimonio»: peccato che sia ancora disperso fra
conti in Svizzera, Lussemburgo,Messico e Hong-Kong. Forse, nell’ambito
di una «memoria unita degli italiani», sarebbe il caso di restituirlo.
Nell’attesa, si è riunita la famiglia. Pare - secondo un bell’articolo
di Aldo Cazzullo sul Corriere - che si sia rivisto Antonio Craxi, il
fratello
seguace del guru Sai Baba, quello che - come raccontò Raggio - si
fece prestare un miliardo per le piccole spese e poi sparì. «Antonio è
venuto ad Hammamet con alcuni dei suoi sei figli ad annunciare la
prossima reincarnazione del fratello:“In Italia, per finire il suo lavoro”...».
Un annuncio lievemente minaccioso, se è vero quel
che è
accaduto - sempre secondo il Corriere- al sindaco craxiano di Aulla
(comune “dedipietrizzato” con monumento a Craxi): «Due commemorazioni
fa, gli venne trafugata una Mont Blanc». In attesa della
reincarnazione, qualcuno si è portato avanti con il lavoro.
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