Abbiamo spesso sentito filosofeggiare
Casini di morale, di pulizia della politica, di rigore e tante
amenità del genere. Di fatto il suo partito, raccoglie numerose
persone che definire di dubbia reputazione è un eufemismo. Vi
riporto sotto alcuni nomi che vi daranno un quadro dei DEPUTATI UDC
pummarulella 4/5/06
TRAPANI - Il deputato regionale siciliano
dell'Udc, David Costa, è stato arrestato con l'accusa di concorso
esterno in associazione mafiosa 15 nov 05
Vincenzo Giannone (udc), presidente del consiglio
comunale di Riesi arrestato per associazione esterna. 27 nov 05
Vincenzo Lo Giudice : accusato di essere stato appoggiato da clan
mafiosi nelle elezioni nazionali del 2001, si fece la campagna
elettorale sulle note de Il Padrino.
Leonardo D’Arrigo
: consigliere comunale indagato per abuso
d’ufficio
Carmelo Lo Monte: deputato regionale sotto inchiesta a Messina
per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta
Nino Nicotra : sindaco di Acireale è stato arrestato per essersi
servito di affiliati di Santapaola per risolvere una controversia
finanziaria.
Antonio
Borzachelli : Deputato regionale dell’Udc. Ex maresciallo dei
carabinieri, imputato per concussione.
Sono indagati nell’inchiesta sulla
sanità siciliana insieme a Cuffaro:
Nino Dina
(capogruppo dell’Udc all’Assemblea regionale siciliana),
Salvatore Cintola
(assessore al bilancio del governo regionale);
Saverio Romano
(sottosegretario al
Lavoro dell’Udc nel governo Berlusconi
Ma i
big sono indubbiamente:
Giampiero Catone
Giampiero Catone, napoletano, 50 anni, è
l'uomo che ha nelle sue mani un pezzo della
storia della Repubblica: dopo varie
peripezie legali, ha ottenuto la proprietà
del glorioso scudo crociato, simbolo della
Democrazia cristiana. Dopo la morte della Dc
si mette all'ombra di Rocco Buttiglione. Lo
segue nell'Udc e diventa il suo uomo forte
in Abruzzo. Quando poi Buttiglione diventa
ministro, Catone è suo capo di gabinetto. È
anche direttore del vecchio settimanale
della Dc, "La Discussione", portato in
eredità all'Udc insieme ai 3 milioni di euro
di finanziamenti pubblici all'editoria che
il giornale riceve ogni anno. Alle europee
del 2004 è riuscito a raccogliere oltre 48
mila voti, quasi 3 mila in più del suo
capolista e leader Rocco Buttiglione (anche
se non sufficienti a fargli conquistare il
seggio). Quando Buttiglione fu proposto dal
governo Berlusconi come commissario europeo
alla Giustizia, il curriculum giudiziario
del suo braccio destro, il professor Catone
(diffuso a Strasburgo da una giornalista
italiana, Paola Severini) fu una delle cause
della bocciatura del ministro italiano amico
dei teo-con. Da un annetto circa, forte del
suo simbolo, Catone è passato alla Dc di
Gian Franco Rotondi, alleato con il Nuovo
Psi di Gianni De Michelis, anche se, per
avere la certezza dell'elezione, è inserito
nelle liste di Forza Italia in Lombardia. Un
seggio, a Roma o a Strasburgo, alla fine lo
avrà. Lo vuole per naturale aspirazione
politica, ma anche perché gli garantisce
l'immunità parlamentare. Utile, specie per
chi, come Catone, ha qualche guaio con la
giustizia.
Il 9 maggio 2001, a pochi giorni dalle
elezioni politiche, Catone (allora candidato
con il Ccd) finisce in carcere insieme al
fratello e ad altre dodici persone.
L'ipotesi di reato della Procura di Roma è
associazione a delinquere finalizzata alla
truffa aggravata, falso, false comunicazioni
sociali e bancarotta fraudolenta
pluriaggravata: due bancarotte da 25
miliardi di lire l'una e 12 miliardi di
finanziamenti a fondo perduto dal ministero
dell'Industria ottenuti secondo l'accusa
con carte e perizie false, che consentivano
alle società amministrate da Catone
d'incassare più volte lo stesso contributo
per un "polo tessile aquilano" mai esistito.
Uno degli episodi contestati riguarda il
tentativo messo in atto dal gruppo Catone di
acquisire una società (la Iris Moda)
nonostante il rifiuto del titolare. Presto
fatto: secondo i giudici, il gruppo avrebbe
creato un falso amministratore nella
documentazione presentata per ottenere il
finanziamento. Il ministero dell'Industria,
alla fine, scuce 2 miliardi in contanti
all'insaputa della società (quella vera).
Catone è anche coinvolto nel fallimento
dell'Abatec, azienda di Chieti di cui Catone
era amministratore. Avrebbe dovuto produrre
macchinari ad alta tecnologia per la
lavorazione dei pannolini, ma viene
dichiarata fallita dopo un aumento di
capitale deliberato prima ancora che fossero
sottoscritte le quote sociali. Per non
parlare del contorno di spericolate
operazioni finanziarie grazie alle scatole
cinesi di una manciata di società off shore.
Per queste vicende Giampiero Catone ha già
collezionato un paio di rinvii a giudizio.
In quello per Abatec, il giudice definisce
il gruppo all'opera «associazione a
delinquere Catone».
Eppure le disavventure non sembrano avergli
precluso la carriera. Anzi, Rocco
Bottiglione lo promuove prima responsabile
della segreteria politica, quindi capo
segreteria del ministero delle Politiche
Comunitarie; poi, nel novembre 2002, viene
eletto (in Abruzzo) primo segretario
regionale della neonata Udc. Sempre nel
2002, un decreto del governo Berlusconi a
firma Gianni Letta istituisce una "struttura
di missione" tutta per lui, con l'incarico
di studiare il contenzioso tra governo
italiano e Unione europea. Durante il
semestre di presidenza italiana Ue, Catone
coordina l'azione dell'esecutivo. Ma
l'incarico che sembra calzargli a pennello,
vista l'esperienza maturata in patria, è
quello di presidente del Progetto
comunitario "Pon/Atas" «per il corretto
utilizzo dei fondi strutturali destinati
alle Regioni», struttura decisiva per
ottenere finanziamenti dall'Unione europea.
Come mai la giornalista romana Paola
Severini (ex moglie del ministro del primo
governo Berlusconi Antonio Guidi) aveva
inviato a tutti gli eurodeputati un dossier
pubblico sulle imprese di Catone? Perché lo
aveva conosciuto molto da vicino. Severini
aveva infatti fondato nel 1996 "Angeli",
rivista di cultura sociale, che era poi
cresciuta come cooperativa sociale in cui
lavoravano soprattutto disabili e che
progettava di diventare quotidiano:
"Quotidiano sociale", un prodotto di
servizio per le famiglie con figli disabili.
Nel 2001 era entrato nella cooperativa Ugo
Rossolillo, segnalato dall'ufficio editoria
della presidenza del Consiglio. Suo compito
avrebbe dovuto essere quello di curare le
pratiche di finanziamento pubblico. Peccato
che Rossolillo non fosse affatto un
commercialista, non fosse neppure laureato,
né un consulente del lavoro: in compenso era
un dipendente di Giampiero Catone.
Alla ricerca di finanziamenti per
lanciare il "Quotidiano sociale", Paola
Severini riceve la telefonata di un amico,
Rocco Buttiglione: «So che stai cercando
finanziamenti. Ho un amico che produce
pannolini e a cui farebbero comodo spazi
pubblicitari su una pubblicazione come la
tua e sarebbe interessato a investire». Chi
è l'amico di Buttiglione? Giampiero Catone,
of course. E la ditta di pannolini?
L'Abatec, una di quelle bancarotte per cui
il capogabinetto del ministro era finito in
galera un paio d'anni prima. Ma questo
Buttiglione non lo dice. Dice invece che
Catone «è un buon cattolico» e che può
portare contributi pubblici, a patto che la
fondatrice di ³Angeli² si accontenti della
direzione editoriale e della minoranza nella
cooperativa. Severini accetta e in un paio
di mesi, nel 2004, è cacciata dalla sua
cooperativa. Grazie agli uffici del finto
commercialista Rossolillo spuntano falsi
libri sociali e verbali contraffatti.
Da allora il "Quotidiano sociale" è nelle
mani di Giampiero Catone, che, licenziata la
fondatrice, non assume nemmeno i disabili ma
riempie la redazione di amici, facendo un
travaso di dipendenti dalla "Discussione"
(Franco Insardà, Emilio Gioventù, Ivan
Mazzoletti). Il "Quotidiano sociale" non ha
mai visto la luce, ma un risultato Catone lo
ha comunque portato a casa: ha ugualmente
incassato i contributi pubblici. La sua
specialità.
Cesa Lorenzo
Arrestato nel 1993
dopo un periodo di latitanza, viene condannato nel 2001 con l'ex
ministro Gianni Prandini a 3 anni e 3 mesi per corruzione: ha
ammesso tangenti da centinaia di milioni per appalti Anas. Ma nel
2003 la Corte d'appello di Roma annulla la condanna per un vizio
tecnico: il pm aveva svolto funzione di gup. Così scatta la
prescrizione. Questo non impedisce all'Udc di nominarlo segretario
del partito, al posto di Marco Follini, troppo indipendente da
Berlusconi e incensurato.
Il nome di Cesa compare nel 2006 anche nella vicenda delle spie e
delle intercettazioni illegali. è infatti indagato a Catanzaro per
associazione a delinquere e truffa: un'azienda di cui era socio, la
Spb optical disk, godette di finanziamenti europei per circa 5
miliardi di lire senza avere svolto alcuna attività. L'azienda fu
poi venduta, nel 2004, a Salvatore Di Ganci, in passato in affari
con la banda della Magliana. Durante una perquisizione a casa di
Giovanbattista Papello, socio di Cesa nella Spb optical disk, sono
stati trovati un grembiulino massonico e intercettazioni abusive ai
danni di Piero Fassino, Piero Folena e Vincenzo Pozzi, presidente
Anas. Ad oggi è il segretario del partito. E mi pare giusto visto il
curruculuum.
Cuffaro Salvatore
Imputato di
favoreggiamento alla mafia e rivelazione di segreto d'ufficio, è
accusato di aver informato uomini ritenuti vicini a Cosa nostra che
erano intercettati. Tra questi, il boss Giuseppe Guttadauro,
legatissimo a Bernardo Provenzano, e l'imprenditore Michele Aiello,
padrone della sanità in Sicilia, re delle cliniche private,
sospettato di essere un riciclatore dei soldi di Provenzano. Totò
Cuffaro si è incontrato segretamente con Aiello nel retrobottega di
una boutique di Bagheria: "Per parlare di tariffe sanitarie", ha
spiegato Totò ai magistrati. In una telefonata intercettata il 10
gennaio 2004, Cuffaro parla con Silvio Berlusconi, che gli dice: "Ho
saputo qui... la ragione perché ti telefono... il ministro
dell'Interno... Mi ha parlato e mi ha detto che tutta la... è sotto
controllo, sotto controllo". Berlusconi parla dunque con Cuffaro di
indagini, dicendo di aver avuto informazioni dal ministro Beppe
Pisanu (che però ha negato ai magistrati di Palermo di aver mai
parlato con Berlusconi di indagini siciliane).
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