Ecco cosa scriveva di Berlusconi il
giornale ufficiale della Lega, dopo la caduta del suo primo governo.
Ci si chiede come è possibile che siano ritornati alleati? Come è
possibile che i leghisti puristi si alleino con un mafioso, senza
ritrattare e sconfessare quanto scritto. E c'è da chiedersi come un
uomo possa mettersi la dignità sotto ai piedi blandendo ed
alleandosi con chi lo reputa un mafioso. Questa alleanza, che
costruirà il nocciolo dura della lega, dà la cifra di cosa sia la
destra italiana.
Rammento ai lettori anche le parole di
Fini, che all'epoca disse che con Bossi non avrebbe preso più
manco un caffè. Potenza della coerenza!!
http://www.lapadania.com/1998/luglio/08/080798p02a1.htm
BERLUSCONI MAFIOSO ?
11 domande al Cavaliere per negarlo.
Dai miliardi per comprare il terreno della
futura Milano2, alle società siciliane con parenti di Buscetta: al
Signore di Arcore la parola.
Spieghi, e sia chiaro.
di max parisi
Basta. Basta con questa indicibile manfrina messa in piedi dai mezzi
di comunicazione di massa sulle vicende giudiziarie - specialmente
quelle palermitane - di Silvio
Berlusconi. E' arrivata l'ora delle certezze definitive.
Di seguito presento al signor Berlusconi una serie di domande
invitandolo pubblicamente a rispondere nel merito con cristallina
chiarezza affinché una volta per tutte sia lui in prima persona a
dimostrare - se ne e' capace - che con Cosa Nostra non ha e non ha
mai avuto nulla a che fare. A scanso di equivoci e
strumentalizzazioni, già da ora - signor Berlusconi - le annuncio
che nessuna delle notizie sul suo conto che leggerà in questo
articolo e' frutto di "pentimenti", e nessuna delle domande che le
sto per porre si basa o prende spunto anche fosse in modo marginale
dalle parole dei cosiddetti "pentiti". Tutto al contrario, esse si
basano su personali indagini e su documenti amministrativi che in
ogni momento - se lo riterrà - potrò inviarle perché si sinceri
della loro autenticità. Detto questo, prego, legga, e mi sappia poi
dire.
Partiamo da lontano, perché lontano inizia la sua storia
imprenditoriale, signor Berlusconi.
Primo quesito: lei certamente ricorda che il 26 settembre 1968 la
sua società - l'Edilnord Sas - acquistò dal conte Bonzi l'intera
area dove di lì a breve lei costruirà il quartiere di Milano2. Lei
pagò l'area circa 4.250 lire al metro quadrato, per un totale di
oltre 3 miliardi. Questa somma, nel 1968 quando lei aveva appena 32
anni e nessun patrimonio familiare alle spalle, e' di enorme
portata. Oggi, tabelle Istat alla mano, equivarrebbe a 38 miliardi,
739 milioni e spiccioli. Dopo l'acquisto - intendo dire nei mesi
successivi - lei aprì un gigantesco cantiere edilizio, il cui costo
arriverà a sfiorare 500 milioni al giorno, che in circa 4-5 anni
porterà all'edificazione di Milano2 così come e' oggi. Ecco la prima
domanda: signor Berlusconi, a lei, quando aveva 32 anni, gli oltre
30 miliardi per comprare l'area, chi li diede? Inoltre: che garanzie
offrì e a chi per ricevere tale ingentissimo credito? In ultimo: il
denaro per avviare e portare a conclusione il super-cantiere, chi
glielo fornì? Vede, se lei non chiarisce questi punti, si è
autorizzati a credere che le due misteriose finanziarie svizzere
amministrate dall'avvocato di Lugano Renzo Rezzonico "sue
finanziatrici", così come altre finanziarie elvetiche che entreranno
in scena al suo fianco e che tra poco incontreremo, sono paraventi
dietro i quali si sono nascosti soggetti tutt' altro che
raccomandabili. Sì, perché - mi creda signor Berlusconi - nel 1998,
oggi, se lei chiarisse una volta per tutte, con nomi e cognomi, chi
le prestò tale gigantesca fortuna facendo con questo crollare ogni
genere di sospetto e insinuazione sul suo conto, nessuno e dico
nessuno si alzerebbe per criticarla sostenendo che lei operò con
capitali sfuggiti, per esempio, al fisco italiano e riparati in
Svizzera, poi rientrati in Italia grazie alla sua attività
imprenditoriale. Sarei il primo ad applaudirla, signor Berlusconi,
se la realtà fosse questa. Se invece di denaro frutto di attività
illecite, si trattò di risparmi onestamente guadagnati e quindi
sottratti dai rispettivi proprietari al fisco assassino italiota che
grazie a lei ridiventarono investimenti, lei sarebbe da osannare.
Parli, signor Berlusconi, faccia i nomi e il castello di accuse di
riciclaggio cadrà di schianto.
Secondo quesito: il 22 maggio 1974 - certamente lo ricorda, signor
Berlusconi - la sua società "Edilnord Centri Residenziali Sas"
compì un aumento di capitale che così arrivò a 600 milioni (4,8
miliardi di oggi, fonte Istat). Il 22 luglio 1975 la medesima
società eseguì un altro aumento di capitale passando dai suddetti
600 milioni a 2 miliardi (14 miliardi di oggi, fonte Istat). Anche
in questo caso, vorrei sapere da dove e da chi sono arrivati queste
forti somme di denaro in contanti.
Terzo quesito: il 2 febbraio 1973 lei fondò un'altra società, la
Italcantieri Srl. Il 18 luglio 1975 questa sua piccola impresa
diventò una Spa con un aumento di capitale a 500 milioni. In
seguito, quei 500 milioni diventeranno 2 miliardi e lei farà in modo
di emettere anche un prestito obbligazionario per altri 2 miliardi.
Signor Berlusconi, anche in questo caso le chiedo: il denaro in
contanti per queste forti operazioni finanziarie, chi glielo diede?
Fuori i nomi.
Quarto quesito: lei non può essersi scordato che il 15 settembre
1977 la sua società Edilnord cedette alla neo-costituita
"Milano2 Spa" tutto il costruito del nuovo quartiere residenziale
nel Comune di Segrate battezzato "Milano2" più alcune aree ancora da
edificare di quell'immenso terreno che lei comperò nel '68 per
l'equivalente di più di 32 miliardi in contanti. Tuttavia quel 15
settembre di tanti anni fa, accadde un altro fatto: lei, signor
Berlusconi, decise il contemporaneo cambiamento di nome della
società acquirente. Infatti l'impresa Milano2 Spa iniziò a chiamarsi
così proprio da quella data. Il giorno della sua fondazione a Roma,
il 16 settembre 1974, la futura Milano2 Spa - come lei senza dubbio
rammenta - viceversa rispondeva al nome di Immobiliare San Martino
Spa, "forte" di un capitale di lire 1 (un) milione, il cui
amministratore era Marcello Dell'Utri. Lo stesso Dell'Utri che lei,
signor Berlusconi, sostiene fosse a quell'epoca un ....... Sempre il
15 settembre 1977, quel milione venne portato a 500 e la sede
trasferita da Roma a Segrate. Il 19 luglio 1978, i 500 milioni
diventeranno 2 miliardi di capitale sociale. Ecco, anche in questo
caso, vorrei sapere dove ha preso e chi le ha fornito tanto denaro
contante e in base a quali garanzie.
Quinto quesito: signor Berlusconi, il cuore del suo impero, la
notissima Fininvest, certamente ricorda che nacque in due tappe.
Partiamo dalle seconda: l'8 giugno 1978 lei fondò a Roma la
"Finanziaria d'Investimento Srl" - in sigla Fininvest - dotandola di
un capitale di 20 milioni e di un amministratore che rispondeva al
nome di Umberto Previti, padre del noto Cesare di questi tempi grami
(per lui). Il 30 giugno 1978 il capitale sociale di questa sua
creatura venne portato a 50 milioni, il 7 dicembre 1978 a 18
miliardi, che al valore d'oggi sarebbero 81 miliardi, 167 milioni e
400 mila lire. In 6 mesi, quindi, lei passò dall'avere avuto in
tasca 20 milioni per fondare la Fininvest Srl a Roma, a 18 miliardi.
Fra l'altro, come lei certamente ricorda, la società in questo
periodo non possedeva alcun dipendente. Nel luglio del 1979 la
Fininvest Srl, con tutti quei soldi in cassa, venne trasferita a
Milano. Poco prima, il 26 gennaio 1979 era stata "fusa" con un'altra
sua società dall'identico nome, signor Berlusconi: la Fininvest Spa
di Milano. Questa società fu la prima delle due tappe fondamentali
di cui dicevo poc'anzi alla base dell'edificazione del suo impero, e
in realtà di milanese aveva ben poco, come lei ben sa. Infatti la
Fininvest Spa venne anch'essa fondata a Roma il 21 marzo del 1975
come Srl, l'11 novembre dello stesso anno trasformata in Spa con 2
miliardi di capitale, e quindi trasferita nel capoluogo lombardo.
Tutte operazioni, queste, che pensò, decise e attuò proprio lei,
signor Berlusconi.Dopo la fusione, ricorda?, il capitale sociale
verrà ulteriormente aumentato a 52 miliardi (al valore dell'epoca,
equivalenti a più di 166 miliardi di oggi, fonte Istat). Bene,
fermiamoci qui. Signor Berlusconi, i 17 miliardi e 980 milioni di
differenza della Fininvest Srl di Roma (anno 1978) chi glieli fornì?
Vorrei conoscere nomi e cognomi di questi suoi munifici amici e
anche il contenuto delle garanzie che lei, signor Berlusconi, offrì
loro. Lo stesso dicasi per l'aumento, di poco successivo, a 52
miliardi. Naturalmente le chiedo anche notizie sull'origine dei
fondi, altri 2 miliardi, della "gemella" Fininvest Spa di Milano che
lei fondò nel 1975, anno pessimo per ciò che attiene al credito
bancario e ancor peggio per i fondamentali dell'economia del Paese.
Sesto quesito: lei, signor Berlusconi, almeno una volta in passato
tentò di chiarire il motivo dell'esistenza delle 22 (ma c'e' chi
scrive, come Giovanni Ruggeri, autore di "Berlusconi, gli affari del
Presidente" siano molte di più, addirittura 38) "Holding Italiane"
che detengono tuttora il capitale della Fininvest, esattamente
l'elenco che inizia con Holding Italiana Prima e termina con Holding
Italiana Ventiduesima. Lei sostenne che la ragione di tale castello
societario sta nell'aver inventato un meccanismo per pagare meno
tasse allo Stato. Così pure, signor Berlusconi, lei ha dichiarato
che l'inventore del marchingegno finanziario, che ripeto detiene -
sono sue parole - l'intero capitale del Gruppo, fu Umberto Previti e
l'unico scopo per il quale l'invento' consisteva - e consiste tutt'oggi
- nell'aver abbattuto di una considerevole percentuale le tasse,
ovvero il bottino del rapinoso fisco italiota ai suoi danni, con un
meccanismo assolutamente legale. Queste, mi corregga se sbaglio,
furono le ragioni che addusse a suo tempo, signor Berlusconi, per
spiegare il motivo per cui il capitale della Fininvest è suddiviso
così. E' una motivazione, però, che a molti appare quanto meno
curiosa, se raffrontata - ad esempio - con l'assetto patrimoniale di
un altro big dell'imprenditoria nazionale, Giovanni Agnelli, che
viceversa ha optato da molti anni per una trasparentissima società
in accomandita per detenere e definire i propri beni e quote del
Gruppo Fiat. In sostanza lei, signor Berlusconi, più volte ha
ribadito che "dietro" le 22 Holding c'e' soltanto la sua persona e
la sua famiglia. Non avrò mai più motivo di dubitare di questa sua
affermazione quando lei spiegherà con assoluta chiarezza le ragioni
di una sua scelta a dir poco stupefacente. Questa: c'e' un indirizzo
- a Milano - che lei, signor Berlusconi conosce molto bene. Si
tratta di via Sant' Orsola 3, pieno centro cittadino. A questo
indirizzo nel 1978 nacque una società fiduciaria - ovvero dedita
alla gestione di patrimoni altrui - denominata Par.Ma.Fid.A fondarla
furono due commercialisti, Roberto Massimo Filippa e Michela
Patrizia Natalini. Detto questo, certo rammenta, signor Berlusconi,
che importanti quote di diverse delle suddette 22 Holding verranno
da lei intestate proprio alla Par. Ma.Fid. Esattamente il 10 % della
Holding Italiana Seconda, Terza, Quarta, Quinta, Ventunesima e
Ventiduesima, più il 49% della Holding Italiana Prima, la quale - in
un perfetto gioco di scatole cinesi - a sua volta detiene il 100%
del capitale della Holding Italiana Sesta e Settima e il 51% della
Holding Italiana Ventiduesima. Vede, signor Berlusconi, dovrebbe
chiarirmi per conto di chi la Par.Ma.Fid. gestira' questa grande
fetta del Gruppo Fininvest e perché lei decise di affidare proprio a
questa società tale immensa fortuna. Infatti lei - che e' un attento
lettore di giornali e ha a sua disposizione un ferratissimo nonche'
informatissimo staff di legali civilisti e penalisti - non puo' non
sapere che la Par.Ma.Fid. e' la medesima societa' fiduciaria che ha
gestito - esattamente nello stesso periodo - tutti i beni di Antonio
Virgilio, finanziere di Cosa Nostra e grande riciclatore di capitali
per conto dei clan di Giuseppe e Alfredo Bono, Salvatore Enea,
Gaetano Fidanzati, Gaetano Carollo, Carmelo Gaeta e altri boss - di
area corleonese e non - operanti a Milano nel traffico di
stupefacenti a livello mondiale e nei sequestri di persona. Quindi,
signor Berlusconi, a chi finivano gli utili della Fininvest relativi
alle quote delle Holding in mano alla Par.Ma.Fid.? Per conto di chi
la Par.Ma.Fid. incassava i dividendi e gestiva le quote in suo
possesso? Chi erano - mi passi il termine - i suoi "soci", signor
Berlusconi, nascosti dietro lo schermo anonimo della fiduciaria di
via Sant'Orsola civico 3? Capisce che in assenza di una sua precisa
quanto chiarificatrice risposta che faccia apparire il volto - o i
volti - di coloro che per anni incasseranno fior di quattrini grazie
alla Par.Ma.Fid., ovvero alle quote della Fininvest detenute dalla
Par.Ma.Fid. non si sa per conto di chi, sono autorizzato a pensare
che costoro non fossero estranei all'altro "giro" di clienti
contemporaneamente gestiti da questa fiduciaria, clienti i cui nomi
rimandano direttamente ai vertici di Cosa Nostra.
Settimo quesito: è universalmente noto che lei, signor Berlusconi,
come imprenditore e' "nato col mattone" per poi approdare alla
televisione. Proprio sull'edificazione del network TV e' incentrato
questo punto. Lei, signor Berlusconi, certamente ricorda che sul
finire del 1979 diede incarico ad Adriano Galliani di girare
l'Italia ad acquistare frequenze TV. Lo scopo - del tutto evidente -
fu quello di costituire una rete di emittenti sotto il suo
controllo, signor Berlusconi, in modo da poter trasmettere
programmi, ma soprattutto pubblicità, che così sarebbe stata
"nazionale" e non piu' locale. La differenza dal punto di vista dei
fatturati pubblicitari, ovviamente, era enorme. Fu un piano
perfetto. Se non che, Adriano Galliani invece di buttarsi a
capofitto nell'acquisto di emittenti al Nord, inizio' dal Sud e
precisamente dalla Sicilia, dove entrò in societa' con i fratelli
Inzaranto di Misilmeri (frazione di Palermo) nella loro Retesicilia
Srl, che dal 13 novembre 1980 vedrà nel proprio consiglio di
amministrazione Galliani in persona a fianco di Antonio Inzaranto.
Ora lei, signor Berlusconi, da imprenditore avveduto qual è, non può
non avere preso informazioni all'epoca sui suoi nuovi soci
palermitani, personaggi molto noti da quelle parti per ben altre
questioni, oltre la TV. Infatti Giuseppe Inzaranto, fratello di
Antonio nonché suo partner, e' marito della nipote prediletta di
Tommaso Buscetta. No, sia chiaro, non mi riferisco al "pentito
Buscetta" del 1984, ma al super boss che nel '79 e' ancora braccio
destro di Pippo Calò e amico intimo di Stefano Bontate, il capo dei
capi della mafia siciliana. Quindi, signor Berlusconi, perche'
entro' in affari - tramite Adriano Galliani - con gente di questa
risma? C'e' da notare, oltre tutto, che i fratelli Inzaranto sono di
Misilmeri. Le dice niente, signor Berlusconi, questo nome? Guardi
che glielo sto chiedendo con grande serietà. Infatti proprio di
Misilmeri sono originari i soci siciliani della nobile famiglia
Rasini che assieme alla famiglia Azzaretto - nativa di Misilmeri,
appunto - fondò nel 1955 la banca di Piazza Mercanti, la Banca
Rasini. Giuseppe Azzaretto e suo figlio, Dario Azzaretto, sono
persone delle quali lei, signor Berlusconi, con ogni probabilità
sentiva parlare addirittura in casa da suo padre. Gli Azzaretto
erano - con i Rasini - i diretti superiori di suo padre Luigi,
signor Berlusconi. Gli Azzaretto di Misilmeri davano ordini a suo
padre, signor Berlusconi, che per molti anni fu loro procuratore, il
primo procuratore della Banca Rasini. Certo non le vengo a chiedere
con quali capitali - e di chi - Giuseppe Azzaretto riusci' ad
affiancarsi nel 1955 ai potenti Rasini di Milano, tenuto conto che
Misilmeri e' tutt'oggi una tragica periferia della peggiore Palermo,
però che a lei Misilmeri possa risultare del tutto sconosciuta, mi
appare inverosimile. Ora le ripeto la domanda: si informò sulla
"serietà" e la "moralità" dei nuovi soci - il clan Inzaranto -
quando tra il 1979 e l'80 diverranno parte fondamentale della sua
rete TV nazionale?
Ottavo quesito: certo a lei, signor Berlusconi, il nome della
società Immobiliare Romana Paltano non può risultare sconosciuto. E'
impossibile non ricordi che nel 1974 la suddetta, 12 milioni di
capitale, fini' sotto il suo controllo amministrata da Marcello
Dell'Utri, perché proprio sui terreni di questa societa' lei dara'
corso all'iniziativa edilizia denominata Milano3. Cosi' pure
ricorderà che nel 1976 l'esiguo capitale di 12 milioni aumentera' a
500, e che il 12 maggio del 1977 salirà ulteriormente a 1 (un)
miliardo, e che cambierà anche la sua denominazione in Cantieri
Riuniti Milanesi Spa. Come al solito, vengo subito al dunque: anche
in questo ennesimo caso, chi le fornì, signor Berlusconi, questi
forti capitali per aumentare la portata finanziaria di quella che
era una modestissima impresa del valore di soli 12 milioni quando la
acquistò?
Nono quesito: lei, signor Berlusconi, certamente rammenta che il 4
maggio 1977 a Roma fondò l'Immobiliare Idra col capitale di 1 (un)
milione. Questa societa', che oggi possiede beni immobili
pregiatissimi in Sardegna, l'anno successivo - era il 1978 -
aumento' il proprio capitale a 900 milioni. Signor Berlusconi, da
dove arrivarono gli 899 milioni (4 miliardi e 45 milioni d'oggi,
fonte Istat) che fecero la differenza ?
Decimo quesito: signor Berlusconi, in più occasioni lei ha usato per
mettere in porto affari di vario genere - l'acquisto dell'attaccante
Lentini dal Torino Calcio, ad esempio - la finanziaria di Chiasso
denominata Fimo. Anche in questo caso, come nel precedente riferito
alla Par.Ma. Fid., lei ha scelto una società fiduciaria - questa
volta domiciliata in Svizzera - al cui riguardo le cronache
giudiziarie si erano largamente espresse. Tenuto conto della potenza
dello staff informativo che la circonda, signor Berlusconi, mi
appare del tutto inverosimile che lei non abbia saputo, circa la
Fimo di Chiasso, che e' stata per lungo tempo il canale privilegiato
di riciclaggio usato da Giuseppe Lottusi, arrestato il 15 novembre
del 1991 mentre "esportava" forti capitali della temibile cosca
palermitana dei Madonia. Così pure non le sarà sfuggito che Lottusi
venne condannato a 20 anni di reclusione per quei reati. Tuttora e'
in carcere a scontare la pena. Ebbene, signor Berlusconi, se quel
gangster finì in galera il 15 novembre del '91, nella primavera del
1992 - cioè pochi mesi dopo quel fatto che campeggio' con dovizia di
particolari, anche circa la Fimo, sulle prime pagine di tutti i
giornali - il suo Milan "pagò" una forte somma "in nero" - estero su
estero - per la cessione di Gianluigi Lentini, e usò per la
transazione proprio la screditatissima Fimo, fiduciaria di
narcotrafficanti internazionali. Perchè, signor Berlusconi?
Ecco, queste sono le domande.
Risponda, signor Berlusconi.
Presto.
Come ha visto, di "pentiti" veri o presunti non c'è traccia negli 11
quesiti. Semmai c'e' il profumo di centinaia di miliardi che tra il
1968 e il 1979 finirono nelle sue mani, signor Berlusconi. E tuttora
non si sa da dove arrivarono. Poiché c'è chi l'accusa che quell'oceano
di quattrini provenne dalle casse di Cosa Nostra e sta indagando
proprio su questo, prego, schianti ogni possibile infamia dicendo
semplicemente la verità. Punto per punto, nome per nome. E'
un'occasione d'oro per farla finita una volta per tutte. Sappia che
d'ora in poi il silenzio non le è più consentito né come
imprenditore, né come politico, né come uomo.
I quesiti sono 10 e
non 11...forse che i padani hanno riformato la matematica? |