La ripresa di questa storia è
occasionale, come racconto sotto. Ma la ritengo comunque di enorme
importanza perchè da il modo di comprendere gli ultimi 25 anni
della storia d'Italia e la vera essenza di alcuni personaggi che
l'hanno dominata. Per molti non sono novità, ma moltissimi altri,
nonostante se ne sia parlato molto ( mai in maniera chiara ed
ufficiale però) non ne sanno niente. Perchè non abbastanza attenti o
perchè si rifiutano di sapere. Questa storia è per loro, sperando di
aumentare la consapevolezza di qualcuno.
La nascita del fenomeno
Berlusconi
Ieri sera mi è capitato di guardare in
TV un
vecchio filmato che mostrava il
giudice Borsellino parlare di
mafia ad una classe delle scuole superiori. Era il 1989.
Tratteggiava la storia della mafia,
raccontando che questa organizzazione ebbe un vero e proprio salto
negli anni 70/80 grazie agli immensi proventi del traffico di droga.
L'enorme mole di denaro consentiva di estendere l'influenza, di
corrompere, di acquistare voti e con essa politici, di rafforzare
l'apparato militare.
Borsellino spiegava anche che
quest'enorme quantità di capitali aveva bisogno di esser
reinvestita, quindi la mafia necessitava di piazze più remunerative della
depressa Sicilia, come la Svizzera e Milano.
Riprendiamo questi aspetti
perchè ci interessa raccontare la storia di alcuni personaggi che
hanno grandemente influito
(negativamente) sulla vita del paese.
Nello svolgersi della storia si tenga
presente l'ultimo dato citato. Cioè che la mafia aveva deciso di
investire sulla piazza di Milano, molto più remunerativa della
Sicilia e per fare questo aveva bisogno di uomini, teste di ponte,
che facessero da tramite nella realizzazione degli affari. I settori
di investimento sono molteplici, ma si privilegia quella
dell'edilizia, perchè la mafia sa già come muoversi, avendo
perpetrato già il "sacco di Palermo"
(*) e questo è poi un settore in enorme crescita. Sono gli anni '60,
un periodo di forte espansione edilizia e quindi girano montagne di soldi
senza che si
guardi tanto per il sottile, soprattutto sulla provenienza dei
capitali.
Facciamo un passo indietro per
riprendere la storia della mafia, ed
individuare alcuni periodi. Individuazione indispensabile per la
comprensione della storia.
Ricordo anche che la mafia è già
presente sulla piazza di Milano con
Michele Sindona che in quegli anni era forse l'uomo più potente,
protetto dalla mafia e da Andreotti , il
numero 1 della politica. Sindona oltre al pieno controllo del Banco
Ambrosiano era presente in città con un altra piccola banca ,
che utilizzava sempre per i suoi traffici. Una banca segnalata più
volte come banca mafiosa, chiusa per essere riassorbita da altra
banca (la Popolare di Lodi). Parliamo della banca Rasini.
Sono
correntisti di questa strana agenzia bancaria, unica nel suo genere,
noti esponenti del clan Fidanzati, del clan Bono, ma anche si dice
Carmelo Gaeta, Robertino Enea, Pippo Calò, Totò Riina e qualche
prestanome di Bernardo Provenzano. Insomma il fior fiore della mafia
palermitana, la stessa con cui ha sempre intrattenuto piacevoli
rapporti il consigliori di Berlusconi, dell'Utri, condannato a nove
anni per collusione mafiosa.
Guarda caso la Banca Rasini viene assorbita dalla Banca Popolare di
Lodi. Riguarda caso anche la Credieuronord, banca fallita dei
leghisti, viene assorbita dalla Banca Popolare di Lodi. Le
operazioni sconcertanti di queste banche non si contano. Mai
Bankitalia interviene o censura.
Procuratore, con potere di firma della
banca era Luigi Berlusconi, padre del non ancora famoso e potente
Silvio,
futuro kaimano. Ed è dalla Banca
Rasini che nel 1961, Brerlusconi ottiene il primo finanziamento per
acquistare, con la società Cantieri Riuniti che nel frattempo ha
creato insieme ad alcuni soci, un terreno edificabile in via Alciati
per 190 milioni di allora (4 miliardi di lire di qualche anno fa).
Ancora dalla banca Rasini, nel 1964, ottiene una parte dei
soldi per l'acquisto di un altro terreno edificabile, a Brugherio.
Questo è un affare molto più grosso. Nasce allora la Edilnord, una Sas il
cui socio accomandante (quello che mette i soldi) è la Finanzierungesellschaft fur Residenzen Ag di Lugano, legalmente
rappresentata dall'avvocato Rezzonico.
A quest'epoca risale il sodalizio con
Marcello Dell'Utri. Questi nel
'64 era alle dipendenze di Berlusconi con la Edilnord
Dell'Utri si allontana poi da
Berlusconi, intrattenendo rapporti con
Rapisarda (questi è
legato a doppio filo al potentissimo sindaco mafioso di Palermo,
Vito Ciancimino, tramite la società Inim), si trasferisce a Roma,
nel '70 è presidente della Bacigalupo, una piccola squadra di calcio
attorno alla quale si muovono strani personaggi mafiosi, come Cinà,
Mangano e Bontade, che poi riappariranno più volte negli anni a
venire. Dell'Utri entra in quegli anni alla Sicilcasse, altra banca
in odore di mafia, per farvi rapida carriera e lasciarla nel '74,
quando in concomitanza con l'acquisto di
Villa Casati Stampa
ritorna, stavolta stabilmente, a Milano con Berlusconi.
Incomincia un giro vorticoso di soldi
e società che nascono, cambiano, muoiono come funghi. Qualche anno
dopo funzionari dell'Antiriclaggio di Milano, indagando su anonimi
capitali provenienti dalla Svizzera ebbero a dire: "Queste società a
responsabilità limitata all'improvviso si svegliano e
deliberano aumenti di capitale sproporzionati, ad esempio da 20
milioni a 2 miliardi. La cosa puzza. Se poi l'aumento viene
sottoscritto con denaro giacente nella federazione Elvetica, allora
c'è la quasi certezza che si tratti di soldi di mafia". (cfr
Inchiesta sul signor Tv di Ruggeri e Guarino).
Qui, io credo, siamo ancora in una
fase sperimentale dei rapporti tra la mafia e Berlusconi. Rapporti
che in seguito diventeranno totalmente organici, con l'ingresso
sulla scena di un altro personaggio, amico di dell'Utri:
Vittorio
Mangano, presunto stalliere, in realtà mafioso dedito al traffico di
stupefacenti.
Nel '74 Mangano viene assunto da
Berlusconi e va vivere nella sua casa, ufficialmente come fattore.
Viene arrestato un anno dopo, cacciato e poi riaccolto in casa
Berlusconi.
Logico chiedersi perchè un
imprenditore che sta avendo un enorme successo senta il bisogno di
mettersi dentro casa un noto mafioso, pregiudicato per traffico di
stupefacenti. La cosa gli viene contestata anche dalla polizia
all'arresto di Mangano. Berlusconi si giustifica, più o meno,
dicendo che non ne conosceva i trascorsi. Falso. I precedenti di
Mangano erano ben noti ed è impensabile che, in un periodo di
sequestri, un imprenditore ricco come Berlusconi si metta dentro
casa uno sconosciuto senza accertarsi di chi realmente è. Inoltre
non si capisce poi perchè, dopo l'arresto e quindi il completo
disvelamento dell'uomo, viene riaccolto nella Villa.
In realtà Mangano è una sorta di
garante. Proprio perchè è un periodo di sequestri, la presenza di un
mafioso garantisce all'esterno che Berlusconi è "protetto" e quindi
non si tocca. Allo stesso tempo fa da garante del rispetto dei patti
contratti con la mafia. Leggi l'intervista
a Borsellino e l'informativa
della criminalpol
Infatti è in questi anni che il
rapporto diviene pienamente organico. Berlusconi costruisce Milano
2, che segnerà il suo definitivo lancio, con capitali provenienti
dalla Svizzera da finanziatori rimasti sempre ignoti (in seguito
manco meticolosi accertamenti della Banca d'Italia riescono a
venirne a capo). E sempre finanziatori ignoti sostengono Berlusconi
nell'ingresso e nell'accaparramento di frequenze TV che ne faranno
presto un uomo potentissimo.
Da ricordare questi anni coincidono
con il massimo della potenza della Loggia P2, a
cui Berlusconi risulta iscritto e per cui riceverà la sua
unica condanna, che però
cadrà sotto amnistia. Per stimolare le riflessioni del lettore
ricordo che la vicenda di Michele Sindona è profondamente
intrecciata oltre che con la mafia anche con la P2, cosi come quella
di Berlusconi e molti altri uomini che fanno parte del suo clan (ed
in seguito faranno parte del governo, come Martino,
Cicchitto,
Pisanu ...). Ed il piano della P2 aveva
come uno dei punti essenziali quello del controllo
dell'informazione. Piano messo in atto con successo da Berlusconi
che , grazie sempre ad ignoti capitali, può premettersi di
sbaragliare la concorrenza nel settore TV. Si impossessa anche di
diverse testate, tenta di prendere il gruppo Mondadori che
controlla Espresso e Repubblica. La P2 in quegli anni controlla
anche il Corriere della Sera.
Come vedete ci sono degli intrecci
spaventosi, e grande parte in questi intrecci ha il traffico di
droga. Infatti è da li che vengono gli ingenti capitali che
permettono di acquistare fette di potere sempre maggiori e di
aumentare a dismisura i profitti. Perciò è necessaria quella rete di
società e complicità che permette il ricollocamento del denaro nel
circuito legale.
E non è certo un caso se la destra, la
mafia, sono contrari a qualunque ipotesi di legalizzazione o
liberalizzazione degli stupefacenti, riparandosi dietro
all'ipocrisia di un a questione morale, perchè perderebbero la loro
fonte primaria di finanziamento. Ma è un 'altra storia questa.
Come avete potuto leggere e , spero,
constatare , il periodo del rapporto organico tra Berlusconi e la
mafia, suggellato dalla presenza di Mangano nella villa, coincide
esattamente con il boom del traffico di eroina e l'enorme
disponibilità dei denaro che ha Berlusconi. Mi pare chiaro pensare,
visto che Berlusconi non ha mai chiarito questi aspetti, quale sia
la provenienza del denaro ed il bisogno di nascondere dietro un
'intricatissima serie di scatole cinesi, società ombra, paradisi
fiscali, i movimenti di denaro e la natura degli stessi.
Son convinto che molti leggendo queste
righe penseranno che sono sciocchezze, montature, dietrologie del
solito Komunista che ce l'ha a morte con il modernizzatore, con
l'uomo che si è fatto da se e quindi suscita invidia.
Ma non sono solo i komunisti a pensare
queste cose. Potete leggere in
questa informativa della GdF che Berlusconi viene ritenuto il
centro di un grosso traffico di stupefacenti. ma anche la
polizia Svizzera segnala Berlusconi
come uomo oscuro ben diverso dal sorridente uomo pubblico, crocevia
di un gigantesco giro di riciclaggio di denaro. Spero che
nessuno continui a dire che sono accuse campate in aria, vista la
mole di riscontri.
Spero anche che , ora che non è più
cosi potente, qualcuno abbia il coraggio di portare nel dibattito
pubblico questi dati per rendere noto a tutti chi ha governato
l'Italia negli ultimi 5 anni ( ma in realtà sono 20 anni che questo
delinquente domina la vita pubblica) ed il perchè del degrado del
nostro paese.
giuseppe gallcucio
19/7/06
Per la bibliografia, mi sono
sostanzialmente rifatto, oltre alle fonti della rete citate nei vari
link, a quattro libri:
Inchiesta sul signor TV, di
Ruggeri e Guarino, ed Kaos; L'onore di Dell'Utri, ed Kaos;
L'odore dei soldi di Elio Veltri e Marco Travaglio Ed Riuniti;
L'intoccabile di Sisti e Gomez, ed Kaos.
(*) La seconda grossa opportunità economica gestita dal
potere politico fu quella dell'espansione edilizia dei comuni, ed in
particolare di Palermo. Il capoluogo regionale conobbe negli anni
Cinquanta un'espansione straordinaria, dovuta specialmente alla
crescita della burocrazia regionale e comunale. Ciò comportò la
necessità di costruire interi nuovi quartieri, e l'opportunità di
fare ottime speculazioni sui suoli urbani. Se infatti alcuni
mafiosi, o altri amici dei politici, acquistavano dei terreni fino
ad allora agricoli, ed in seguito un assessore compiacente
trasformava quei terreni in edificabili, il profitto poteva essere
enorme. Inoltre, in diversi quartieri, il comune di Palermo consentì
di abbattere vecchie residenze, anche storicamente importanti, per
costruire nuovi quartieri, il tutto per favorire imprenditori e
proprietari vicini ai mafiosi. Questo periodo, consumatosi sotto le sindacature di Lima prima e di Ciancimino poi, fu chiamato "il sacco
di Palermo". Un rapporto di polizia degli anni Sessanta mostrò come
tra il 1957 e il 1963 l'80% delle licenze di costruzione del comune
di Palermo furono rilasciate a soli cinque nominativi, prestanome
dei più potenti gruppi mafiosi della città (Arlacchi,
p. 94). |