Deputato della Repubblica. Eletto nel proporzionale,
nelle liste di Forza Italia. Ex democristiano, è stato per anni deputato DC e
sottosegretario al Tesoro e alla Difesa nei governi del pentapartito. Nel
secondo governo Berlusconi è finalmente ministro: di un nuovo dicastero che si
chiama "Attuazione del programma di governo": una sorta di musiliana "Azione
Parallela".
Nell'estate 1981, Pisanu, sardo e amico di Armando Corona (che poi diventerà
Gran Maestro della massoneria) conosce in Sardegna il banchiere Roberto Calvi
(tessera P2 numero 1624). L'uomo che fa incontrare Calvi e Pisanu è Flavio
Carboni, faccendiere sardo che era in contatto con un imprenditore milanese che
voleva fare affari in Sardegna: Silvio
Berlusconi (tessera P2 numero 1816).
Pisanu è il padrino politico di Carboni, che presenta come un «interlocutore
valido per le forze politiche richiamantesi alla stessa aspirazione, cioè quella
cattolica». Dichiara Pisanu al magistrato titolare dell'indagine su Calvi e il
suo Banco Ambrosiano: «Il Carboni si diceva congiuntamente interessato alle
televisioni private in Sardegna: ciò in un'ottica di inserimento nella regione
del circuito televisivo Canale 5, facente capo al signor Silvio Berlusconi di
Milano. Il Carboni mi spiegò che il Berlusconi aveva interesse a espandere
Canale 5 alla Sardegna, talché lo stesso Carboni si stava interessando per
rilevare a tal fine la più importante rete televisiva sarda, Videolina. Sempre
riferendosi all'oggetto delle sue attività, il Carboni mi disse di essere in
affari con il signor Berlusconi non solo con riferimento all'attività
televisiva, ma anche con riguardo a un grosso progetto edilizio di tipo
turistico denominato "Olbia 2". Fin dall'inizio ritenni di seguire gli sviluppi
delle varie attività di Carboni, trattandosi di un sardo che intendeva operare
in Sardegna e che peraltro mostrava di avere vari interessi e vari contatti con
persone qualificate» (Testimonianza Pisanu al pm Dell'Osso).
Poi Carboni ebbe vari guai giudiziari. Girò assegni del Banco Ambrosiano agli
usurai della Banda della Magliana. Subì arresti e condanne. Ma almeno fino alla
primavera 1982 restò in stretto contatto con Giuseppe Pisanu che, mentre era
sottosegretario al Tesoro, si interessò attivamente della vicenda
Calvi-Ambrosiano. Nei mesi frenetici che precedono la scoperta della bancarotta
dell'Ambrosiano e la fuga all'estero di Calvi, Pisanu incontra Calvi per quattro
volte, sempre accompagnato da Carboni. L'ultimo appuntamento avviene il 22
maggio 1982, quando Pisanu vola a Milano sull'aereo di Carboni. Poi, il 6
giugno, il sottosegretario risponde in Parlamento ad alcune interrogazioni sulla
situazione della banca di Calvi, dopo che erano ormai filtrate voci sulla
drammatica crisi finanziaria che stava attraversando. Pisanu risponde
tranquillizzando: la situazione è normale; il sottosegretario non accenna
minimamente alla gravissima situazione debitoria in cui versa il Banco Andino,
controllato dall'Ambrosiano.
Alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulla P2, dichiarerà Angelo Rizzoli:
«A proposito dell'Andino, Calvi disse a me e a Tassan Din che il discorso
dell'onorevole Pisanu in Parlamento l'aveva fatto fare lui. Qualcuno mi ha detto
che per quel discorso Pisanu aveva preso 800 milioni da Flavio Carboni». Dopo lo
scandalo P2 e il crac Ambrosiano, nel gennaio 1983 Pisanu è indotto a dimettersi
da sottosegretario al Tesoro. «A causa di fatti incontrovertibili», secondo una
dichiarazione del deputato radicale Massimo Teodori al Corriere della sera:
«I rapporti strettissimi e continuativi fra Pisanu e Carboni; i rapporti di
Pisanu con Calvi tramite Carboni; i rapporti di Pisanu con Calvi e Carboni per
la sistemazione del Corriere della sera; i rapporti di Pisanu con Calvi e
Carboni quando, sottosegretario al Tesoro, il ministro prendeva importanti
decisioni sull'Ambrosiano» (Corriere della sera, 22 gennaio 1983).
Il 18 luglio 1982 Calvi fu trovato impiccato sotto un ponte di Londra. Pisanu,
dopo le sue dimissioni, scomparve per molto tempo dalla scena. Ricompare nel
1994, quando torna in Parlamento e diventa vicecapogruppo dei deputati di Forza
Italia: lasciata la Dc, si è schierato con il partito di Berlusconi, ex socio
d'affari del suo protetto Carboni. E Berlusconi, nel 2001, pur di dargli una
poltrona da ministro, inventa il curioso dicastero dell' <<Attuazione del
programma>>. Accanto, alle riunioni di governo, avrà il più feroce dei suoi
accusatori, ai tempi della vicenda Calvi: Mirko Tremaglia.
Nelle elezioni
politiche del 2006 Pisanu si è distinto per aver sconfessato se stesso. Ciampi
dopo averlo consultato si congratulò con le istituzioni per lo svolgimento
pacato e regolare del voto. Berlusconi incominciò a gridare ai brogli. Pisanu
non ha fatto un fiato per una settimana intera, nonostante lui fosse il
responsabile della regolarità delle votazioni. Ancora oggi, 10 maggio 2006
sul sito del ministero non ci sono dati definitivi ed
i conti non tornano.
Ma questi
berluscones non reagiscono manco quando è in ballo la dignità personale?
BERRUTI MASSIMO
BRANCHER ALDO
CICCHITTO
FABRIZIO COMINCIOLI
ROMANO CIRAMI MELCHIORRI D'ALI ANTONIO DELL'UTRI MARCELLO
FIORI PUBLIO FORMIGONI ROBERTO
FRIGERIO GIANSTEFANO
GENTILE ANTONIO
GIUDICE GASPARE
JANNUZZI LINO
LO PORTO GUIDO
MACERATINI GIULIO MARTINO
ANTONIO MICCICHE'
GIANFRANCO MUSOTTO
FRANCESCO PALMA
NITTO PISANU GIUSEPPE
PREVITI CESARE
SCAJOLA CLAUDIO
SODANO CALOGER
VITO ALFREDO
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