Nato
a Reggio
Calabria il 21 ottobre 1934, Cesare Previti si laurea in
Giurisprudenza con lode a Roma nel 1956. Diventa avvocato e si
iscrive all'Albo nel 1958. Nel 1971, la sua professione di avvocato
civilista lo avvicina a Silvio Berlusconi: un anno prima a Roma il
marchese Camillo Casati Stampa ha ucciso la moglie Anna Fallarino e
l' amante di lei, poi si è tolto la vita. L'unica erede, Annamaria,
ha 19 anni. Per la legge è minorenne (la maggiore età allora era a
21 anni). La sua carriera da avvocato si può dire che inizia
alla fine del 1970 quando diventa prima controparte e poi, due anni
dopo, tutore dell'enorme patrimonio ereditato da Annamaria Casati
Stampa che ammonta a circa 400 miliardi dell'epoca fra beni mobili e
immobili e fra cui è compresa anche la tenuta di San Martino presso
Arcore con annessa villa del '700.
Il 30 agosto 1970 era scoppiato a Roma un grande scandalo di cronaca
"rosa-nera": il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino aveva
ucciso a fucilate la sua consorte Anna Fallarino, sposata in seconde
nozze, e il suo amante, lo studente universitario e attivista del
MSI Massimo Morenti e infine si era tolto la vita.
L'enorme patrimonio lasciato dal marchese se lo contendono a colpi
di carta bollata e udienze processuali la famiglia Fallarino e la
giovane figlia del marchese Annamaria, avuta con la prima moglie
Letizia Izzo. I Fallarino affidano la loro azione legale proprio
all'allora giovane avvocato 36enne Cesare Previti.
Il processo si risolse a favore della giovane figlia del marchese
Annamaria che però all'epoca era minorenne e perciò necessitava di
un tutore che ne curasse gli interessi fino al compimento del 21•
anno.
Con l'abilità di un avvoltoio, Previti fiuta il grande affare della
sua vita e passa dalla parte della sua controparte nel processo.
Contatta in gran segreto la figlia del marchese appena divenuta
miliardaria e le offre i suoi servigi. La ragazza accetta e poco
tempo dopo l'anziano avvocato della Casati Stampa, Giorgio
Bergamasco, all'epoca membro della direzione nazionale del PLI,
viene nominato suo tutore mentre Previti diventa pro-tutore.
Nel 1972 Bergamasco viene nominato ministro dei Rapporti con il
Parlamento nel primo governo Andreotti e Previti finalmente corona
il suo sogno e diventa il tutore unico della Casati Stampa.
Inizia così, a partire proprio dal 1972, la lunga stagione delle
grandi fortune politiche ed economiche per lui e per il suo grande
amico Berlusconi.
La prima operazione comune risale al 1973 quando Previti convince la
Casati Stampa a mettere in vendita la tenuta di San Martino. Nel '74
viene trovato un acquirente l'allora giovane imprenditore edile
Silvio Berlusconi che acquista la tenuta per un valore di appena 500
milioni di lire e per giunta dilazionati nel tempo, mentre il valore
effettivo dell'immobile è di oltre 1 miliardo e 700 milioni
dell'epoca come risulta dalle stesse stime legate all'eredità. Alla
fine del '74 Berlusconi si insedia ad Arcore, ma Previti
"suggerisce" alla sua "assistita" di posticipare il rogito catastale
che verrà fatto nel 1980 e senza pagare una sola lira di tasse.
La villa diventa la reggia e insieme il quartier generale
berlusconiano dove fra gli altri alloggia anche lo stalliere mafioso
Mangano punto di collegamento fra il neoduce e Marcello Dell'Utri
attualmente sotto processo a Palermo per concorso in associazione
mafiosa.
Previti la assiste legalmente e cura
la mediazione con Berlusconi per la compravendita della
settecentesca residenza familiare ad Arcore.
All'inizio degli
anni '70, insieme al fratello Umberto è membro del collegio
sindacale della piduista BNL holding. Società legata alla Fininvest
che è una creatura della Holding, alla cui presidenza impone
Silvio Brelusconi, affiancondogli come consiglieri appunto i
fratelli Previti tra gli altri.
Negli anni Ottanta
Previti
diventa un avvocato famoso e dal suo studio passano cause importanti.
Segue fin dalle origini il gruppo Fininvest ed è vicepresidente di
Fininvest Comunicazioni fino a quando entra in Parlamento nel 1994.
Prima, al momento della «discesa in campo» di Berlusconi, viene
incaricato dal futuro Presidente del Consiglio di coordinare i club
azzurri di Forza Italia. Il 27 marzo 1994 viene eletto senatore nel
collegio uninominale di Roma-3 con il 43,6% dei voti.
Diventa
presidente del gruppo di Forza Italia a Palazzo Madama fino alla nomina a ministro della Difesa del primo governo
Berlusconi, dopo essere stato inutilmente candidato (qualcuno parlò
allora di un veto del Quirinale) per l' ambito ministero della
Giustizia. Lascia l'incarico di coordinatore di Forza Italia quando
nel dicembre 1994 cade il primo governo Berlusconi e il Cavaliere
torna ad occuparsi in prima persona del partito. Alle elezioni
politiche del 1996, vinte dall'Ulivo,
lascia il collegio senatoriale e passa alla Camera, eletto
a Roma, dove sarà rieletto anche nel 2001.
Fermo sostenitore della separazione delle carriere di giudici e pm,
e della riforma del Csm, durante i lavori della Bicamerale, nel
1997, viene più volte indicato dai suoi avversari come uno degli
ispiratori delle proposte di riforma della giustizia di Forza
Italia.
Finisce nel mirino della Procura di Milano più volte,
sostanzialmente sempre per la stessa ipotesi di reato: corruzione in
atti giudiziari. È lui, sostiene l'accusa, che ha pagato i
giudici di Roma per orientare le sentenze Cir-Sme, Imi-Sir e lodo
Mondadori. Per lui, i giudici milanesi chiedono anche l'arresto, ma
il 20 gennaio 1998 la Camera respinge la richiesta di arresto.
Nel 2003 ,il 30 aprile arriva la
prima condanna. Dopo un lungo eed estenunate braccio di ferro che ha
visto Previti ricorrere a tutti gli espedienti per fare saltare il
processo ( ricorsi sfruttando le leggi fatte apposta del legittimo
sosspetto, sulle rogatorie, cercando di ricusare il collegio in più
riprese ecc ecc) vine condannato a 11 anni per l'imputato
Cesare Previti.
Il tribunale di Milano ha ritenuto
il senatore di Forza Italia colpevole di
corruzione giudiziaria al termine del processo
Imi-Sir/Lodo Mondadori. La sentenza è stata letta in aula
dal presidente della quarta sezione penale Paolo Carfì,
al termine di quasi
otto ore di camera di consiglio
a conclusione di
un dibattimento durato circa tre anni, dopo che la Corte
d'Appello di Milano ha respinto la settima istanza di ricusazione
presentata sabato scorso dall'ex ministro della Difesa e uomo di
fiducia del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Ed è proprio il premier tra i primi a
commentare la sentenza,
definendo Previti un
perseguitato
e chiedendo solidarietà con il condannato. Una dichiarazione che ha
provocato
la
reazione dell'Associazione nazionale magistrati
In
appello , maggio 2005 la pena viene ridotta a 7 anni
MILANO - Sette anni di reclusione per Cesare Previti e
Attilio Pacifico, sei anni per Vittorio Metta, tre anni
per Felice Rovelli, cinque anni per Renato Squillante,
due anni per Primarosa Battistelli, e assoluzione per
Giovanni Acampora, il legale giudicato solo per la
vicenda legata al Lodo Mondadori. Sono queste le
condanne inflitte oggi dai giudici della Corte d'Appello
di Milano agli imputati accusati di corruzione in atti
giudiziari nell'ambito del processo Lodo Mondadori-Imi
Sir.
C'è poi il processo SME,
che a dicembre 2005 arriva in appello.
Pena
di 5 anni confermata per Cesare Previti nell´appello del
processo Sme. Al deputato di Forza Italia, accusato di
aver corrotto giudici per "comprare" una sentenza nel
1986, sono state negate le attenuanti che avrebbero
fatto scattare la prescrizione. La stessa sentenza ha
ridotto da 8 a 7 anni la pena all´ex giudice Renato
Squillante. Ora per Previti sono due le condanne che
attendono l´ultimo vaglio della Cassazione: la prima è
quella a 11 anni nel processo Imi-Sir. «Rispetto questa
sentenza come si rispetta un colpo di pistola» è stato
il commento del parlamentare del Polo. Forza Italia, il
suo partito, attacca i giudici: «È una sentenza ad
personam». Uniforme la reazione di Ds, Margherita e
Rifondazione : «Le sentenze si rispettano, si possono
commentare ma senza strumentalizzarle politicamente».
Previti, ieri sera, è stato ricevuto da Silvio
Berlusconi, al quale ha detto: «Hanno colpito anche te».
Si attende per entrambi la pronuncia della cassazione
dopodichè speriamo di vederlo in GALERA.
5/maggio/o6
la Cassazione chiude definitivamente la vicenda IMI-Sir.
Confermata la condanna Previti, pena ridotta a 6 anni.
La corte annulla l'assoluzione per la vicenda Mondadori.
Il processo è da rifare.
Ora Previti andrà in galera. Decade dalla carica di
deputato, non ha l'immunità. In Manette sarà tradotto in
carcere. Gli avvocati chiederanno gli arresti
domiciliari.
HABEMUS IUSTITIA!!
giuseppe galluccio maggio 06
BERRUTI MASSIMO
BRANCHER ALDO
CICCHITTO
FABRIZIO COMINCIOLI
ROMANO CIRAMI MELCHIORRI D'ALI ANTONIO DELL'UTRI MARCELLO
FIORI PUBLIO FORMIGONI ROBERTO
FRIGERIO GIANSTEFANO
GENTILE ANTONIO
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MACERATINI GIULIO MARTINO
ANTONIO MICCICHE'
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NITTO PISANU GIUSEPPE
PREVITI CESARE
SCAJOLA CLAUDIO
SODANO CALOGER
VITO ALFREDO
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