BERRUTI MASSIMO MARIA |
Deputato della Repubblica. Eletto nel proporzionale,
nelle liste di Forza Italia. Da ufficiale della Guardia di finanza, nel 1979
ebbe la sorte di interrogare un giovane imprenditore emergente di nome Silvio
Berlusconi, a proposito della confusa situazione proprietaria e finanziaria
della sua società Edilnord. Berlusconi rispose che della Edilnord era soltanto
un "semplice consulente". Berruti, nel suo rapporto conclusivo, prese per buona
la versione di Berlusconi, permettendo così l'archiviazione dell'accertamento
valutario che ipotizzava la dipendenza della Edilnord da società estere. Poi si
dimise dalla Guardia di finanza e andò a lavorare per Berlusconi. Prima delle
dimissioni, però, fece in tempo a essere arrestato con l'accusa di corruzione
nell'ambito dell'inchiesta per lo scandalo Icomec, una storia di tangenti che
scoppiò prima di Mani pulite (al processo fu assolto). Da consulente Fininvest,
invece, è stato di nuovo arrestato, nel 1994, per favoreggiamento a Berlusconi
nell'inchiesta sulle tangenti alla Guardia di finanza. Condannato in primo grado
(10 mesi) e in appello (8 mesi). Come avvocato del gruppo Fininvest, ha
trattato, fra l’altro, l’acquisto del calciatore Gigi Lentini (poi oggetto di un
processo in cui Ë imputato). Nel gennaio 1994 Berlusconi gli ha affidato
l’organizzazione della campagna elettorale di Forza Italia a Sciacca e nella
provincia d’Agrigento. Con buoni risultati, tra i quali il coinvolgimento di
Salvatore Bono (cognato del boss dell’Agrigentino Salvatore Di Gangi) e di
Salvatore Monteleone, arrestato nel 1993 per concorso in associazione a
delinquere di stampo mafioso e diventato, appena uscito dal carcere, referente
di Forza Italia a Montevago. Per i suoi servizi, Berruti e stato premiato con un
posto in Parlamento già dal 1996. Con il Berruti avvocato e poi politico,
convive il Berruti uomo d’affari: in Sicilia possedeva una società, la Xacplast,
che un rapporto dei carabinieri indicava come partecipata da uomini d’onore
delle famiglie mafiose di Sciacca. Il collaboratore di giustizia Angelo Siino ha
parlato anche di un incontro tra Berruti e il boss Nino Gioè, proprio nel
periodo di progettazione delle stragi del 1992-93.
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BRANCHER ALDO
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Deputato della Repubblica. Eletto in
Veneto. è stato il regista del nuovo accordo tra Silvio Berlusconi e Umberto
Bossi, che ha portato la Casa delle libertà alla vittoria elettorale del 2001.
Era prete paolino e manager pubblicitario di Famiglia cristiana. Don
Aldo, giovane e brillante, era il braccio destro del mitico don Emilio Mammana,
che aprì il primo ufficio pubblicità di Famiglia cristiana a Milano,
facendo uscire il settimanale dall'ambiente provinciale di Alba e dalle
sacrestie. Grazie a don Mammana, Famiglia cristiana divenne uno dei
settimanali italiani più venduti e più ricchi di pubblicità. Accanto a don
Mammana c'era sempre lui, don Aldo, pretino giovane e spregiudicato, guardato
con un po' d'apprensione dalle segretarie, per via dei suoi modi, non proprio da
prete fedele al voto di castità. I soldi che faceva girare erano tanti e il
ragazzo era svelto. Forse troppo. Tanto che don Zega, allora direttore di
Famiglia cristiana, arrivò ai ferri corti con don Aldo. Sarà per questo, o
per una donna che era entrata stabilmente nella sua vita, ma comunque Brancher
lasciò i paolini, cambiò vita, abbandonò il sacerdozio. Ma non la pubblicità:
divenne collaboratore di Fedele Confalonieri e manager di Publitalia, la
concessionaria di pubblicità della Fininvest. "Don Aldo sta facendo carriera",
dicevano di lui i suoi vecchi colleghi di Famiglia cristiana. La carriera
sembrò interrompersi nel 1993, quando fu arrestato da Antonio Di Pietro per
tangenti (300 milioni al ministro della Sanità Francesco De Lorenzo, per la
pubblicità contro l'Aids assegnata dal ministero alle reti Fininvest). è subito
ribattezzato "il Greganti della Fininvest" perché in cella non aprì bocca, non
raccontò i segreti delle tangenti Fininvest. Condannato (in appello) a 2 anni e
8 mesi per falso in bilancio e violazione della legge sul finanaziamento ai
partiti. Per la sua fedeltà aziendale fu premiato: divenne responsabile di Forza
Italia nel Nord e poi, nel 2001, candidato alla Camera in Veneto, eletto senza
problemi e subito nominato da Berlusconi sottosegretario alle Riforme e alla
devoluzione. Lavora accanto al neo-ministro Umberto Bossi, che ha convinto ad
abbandonare i toni anti-Berlusconi per allearsi nel 2001 con Forza Italia.
BERRUTI MASSIMO
BRANCHER ALDO
CICCHITTO
FABRIZIO COMINCIOLI
ROMANO CIRAMI MELCHIORRI D'ALI ANTONIO DELL'UTRI MARCELLO
FIORI PUBLIO FORMIGONI ROBERTO
FRIGERIO GIANSTEFANO
GENTILE ANTONIO
GIUDICE GASPARE
JANNUZZI LINO
LO PORTO GUIDO
MACERATINI GIULIO MARTINO
ANTONIO MICCICHE'
GIANFRANCO MUSOTTO
FRANCESCO PALMA
NITTO PISANU GIUSEPPE
PREVITI CESARE
SCAJOLA CLAUDIO
SODANO CALOGERO
VI TO ALFREDO
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