Il ministro Ferrero rilancia la
questione della somministrazione controllata di eroina dicendosi
favorevole alle stanze del buco "injecting room". L'ex ministro
Veronesi si dichiara favorevole alla somministrazione controllata
che in Svizzera è stata fatta con successo come riportato in
altro articolo su Lancet. Dopo l'oscurantismo della legge Fini,
almeno si sposta il dibattito più avanti. Volevo fare alcune
riflessione, ma vi riporto prima l'articolo su Veronesi, apparso
il 13/6/06 su Repubblica (www.repubblica.it):
"Liberalizzare le droghe pesanti fa calare il numero dei
tossicodipendenti". Umberto Veronesi, ex ministro della Salute,
commenta, in un'intervista al settimanale Grazia, il
dibattito sulle
"stanze
del buco",
i luoghi attrezzati con personale sanitario e già attivi in diverse
città europee per tGli esperimenti di somministrazione controllata
fatti in Svizzera, enere sotto controllo le tossicodipendenze.
Veronesi spiega che il risultato emerge da uno studio condotto
dall'università di Zurigo: "L'esperimento è iniziato nel 1991,
quando la Svizzera ha cominciato un programma di somministrazione
controllata di eroina. Se
dieci anni fa i neoconsumatori erano 850, oggi la cifra è scesa a
150 (l'82% in meno).
Secondo gli autori dello studio, questi dati dimostrano che la
politica 'liberale' sulla droga della Svizzera non ha provocato la
tanto temuta 'banalizzazione' del consumo di eroina, cioè il rischio
di usarla di più perché era più facile procurarsela".
"Al contrario - continua Veronesi - la dipendenza da eroina è
diventata sempre più un problema medico e ha perso la sua immagine
di 'atto di ribellione. I risultati di questa richiesta non mi
meravigliano, già dopo un anno dalla legalizzazione dell'eroina per
i tossicodipendenti gravi, all'inizio degli anni Novanta, il governo
elvetico aveva ottenuto una riduzione del 20% dei morti per
overdose".
Poi aggiunge: "Questo dimostra che la legalizzazione delle droghe ha
effetti positivi. Intendiamoci, io sono contro tutti gli
stupefacenti, ma penso che non sia con il proibizionismo che si
risolva il problema. Siamo tutti contrari alle droghe, leggere o
pesanti, nessuno dice che fanno bene. Ma abbiamo soltanto due scelte
davanti a noi: proibire o educare".
"La proibizione non è un deterrente - conclude il professore - al
contrario fa aumentare nei giovani il desiderio della trasgressione.
Non solo: la proibizione rende costosissime le droghe e spinge chi
ne fa uso a compiere atti criminali per procurarsele. E c'è un
ultimo argomento a favore della droga di Stato: il proibizionismo
è all'origine del mercato nero che alimenta la malavita
internazionale, e in Italia è il più forte sostentamento per la
mafia. Sono convinto che se vogliamo combattere davvero la
criminalità organizzata bisognerà considerare seriamente
l'abolizione del proibizionismo".
Come avete potuto
leggere, Il prof Veronesi, stimato scienziato, stronca decisamente
il proibizionismo, come fa chiunque si riflette sul problema senza
paraocchi.
La prima è che io sono a favore non solo della somministrazione
controllata, ma per una generale liberalizzazione delle droghe,
sicuramente di oppiacei e
cannabis. La
somministrazione controllata va sicuramente nella direzione
contraria al proibizionismo, ma la
ritengo solo un punto di partenza per una depenalizzazione che
conduca alla legalizzazione e poi alla totale liberalizzazione,
almeno per alcune droghe, come è per l'alcol.
Sarei contrario, o
quanto meno ci rifletterei molto, alla liberalizzazione totale di
cocaina, anfetamine,
allucinogeni, a causa dei differenti effetti
rispetto ad oppiacei e cannabis. I primi tre gruppi di droghe
pur non provocando dipendenza fisica (ma sicuramente psicologica),
hanno degli affetti gravemente lesivi del sistema cerebrale
provocando alla lunga danni irreversibili.
Inoltre sono
droghe, soprattutto anfetamine e cocaina, che rendono aggressivi e
danno quel senso di onnipotenza che diventa pericolosissimo, per se e
per gli altri e sono convinto che l'uso di queste sostanze sia la
causa diretta di numerosi
incidenti stradali e di numerosi reati. La tanto vituperata eroina
invece riduce l'aggressività, sostanzialmente è un depressivo (anche se all'acme ha effetti euforizzanti, soprattutto nei neofiti)
e la storia segnala numerosi casi di persone, anche famose,
che hanno convissuto per lunghi periodi, a volte per tutta la vita, tranquillamente con
oppiacei.
Qualche nome?
Wagner, Marco Aurelio,Pablo Picasso,Marcel Proust,Jack London,Salvador
Dalì, Modigliani; Herbert Spencer,Avicenna,Fallada,Paracelso,Alfonse
de Lamartine,Florence Nightingale,Joseph Mc Cartthy,Goering.... e
molti altro
Quindi per la
legalizzazione di alcune droghe è necessario fare delle
riflessioni, sapendo però che sottrarre il ricchissimo mercato
della droga alle varie mafie sarebbe compito primario.
Quanto alla cannabis è
stato accertato, aldilà di ogni dubbio, che non ci sono sostanziali
controindicazioni, se non nella ipocrisia,nei pregiudizi e nella malafede di
alcuni, che per interessi vari o per scarsa conoscenza del fenomeno,
sono proibizionisti.
L'altra premessa che riguarda direttamente l'argomento è che ho
qualche dubbio che il forte calo degli eroinomani in Svizzera sia
tutto, o in gran parte, legato all'introduzione della somministrazione
controllata. Il boom dell'eroina è passato da un pezzo, mentre siamo
in piena espansione della cocaina e del crack che si trova a buon
mercato e di ottima qualità, almeno qui al sud. Ma dalle
cronache presumo in tutta Italia sia cosi. Il reperimento di cocaina
di buona qualità e , relativamente, a basso prezzo, la concomitanza
di eroina di pessima qualità ha spinto anche molti eroinomani
storici, a passare alla coca. Visto anche che, forse non tutti lo
sanno, la cocaina annulla qualunque crisi di astinenza da oppiacei.
Cosi a fronte di una drastica riduzione di nuovi casi di
eroinomani c'è un aumento spaventoso dell'uso di crack e cocaina.
Che dato il metodo di assunzione , che non prevede gesti violenti
come la siringa per l'eroina, ma modi di assunzione soft come lo
"sniffare" o addirittura quotidiani come il fumare.
Per avere una
reale valenza del significato della riduzione, bisognerebbe
compararlo con i consumi di cocaina ed altre sostanze. Sapere quanti
eroinomani sono passati alla cocaina, quanti sono i nuovi assuntori.
Insomma avere qualche dato in più. Ho cercato dati in tal senso, ma
ho trovato solo dei dati generici, che potete leggere qui.
Salvo approfondimenti questi dati confermano che anche
in Svizzera alla diminuzione drastica degli eroinomani, si affianca
un 'impennata nei consumi di cocaina e di altre droghe.
Questo non riduce
il valore dell'esperimento della somministrazione controllata, ma
onestà intellettuale, mi impone di segnalare le mie perplessità.
Gli esperimenti in
Svizzera hanno, secondo me, un valore assoluto per quanto riguarda
altri importantissimi aspetti.
L'andamento dei
dati dimostra con chiarezza che gli esperimenti di somministrazione
controllata, cioè di legalizzazione parziale, non inducono affatto un aumento incontrollato degli
assuntori. Se abbiamo dei dubbi che gli eroinomani siano diminuiti
come diretta conseguenza delle stanze del buco, mi pare non ce ne
siano sul fatto che, comunque, non c'è stato alcun aumento del loro
numero. Uno dei cavalli di battaglia dei sostenitori del
proibizionismo è che la legalizzazione, e/o la liberalizzazione
provocherebbero un aumento incontrollato del numero di
tossicodipendenti dovuto alla semplicità di procurarsi qualunque
sostanza. Come se oggi, in regime proibizionista fosse
difficile! Qui al sud anche i bambini sanno dove, come e da chi
procurarsi la droga cercata, dato che sono attivi dei veri e
propri supermarket che operano a
tempo pieno.
Sono diminuiti drasticamente i casi di diffusione di Aids a
causa di scambio di siringhe infette (solo 7 per
milione),contestualmente sono diminuiti i casi di malattie
infettive correlate all'uso di iniettarsi droghe (HCV).
Sono diminuiti del
70 % i reati di microcriminalità legati all'esigenza dei tossicomani
di procurarsi una dose a qualunque costo.
Sono diminuiti i
costi pro capite per tossicomane. prima erano di 96 franchi, a
fronte dei 51 pro capite del costo per la somministrazione
controllata, quindi c'è un sensibile risparmio di 45 franchi ( cosa
a cui i pragmatici svizzeri sono molto sensibili!).
Leggi qui i dati.
Ma per me la cosa
più importante è che si è restituita a molte persone la possibilità
di una vita decente, tirandolo fuori dalla schiavitù del mercato
nero, del dover delinquere o prostituirsi ( fisicamente e
intellettualmente). Vi pare poco? A me pare tanto.
Questo esperimento dimostra che il proibizionismo nulla può contro questi
fenomeni. Peggiora solo la situazione. Innanzitutto c'è da osservare
che spesso il proibizionismo ha il solo scopo, di mantenere alto il
prezzo ( che in caso di legalizzazione crollerebbe), in modo da
assicurare alti profitti. O è un caso che le varie mafie sono
ferocemente proibizioniste?
E di questi alti
profitti ne beneficiano non solo le mafie ma anche
organismi che dovrebbero battersi contro
la diffusione della droga, e che sostengono di farlo. Se
vogliamo fare un bilancio onesto degli effetti del proibizonismo
osserviamo che c'è stato in questi lunghi anni:
aumento
incontrollato ed incontrollabile della diffusione di tutte le
droghe;
aumento dei decessi e delle
malattie correlate all'uso di droga;
aumento esponenziale della
microcriminalità legato al mercato nero che impone costi
altissimi;
aumento indescrivibile dei
profitti della criminalità organizzata che con questi soldi è in
grado di crescere sempre più ed infiltrarsi in tutti i gangli
vitali del paese, del mondo intero.
Ora a fronte dei dati che vengono
dalla Svizzera sarebbe ora di cominciare a discutere seriamente,
laicamente del problema droga in generale, cominciando appunto dal
proibizionismo. Senza guerre di religione, ma guardando ai dati, con
occhio pragmatico, senza premesse etiche, senza pregiudizi, ma soprattutto affidandosi
almeno alla consulenza di chi conosce il fenomeno operatori dei Sert,
studiosi, esponenti di comunità impegnate sul territorio, senza
santoni alla
Muccioli.
Da notare che anche dal mondo delle
comunità terapeutiche vengono voci favorevoli ad ipotesi di
somministrazione controllata e di superamento del proibizionismo
come unica risposta.
Sui
giornali di ieri, per trovare qualche opinione
professionale e tecnicamente motivata sulle intenzioni
del ministro Paolo Ferrero a proposito di
tossicodipendenze, bisognava usare la lente
d´ingrandimento. Titoli e articoli erano infatti
presidiati quasi per intero dai commenti dei politici,
quasi tutti grondanti indignazione, quasi tutti urlati,
quasi tutti improntati a quelle piccole moralità
raccogliticce che qui da noi, chissà perché, passano per
"etica", e in genere sono a malapena un riassuntino dei
rumori di pancia.
In mezzo a quel frastuono, la voce (più pacata e
soprattutto molto più interessante) di chi si occupa di
droga tutti i giorni, quasi spariva. Il famoso "passo
indietro" che si chiede ai politici per la Rai andrebbe
dunque esteso alla gran parte delle questioni in ballo.
Francamente, le opinioni di Calderoli o di Gabriella
Carlucci sulle terapie antidroga in atto in mezza Europa
contano quanto le mie sulla fisica quantistica, cioè
zero. Levare spazio alla voce degli operatori del Sert,
dei medici, degli psichiatri o degli stessi
tossicodipendenti è la stessissima cosa della
lottizzazione in Rai: appropriazione indebita di spazio
pubblico. Piantatela, no?
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