NO GLOBAL |
Non credo che il processo di
globalizzazione sia in qualche modo arrestabile ne lo
vorrei. Non credo nemmeno che sia qualcosa di
assolutamente negativo.
Credo anzi che la
globalizzazione è una grande opportunità, sia per quella
parte dell'umanità finora esclusa, sia per noi ricchi
occidentali.
Dov'è allora il problema?
Il problema sta che questo
fenomeno è guidato da organismi come il WTO (World Trade
Organization) e l'FMI (fondo monetario internazionale).
Questi organismi
sovranazionali perseguono solo l'ottica del profitto,
degradando l'uomo a consumatore e perseguendo nient'altro
che le regole di un liberismo selvaggio che ha lo scopo di
aumentare i profitti per le multinazionali e i poteri forti
che sono i controllori di tali organismi.
Avete presente l'Argentina?
Bene, questo florido paese, ricco di materie prime, è stato
strangolato dalle politiche neoliberiste dei Chicago boys, con
la complicità dei vari Menem, che svendevano il patrimonio
pubblico ( privatizzando come si dice), rubando e consentendo
alle multinazionale di fare affari lucrosi. Mentre le banche
ci rifilavano i famosi Bond...!!
Conseguenza di questo è che
mentre i capitali circolano nella massima libertà
( soprattutto grazie a
numerosi paradisi fiscali), i diritti vengono
bloccati. Anzi vengono attaccati diritti e servizi del mondo
occidentale, costati anni di lotte e di sacrifici.
Abbiamo visto nell'ultima vicenda della guerra in Iraq la
potenza delle multinazionali. In particolare quelle del
petrolio, dopo avere eletto il presidente della nazione più
potente e avere sistemato uomini suoi in tutti i
vertici dell'amministrazione ha spinto per una guerra
facendo passare l'idea che era essenziale per mantenere
basso il
prezzo del petrolio andare a prendersi quell'enorme
serbatoio che è l'Iraq, promettendoci che il prezzo sarebbe
calato. Quale siano i risultati è sotto gli occhi di tutti.
E chi ha finanziato alla fine la guerra? Leggete
qui
La globalizzazione è vista
con enorme paura dalla popolazione perchè i paesi
occidentali stanno subendo la concorrenza spietata delle
nazioni emergenti come Cina, India e vari altri paesi
dell'ex impero sovietico. Questi paesi possono giovarsi di
un costo del lavoro che spesso è un ventesimo, o anche più
basso, rispetto al costo del lavoro in Europa e nel mondo
occidentale in genere.
Anche volendo accettare in pieno le teorie del libero
mercato, è chiaro che in queste condizioni non è possibile
una concorrenza leale. Eh già, perchè il basso costo del
lavoro in questi paesi non è dato dall'invenzione di nuove
ricette nè dal tenore di vita indubbiamente più basso.
Certo il tenore di vita più
basso incide sul costo del lavoro, ma la causa prima del
bassissimo costo risiede nelle condizioni di assoluto
sfruttamento dei lavoratori di questi paesi. L'assoluta
assenza di garanzie e le condizioni di vita
miserrime che comportano un grande potere di ricatto da
parte dei "padroni" fanno si da determinare un costo
del lavoro con il quale non sarà mai possibile concorrere. A
meno che non si riducano o si eliminino le garanzie del
lavoro che esistono nei paesi occidentali.
E stiamo vedendo che il
gioco in atto è appunto questo. Precarizzare il lavoro
occidentale in modo da consentire più ampi profitti
alle aziende. Le garanzie sul lavoro il parziale
affrancamento dei lavoratori è costato anni di battaglie,
lotte , morti, dolore ed ora stiamo avvertendo una chiara
inversione di tendenza, che vuole annullare tutti i
sacrifici e le lotte.
Invece di "costringere "
con opportune politiche i paesi emergenti ad applicare
gradatamente le garanzie che esistono da noi, vogliono
costringere noi a rinunciarvi. In modo da vere un grande
mercato di schiavi che siano solo funzionali agli interessi
delle aziende ed ai profitti di pochi.
Il WTO applica sanzioni
antidumping per i paesi che non rispettano le norme del
libero mercato distorcendo la concorrenza. Ad esempio uno
Stato viene punito, multato se indebitamente aiuta un
settore produttivo offrendogli sconti fiscali immotivati,
finanziamenti immotivati e roba del genere.
Ma il tenere basso il costo
del lavoro sfruttando altri esseri umani come se fossero
schiavi, oltre ad essere immorale, non costituisce una sorta
di dumping? Allora perchè non si interviene in tal senso?
Chiaramente sempre per la
logica del profitto. Eh già perchè nel medio periodo,
continuando cosi, assisteremo ad un impoverimento
progressivo dei paesi occidentali, con le relative
popolazione che ridurranno via via i consumi. Pensano che la
conquista dei nuovi ed immensi mercati di consumatori come
Cina ed India compenseranno la perdita del consumo in
occidente? Possibile sia questo il calcolo.
Ma questo tipo di politica
credo sia sbagliata, poco lungimirante oltre che immorale.
Credo anche e spero vivamente , che non assisteremo alla
nostra morte passivamente, ma che via via innalzeranno il
conflitto ed il livello di scontro fino al limite estremo. E
quando non avranno niente più da perdere accadrà, come ci
racconta la storia. Nel contempo man mano che le condizioni
di vita nei paesi del terzo mondo aumenteranno, la richiesta
di garanzie e dell'affrancamento dalla schiavitù del lavoro
sarà posta anche li e con sempre maggior forza.
Tutto questo rende più chiaro del perchè il movimento
no-global è stato sin dall'inizio criminalizzato e represso
con forza come non accadeva da tempo con i movimenti dal
basso.
Se la gente capisce quello
che c'è in ballo e quello che ci stanno facendo è possibile
che si incazzi al punto da diventare incontrollabile. Per
questo ritengo che più voci tentino di spiegare questi
fenomeni, di renderli chiari alla gente che vive di un
'informazione drogata ed asservita alle logiche del potere,
meglio è.
Questa è una delle ragioni
sociali del sito pummarulella. Sperando che possa servire
non solo da megafono, ma anche da esempio per i tanti altri
che vorranno imitare me, che a mia volta ho imitato altri
partiti prima di me.
Ricordate tutti che uno dei
poterei più grandi che abbiamo è quello della scelta nel
momento che andiamo al supermercato. Scegliere il mulino
bianco, o la nike piuttosto che rivolgersi al commercio equo
e solidale è una scelta che può fare la differenza. Se la
logica è quella del profitto possiamo colpirli nel loro
punto più sensibile: cercando cioè di ridurre i loro
profitti
di giuseppe
galluccio 29/4/06
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